Joanne Rowling - Harry Potter e la pietra filosofale

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Harry Potter e la pietra filosofale: краткое содержание, описание и аннотация

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Un orfanello dotato di misteriosi poteri, due zii molto antipatici e… si entra nell’eccitante universo del Meraviglioso!
Un ragazzino con gli occhiali grossi ha conquistato la copertina del Time: si chiama Harry Potter. Nel giorno del suo undicesimo compleanno Harry si rende conto di essere dotato di straordinari poteri magici. E di potersi finalmente vendicare di tutte le angherie subite dagli odiosi zii che l’hanno allevato malvolentieri al posto dei genitori spariti nel nulla. Dovrà però frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, la migliore d’Inghilterra, in un castello dove è custodita la prodigiosa Pietra Filosofale che può sconfiggere le forze del male…

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«Wow!» sospirò Ron quando il manico di scopa rotolò sul copriletto di Harry.

Anche Harry, che pure ignorava tutto dei manici di scopa, pensò che era meraviglioso. Sottile e scintillante, con una maniglia di mogano, aveva una lunga chioma di rametti perfettamente diritti e in cima, in lettere d’oro, la scritta Nimbus Duemila.

Mancava poco alle sette e faceva già scuro quando Harry lasciò il castello per avviarsi al campo di Quidditch. Non era mai stato dentro allo stadio. Tutt’intorno c’erano centinaia di sedili a gradinate, per dar modo agli spettatori di vedere dall’alto lo svolgimento della partita. A ciascuna delle estremità del campo c’erano tre pali d’oro con degli anelli in cima. A Harry ricordarono i bastoncini di plastica attraverso i quali i ragazzini dei Babbani soffiavano le bolle di sapone; ma questi erano alti circa quindici metri.

Troppo smanioso di volare di nuovo per aspettare l’arrivo di Baston, Harry montò sul suo manico e si dette la spinta coi piedi per decollare. Che sensazione… Si mise a zigzagare tra i pali delle porte e su e giù per il campo. La Nimbus Duemila prendeva qualsiasi direzione lui desiderasse, al minimo tocco.

«Ehi, Potter, scendi giù!»

Oliver Baston era arrivato portando sotto braccio una grossa cassetta di legno. Harry atterrò vicino a lui.

«Molto bene!» commentò Baston con gli occhi che gli scintillavano. «Ora capisco che cosa intendeva la professoressa McGranitt… tu possiedi veramente un talento naturale. Questa sera ti insegnerò soltanto le regole; poi, parteciperai agli allenamenti della squadra tre volte alla settimana».

Aprì la cassetta che conteneva quattro palle di dimensioni diverse.

«Bene» disse Baston. «Ora, il Quidditch è abbastanza facile da capire, anche se giocare non lo è altrettanto. Ci sono sette giocatori per parte. Tre di loro si chiamano Cacciatori».

«Tre Cacciatori» ripeté Harry, mentre Baston tirava fuori una palla di colore rosso brillante, all’incirca delle dimensioni di un pallone da calcio.

«Questa palla si chiama Pluffa. I Cacciatori si lanciano la Pluffa e cercano di farla entrare in uno degli anelli per fare goal. Dieci punti ogni volta che la Pluffa passa per uno degli anelli. Mi segui?»

«I Cacciatori si lanciano la Pluffa e segnano quando la fanno passare attraverso gli anelli» recitò Harry. «Insomma… sarebbe un po’ come la pallacanestro su manici di scopa con sei anelli, ho capito bene?»

«Che cos’è la pallacanestro?» chiese Baston curioso.

«Lascia perdere» si affrettò a dire Harry.

«Ogni squadra ha un giocatore che si chiama Portiere… Io sono il Portiere del Grifondoro. Il mio compito è volare intorno agli anelli e impedire agli avversari di segnare».

«Tre Cacciatori e un Portiere» ripeté Harry, ben deciso a ricordare tutto. «E giocano con la Pluffa. Va bene, questo l’ho capito. E le altre a che cosa servono?» chiese indicando le tre palle rimaste nella scatola.

«Ora te lo faccio vedere» disse Baston. «Prendi questa».

Porse a Harry una piccola mazza, che assomigliava proprio a una mazza da baseball.

«Ora ti faccio vedere a che cosa servono i Bolidi» disse Baston. «I Bolidi sono questi due».

E mostrò a Harry due palle identiche, nere come l’inchiostro e leggermente più piccole della Pluffa rossa. Harry notò che sembravano volersi liberare dalle cinghie che le tenevano ferme nella scatola.

«Stai indietro» Baston avverti Harry. Si chinò e ne liberò una.

