Stanislaw Lem - Cyberiade
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- Название:Cyberiade
- Автор:
- Издательство:Marcos y Marcos
- Жанр:
- Год:2003
- Город:Milano
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A quel punto, Trurl si rimise al lavoro per costruire un Consulente Legale a due piani e a quattro rinforzi forensi, completo di codici e codicilli, civili e penali, e — tanto per stare sul sicuro — vi aggiunse anche la legislazione internazionale e quella sul commercio estero. Alla fine accese la macchina, le espose il suo caso e chiese: «Come posso fare per avere quello che mi spetta?»
«Non sarà facile» rispose la macchina. «Per analizzare il problema, mi occorrono altri cinquecento transistor in cima e duecento di lato».
Trurl li montò e la macchina disse: «Non basta! Aumenta la corrente e metti due bobine in più, per favore». Infine, ottenuto quello che desiderava, la macchina cominciò: «Il caso è molto interessante, in effetti. Ci sono due aspetti da prendere in considerazione: i presupposti della richiesta, per prima cosa — e a questo proposito possiamo fare molto — e poi l’effettiva discussione della causa. Ora, è assolutamente impensabile citare il Re in un qualsiasi tribunale per una causa civile, perché è contro le leggi internazionali e quelle interplanetarie. Sono pronto a esporti la mia opinione definitiva, ma prima mi devi giurare di non distruggermi dopo che l’avrai ascoltata».
Trurl diede la sua parola e disse: «Mi chiedo da dove ti sia venuta l’idea che io possa fare qualcosa di simile…»
«Oh, non so… semplicemente, mi pareva che ce ne fosse il rischio».
Trurl pensò che fosse dovuto all’impiego, nella costruzione della nuova macchina, di qualche elemento proveniente dall’avvocato in pentola; a quanto pareva, una traccia mnemonica dell’incidente doveva essere entrata nei nuovi circuiti, creando una sorta di complesso subconscio.
«Allora, la tua opinione definitiva?» chiese Trurl.
«Semplicemente questa: non esiste alcun tribunale adatto e di conseguenza non si può aprire il procedimento. La tua causa, in altre parole, non può essere né vinta né persa».
Trurl scattò in piedi e agitò minacciosamente il pugno contro la sua macchina giuridica, ma dovette mantenere la parola e non poté farle nulla. Si recò da Klapaucius e gli raccontò ogni cosa.
«Ho capito fin dal primo momento che si trattava di un caso disperato» commentò Klapaucius «ma tu non hai voluto ascoltarmi».
«Quel torto non rimarrà impunito» rispose Trurl, livido. «Se non posso ottenere soddisfazione in tribunale, troverò un’altra maniera per dire il fatto suo a quel Re degli imbroglioni!»
«Mi chiedo come tu possa fare» commentò Klapaucius. «Ricorda, hai dato a quel Re un Consigliere Perfetto, che può fare tutto, tranne ucciderti; il Consigliere può evitare ogni colpo, malattia o disgrazia diretti contro quel Re e contro il suo regno… e riuscirà a farlo, ne sono certo, perché ho la massima fiducia, mio caro Trurl, nella tua abilità di costruttore!»
«Vero» ammise Trurl. «A quanto pare, nel creare il Consigliere Perfetto, ho rinunciato a ogni possibilità di sconfiggere quel bandito regale. Eppure, ci dev’essere un punto debole nella sua corazza! Non mi fermerò finché non l’avrò trovato!»
«Cosa intendi dire?» domandò Klapaucius, ma Trurl si limitò ad alzare le spalle e tornò a casa. Là giunto, si sedette al tavolo e cominciò a meditare; sfogliò con impazienza qualche volume, tra le centinaia custoditi nella sua biblioteca, condusse qualche esperimento segreto nel suo laboratorio. Klapaucius andò a visitarlo di tanto in tanto, e si stupì nel vedere la tenacia con cui cercava di vincere se stesso, dato che il Consigliere era una parte di Trurl e possedeva una saggezza pari alla sua.
Un pomeriggio, Klapaucius arrivò alla solita ora ma non trovò Trurl a casa. Tutte le porte erano chiuse, le finestre avevano gli scuri. Il costruttore ne concluse che Trurl doveva avere dato inizio alle ostilità contro il signore dei Moltitudiani. E non si sbagliava.
