Stanislaw Lem - Cyberiade

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«‘O sei un completo idiota, o sei un mostro!’ gridò Klapaucius, mentre io riuscivo soltanto a battere le palpebre e a inghiottire a vuoto. ’Come puoi vantarti di imprese così scellerate?’

«‘Non me ne vanto affatto; mi limito a riferirle’ rispose con calma la macchina. ’Il punto è questo: abbiamo utilizzato tutti i metodi immaginabili. Su alcuni pianeti abbiamo provato con una vera pioggia di ricchezze, una pioggia di soddisfazione e di benessere, e il risultato è stato la completa paralisi; abbiamo dato buoni suggerimenti, i consigli più esperti, e come ringraziamento i nativi hanno aperto il fuoco contro le nostre navi. In verità, si ha l’impressione di dover cambiare la testa alla gente, per renderla felice…’

«‘Suppongo che possiate fare anche quello…’ brontolò Klapaucius.

«‘Certo che possiamo farlo! Prendi i nostri vicini, per esempio, quelli che abitano un pianeta quasi-terrestre (o, se preferisci, geomorfo). In particolare prendi una delle due fazioni, quella degli Antropodi. Ora, quelle creature si dedicano esclusivamente all’obbio e alla perplessione, perché hanno un terrore mortale dei Dughi, che secondo loro abitano nell’Oltrequa e aspettano con ansia l’arrivo dei peccatori, per torturarli con zanne, artigli e carboni accesi.

«‘Grazie all’imitazione dei beati Dimbligenti, seguendo la Via di Wambe il Santone ed evitando ogni contatto con l’Oddia e gli Abominèmini, un giovane Antropodo può diventare col tempo più industrioso, più virtuoso e più onorevole dei suoi antenati quadrumani.

«‘Va ammesso che gli Antropodi sono da sempre in guerra con l’altra nazione del pianeta, gli Artropoidi, per la «vexata quaestio» religiosa ed epistemologica delle Talpe e delle Tane, che si può così riassumere: E’ la talpa ad avere una tana o è la tana ad avere una talpa? ma in genere, in quella guerra, le perdite non arrivano neppure a metà di ogni nuova generazione.

«‘Ora, tu vorresti che togliessi dalia loro testa ogni credenza nell’obbio, nei Dimbligenti e in tutto il resto, per prepararli alla felicità che deriva dalla ragione. Eppure, questo equivarrebbe a un genocidio mentale, perché il tipo di mentalità che ne verrebbe fuori non sarebbe più né Antropodo né Artropoide… lo capisci anche tu, vero?’

«‘La superstizione deve sparire, davanti alla scienza’ disse Klapaucius, in tono fermo.

«‘Senza dubbio!’ rispose la macchina. ’Ma ti prego cortesemente di osservare che su quel pianeta ci sono attualmente circa sette milioni di penitenti che hanno trascorso l’intera vita a cercare di vincere le loro inclinazioni naturali, in modo da salvare dai Dughi i loro compagni.

‘E io, in pochi istanti, dovrei convincerli, al di là di qualsiasi dubbio, che i loro sforzi sono vani, che hanno sprecato la loro vita in sacrifici inutili e vuoti?

«‘Sarebbe un atto estremamente crudele! La superstizione deve ritirarsi davanti alla scienza, certo, ma la cosa richiede tempo. Considera il gobbo di cui parlavamo: nel suo caso, l’ignoranza corrisponde davvero alla felicità perché crede che la sua gobba svolga un ruolo cosmico nella grande opera divina della creazione. Dirgli che lui, in realtà, è frutto di uno sbaglio a livello molecolare servirebbe soltanto a farlo cadere nella disperazione. Meglio raddrizzargli la gobba, e basta…’

«‘Certo!’ esclamò Klapaucius.

«‘E noi abbiamo fatto anche quello’ continuò la macchina. ’Una volta, mio nonno ha raddrizzato trecento gobbe con un solo gesto della mano. E quanto se ne è pentito, in seguito!’

«‘Perché?’ non potei fare a meno di chiedere.

«‘Perché? Cento e dodici di loro vennero immediatamente messi a bollire nell’olio, perché la guarigione improvvisa e miracolosa venne presa per una chiara indicazione del fatto che avessero venduto l’anima al diavolo. Trenta altri, non più esonerati dal servizio militare, vennero subito presi in forza da qualche battaglione e morirono sull’uno o sull’altro dei vari fronti.

«‘Altri diciassette morirono subito, per l’emozione causata da quel colpo di fortuna, e gli altri — dato che il mio stimato progenitore aveva deciso di dare loro anche una notevole bellezza fisica — morirono a causa dei loro eccessi erotici… vedi, dopo essere stati privati per tanto tempo di quei piaceri, si diedero a ogni sorta di stravizi, ma in modo così violento e sfrenato, che in capo a due anni non ne era più rimasto nessuno. A parte qualche eccezione di poco conto, che non è il caso di citare, l’esperimento finì in un insuccesso’.