La palla nera schizzò in aria all’istante, altissima, e poi si diresse dritta dritta verso la faccia di Harry. Lui la colpì con la mazza per cercare di impedirle di rompergli il naso, e la rilanciò zigzagando in aria; la palla vorticò sopra le loro teste e poi si diresse su Baston, che ci si tuffò sopra e riuscì a inchiodarla al suolo.

«Vedi?» disse ansimando Baston, che rimetteva a fatica il Bolide dentro la scatola legandolo saldamente. «I Bolidi schizzano da una parte all’altra cercando di disarcionare i giocatori dalla scopa. Ecco perché ci sono due Battitori per squadra — i nostri sono i Weasley — per proteggere i loro compagni di squadra dai Bolidi, e dirottarli contro l’altra squadra. Allora… pensi di aver capito tutto?»

«Tre Cacciatori cercano di segnare con la Pluffa; il Portiere difende i pali della porta; i Battitori tengono i Bolidi lontani dalla squadra» snocciolò Harry a memoria.

«Molto bene» disse Baston.

«E… senti: i Bolidi hanno mai ammazzato qualcuno?» chiese Harry sperando di mantenere un tono disinvolto.

«A Hogwarts, mai. Abbiamo avuto un paio di mascelle rotte, ma niente di più. Ora, l’ultimo componente della squadra è il Cercatore, e quello sei tu. E tu non devi preoccuparti né della Pluffa né dei Bolidi…»

«Sempre che non mi spacchino la testa…»

«Non devi preoccuparti, i Weasley sono più che all’altezza dei Bolidi… voglio dire… sono due Bolidi in forma umana».

Baston pescò dentro la cassa e tirò fuori la quarta e ultima palla. A confronto con la Pluffa e i Bolidi era piccola, delle dimensioni di una grossa noce. Era d’oro lucente e aveva due tremule alucce d’argento.

« Questo » disse Baston, «è il Boccino d’Oro, ed è la palla più importante di tutte. È molto difficile prenderla perché è velocissima e non si distingue bene. Compito del Cercatore è acchiapparla. Tu devi muoverti a zigzag tra Cacciatori, Battitori, Bolidi e Pluffa per prendere il Boccino prima del Cercatore dell’altra squadra, perché chi lo prende per primo guadagna alla sua squadra altri centocinquanta punti, e quindi la squadra vince quasi sempre. Ecco perché ai Cercatori vengono fischiati tanti falli. Una partita di Quidditch termina soltanto quando il Boccino viene acchiappato, e quindi può andare avanti per intere settimane… Mi pare che il record sia stato di tre mesi, e hanno dovuto fare continue sostituzioni perché i giocatori potessero riposarsi un po’. Questo è tutto. Domande?»

Harry scosse la testa. Aveva capito molto bene quel che doveva fare, e il problema stava proprio nel farlo.

«Per stasera, non ci alleneremo con il Boccino» disse Baston riponendolo con cura nella cassa; «è troppo buio e potremmo perderlo. Proviamo con qualcuna di queste».

Tirò fuori da una tasca un sacchetto di comuni palle da golf e, pochi minuti dopo, lui e Harry volteggiavano in aria, con Baston che tirava le palle da golf il più forte possibile in ogni direzione perché Harry le prendesse.

Harry non ne mancò neanche una e Baston era… al settimo cielo. Mezz’ora dopo, s’era fatto buio pesto e dovettero smettere di giocare.

«La Coppa del Quidditch porterà il nostro nome, quest’anno» disse Baston felice mentre arrancavano verso il castello. «Non mi sorprenderebbe che tu diventassi più bravo di Charlie Weasley, e lui avrebbe potuto giocare per la nazionale, se non se ne fosse andato a caccia di draghi».

Forse per tutte le cose che aveva da fare, con gli allenamenti di Quidditch tre sere a settimana oltre alla gran quantità di compiti, Harry stentava a credere che fossero passati quasi due mesi da quando era arrivato a Hogwarts. Al castello, si sentiva come a casa sua, molto più di quanto non gli fosse mai accaduto a Privet Drive. Anche le lezioni stavano cominciando a diventare sempre più interessanti, ora che avevano imparato a padroneggiare le nozioni fondamentali.

La mattina di Halloween si svegliarono al profumo delizioso di zucca al forno che aleggiava per i corridoi. E per giunta, durante la lezione di Incantesimi, il professor Vitious aveva annunciato che li riteneva pronti a far volare gli oggetti, una cosa che morivano dalla voglia di provare fin da quando gli avevano visto far girare vorticosamente per la classe il rospo di Neville.

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