Nel frattempo, Mordileone godeva del proprio potere come non mai; ogni volta che rimaneva a corto di idee, chiedeva al suo Consigliere, il quale ne aveva una scorta inesauribile. Il Re, senza più timore di golpe di palazzo, intrighi di corte o nemici di qualsiasi genere, continuò a regnare con pugno di ferro e, in verità, quante erano le viti che maturavano nelle vigne del Sud, altrettante e ancor di più erano le forche che decoravano le campagne del regno.
A quel punto il Consigliere aveva tre ceste piene di medaglie conferitegli per i buoni suggerimenti dati al suo Re. Una microspia inviata da Trurl nel paese dei Moltitudiani gli aveva riportato la notizia che, per i suoi più recenti successi — aveva organizzato per il Re una parata lungo la via principale, usando i cittadini come coriandoli — Mordileone aveva pubblicamente definito il Consigliere il suo «caro amico».
Trurl diede inizio alla sua campagna militare, accuratamente preparata, scrivendo al Consigliere una lettera, su carta da lettere velina per posta aerea, color avorio, decorata con un disegno a mano libera di un albero di casuarie. Il contenuto della lettera era molto semplice. Diceva:
Caro Consigliere,
spero che le cose ti vadano bene come vanno bene a me, e ancor meglio, se possibile. Il tuo padrone ha riposto in te tutta la sua fiducia, a quanto sento, e perciò non devi dimenticare le tremende responsabilità che questo comporta di fronte ai posteri e al berne comune; mi auguro, di conseguenza, che tu svolga i tuoi doveri con la massima diligenza e alacrità. E se mai dovessi trovare difficile eseguire qualche desiderio del tuo sovrano, usa il metodo speciale-extra che un tempo ti ho insegnato. Se vuoi rispondi, ma poi non prendertela se la mia risposta tarderà ad arrivare, perché sto lavorando a un Consigliere per il Re D. proprio in questi giorni e non ho molto tempo. Ti prego di porgere i miei rispetti al tuo gentile padrone. Con i più sentiti auguri e i migliori saluti, il tuo costruttore
Trurl».Naturalmente, questa lettera destò i sospetti della Polizia segreta dei Moltitudiani e venne sottoposta ai più meticolosi esami, che non rivelarono sostanze nascoste nella carta, né, se è solo per questo, si poterono trovare segreti nel disegno dell’albero — cosa che fece quasi impazzire il Quartier Generale. La lettera venne fotografata, fotocopiata e semplicemente copiata a mano, poi l’originale venne di nuovo sigillato e inoltrato al destinatario.
Il Consigliere lesse con allarme il messaggio, intuendo che si trattava di una mossa avente lo scopo di minacciare, se non distruggere, la sua posizione, perciò si recò subito dal Re e gli parlò della lettera, descrivendo Trurl come una canaglia mirante a screditarlo agli occhi del padrone; poi provò a decifrare il messaggio, convinto che dietro quelle parole in apparenza innocenti si nascondesse qualcosa di cupo e terribile.
A questo punto, però, il saggio Consigliere si fermò e rifletté per qualche istante… poi informò il Re della sua intenzione di decodificare la lettera di Trurl, spiegando che, così facendo, voleva smascherare il tradimento del costruttore; poi, raccolto il necessario numero di treppiedi, filtri, imbuti, provette e reagenti chimici, cominciò ad analizzare la carta da lettera e la busta. La Polizia, naturalmente, seguì con attenzione ogni suo gesto, perché aveva fissato nelle pareti della sua stanza i soliti strumenti per spiare e origliare. Quando la chimica gettò la spugna, il Consigliere ricorse alla criptoanalisi, convertendo il testo della lettera in lunghe colonne di numeri, grazie all’aiuto di un calcolatore elettronico e delle tavole dei logaritmi… ignaro del fatto che parecchie squadre di specialisti della Polizia, guidati dal Gran Maresciallo dei Codici in persona, ripetevano tutte le sue operazioni.
Ma niente pareva in grado di scoprire il messaggio misterioso, e il Quartier Generale divenne sempre più inquieto, perché era chiaro che un codice capace di resistere a sforzi di decifrazione così accaniti doveva essere uno dei più ingegnosi mai inventati. Il Grande Maresciallo ne parlò a un dignitario di corte, che, curiosamente, provava una terribile invidia per la fiducia riposta da Mordileone nel suo Consigliere.
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