Nel 1368 il capitolo provinciale di Tarragona assegnò san Vincenzo al convento di Barcellona per studiare logica (Gómez García, 1997: 260). Nelle province iberiche lo studio della logica fu istituito già nel 1250, anno in cui sono attestate ben due «studia logicales». Alla fine del XIII secolo nei conventi domenicani della Penisola sono attive ventuno scuole di grammatica e altrettante di logica. In linea con la tradizione dell’Ordine si distinguevano le scuole che impartivano l’insegnamento della logica vetus (Isagoge di Porfirio, Categorie e Perihermeneias di Aristotele, e il Liber sex principiorum ) da quelle che garantivano l’insegnamento della logica nova (Analitici Primi e Secondi, Topici ed Elenchi sofistici, ai quali poi si aggiunsero i Tractatus di Pietro Ispano) e da quelle che avevano due docenti, uno per la logica vetus , l’altro per la logica nova e per i Tractatus di Pietro Ispano, la cui lettura era affidata solitamente ad un lettore della logica vetus . Per tutto il XIV secolo tuttavia, tranne poche eccezioni, l’insegnamento della logica fu affidato ad un solo frate lettore. Nei capitoli della Provincia d’Aragona del 1357 (Robles Sierra, 1995: 331) e del 1358 (Robles Sierra, 1995: 354-355) si stabilì che i «magistri logicorum» tenessero due lezioni al giorno, leggendo due testi della logica nova e tutta la logica vetus , Tractatus incluso. Contestualmente vennero obbligati a tenere la ripetizione pomeridiana e una disputa settimanale. Dal 1366 il lettore di logica rimaneva in carica per due anni. Nel 1369 il capitolo provinciale di Barcellona inviò san Vincenzo a Lérida per attendere agli studia naturarum (Gómez García, 1997: 372). Riguardo agli studia naturarum , cioè alle scuole di filosofia, nella Provincia di Spagna il primo studio venne istituito a Leon nel 1281 (Hernández, 1983: 36, 2.27.). Ne 1302, nella Provincia d’Aragona, su quindici conventi solo uno è sede di uno studium naturarum ; due anni dopo se ne aggiunse un secondo (Robles Sierra, 1990: 243, 256, 266). Nel 1366 venne fissato a tre il numero delle scuole di filosofia nella medesima provincia, numero che però oscillò da cinque a sette. In genere nel XIV secolo, il numero delle scuole di logica nell’Ordine è sempre il doppio rispetto a quello delle scuole di filosofia e questo è motivato dall’orientamento dei vertici dell’Ordine di avviare alla logica i giovani sani e capaci. Terminati tali corsi, i frati destinati ad assumere incarichi all’interno dell’Ordine dovevano frequentare per un biennio gli studia theologiae per ascoltare le Sentenze ed acquisire familiarità con la disputa. Erano destinati agli studia naturarum , invece, i frati con buone conoscenze di logica, con la prospettiva di diventare maestri o lettori in conventi di spicco.
Nel 1303 nella Provincia d’Aragona si stabilì che si potesse accedere allo studio della filosofia, che era biennale, solo dopo aver letto logica (Robles Sierra, 1990: 257). Quali erano i programmi degli studi filosofici? Indicazioni importanti le ricaviamo a partire dal 1357 dagli atti capitolari della Provincia d’Aragona. Il maestro leggeva per un anno un libro principale (la Fisica e la Metafisica di Aristotele) e l’anno seguente altre opere dello Stagirita (Filosofia naturale). Anche la Provincia d’Aragona si attenne alle direttive generali dell’Ordine in merito al pericolo che lo studio della filosofia potesse distrarre da quello della teologia, come già ammoniva il capitolo generale di Montepellier nel 1271: «Monemus studentes quod studio philosophie minus intendant et in studio theologie se exerceant diligenter»(Reichert, 1898: 159).
