La bocca di Bellatrix si contorse come se avesse trangugiato una medicina cattiva.
«Ma quando luì è tornato tu non sei venuto, non sei volato da lui subito quando hai sentito il Marchio Nero bruciare…»
«Esatto. Sono tornato due ore più tardi. Sono tornato per ordine di Silente».
«Di Silente…?» cominciò Bellatrix, indignata.
«Rifletti!» esclamò Piton, di nuovo impaziente. «Rifletti! Aspettando due ore, solo due ore, ho fatto in modo di poter restare a Hogwarts come spia! Da allora, lasciando credere a Silente che tornavo dalla parte del Signore Oscuro solo perché mi era stato ordinato, ho potuto passare informazioni su Silente e sull’Ordine della Fenice! Pensaci, Bellatrix: il Marchio Nero si stava rafforzando da mesi, sapevo che lui stava per tornare, tutti i Mangiamorte lo sapevano! Ho avuto un sacco di tempo per pensare a cosa volevo fare, per progettare la mia mossa successiva, per fuggire come Karkaroff, no?
«L’iniziale disappunto del Signore Oscuro per il mio ritardo è del tutto svanito, te lo assicuro, quando ho spiegato che gli ero rimasto fedele anche se Silente era convinto del contrario. Sì, il Signore Oscuro credeva che io l’avessi abbandonato per sempre, ma si sbagliava».
«Ma a che cosa sei servito?» domandò Bellatrix, come per canzonarlo. «Quali informazioni utili abbiamo ottenuto da te?»
«Le mie informazioni sono state consegnate al Signore Oscuro» rispose Piton. «Se lui decide di non parlarne con te…»
«Lui mi dice tutto!» ribatté Bellatrix, infiammandosi. «Dice che sono la sua più leale, più fedele…»
«Davvero?»fece Piton, la voce delicatamente modulata a suggerire incredulità. «Lo dice ancora, dopo il fiasco al Ministero?»
«Non è stata colpa mia!» protestò Bellatrix, arrossendo. «Il Signore Oscuro in passato mi ha fatto l’onore di rivelarmi i suoi più preziosi… Se Lucius non avesse…»
«Non ti permettere… non ti permettere di dare la colpa a mio marito!» intervenne Narcissa, con voce bassa e mortifera, levando lo sguardo sulla sorella.
«Non serve a nulla rinfacciarsi le colpe» disse Piton, soave. «Quel che è fatto è fatto».
«Ma non da te!» sbottò Bellatrix, furente. «No, tu ancora una volta non c’eri mentre noi correvamo rischi, vero, Piton?»
«Ho avuto ordine di restare indietro» rispose Piton. «Forse sei in disaccordo con il Signore Oscuro, forse credi che Silente non se ne sarebbe accorto se mi fossi unito ai Mangiamorte per combattere l’Ordine della Fenice? E… perdonami… parli di rischi… Hai affrontato sei ragazzini, no?»
«Poco dopo, come sai benissimo, sono stati raggiunti da metà dell’Ordine!» ringhiò Bellatrix. «E già che parliamo dell’Ordine, sostieni ancora di non poter rivelare dove si trova il suo quartier generale?»
«Io non sono il Custode Segreto, non posso pronunciare il nome di quel luogo. Sai come funziona l’incantesimo, immagino… Il Signore Oscuro è soddisfatto delle informazioni che gli ho passato sull’Ordine. Come forse hai capito, hanno portato alla recente cattura e uccisione di Emmeline Vance, e di sicuro hanno contribuito a sbarazzarsi di Sirius Black, anche se ti rendo merito di averlo finito».
Inclinò il capo e le indirizzò un brindisi. L’espressione di Bellatrix non si ammorbidì.
«Stai evitando la mia ultima domanda, Piton. Harry Potter. Avresti potuto ucciderlo in qualunque momento, negli ultimi cinque anni. Non l’hai fatto. Perché?»
«Hai discusso l’argomento con il Signore Oscuro?» le chiese Piton.
«Lui… ultimamente, noi… Lo sto chiedendo a te, Piton!»
«Se io avessi ucciso Harry Potter, il Signore Oscuro non avrebbe potuto usare il suo sangue per rigenerarsi, rendendosi invincibile…»
«Non vorrai farmi credere di aver previsto l’uso che avrebbe fatto del ragazzo!» disse lei, beffarda.
