Robert Jordan - Il Drago Rinato

Здесь есть возможность читать онлайн «Robert Jordan - Il Drago Rinato» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: Фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Il Drago Rinato: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Il Drago Rinato»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Il Drago Rinato — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Il Drago Rinato», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Si girò ad affrontare Ba’alzamon. Appena toccata Callandor , non aveva più provato la sensazione d’essere lacerato. Era trascorso un solo istante, che però gli era parso un’eternità. «Non mi prenderai l’anima!» gridò. «Stavolta intendo farla finita per sempre! Farla finita adesso!»

Ba’alzamon fuggì. Uomo e tenebra svanirono.

Per un attimo Rand rimase perplesso. Si era sentito come... come piegato, mentre Ba’alzamon fuggiva. Aveva avvertito una torsione, come se Ba’alzamon avesse in qualche modo piegato ciò che era. Senza badare agli uomini che lo fissavano, senza badare a Moiraine accasciata alla base della colonna, Rand si protese, mediante Callandor , e distorse la realtà per creare una porta per un altro luogo. Non sapeva dove, sapeva solo che era il luogo dove Ba’alzamon era fuggito.

«Ora sono io il cacciatore» disse. Varcò la porta.

La pietra vibrò sotto i piedi di Egwene. La Pietra di Tear tremò, risuonò. Egwene riprese l’equilibrio e tese l’orecchio. Non c’erano altri suoni, altri tremori. Qualsiasi cosa fosse, era terminata. Egwene agì in fretta. Una porta fatta di sbarre di ferro, con un lucchetto grosso quanto la sua testa, le bloccava la via. Egwene incanalò Terra prim’ancora d’arrivare alla porta, spinse le sbarre e il lucchetto si spezzò in due.

Attraversò in fretta la stanza e cercò di non guardare gli oggetti appesi alle pareti: fruste e pinze d’acciaio erano i più innocui. Con un brivido spalancò una porticina di ferro e si trovò in un corridoio fiancheggiato di porte di legno scabro, con torce di giunchi in staffe di ferro poste a intervalli; nel vedere le celle, sentì quasi lo stesso sollievo provato nel lasciarsi alle spalle gli strumenti di tortura. Ma quale cella?

Aprì con facilità le porte di legno: alcune non avevano catenaccio e il lucchetto delle altre non durò più di quello precedente. Ma ogni cella era vuota. “È naturale” si disse. “Nessuno sognerebbe se stesso in un posto del genere. Un prigioniero che riuscisse a entrare nel Tel’aran’rhiod sognerebbe un luogo piacevole."

Per un attimo fu quasi disperata. Aveva voluto credere che trovare la cella giusta avrebbe fatto differenza. Ma forse era impossibile trovarla. Il primo corridoio era lunghissimo e altri lo incrociavano.

A un tratto scorse un tremolio più avanti. Una sagoma ancora più incorporea di quella di Joiya Byir. Però era la sagoma di una donna, ne era nella stanza. Pareva quasi addormentata, teneva gli occhi socchiusi. E l’espressione di sofferenza, su quell’amabile viso, la rendeva una vittima, non un carnefice.

«Fermo!» gridò Sandar, dietro Mat. «È un’Aes Sedai! Una di quelle che hanno preso le donne che cerchi!»

Mat si bloccò di colpo e fissò la donna. Ricordò Moiraine che scagliava palle di fuoco. Si domandò se col bastone sarebbe riuscito a deviarle. E se la sua fortuna sarebbe giunta al punto di superare una Aes Sedai.

«Aiuto» disse debolmente la donna. Aveva ancora occhi assonnati, ma il tono lamentoso la dichiarava completamente sveglia. «Aiutami, ti prego!»

Mat batté le palpebre, stupito: la donna non aveva ancora mosso muscolo al di sotto del collo. Cautamente si avvicinò e con un gesto invitò Sandar a smetterla di borbottare che quella era un’Aes Sedai. La donna mosse la testa per seguire i suoi movimenti. Nient’altro.

Dalla cintura le pendeva una grossa chiave di ferro. Mat esitò un istante. Aes Sedai, aveva detto Sandar. Perché non si muoveva? Deglutì e le prese la chiave, con la cautela che avrebbe usato per togliere di bocca a un lupo un pezzo di carne. La donna ruotò gli occhi verso la porta lì accanto e mandò una sorta di gemito, come un gatto che vedesse entrare nella stanza un grosso cane ringhiante e sapesse di non avere via di scampo.

