Stanislaw Lem - Cyberiade
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- Название:Cyberiade
- Автор:
- Издательство:Marcos y Marcos
- Жанр:
- Год:2003
- Город:Milano
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«Sì».
«Be’, che ne pensi?»
«Non mi piace».
«Neanche a me» convenne Trurl. «Come pensi che faccia?»
«Con un amplificatore».
«Un amplificatore di probabilità?»
«O quello, o campi oscillanti».
«O un generatore paramagnetodrachico».
«Un draculatore, dici?»
«Sì».
«Ah».
«Ma allora» protestò Trurl «sarebbe da criminali! Significherebbe che porta i draghi con sé, ma in potenza, con una probabilità quasi nulla. Poi, dopo essere atterrato e aver studiato il terreno, intensifica il rischio, innalza il potenziale, rafforza la probabilità fino a farla diventare quasi una certezza. E a quel punto, naturalmente, abbiamo la virtualizzazione, la materializzazione e la piena manifestazione».
«Naturalmente» confermò Klapaucius. «Inoltre, come ormai sarà chiaro, cambia le lettere della matrice per farli più grandi».
«Sì, e la povera gente geme per il dolore, immersa nel sangue. Terribile!»
«Come credi che faccia?» chiese Klapaucius. «Credi che usi un retroectoplasmatrone antidraconico irreversibile, o che si limiti ad abbassare la probabilità e che poi se la squagli con la cassa?»
«Difficile dirlo. Ma se si limitasse a improbabilizzare, il crimine sarebbe ancor più grande, perché prima o poi le fluttuazioni accidentali daranno origine a un’iso-oscillazione draconica… e la cosa ricomincerà da capo».
«Anche se, prima di allora, lui e il denaro saranno già lontani» osservò Klapaucius.
«Non dovremmo denunciarlo alle autorità?»
«Non ancora. Può darsi che non faccia come abbiamo detto, dopotutto. Non abbiamo una vera prova. Le fluttuazioni statistiche si possono produrre anche senza un amplificatore. Una volta, come tu sai, non c’erano né amplificatori né fantasmatroni, ma i draghi comparivano lo stesso. Su una base puramente casuale».
«Certo…» rispose Trurl. «Ma quelli compaiono immediatamente dopo il suo arrivo sul pianeta!»
«Lo so. Eppure, denunciare un collega costruttore… sono cose che non si fanno. Però potremmo prendere noi qualche contromisura».
«Potremmo».
«Lieto che tu sia d’accordo con me. Ma come fare, esattamente?»
A questo punto i due famosi dracologi entrarono in una discussione così tecnica che chiunque si fosse trovato ad ascoltarla non vi avrebbe trovato né capo né coda. C’erano parole misteriose come «ortodragonalità discontinua», «grande insieme draconico», «fafnerizzazione binomiale ad alta frequenza», «distribuzione sauriana anomala», «draghi discreti», «draghi indiscreti», «controllo drasticodraco-stocastico», «semplice dominanza grendeliana», «interazione debole tra drago e diffrazione», «riluttanza aberrazionale», «figmentazione informazionale» e così via.
Il risultato di tutta questa penetrante analisi fu la terza fatica, per la quale i protagonisti si prepararono con grande cura, senza dimenticare di caricare nella stiva una grande quantità di strumenti complessi.
In particolare, portarono con sé un dispersore-confusore e un cannone speciale che sparava teste negative.
Dopo essere atterrati prima a Eenica e poi a Meenica e infine a Mynamoaca, compresero che era impossibile esaminare l’intera area contaminata e che era meglio dividersi in due.
Il modo migliore di farlo, naturalmente, consisteva nel separarsi; così, dopo un breve consiglio di guerra, ciascuno partì per conto proprio. Klapaucius lavorò per qualche tempo su Prestopondora, per l’Imperatore Maximilione, che era pronto a dargli la mano della figlia se fosse riuscito a liberarlo da quelle bestie vili e ribalde. Laggiù, infatti, i draghi di probabilità superiore s’incontravano dappertutto, perfino nelle strade della capitale, e il pianeta letteralmente pullulava di draghi virtuali.
