Ma si erano rivisti. Meno di un anno dopo, un Caramell dall’aria stressata era comparso nella Sala di Gabinetto per informare il Primo Ministro che c’era stata qualche seccatura alla Coppa del Mondo di Kwiddish (o qualcosa del genere) e che parecchi Babbani erano stati ‘coinvolti’, ma il Primo Ministro non doveva preoccuparsi, il fatto che il Marchio di Lui-Sapeva-Chi fosse stato visto di nuovo non significava nulla; Caramell era certo che si trattasse di un incidente isolato e l’Ufficio Relazioni con i Babbani in quello stesso istante si stava occupando di tutte le necessarie modifiche alla memoria.
«Oh, quasi dimenticavo» aveva aggiunto Caramell. «Stiamo importando tre draghi e una sfinge dall’estero per il Torneo Tremaghi, una faccenda di routine, ma l’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche mi dice che secondo le leggi dobbiamo informarvi se introduciamo nel paese creature altamente pericolose».
«Io… che cosa… draghi ?» aveva farfugliato il Primo Ministro.
«Sì, tre» aveva risposto Caramell. «E una sfinge. Be’, buona giornata a lei».
Il Primo Ministro aveva sperato con tutte le sue forze che draghi e sfingi fossero il peggio, e invece no. Meno di due anni dopo, Caramell era sbucato di nuovo dal fuoco, questa volta con la notizia che c’era stata un’evasione di massa da Azkaban.
«Un’evasione di massa ?» aveva ripetuto il Primo Ministro con voce roca.
«Niente paura, niente paura!» aveva urlato Caramell, già con un piede tra le fiamme. «Li riprenderemo in un baleno… ho solo pensato che dovesse saperlo!»
Il Primo Ministro non ebbe il tempo di gridare ‘Insomma, aspetti un momento!’ che Caramell era svanito in una pioggia di scintille verdi.
Qualunque cosa potessero dire la stampa e l’opposizione, il Primo Ministro non era uno sciocco. Non gli era sfuggito che, nonostante le rassicurazioni di Caramell al loro primo incontro, ormai si vedevano parecchio, né che Caramell era ogni volta più agitato. Per quanto poco gli piacesse pensare al Ministro della Magia (o, come lo definiva sempre tra sé, l’Altro Ministro), non poteva fare a meno di temere che alla sua prossima apparizione Caramell avrebbe portato notizie ancora più gravi. Perciò la vista di Caramell che usciva di nuovo dal fuoco, scarmigliato e inquieto e decisamente sorpreso che il Primo Ministro non sapesse perché era lì, fu più o meno la cosa peggiore di quella settimana già così tetra.
«Come potrei sapere che cosa succede nella… ehm… nella comunità magica?» sbottò. «Ho un paese da governare e abbastanza preoccupazioni senza…»
«Abbiamo le stesse preoccupazioni» lo interruppe Caramell. «Il ponte di Brockdale non si è deteriorato. L’uragano non era un vero uragano. Quegli omicidi non sono opera di Babbani. E la famiglia di Herbert Chorley sarebbe più al sicuro senza di lui. Stiamo predisponendo il suo trasferimento all’Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche. Dovrebbe avvenire questa notte».
«Che cosa… temo di non… che cosa ?» urlò il Primo Ministro.
Caramell trasse un profondo respiro e disse: «Primo Ministro, sono molto spiacente di doverla informare che è tornato. Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è tornato».
«Tornato? Quando lei dice ‘tornato’… è vivo? Voglio dire…»
Il Primo Ministro frugò nella memoria alla ricerca dei particolari della terribile conversazione di tre anni prima. Caramell gli aveva parlato del mago temuto sopra ogni altro, il mago che aveva commesso un migliaio di orrendi crimini e che da quindici anni era misteriosamente scomparso.
«Sì, vivo» disse Caramell. «Cioè… non so… è vivo uno se non può essere ucciso? Non capisco, e Silente non vuole spiegarmelo bene… ma comunque di sicuro possiede un corpo e parla e cammina e uccide, quindi immagino che ai fini della nostra discussione sì, è vivo».
Il Primo Ministro non seppe che cosa replicare, ma la costante abitudine di voler sembrare bene informato su qualunque argomento lo spinse a cercare di ricordare tutti i dettagli delle loro precedenti conversazioni.