Mat non capiva la situazione; ma, finché la donna non gli impediva d’aprire la porta, se ne fregava del motivo per cui se ne restava seduta, immobile a quel modo, come spaventapasseri riempito di paglia. D’altro canto si domandò se dietro quella porta ci fosse qualcosa di cui temere. Se era una delle Aes Sedai che avevano catturato Egwene e le altre, pareva logico che montasse loro la guardia. Dagli occhi della donna colarono lacrime. Solo, pensò Mat, quella gli dava l’impressione che là dentro ci fosse un maledetto Mezzo Uomo. Comunque, il modo per saperlo era uno solo. Appoggiò alla parete il bastone, girò la chiave nel catenaccio e spalancò la porta, pronto a darsela a gambe, se necessario.

Nynaeve e Elayne erano inginocchiate per terra ai lati di Egwene, che pareva addormentata. Mat ansimò nel vedere il viso gonfio di Egwene e non credette che dormisse. Le altre due, piene di lividi quasi quanto Egwene, sentirono aprire la porta, si girarono verso di lui e lo fissarono a bocca aperta.

«Matrim Cauthon» disse Nynaeve, attonita. «Luce santa, cosa ci fai qui, tu?»

«Sono venuto a salvarvi, maledizione» replicò Mat. «La Luce m’incenerisca! Non m’aspettavo d’essere accolto come se fossi venuto a rubare focacce. Spiegami come mai avete l’aria d’esservi azzuffate con un orso. Se Egwene non ce la fa a camminare, la porterò in spalla. Ci sono Aiel in tutta la Pietra; o stanno uccidendo i maledetti Difensori, o ci stanno lasciando la pelle; in ogni caso, maledizione, meglio andarcene, finché possiamo. Se possiamo!»

«Bada a come parli» lo rimbeccò Nynaeve; Elayne gli diede una di quelle occhiate di disapprovazione nelle quali le donne sono così brave. Ma tutt’e due parevano avere altro per la testa. Si misero a scuotere Egwene, come se non fosse già abbastanza piena di lividi.

Egwene mosse le palpebre e gemette. «Perché mi svegliate? Devo capire! Se sciolgo i legami che la bloccano, si sveglierà e non riuscirò più a intrappolarla. Se non li sciolgo, non può tornare a dormire e...» Vide Mat e sgranò gli occhi. «Matrim Cauthon! Luce santa, cosa ci fai qui, tu?»

«Spiegaglielo» disse lui a Nynaeve. «Sono troppo occupato a portarvi in salvo, per badare a come parlo...» Si accorse che le altre fissavano qualcosa alle sue spalle: con odio, come se rimpiangessero di non avere in mano un coltello.

Si girò e vide solo Juilin Sandar, con la faccia di chi ha inghiottito tutta intera una prugna marcia.

«Ne hanno ogni motivo» disse Sandar a Mat. «Le... le ho tradite. Ma sono stato costretto.» L’ultima frase era indirizzata alle donne. «Quella con le treccioline bionde mi ha parlato e io... io sono stato costretto a farlo.» Le tre continuarono a fissarlo.

«Liandrin usa vili trucchi, mastro Sandar» disse infine Nynaeve. «Forse non sei del tutto da condannare. Più tardi valuteremo le colpe.»

«Chiarita la faccenda» disse Mat «possiamo andarcene?» A dire il vero, per lui la faccenda era chiara come acqua torbida; ma non vedeva l’ora di andare via.

Le tre donne lo seguirono zoppicando nel corridoio, ma si fermarono attorno alla donna seduta sulla panca. Lei roteò gli occhi e gemette: «Vi prego. Tornerò alla Luce. Giuro di ubbidirvi. Ve lo giuro come se reggessi la Verga dei Giuramenti. Vi prego, non...»

Mat sobbalzò: Nynaeve all’improvviso si era raddrizzata e aveva menato un gran pugno, facendo cadere dalla panca la donna, che rimase distesa per terra, a occhi ora chiusi, sul fianco, nell’identica posizione che aveva da seduta.

«Ha perso i sensi» disse Elayne, eccitata.

Egwene si chinò a frugare nel borsello della donna e trasferì nel proprio un oggetto che Mat non riuscì a distinguere. «Sì» disse. «È magnifico. Quando l’hai colpita, Nynaeve, in lei qualcosa è cambiato. Non so cosa, ma lo percepisco.»

«Lo sento anch’io» confermò Elayne.

«Mi piacerebbe cambiare in lei ogni cosa fino all’ultimo» disse Nynaeve, torva. Prese fra le mani la testa di Egwene, che si rizzò in punta di piedi, ansimando. Quando Nynaeve la lasciò e passò a Elayne, i lividi di Egwene erano scomparsi. Quelli di Elayne svanirono con la stessa rapidità.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Il Drago Rinato»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Il Drago Rinato» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Il Drago Rinato»

Обсуждение, отзывы о книге «Il Drago Rinato» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x