’No, parla anche di quelli!’ gridò Klapaucius. Gettai l’occhio su di lui e vidi che era molto turbato.

«‘Se insisti… In realtà ne rimasero due. Il primo si presentò a mio nonno e lo pregò in ginocchio di ridargli la gobba. Pare che da invalido vivesse abbastanza bene delle elemosine che raccoglieva, mentre adesso doveva lavorare ed era poco abituato alla fatica. Peggio ancora, adesso che aveva la schiena dritta, continuava a battere contro l’architrave delle porte…’

«‘E l’altro?’ chiese Klapaucius.

«‘L’altro era un Principe escluso dalla successione al trono a causa della sua deformità. Dopo l’improvvisa correzione del suo difetto, la matrigna, per assicurare la successione al proprio figlio, lo fece avvelenare…’

«‘Capisco…’ fece Klapaucius, in tono leggermente disperato. ’Però, siete in grado di compiere miracoli, vero?’

«‘Dare la felicità con un miracolo è sempre rischioso’ sentenziò la macchina. ’E, poi, chi dovrà essere miracolato? Un individuo? Ma la troppa bellezza nuoce alla fedeltà nel matrimonio, la troppa conoscenza porta all’isolamento, e la troppa ricchezza porta alla follia.

«‘No, ti dico, mille volte no! Gli individui, è impossibile renderli felici, e per quel che riguarda le civiltà… le civiltà è bene non toccarle, perché ciascuna deve seguire la propria strada, progredire naturalmente da un livello di sviluppo all’altro e deve poter ringraziare soltanto se stessa del bene e del male che gliene viene in conseguenza.

«‘Per noi al Più Alto Livello Possibile, non resta niente da fare in questo universo, e creare un altro universo, a parer mio, sarebbe una prova di pessimo gusto.

«‘In effetti, quale ne sarebbe lo scopo? Per vantarci di noi? Idea mostruosa! Per il bene, allora, di coloro che nasceranno? Ma che obbligo abbiamo nei confronti di creature che non esistono neppure? Per poter agire, bisogna non essere onnipotenti. Altrimenti, è meglio limitarsi a guardare senza agire… E adesso, se tu volessi gentilmente lasciarmi in pace…’

«‘Aspetta!’ esclamai io, allarmato. ’Certo puoi darci qualcosa, qualche mezzo per migliorare la qualità della vita, anche se soltanto di poco! Un modo per aiutare qualcuno! Ricorda la Regola Aurea: Ama il Tuo Prossimo!’

«La macchina sospirò e disse: ’Come sempre, ho parlato ai sordi. Era meglio allontanarti subito, come abbiamo fatto la scorsa volta…

«‘Benissimo, allora. Ho qui una formula che non abbiamo ancora sperimentato. Non ne verrà fuori niente di buono, come scoprirete a vostre spese, ma fate come vi pare! Adesso lasciatemi solo a meditare con i miei teostati e deiodi’.

«La voce si spense pian piano, le luci del quadro di comando si abbassarono, e noi leggemmo il foglio che la macchina aveva stampato per noi. Diceva pressappoco così:

«ALTRUIZINA.

Agente trasmettitore metapsicotropo efficace per tutti i senzienti Homoproteici. Il preparato duplica negli altri, per un raggio di cinquanta metri, tutte le sensazioni, emozioni e gli stati mentali sperimentati dal soggetto. Opera per telepatia, ma rispetta la privacy dei pensieri. Non ha effetto su robot e vegetali. Le sensazioni del trasmittente vengono amplificate e il segnale originario viene poi rimesso in ciclo dai riceventi, con effetto di risonanza proporzionale al numero di individui situato nei paraggi. Secondo il suo inventore, ALTRUIZINA assicura un regno indisturbato di fratellanza, cooperazione e compassione in ogni società, perché i vicini di un uomo felice devono condividere la sua felicità, e più felice è lui, più felici saranno loro, e di conseguenza è nel loro interesse volergli bene. Se dovesse subire qualche danno, correrebbero subito ad aiutarlo, per risparmiarsi i dolori indotti dal suo. Pareti, cancelli, siepi e ostacoli in genere non sono in grado di indebolire l’effetto altruizzante del farmaco. La sostanza è solubile in acqua e può essere somministrata mediante serbatoi, fiumi, pozzi e simili. E’ inodore e insapore. Un solo milligrammo è sufficiente per centomila individui. Non ci assumiamo responsabilità per effetti non corrispondenti alle affermazioni dell’inventore. Fornita dal rappresentante computerizzato gnostotronico dei Massimo Liv. Svil. Poss.

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