Pedro Ceinos Arcones - Breve Storia Della Cina

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Un libro per capire la storia cinese.
Scopo di questo libro è fornire al lettore una breve e comprensibile storia della Cina. L’interesse dell’autore, che si percepisce scorrendo queste pagine, si rivolge soprattutto alle culture di frontiera e alle minoranze. La costruzione della Cina va dai piccoli regni sulle sponde del Fiume Giallo, che crearono i semi della civiltà cinese in un Paese di nove milioni di kmq, fino ai processi di conquista e sottomissione dei popoli che daranno vita alla Cina di oggi; questa storia può seguirsi scorrendo le pagine di questo libro.

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Gli Yi vivevano ad est degli Shang, nella provincia di Shandong. Forse in un principio i due popoli erano alleati. Alla fine della dinastia Shang, la guerra contro gli Yi provocherà l’indebolimento dell’esercito e della società stessa, facilitando la sconfitta per mano degli Zhou.

Ancora più distante dal centro degli Shang, esistevano una serie di città delle quali abbiamo pochissime informazioni; alcune di loro avevano una relazione solo commerciale con gli Shang. L’uso da parte degli Shang di enormi quantità di gusci di tartaruga, conchiglie cauri, bronzo, giada e altri oggetti di lusso avrebbe dovuto stimolare la creazione di importanti centri commerciali anche lontano dalla loro sfera economica o politica. Questi centri commerciali mantengono relazioni nel sud, con altri centri politici che hanno mantenuto un’indipendenza nell’evoluzione culturale.

Resti di altre culture ancora poco studiate continuano ad apparire, stabiliti in diverse parti dell’attuale Cina, da Pechino a Gansu e il bacino del Yangtze; culture queste che rimangono al di fuori del dominio Shang. Il modello classico dell’evoluzione storica della Cina vacilla, come afferma Jettmar Karl: “È stato confermato che un gruppo di culture importanti e altamente attive esiste da molto tempo e che la loro interazione ha dato origine alla civiltà cinese”.

La civilizzazione di Sanxingdui

Numerosi resti di antiche città sono stati scoperti nel bacino dello Yangtze, indicando l’esistenza di civiltà contemporanee, se non precedenti, rispetto a quelle conosciute lungo il Fiume Giallo. Interessanti sono i siti archeologici vicino a Chengdu, capitale della provincia di Sichuan, anche se ancora non sappiamo se siano relazionate tra di loro. A Longman si sono ritrovati alcuni resti di un edificio piramidale, possibilmente un tempio, nel centro di una città fortificata, costruito nel 2500 a.C.. Nella zona di Sanxingdui ci sono stati ulteriori ritrovamenti.

Questi studi stanno rivoluzionando il concetto di storia cinese studiato fino ad ora, in alcuni scavi, probabilmente luoghi utilizzati per svolgere lavori sacrificali, sono stati trovati oggetti in bronzo perfettamente modellati. Tra questi spicca una grande figura di due metri e mezzo di altezza che si ritiene essere un re sacerdote (con un drago nel suo copricapo) e un buon numero di enormi maschere rappresentanti il Re. La presenza di una città fortificata e numerosi oggetti rituali suggerisce uno stato di dominio ben consolidato su un vasto territorio.

Si pensa che Sanxingdui sia diventato un centro politico e culturale nella regione intorno al 2800 a.C. La sua esistenza si prolungherebbe per duemila anni, poi sostituita intorno al’800 a.C. per il regno degli Shu. In questa prime fasi della cultura Sanxingdui, sono stati ritrovati lavori in giada con splendide intagli, che sembrano collegarle ad altre culture del fiume Yangtze; teoria coadiuvata da altri oggetti di bronzo, con lo stesso stile. Possibilmente Sanxingdui ha avuto contatti con le culture del nord, però non ne troviamo nessun indizio, la tematica delle loro sculture non rappresenta nessuna somiglianza.

La scoperta di un gran scettro d’oro lungo 130 centimetri e largo 3, suggerisce un potere monarchico ben consolidato. Per quanto riguarda la religione, possiamo formulare solo congetture, sebbene gli esperti credano che abbia combinato il culto della natura e quello degli antenati con la credenza in un Dio supremo.

Non conosciamo molto la vita di questa civiltà; Sanxingdui solleva così tante domande alle quali non abbiamo risposta che il concetto di cultura cinese e storia dell’Asia centrale verranno ripensati. Si ritiene che Sanxingdui sia la predecessora della primitiva cultura Shu, che fiorì in seguito in queste regioni, con una vasta popolazione diffusa su un ampio territorio e che aveva sviluppato un sistema politico avanzato. Nonostante questo, non abbiamo ancora verificato l’esattezza delle date in cui fiorisce questa nuova civiltà.

