Stanislaw Lem - Cyberiade
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- Название:Cyberiade
- Автор:
- Издательство:Marcos y Marcos
- Жанр:
- Год:2003
- Город:Milano
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«Guarda guarda» mormorò Mordileone, e ordinò di spargere sul pavimento zafferano e cannella, perché il Consigliere puzzava ancora di ferro arroventato (la macchina, appena uscita dalla fornace, in certi punti era ancora rovente). «Tu puoi andare» disse ancora il Re, rivolto a Trurl. «Ritorna questa sera, e vedremo chi pagherà chi».
Trurl si congedò, dicendosi che le ultime parole di Mordileone non promettevano grande generosità e forse nascondevano qualche intenzione malvagia. Si rallegrò con se stesso per avere limitato l’universalità del Consigliere mediante una piccola — ma tutt’altro che indifferente — precauzione: aveva incluso nel programma un’istruzione perché, qualunque cosa facesse, non potesse mai permettere che il suo costruttore venisse ucciso.
Rimasto solo con il Consigliere, il Re chiese: «Che cosa sei e che cosa sai fare?»
«Sono il Perfetto Consigliere del Re» rispose la macchina, con voce bassa e piena di echi, come se parlasse dall’interno di un barile «e posso fornirgli i migliori consigli che esistano».
«Ottimo» commentò il Re. «E a chi devi fedeltà e perfetta obbedienza, a me o a colui che ti ha costruito?» «Devo fedeltà e obbedienza soltanto a Vostra Altezza Reale» rispose il Consigliere, con la sua voce rimbombante. «Ottimo, ottimo» fece il Re. «Ora, tanto per iniziare, io… ecco… non vorrei dare l’impressione, con la mia prima richiesta, di essere, per così dire, un po’ tirato… però, in una certa misura, capirai, anche solo per principio… non sei d’accordo anche tu?»
«Vostra Altezza Reale non si è degnata di dire ciò che desidera» rispose il Consigliere, appoggiandosi a una terza gamba che gli era uscita dal fianco al primo accenno di capogiro.
«Un Perfetto Consigliere dovrebbe leggere i pensieri nella mente del padrone!» disse Mordileone, acido. «Certamente, ma solo previa espressa richiesta, per non causargli imbarazzo» rispose il Consigliere; aperto un portellino sulla pancia, girò la manopola con la scritta «Telepatitrone». Poi annuì e disse: «Vostra Altezza Reale non vuole dare a Trurl neppure un soldo bucato? Capisco». «Ripeti una sola parola di tutto questo e finirai nella grande macina, le cui pietre riescono a stritolare trentamila dei miei sudditi in un colpo solo!» minacciò il Re. «Non lo dirò a nessuno!» gli assicurò il Consigliere. «Se Vostra Altezza Reale non vuole pagarmi, la cosa è facile. Quando Trurl si presenterà, ditegli solo che l’oro non c’è e che è pregato di andarsene».
«Tu sei un idiota, non un consigliere!» esclamò il Re. «Io non voglio pagare, ma facendo ricadere la colpa su Trurl! Come se non gli dovessi neppure un soldo, capisci?»
Il Consigliere accese di nuovo lo strumento che gli permetteva di leggere i pensieri del Re, barcollò per qualche istante, poi disse con voce priva di inflessione: «Vostra Altezza Reale desidera inoltre dare l’impressione di agire con giustizia e in accordo con la legge e la sua sacra parola di Re, e che Trurl faccia la figura di un vile imbroglione e truffatore… va bene. Con il permesso di Vostra Altezza, ora vi afferrerò per la gola e cercherò di strangolarvi, e se voi aveste la compiacenza di divincolarvi e gridare aiuto…»
«Sei impazzito, Consigliere?» esclamò Mordileone. «Perché dovresti strangolarmi e io chiedere aiuto?»
«Per poi accusare Trurl di aver voluto commettere, usando me come tramite, il crimine di regicidio» spiegò il Consigliere, allegramente. «Così, quando Vostra Altezza Reale lo farà scacciare a frustate e lo getterà nel fossato, tutti diranno che è stato un comportamento altamente misericordioso, perché per un simile crimine si viene di solito squartati, e solo dopo essere stati torturati pubblicamente. A me, invece, Vostra Altezza Reale concederà la grazia, dato che sono stato soltanto uno strumento involontario nelle mani di Trurl, e tutti loderanno la magnanimità e la compassione del Re, e le cose andranno esattamente come desidera Vostra Altezza Reale».