Nel 1371, Vincenzo Ferrer fu inviato nuovamente a Lérida, questa volta ad insegnare logica dal capitolo provinciale di San Mateo (Gómez García, 2001: 211). A tal proposito si deve ricordare che il maestro dell’Ordine Ugo di Vaucemain, nelle sue ordinationes , prescriveva che il lettore in filosofia naturale doveva aver seguito i corsi di teologia in uno studio provinciale, oltre ad avere un’adeguata preparazione filosofica e logica. I capitoli generali degli inizi del XIV secolo intervennero sulla preparazione del lettore di logica che doveva aver atteso al corso biennale di logica nuova così come quello di filosofia, a differenza del lettore di filosofia che doveva aver letto le Sentenze o almeno aver seguito i corsi di teologia per due anni. Nel 1372 fu inviato presso lo studio generale di Barcellona dal capitolo provinciale, tenutosi in questa città per attendere agli studi biblici (Gómez García, 2001: 224), assegnazione poi confermata l’anno successivo dal capitolo provinciale di Cervera (Gómez García, 2001: 236). Nell’Ordine domenicano fu la provincia di Provenza ad aprire nel 1290 uno studium Biblie in due suoi conventi (Douais, 1894: 333). Il capitolo generale di Padova nel 1308 stabilì che in ogni provincia vi fosse un convento sede di uno studium Biblie (Reichert, 1899: 34). L’anno seguente il capitolo generale di Saragozza portò a due il numero del conventi sedi di studi biblici (Reichert, 1899: 38) e nel 1312, infine, il capitolo generale di Carcassonne stabilì che nessuno potesse essere inviato ad uno studio generale senza aver udito almeno per un anno la Bibbia biblice . Allo stesso tempo si prescriveva agli studia Biblie di procurare lettori di Sentenze, per garantire ai giovani ivi assegnati l’ audientia queaestionum (Reichert, 1899: 56). Barcellona fu studio generale dell’Ordine almeno dalla fine del XIII secolo, come si è detto, il capitolo generale di Besaçon nel 1303 (Reichert, 1898: 325) ne confermò lo status giuridico. Nel 1376 il capitolo provinciale di Catalayud assegnò fra Vincenzo a Tolosa, dove effettivamente si trasferì all’inizio dell’anno accademico 1377-1378 (Gómez García, 2002: 351-352). Terminato il corso, rientrò a Valenza dove fu ordinato sacerdote e poco dopo eletto priore del convento. Il santo valenzano iniziò la sua attività di docente alla fine degli anni ‘70 del XIV secolo. Le città in cui esplicò questo incarico furono tre: Lérida, Barcellona e Valenza. Nel 1389 infine è attestato da un documento del 1 febbraio già come maestro in teologia (Teixidor, 1999: 111, 214; Forcada, 1956: 16). Si tratta della Sentencia sobre la cuarta en los derechos de funerales . La cronologia della formazione intellettuale di Vincenzo Ferrer, pertanto, è la seguente: nel 1357 prese la tonsura. Dieci anni dopo vestì l’abito domenicano (1367) e, al termine del noviziato, professò i voti religiosi nel 1368, anno in cui si può collocare il suo insegnamento di Logica a Valenza. Nel biennio 1368-1370 attese agli studi di logica tra Barcellona e Lérida. Negli anni 1370-1372 insegnò logica sempre a Lérida. Nel triennio 1372-1375 studiò la Bibbia e le Sentenze a Barcellona, dove insegnò fisica dal 1375 al 1376, anno in cui venne assegnato a Tolosa. Qui dal 1377 al 1378 proseguì gli studi teologici. Rientrato a Valenza alla fine del 1378 venne ordinato sacerdote. Poco dopo l’elezione a priore del convento di Valenza iniziò la stesura del trattato sullo scisma. Dal 1385 al 1391 le fonti lo attestano lettore di teologia alla Cattedrale della Seu di Valenza. Nel 1388 conseguì il magistero in teologia. La sua formazione quindi, avendo già effettuato studi precedenti al suo ingresso nell’Ordine, durò circa nove anni, a differenza dei 15 o 14 anni riservati a coloro che vestivano l’abito fra i 14 e i 15 anni.
Spero di aver illustrato sufficientemente l’importanza dello studio nell’Ordine dei Predicatori, a partire dalla copiosa legislazione pensata per la formazione di un buon frate predicatore, tenendo presente la situazione degli studi nella Provincia d’Aragona, della quale fu figlio san Vincenzo Ferrer. L’enfasi posta sull’attività intellettuale si riverberò sulla legislazione pensata per le biblioteche, strumenti privilegiati per fornire al fedele seguace di san Domenico quelle «armi» indispensabili per insegnare e difendere la verità e la dottrina: «Arma nostra sunt libri et sine libris nullus ad predicacionem vel confessionum audencia securus exoponatur»: senza i libri, nessun predicatore può con competenza predicare o confessare. E di questo fu certamente convinto assertore san Vincenzo Ferrer.
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