Non conosciamo le tecniche per lavorare il bronzo, come si sia sviluppata la fusione del materiale, il ruolo che giocava la città nelle funzioni politiche e religiose, o la scrittura da qui sviluppatasi. Sono numerose le domande alle quali, all’oggi, non c’è risposta.

Come considera Dolors Folch, dopo le scoperte degli ultimi anni, si inizia a pensare che gli Shang siano solo “uno dei multipli stati del bronzo disseminati nella geografia cinese”.

Feudalesimo ed espansione della dinastia Zhou

Gli Zhou discendono dal re Qi, nella mitologia considerato come un dio dell’agricoltura, un contemporaneo di Yu il Grande. Le sue terre erano nell’attuale provincia di Shaanxi, dove progressivamente vanno costituendo uno stato che apprezza l’influenza del popolo tibetano e turco, che vivono sulla loro frontiere.

Alla fine della dinastia Shang, gli Zhou dominano la maggior parte della provincia di Shaanxi. Il re Wen degli Zhou viene nominato duca delle Regioni occidentali dall’ultimo re degli Shang (posteriormente sarà però imprigionato per criticare la politica degli Shang).

Alla morte di Wen, il re Wu, approfittando dello stato forte di Zhou generata dalle riforme di suo padre, dichiarerà eretici gli Shang per aver rotto il rapporto tra i clan e per aver modificato il rituale di successione (vedi l’ultimo periodo Shang). In questo modo ottiene il sostegno di una buona parte dei nobili in un attacco finale alla, dinastia Shang, sempre più indebolita dalle guerre contro gli Yi. Nella battaglia di Muye, gli stessi soldati Shang si ribelleranno contro il loro re, che si suiciderà bruciandosi nel palazzo reale.

La battaglia di Muye mette a termine la dinastia Shang ma non conferisce agli Zhou lo status di dinastia dominante. Il re Wu mantiene la sua capitale ad Hao, nei pressi dell’attuale Xian, dove riunisce intorno a sé alcuni dei potenti signori un tempo alleati con gli Shang. Alla morte del Re non si può dire che le battaglie siano finite. Nasce subito una ribellione nella capitale Shang, promossa dai suoi stessi fratelli e da alcuni nobili Shang. Sarà sotto il regno di suo figlio, il re Cheng, i cui primi anni sono segnati dalla reggenza di suo zio, il duca di Zhou, quando lo stato di Zhou è veramente consolidato e organizzato.

Il duca di Zhou organizza lo stato

Il primo compito del duca sarà sconfiggere i popoli che ancora appoggiano gli Shang. Dopo questa vittoria, per consolidare il suo dominio nella zona, costruisce una capitale fortificata a Luoyang.

Al fine di gettare le basi morali che giustificano la sostituzione della dinastia Shang con lo Zhou, formula il “Mandato del cielo”, un’intera rivoluzione religiosa che legittima la dinastia e diventa il nucleo dell’azione religiosa imperiale. Secondo questa nuova teoria, un imperatore è obbligato, come intermediario tra il cielo e gli uomini, a celebrare i riti e garantire il benessere del popolo. Quando una dinastia non adempie a questo mandato, il suo rovesciamento non è solo giustificato, ma è inevitabile. Gli uomini sono solo uno strumento nelle mani degli dei per effettuare quel rovesciamento. Se a coloro che hanno posto fine a questa dinastia viene assegnato il mandato del cielo, possono sostituirlo. L’imperatore, quindi, governa con la sua virtù, perdendo il diritto di continuare a governare quando gli manca quest’ultima. Con questo semplice concetto non sarà solo possibile giustificare il rovesciamento di una dinastia considerata legata al cielo, ma anche che i nuovi imperatori sono figli del cielo come i deposti. Quest’idea sarà in vigore in Cina fino al XX secolo. Per organizzare l’impero, il Duca di Zhou inizia concedendo feudi ai suoi parenti e alleati più stretti nelle campagne di guerra, mantenendo persino i discendenti della dinastia Shang, da allora in poi conosciuti come Duchi di Song. L’obiettivo è quello di non denigrare gli antenati Shang e quindi impedire alle figure dei loro potenti Re di agire come fantasmi sulle loro conquiste; si garantisce che in questo modo la collaborazione dei soggetti Shang nella costruzione del nuovo stato, poiché, avendo quest’ultimi, al momento della loro caduta, uno sviluppo culturale maggiore rispetto a quello degli Zhou, i loro uomini hanno maggiore esperienza nell’amministrazione, nel commercio e nell’artigianato. Secondo l’importanza dei feudi, ricevono diversi titoli, paragonabili a quelli europei di: duca, marchese, conte, visconte o barone.

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