«Per nulla; non avevo idea dei suoi progetti; ho già ammesso che pensavo che il Signore Oscuro fosse morto. Sto solo cercando di spiegare perché il Signore Oscuro non è dispiaciuto che Potter sia sopravvissuto, almeno fino a un anno fa…»
«Ma perché l’hai tenuto in vita?»
«Non hai capito? Solo la protezione di Silente mi ha tenuto fuori da Azkaban! Non trovi che assassinare il suo studente preferito l’avrebbe indotto a cambiare idea su di me? Ma c’è dell’altro. Quando Potter arrivò per la prima volta a Hogwarts circolavano ancora molte storie su di lui, voci secondo le quali lui stesso era un grande Mago Oscuro, e per questo era sopravvissuto all’attacco del Signore Oscuro. A dire il vero, molti vecchi seguaci del Signore Oscuro pensarono che Potter potesse essere un vessillo attorno al quale potevamo tutti stringerci ancora. Ero curioso, lo ammetto, e nient’affatto incline a ucciderlo nel momento in cui avesse messo piede nel castello.
«Naturalmente mi è stato subito chiaro che non possedeva alcun talento straordinario. È riuscito a cavarsela in un certo numero di situazioni difficili grazie alla combinazione di pura fortuna e amici più brillanti di lui. È del tutto mediocre, pur se odioso e pieno di sé come suo padre. Ho fatto il possibile per farlo espellere da Hogwarts, luogo al quale credo che non appartenga affatto, ma ucciderlo, o lasciare che venisse ucciso sotto i miei occhi? Sarei stato uno sciocco a rischiare, con Silente a un passo».
«E con tutto questo dovremmo credere che Silente non abbia mai sospettato di te?» chiese Bellatrix. «Non ha capito da che parte stai in realtà, si fida ancora incondizionatamente di te?»
«Ho recitato bene la mia parte»rispose Piton. «E tu trascuri la più grande debolezza di Silente: deve credere il meglio delle persone. Gli ho raccontato una storia di profondissimo rimorso quando sono entrato a far parte del corpo insegnanti, fresco dei miei giorni di Mangiamorte, e lui mi ha accolto a braccia aperte, anche se, come dicevo, mi ha tenuto lontano dalle Arti Oscure per quanto ha potuto. Silente è stato un grandissimo mago… oh, sì, lo è stato» (perché Bellatrix aveva fatto un verso sarcastico), «anche il Signore Oscuro lo ammette. Sono felice di dire, tuttavia, che sta invecchiando. Il duello con il Signore Oscuro sostenuto il mese scorso lo ha scosso. Dopo di allora ha riportato una brutta ferita, perché le sue reazioni sono più lente di un tempo. Ma in tutti questi anni non ha mai smesso di avere fiducia in Severus Piton, ed è qui che sta il mio grande valore per il Signore Oscuro».
Bellatrix era ancora insoddisfatta, anche se pareva incerta su come attaccare di nuovo.
Approfittando del suo silenzio, Piton si rivolse alla sorella. «Allora… sei venuta a chiedermi aiuto, Narcissa?»
Narcissa alzò lo sguardo su di lui: il volto tradiva tutta la sua disperazione.
«Sì, Severus. Io… io credo che tu sia il solo a potermi aiutare, non ho altri a cui rivolgermi. Lucius è in prigione e…»
Chiuse gli occhi e due grosse lacrime le spuntarono dalle palpebre.
«Il Signore Oscuro mi ha proibito di parlarne» riprese, con gli occhi ancora chiusi. «Non vuole che nessuno sappia del piano. È… molto segreto. Ma…»
«Se l’ha proibito, non ne devi parlare» la interruppe subito Piton. «La parola del Signore Oscuro è legge».
Narcissa rimase senza fiato, come se lui l’avesse innaffiata di acqua fredda. Bellatrix parve soddisfatta per la prima volta da che era entrata.
«Ecco!» esclamò trionfante. «Lo dice anche Piton: ti è stato detto di non parlare, quindi stai zitta!»
Ma Piton si era alzato per avvicinarsi alla finestrella; spiò la strada deserta tra le tende, poi le richiuse di scatto. Si voltò a guardare Narcissa, accigliato.
«Caso vuole che io sia informato del piano» mormorò. «Sono uno dei pochi a cui il Signore Oscuro l’ha confidato. Tuttavia, se non fossi stato messo a parte del segreto, Narcissa, saresti colpevole di alto tradimento nei confronti del Signore Oscuro».
Читать дальше
Конец ознакомительного отрывка
Купить книгу