«Serius Black sta con… ehm… Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?»
«Black? Black?» ripeté Caramell distratto, rigirandosi velocemente la bombetta tra le dita. «Sirius Black, intende? Per la barba di Merlino, no. Black è morto. Si è scoperto che ci eravamo… ehm… sbagliati a proposito di Black. Era innocente, dopotutto. E non era nemmeno in combutta con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Voglio dire» aggiunse sulla difensiva, facendo frullare ancora più rapidamente la bombetta, «tutte le prove indicavano… avevamo più di cinquanta testimoni oculari… comunque, come dicevo, è morto. Assassinato, in verità. All’interno del Ministero della Magia. Ci sarà un’inchiesta, ecco…»
Con sua grande sorpresa, il Primo Ministro provò una fitta di pietà per Caramell. Eclissata tuttavia quasi subito da un lampo di compiacimento al pensiero che, per quanto lui potesse essere carente nel materializzarsi nei camini, non c’era mai stato alcun omicidio in nessuno degli uffici del Governo sotto il suo mandato… non ancora, almeno…
Mentre il Primo Ministro toccava furtivamente il legno della scrivania in un gesto scaramantico, Caramell riprese: «Ma Black è storia vecchia ormai. Il punto è che siamo in guerra, Primo Ministro, e bisogna prendere dei provvedimenti».
«In guerra?» ripeté il Primo Ministro nervosamente. «Un po’ eccessivo, non le pare?»
«Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è stato raggiunto dai suoi seguaci evasi da Azkaban in gennaio»disse Caramell, parlando sempre più in fretta e girando la bombetta così rapidamente che pareva un alone verde acido. «Da quando sono usciti allo scoperto, stanno seminando il caos. Il ponte di Brockdale… è stato lui, Primo Ministro, ha minacciato una strage di Babbani se non mi fossi tolto di mezzo…»
«Santi numi, quindi è colpa sua se quelle persone sono state uccise e io devo rispondere a domande su cavi arrugginiti e giunti espansi corrosi e non so che altro!»esclamò il Primo Ministro, furibondo.
«Colpa mia!?» ribatté Caramell, paonazzo. «Sta dicendo che lei avrebbe ceduto a un ricatto del genere?»
«Forse no» rispose il Primo Ministro, alzandosi e percorrendo la stanza a grandi passi, «ma avrei concentrato tutti i miei sforzi per fermare il responsabile prima che commettesse una simile atrocità!»
«Crede davvero che non stessi già facendo tutti gli sforzi possibili?» sbraitò Caramell. «Ogni Auror del Ministero stava — e sta — cercando di trovarlo e catturare i suoi seguaci, ma si dà il caso che parliamo di uno dei maghi più potenti di tutti i tempi, un mago che è riuscito a sfuggire per quasi trent’anni!»
«Quindi mi dirà che ha provocato anche l’uragano nel West Country, no?» urlò il Primo Ministro, e il suo malumore cresceva a ogni passo. Era sconvolgente scoprire la ragione di tutti quei terribili disastri e non poterla dire; era quasi peggio che se fosse stata davvero colpa del Governo.
«Non c’è stato nessun uragano» rispose Caramell desolato.
«Mi scusi tanto!»abbaiò il Primo Ministro, praticamente pestando i piedi. «Alberi sradicati, tetti scoperchiati, lampioni piegati, orribili ferite…»
«Sono stati i Mangiamorte» spiegò Caramell. «I seguaci di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. E… e sospettiamo l’implicazione di un Gigante».
Il Primo Ministro si bloccò come se avesse urtato contro una parete invisibile.
«L’implicazione di chi ?»
Caramell fece una smorfia. «Ha usato i Giganti l’ultima volta, quando voleva gli effetti speciali. L’Ufficio Fraintendimenti sta lavorando ventiquattr’ore su ventiquattro, abbiamo squadre di Obliviatori impegnate a modificare la memoria di tutti i Babbani che hanno visto quello che è successo davvero, abbiamo messo gran parte dell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche a setacciare il Somerset, ma non riusciamo a trovare il Gigante… è un disastro».
Читать дальше
Конец ознакомительного отрывка
Купить книгу