Un drago virtuale, potrebbero dire gli ignoranti e i sempliciotti, «in realtà non c’è», non avendo una sostanza osservabile e non palesando alcuna intenzione di acquisirne; ma il calcolo di Cyber, Trurl, Klapaucius e Leech (per non parlare delle soluzioni della funzione d’onda di Dracódinger) indica chiaramente che un drago può saltare dallo spazio configurazionale a quello reale con la stessa facilità con cui salta da una rupe: perciò, in ogni stanza, cantina e soffitta, a patto che la probabilità fosse abbastanza alta, potevate imbattervi in un drago fisico, o addirittura in uno metafisico, ossia un metadragone.
Invece di dare la caccia alle bestie — sistema che avrebbe dato pochi se non zero risultati — Klapaucius, da teorico di razza, aggredì il problema con un approccio metodologico: nelle piazze e nei viali, nelle stalle e negli alberghi, installò smorzatori draconici a batteria, e di conseguenza, in brevissimo tempo, quelle bestie divennero estremamente rare.
Incassata la parcella, a cui l’imperatore volle aggiungere una pergamena onoraria e un calice con dedica, Klapaucius partì per ricongiungersi con l’amico e collega, e durante il viaggio notò che una persona, dalla superficie di un pianeta, gli faceva segni frenetici.
Pensando che fosse Trurl e che si trovasse in qualche guaio, atterrò. Ma erano gli abitanti di Truffolandia, sudditi di Re Piffus, che si sbracciavano per richiamare l’attenzione.
Fra i truffoli — gli abitanti del pianeta — Klapaucius si accorse che sopravvivevano ancora molte superstizioni e svariate credenze primitive. La loro religione, che rientrava fra le dracolatrie pneumatologiche (o adorazione dello spirito dei draghi), sosteneva che i draghi costituivano una punizione divina per i loro peccati e che s’impossessavano delle anime impure.
Compreso immediatamente che era inutile mettersi a discutere con i dracologi regali — il cui metodo consisteva soprattutto nel dondolare incensieri e nello spacciare sacre reliquie — Klapaucius cominciò a effettuare rilevazioni nella regione circostante. Queste gli rivelarono che il pianeta era infestato da una sola bestia, ma appartenente alla terribile famiglia degli Echinosauri superviperici, e di conseguenza Klapaucius offerse al Re i suoi servigi.
Il sovrano, però, gli diede risposte vaghe, prendendo l’argomento alquanto alla larga, evidentemente sotto l’influsso della ridicola dottrina che attribuiva l’origine dei draghi a eventi sovrannaturali. Più tardi, sfogliando i giornali locali, Klapaucius venne a sapere che il drago che terrorizzava il pianeta era ritenuto da alcuni un’unica entità, ma da altri una creatura multiplex, in grado di comparire in più località nello stesso tempo.
Queste notizie lo fecero riflettere, anche se non si trattava di una cosa tanto strana, dopotutto, considerato che la posizione spaziale di quegli odiosî fenomeni andava soggetta alle cosiddette dragonomalie: taluni esemplari, soprattutto se distratti, subivano un «effetto eco», che in realtà era solo un’accelerazione dello spin isotopico dei momenti quantici asincroni. Un po’ come si verifica quando una mano, uscendo dall’acqua con le dita in avanti, si presenta sotto forma di quattro oggetti separati e indipendenti: così i draghi, uscendo dalla tana del loro spazio configurazionale, a volte sembravano plurali, mentre in verità erano creature assolutamente singolari.
Verso la fine della sua seconda udienza con il Re, Klapaucius gli chiese se per caso, sul pianeta, si fosse visto Trurl, e procedette a dare una descrizione particolareggiata del collega. Con suo grande stupore venne a sapere che, sì, il costruttore era stato recentemente nel loro regno e aveva anche accettato di esorcizzare il mostro; anzi, si era fatto dare un acconto per le spese vive ed era poi partito in direzione dei vicini monti, là dove il mostro era stato avvistato con maggior frequenza.
Trurl era poi ritornato il giorno successivo, aveva preteso il saldo della parcella e aveva mostrato, come prova del suo successo, ventiquattro denti di drago. C’erano degli aspetti poco chiari, però, nella sua relazione, e si era deciso di bloccare il pagamento finché tutto non fosse stato chiarito. A quel punto, Trurl era montato in collera e si era messo a fare — ad alta voce — apprezzamenti su Sua Altezza Reale che sfioravano pericolosamente la «lèse majesté» se non il tradimento, poi se n’era andato via, sbattendo la porta e senza lasciare recapito.
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