Pedro Ceinos Arcones - Breve Storia Della Cina

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Un libro per capire la storia cinese.
Scopo di questo libro è fornire al lettore una breve e comprensibile storia della Cina. L’interesse dell’autore, che si percepisce scorrendo queste pagine, si rivolge soprattutto alle culture di frontiera e alle minoranze. La costruzione della Cina va dai piccoli regni sulle sponde del Fiume Giallo, che crearono i semi della civiltà cinese in un Paese di nove milioni di kmq, fino ai processi di conquista e sottomissione dei popoli che daranno vita alla Cina di oggi; questa storia può seguirsi scorrendo le pagine di questo libro.

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Ci riferiamo a Wuming nella provincia di Guangxi, Djalai Nor in Mongolia interiore, o Guixangtun in Heilongjiang. Siamo approssimatamene tra il 10.000 e il 7.000 a.C.

Cultura Neolitica

Circa diecimila anni fa è quando si inizia a coltivare cereali nel suolo cinese. Possibilmente lo sviluppo dell’agricoltura arrivi dall’osservazione delle collettrici, le donne sono le più indicate, dato il loro ruolo, ad osservare la natura e scoprire il processo della germinazione da un seme caduto accidentalmente. I più antichi segnali della coltivazione del riso si sono ritrovati lungo il fiume Yangtze proprio in questo periodo; e posteriormente la coltivazione del miglio, a nord nella provincia di Henan.

Progressivamente una serie di comunità assicureranno la loro sussistenza con l’agricoltura, che poi diventerà la loro attività principale, dove la caccia e la pesca e la raccolta diventeranno azioni secondarie. Si calcola che l’allevamento di animali è posteriore, intorno al 7.000 a.C., originandosi possibilmente con al cattura di animali feriti o cuccioli abbandonati, che, tenuti vicina all’uomo daranno una scorta di carne nel futuro.

L’agricoltura, invece, si sviluppa rapidamente a nord del Fiume Giallo, che in quel periodo era notevolmente più caldo e umido che oggi giorno; con selve, laghi, paludi e montagne piene di foreste e ricche di animali selvaggi.

Tra il 6000 e il 5000 a.C. nasce in Cina la prima civiltà Neolitica, ci riferiamo alle scoperte di Peiligang e Cishan. I suoi abitanti, che dimostrano realizzare attività proprie della vita sedentaria, sviluppano l’agricoltura e l’allevamento simultaneamente. Coltivano il miglio, raccolgono noci silvestri e allevano cani, suini e polli come animali domestici. Cacciano cervi e altri animali più piccoli. Elaborano tripodi di ceramica non ancora decorati. Vivono in villaggi con case rotonde o quadrate, hanno magazzini sotterranei e cimiteri, con tombe semplici, dove alcune ceramiche ed utensili del quotidiano accompagnano il defunto. Queste culture sono considerate le ante passate della cultura Yangshao, che si sviluppa posteriormente in un’area simile.

Nello stesso periodo nasce nella provincia di Gansu la cultura Dadiwan (5300 a.C.), della quale, nonostante il suo sviluppo, non si riesce a identificare l’influenza che possa aver avuto in culture precedenti. Della cultura Dadiwan si sono ritrovati un buon numero di piatti di ceramica decorata, la più antica fino ad ora scoperta in Cina, alcune addirittura con segni che potrebbero appartenere ad una scrittura primitiva. Il principale sito archeologico di Dadiwan ha 240 case divise in tre zone. Una per i capi del villaggio, una per i capi del clan e la terza per la gente comune. Nella prima zona si ritrovano i resti di un “palazzo”: una struttura di 420 metri quadrati di superficie possibilmente utilizzata per cerimonie pubbliche o private.

Cultura Yangshao

La prima cultura neolitica che si estende in un amplio territorio è quella di Yangshao, si sono scoperte numerosi villaggi in un’area del centro, nord e nord- ovest della Cina che sono esistiti tra il 5000 e il 3000 a.C. Questi villaggi, generalmente situati lungo i fiumi, sono un insieme di case semi sotterrate, spesso organizzate secondo i distinti clan o gruppi che li abitano, circondati da un piccolo muro. Per i suoi abitanti l’agricoltura rotativa è già l’attività economica fondamentale. Ancora la caccia e il raccolto costituiscono un’attività importante. Quando la terra non è più fertile il villaggio viene abbandonato e si sposta, non lontano, per cercare nuove terre. Coltivano specialmente miglio e canapa, con la quale elaborano, con utensili in pietra, tessuti per vestirsi. Gli animali domestici sono il maiale e il cane; ed in alcune zone registriamo la presenza della vacca, capra e pecora. In alcuni villaggi della cultura Yangshao si allevano bachi da seta.