«Va bene, allora, soffocami… ma con rispetto, cane!» disse il Re.
Tutto andò esattamente come previsto dal Perfetto Consigliere. Certo, il Re avrebbe voluto far strappare le gambe a Trurl, prima di gettarlo nel fossato dall’alto delle mura del castello, ma, per qualche motivo, la cosa non andò in porto — senza dubbio una confusione negli ordini, pensò poi il sovrano, ma in realtà era stata opera della macchina, intervenuta con discrezione presso uno degli aiutanti del boia.
Poi il Re concesse la grazia al Consigliere e lo accolse nuovamente a corte; Trurl, intanto, ammaccato e dolorante, faceva lentamente ritorno a casa.
Non appena arrivato, andò a trovare l’amico Klapaucius e gli raccontò tutta la storia, concludendo così: «Quel Mordileone è un vero bandito, assai più di quanto non immaginassi. Non solo mi ha ingannato vergognosamente, ma si è perfino servito del mio Consigliere per portare a termine il suo piano delinquenziale! Ah, ma si sbaglia di grosso, se crede che Trurl accetti la sconfitta! Che la ruggine mi divori, se mai tralasciassi di vendicarmi di quel tiranno!»
«Che cosa intendi fare?» chiese Klapaucius.
«Lo trascinerò in tribunale. Gli farò causa per rivendicare la mia parcella, e sarà solo l’inizio! Dovrà pagarmi tutti i danni… compresi gli insulti e le offese!»
«Mi pare che il tuo problema legale sia piuttosto complesso» disse Klapaucius. «Ti suggerisco di assumere un buon avvocato, prima di fare qualsiasi passo».
«Assumere un avvocato? Ne fabbricherò uno!»
Così, Trurl tornò a casa, gettò sei cucchiaini da tè — con la gobba — di transistor in una grossa pentola, vi aggiunse una pari quantità di condensatori e di resistenze, li coprì di elettrolito, girò bene e chiuse il tutto con un coperchio, poi andò a dormire, e in tre giorni la miscela si era organizzata in modo da generare un avvocato di grido. Trurl non ebbe neppure bisogno di toglierlo dalla pentola, perché era un avvocato usa e getta, perciò posò il contenitore sul tavolo e chiese: «Che cosa sei?»
«Sono un avvocato consulente e uno specialista in giurisprudenza» disse la pentola, con voce un po’ gorgogliante, perché Trurl aveva messo troppo elettrolito. Il costruttore espose l’intera situazione, e la pentola disse: «Sostieni di avere limitato il programma del Consigliere mediante un’istruzione che gli impediva di ucciderti?»
«Sì, affinché lui e il Re non potessero eliminarmi. Questa è stata l’unica limitazione che gli ho imposto».
«In tal caso non hai rispettato i tuoi obblighi contrattuali: il Consigliere doveva essere perfetto, senza limiti. Se non poteva ucciderti, allora non era perfetto».
«Ma se mi avesse ucciso, non ci sarebbe stato nessuno a riscuotere quel pagamento!»
«Quella cui ti riferisci è una questione distinta e del tutto diversa, che riguarda la responsabilità penale di Mordileone, mentre la tua richiesta di pagamento ricade in un procedimento di tipo civile».
«Ascolta, non voglio sentirmi raccontare un mucchio di chiacchiere legali da una pentola» disse Trurl, con rabbia. «E poi, che razza di avvocato sei? Prendi le mie parti o quelle di Mordileone, il bandito?»
«Le tue, ma aveva il diritto di non pagarti».
«E aveva il diritto di farmi gettare dalle mura del suo castello nel fossato?»
«Come ho detto, si tratta di un problema completamente diverso, di natura penale e non civile» rispose la pentola. A Trurl saltò la mosca al naso.
«Ho preso un mucchio di vecchi fili, interruttori e resistenze, e ne ho fatto una creatura intelligente, ma invece di un onesto suggerimento, sento solo un mucchio di disquisizioni teoriche da legulei! T’insegno io a prendermi in giro. azzeccagarbugli elettronico da quattro soldi!»
Rovesciò sul tavolo il contenuto della pentola e lo fece a pezzi prima che l’avvocato potesse appellarsi contro la sua decisione.
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