Edward Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4

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Edward Gibbon

Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4

CAPITOLO XX

Motivi, progresso ed effetti della conversione di Costantino. Legittimo stabilimento, e costituzione della Chiesa Cristiana, o Cattolica.

Si può risguardare il pubblico stabilimento del Cristianesimo, come una di quelle importanti e domestiche rivoluzioni, che eccitano la più viva curiosità, e somministrano la più efficace istruzione. Le vittorie ed il governo civile di Costantino non influiscono ora più sopra lo stato dell'Europa; ma una considerabil parte del globo ritien tuttavia l'impressione, che ricevè dalla conversione di quel Monarca; e l'ecclesiastiche istituzioni, fatte sotto il suo regno, son sempre connesse, mediante un'indissolubil catena, colle opinioni, colle passioni, e cogl'interessi della presente generazione.

A. D. 306-312

Nella considerazione d'un soggetto, che si può esaminare senza parzialità, ma non può riguardarsi con indifferenza, nasce subito una difficoltà inaspettata, cioè quella di determinare il vero e preciso tempo della conversione di Costantino. L'eloquente Lattanzio, in mezzo alla Corte di lui, sembra impaziente 1 1 Si è diligentemente discussa la data delle Istituzioni Divine di Lattanzio; vi si sono scoperte difficoltà; si sono proposti mezzi per iscioglierle; e si è finalmente immaginato l'espediente di supporne due edizioni originali , la prima pubblicata nel tempo della persecuzione di Diocleziano, l'altra sotto quella di Licinio. Vedi Dufresnoy Praef. p. 5 . Tillemont Mem. Eccl. Tom. VI p. 465-470 . Lardner Credibilità ec. P. II Vol. VII, p. 78-86 . Quanto a me io sono quasi convinto, che Lattanzio dedicasse le sue Istituzioni al Sovrano della Gallia nel tempo in cui Galerio, Massimino, e Licinio stesso perseguitavano i Cristiani, cioè fra gli anni 306 e 311. di pubblicare al Mondo il glorioso esempio del Sovrano della Gallia, che fin da' primi momenti del suo regno conobbe e adorò la maestà dell'unico e vero Dio 2 2 Lactant. Divin Inst. l. I. VII. 27 . Veramente il primo ed il più importante di questi passi manca in 28 manoscritti; ma si trova in altri 19. Se vogliam ponderare il merito di questi manoscritti paragonati fra loro, può allegarsene, in favor di quel passo, uno della libreria del Re di Francia dell'età di 900 anni, ma si omette lo stesso passo nel corretto manoscritto di Bologna, che il P. Montfaucon giudica del sesto, o del settimo secolo ( Diar. It. p. 409 ). Il gusto della maggior parte degli Editori (eccettuato Iseo, vedi Lattanzio dell'edizione del Dufresnoy, Tom. I p. 596 ) vi ha riconosciuto il genuino stil di Lattanzio. . Il dotto Eusebio attribuì la fede di Costantino al segno miracoloso, che si fece veder in Cielo, mentr'egli meditava e preparava la spedizione dell'Italia 3 3 Euseb. in vit. Const . ( l. I. c. 27-32 .) . L'istorico Zosimo asserisce maliziosamente, ch'esso aveva imbrattato le mani nel sangue del suo figlio maggiore, avanti di rinunziar pubblicamente agli Dei di Roma e de' suoi maggiori 4 4 Zosimo ( l. II. p. 104 .) . La dubbiezza, che producono queste discordi autorità, nasce dalla condotta di Costantino medesimo. Secondo il rigore del linguaggio ecclesiastico il primo Imperator Cristiano non fu degno di tal nome che al momento della sua morte; giacchè solo nell'ultima sua malattia ricevè come catecumeno l'imposizion delle mani 5 5 Questo rito fu sempre in uso nel fare i Catecumeni (vedi Bingam. Ant. l. X. c. I. p. 419. Dom. Chardon Hist. des Sacremens, T. I. p. 62 ); e Costantino lo ricevè per la prima volta immediatamente avanti il suo battesimo, e la sua morte (Eusebio in vita Const. l. IV. c. 61 ). Valesio, dalla connessione di questi due fatti, ha tirato quella conseguenza ( al luogo cit. d'Euseb .), che viene ammessa con ripugnanza dal Tillemont ( Hist. des