Con la cultura Yangshao si da inizio all’utilizzo della ceramica con forme più variate sia per cucinare che per conservare alimenti. Fatte a mano e con alcune incisioni che potrebbero essere le precursore della scrittura cinese. Realmente sono segni primitivi che curiosamente presentano alcune similitudini con la scrittura attuale dei Nuosu (una etnica minoritaria) di Liangshan. La gente dei villaggi lavorano insieme e consumano collettivamente il frutto del loro lavoro. Quando muoiono vengono sepolti con alcuni utensili di uso quotidiano, segnale questo che denota una credenza di un’altra vita dopo la morte. È una società senza differenze di classe. Il ruolo delle donne è più importante che quello dell’uomo.

Yangshaoè stata considerata per lungo tempo una società matriarcale che perfettamente aderisce alla teoria marxista dell’evoluzione dell’umanità. Nonostante tutto, recenti analisi su resti ossei realizzati da M.K. Jackes hanno ritrovato un anormale numero di ferite, specialmente su ossa di donne, fatto per il quale si potrebbe supporre un’elevata violenza domestica. D’altra parte, una più elevata usura nelle vertebre femminili, conferma un maggior lavoro agricolo.

Nel Libro dei Riti, un classico di Confucio che verrà molti secoli dopo, ritroviamo un passaggio dove dice: “La gente non solo amava i suoi genitori ma anche quelli degli altri. Cresceva non solo i propri figli, ma anche a quelli degli altri”. Molti studiosi cinesi assicurano che Confucio si riferisce proprio a quest’epoca.

A Bampo, vicino a Xian, troviamo una delle rovine più conosciute della cultura Yangshao. Si possono chiaramente vedere resti di una zona residenziale, una industriale e un’altra funeraria. Al centro del villaggio c’è una gran sala comune di 160 metri quadrati. Tutto intorno c’è un fosso che li protegge da attacchi esterni di eventuali nemici o animali selvaggi. I suoi abitanti utilizzano abbondantemente la ceramica, nella quale predomina il colore rosso.

Considerando questi aspetti generali della cultura Yangshao, troviamo altra cultura che si sviluppano con alcune differenze locali, delle quali probabilmente la più interessante è la denominata Majiayao, che si estende lungo l’attuale provincia di Gansu e Qinghai. Il suo sviluppo è più lento della prima, rimane nella stessa regione più a lungo e fino ad epoca più recente, da ciò si è potuto pensare che abbia dato origine ai popoli Rong-Qiang della zona, che decisamente influenzeranno la formazione della cultura cinese posteriore.

Cultura di Hongshan e Dawenkou

Ad est della Cina, appaiono culture, nello stesso periodo di quella Yangshao, con uno sviluppo umano più complesso ed originale, delle quali però si perdono le tracce nelle successive culture e quindi non abbiamo strumenti per sapere quanto hanno influito nella civilizzazione cinese. Da nord a sud sono: Hongshan, Dawenkou e Liangzhu.

La cultura Hangshan, si estende lungo il fiume Liao, dal 4000 fino al 2500 a.C. in un’area molto estesa. Utilizza, come la Yangshao, l’agricoltura la caccia e il raccolto. I suoi abitanti vivono in case seminterrati, utilizzano utensili di pietra ed elaborano ceramica. Grazie agli scavi realizzati a Niuheliang, uno dei centri più importanti della cultura Hongshan, sappiamo che nel 3500 a. C. questa società si trasforma radicalmente, appaiono diverse classi sociali, deducibile dal gran sviluppo delle cerimonie funebri. A Niuheliang ci sono altari, templi con statue e piramidi di pietra, troviamo grandi pietre funerarie allineate sulle cime delle montagne. Intorno al Tempio della Dea si sono ritrovati numerosi frammenti di grandi statue femminili. Fatto questo che lascia pensare all’esistenza di artigiani specializzati, come di personaggi poderosi capaci di utilizzarli e di dirigere i lavori dei contadini. Ad Hongshan potrebbero essere stati presenti almeno tre classi sociali: i capi, gli artigiani e i contadini.

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