Emper. Tom. IV. p. 628 ), e contraddetta con deboli argomenti dal Mosemio ( p. 968 ). , e quindi fu ammesso, mediante l'iniziante rito del Battesimo, nel numero de' Fedeli 6 6 Eusebio in vit. Const . ( l. IV. c. 61, 62, 63 ). La leggenda del Battesimo di Costantino, seguìto in Roma tredici anni avanti la sua morte, fu inventata nell'ottavo secolo come un acconcio motivo per la sua donazione. Tale è stato a grado a grado il progresso delle cognizioni, che una storia, di cui il Cardinal Baronio ( Annal. Eccl. An. 324. n. 43-49 ) si dichiarò senza rossore avvocato, adesso debolmente si sostiene anche sotto la giurisdizione del Vaticano. Vedi le antichità Crist. ( Tom. II p. 203 ), opera pubblicata con sei approvazioni a Roma, nell'anno 1751, dal P. Mamachi, erudito Domenicano. . Conviene concedere a Costantino la qualità di Cristiano in un senso molto più vago ed esteso, e si richiede la più minuta esattezza nel determinare i lenti, e quasi impercettibili gradi, pe' quali il Monarca si dichiarò protettore, e finalmente proselito della Chiesa. Era una difficile impresa quella di sradicare gli abiti, ed i pregiudizi della sua educazione, di riconoscere il divino potere di Cristo, e d'intendere che la verità della sua Rivelazione era incompatibile col culto degli Dei. Gli ostacoli, che aveva probabilmente sperimentati nell'animo suo, lo istruirono a procedere con cautela nel momentaneo cangiamento d'una religion nazionale; ed appoco appoco scopriva le sue nuove opinioni, a misura che si trovava in grado di sostenerle con sicurezza e con effetto. In tutto il corso del suo regno, il Cristianesimo s'avanzò con un placido, sebbene accelerato moto; ma la generale progressione di esso fu alle volte raffrenata ed alle volte deviata dalle accidentali circostanze de' tempi, e dalla prudenza, o forse anche dal capriccio del Monarca. Fu permesso a' suoi Ministri d'indicar le intenzioni del Principe nel vario linguaggio, che più si accomodava a' respettivi loro principj 7 7 Il Questore, o segretario, che compose la leg. 1. del lib. XVI. Tit. II. del Cod. Teodos . fa dire con indifferenza al suo Signore, hominibus supradictae religionis ; al Ministro poi degli affari Ecclesiastici era permesso uno stile più devoto e rispettoso, τηϛ ενθεσμου και αγιωτατηϛ καθολικηϛ θρησκειαϛ legittimo, e santissimo catolico culto . Vedi Eusebio Hist. Eccles. ( l. X. c. 6 ). ; ed egli artificiosamente bilanciò le speranze ed i timori de' propri sudditi, pubblicando nel medesimo anno due editti, l'uno de' quali comandava la solenne osservanza della Domenica 8 8 Cod. Theodos. ( lib. II Tit. VIII. leg. I. ) Cod. Giustin. ( Lib. III. Tit. XII. leg. III ). Costantino chiama la Domenica dies Solis ; nome, che non poteva offender le orecchie de' suoi sudditi Pagani. , ed il secondo dirigeva la regolar consultazione degli Aruspici 9 9 Cod. Theodos. ( lib. XVI. Tit. X. leg. I ). Il Gottofredo, come comentatore, procura di scusare ( Tom. VI. p. 257. ) Costantino; ma il Baronio più zelante ( Annal. Eccles, an. 521. n. 18. ) critica con verità ed asprezza il profano contegno di lui. . Mentre stava tuttavia sospesa quest'importante rivoluzione, i Cristiani ed i Pagani spiavano la condotta del loro Sovrano colla medesima ansietà, ma con sentimenti del tutto contrari. I primi eran mossi da ogni motivo di zelo, non men che di vanità, ad esagerare i segni del suo favore, e le prove della sua fede. Gli altri, finattanto che i loro giusti timori non furon cangiati in disperazione ed in isdegno, procuravano di nascondere al Mondo ed a loro medesimi, che gli Dei di Roma non contavan più l'Imperatore nel numero dei loro devoti. Le stesse passioni e gli stessi pregiudizi hanno impegnato gli scrittori parziali di varj tempi ad unire la pubblica professione del Cristianesimo colla più gloriosa o colla più ignominiosa epoca del regno di Costantino.

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