La campanella suonò e Allock balzò in piedi.
«Compiti a casa: comporre una poesia sulla sconfitta da me inferra al lupo mannaro Wagga Wagga! La migliore verrà premiata con una copia firmata di Magicamente io ».
Gli alunni cominciarono a uscire. Harry si precipitò in fondo alla classe, dove Ron e Hermione lo stavano aspettando.
«Pronti?» bisbigliò Harry.
«Aspettiamo che escano tutti» rispose Hermione nervosa. «Adesso…»
Si avvicinò alla cattedra, tenendo stretto in mano un pezzo di carta. Harry e Ron la seguirono.
«Ehm… professor Allock?» balbettò Hermione. «Volevo… prendere questo libro dalla biblioteca. Solo per una lettura propedeutica». Gli porse il pezzo di carta con la mano che le tremava leggermente. «Ma il fatto è che il libro si trova nel Reparto Proibito della biblioteca e quindi serve che un insegnante mi firmi l’autorizzazione… Sono sicura che mi aiuterà a capire quel che lei dice nel suo A spasso con gli spiriti a proposito dei veleni ad azione ritardata…»
«Ah, A spasso con gli spiriti !» disse Allock prendendo il biglietto che gli tendeva Hermione e rivolgendole un grande sorriso. «Forse è il mio libro preferito. Le è piaciuto?»
«Oh, sì!» esclamò Hermione con entusiasmo. «Cosi astuto il suo modo di intrappolare l’ultimo con il passino del tè…»
«Bene, sono sicuro che nessuno troverà niente da ridire se offro un piccolo aiuto extra alla migliore studentessa della scuola» disse Allock con calore, tirando fuori un’enorme penna di pavone. «Carina, vero?» disse fraintendendo l’espressione disgustata sul volto di Ron. «In genere la uso per firmare i miei libri».
Tracciò un’enorme firma tutta svolazzi e ghirigori e restituì il biglietto a Hermione.
«Allora, Harry» disse Allock mentre Hermione ripiegava il biglietto e con dita tremanti lo riponeva nella cartella, «domani, se non sbaglio, si gioca la prima partita di Quidditch della stagione. Grifondoro contro Serpeverde, vero? Mi dicono che sei molto bravo. Anch’io giocavo come Cercatore. Mi chiesero di entrare nella Nazionale, ma ho preferito dedicare la vita a combattere le Forze Oscure. Se dovessi sentire il bisogno di allenarti un po’ privatamente, non esitare a chiedermelo. Sono sempre felice di trasmettere la mia esperienza a giocatori meno abili…»
Harry fece un suono indistinto con la gola e si affrettò a seguire Ron e Hermione.
«Non riesco a crederci» disse mentre tutti e tre contemplavano la firma sul biglietto. «E non ha neanche letto che libro volevamo».
«Questo perché è un imbecille senza cervello» disse Ron. «Ma che ce ne importa! Abbiamo quel che ci serve».
« Non è un imbecille senza cervello» lo rimbeccò Hermione alzando la voce mentre si avviavano quasi di corsa verso la biblioteca.
«Solo perché ti ha detto che sei la migliore studentessa di quest’anno…»
Entrando nel silenzio ovattato della biblioteca, abbassarono la voce.
Madama Pince, la bibliotecaria, era una donna magra e irritabile che assomigliava a un avvoltoio denutrito.
« De Potentissimis Potionibus ?» ripeté sospettosa cercando di prendere il biglietto dalle mani di Hermione, che non voleva mollarlo.
«Mi chiedevo se potevo tenerlo» disse in un soffio.
«Su, dài» disse Ron strappandoglielo di mano e gettandolo alla Pince. «Ti procureremo un altro autografo. Allock è capace di firmare qualunque cosa che stia ferma abbastanza a lungo per dargli il tempo di farlo».
Madama Pince mise il biglietto sotto la luce come se fosse decisa a scoprire un falso, ma la prova fu superata. Sparì tra gli alti scaffali e dopo un po’ tornò con un grosso libro ammuffito. Hermione lo ripose cautamente nella cartella e i tre ragazzi uscirono, cercando di non affrettare troppo il passo o di non avere l’aria colpevole.
Cinque minuti dopo erano barricati di nuovo nel bagno ‘guasto’ di Mirtilla Malcontenta. Hermione aveva scartato le obiezioni di Ron spiegando che era l’ultimo posto dove chiunque sano di mente sarebbe andato, e che quindi potevano contare su una certa riservatezza. Mirtilla stava piangendo rumorosamente nel suo gabinetto, ma la ignorarono e lei fece altrettanto.
Hermione aprì cautamente il tomo e tutti e tre si chinarono sulle pagine macchiate di umidità. Bastò un’occhiata per capire perché venisse custodito nel Reparto Proibito. Alcune pozioni avevano effetti raccapriccianti soltanto a pensarli e c’erano alcune illustrazioni molto sgradevoli, tra cui quella di un uomo che sembrava fosse stato rivoltato come un guanto, e di una strega sulla cui testa spuntavano numerose paia di braccia.
«Eccola qua» disse Hermione emozionata quando ebbe trovato la pagina intitolata La Pozione Polisucco. Era illustrata con disegni di persone colte nell’atto di trasformarsi in qualcun altro. Harry sperò con tutto il cuore che l’artista avesse soltanto immaginato l’espressione di intenso dolore sui loro volti.
«È la pozione più complicata che io abbia mai visto» disse Hermione mentre esaminavano la ricetta. «Mosche Crisopa, sanguisughe, erba fondente e centinodia» lesse quasi tra sé, scorrendo con il dito la lista degli ingredienti. «Bene, non è difficile procurarseli, sono nella dispensa degli studenti, possiamo prenderli da soli. Oh, guardate, polvere di corno di Bicorno: questo non so proprio dove andremo a pescarlo… pelle tritata di Girilacco: anche questo sarà complicato… e naturalmente, un pezzetto della persona nella quale desiderate trasformarvi».
«Scusa, cos’hai detto?» chiese Ron con voce aspra. «Che significa ‘un pezzetto della persona nella quale desiderate trasformarvi’? Io non intendo bere niente che contenga le unghie dei piedi di Tiger…»
Hermione proseguì come se non lo avesse sentito.
«Di questo non dobbiamo preoccuparci, per il momento, perché sono ingredienti che vanno aggiunti per ultimi…»
Ron, ammutolito, si voltò a guardare Harry, il quale era stato colto da un’altra preoccupazione.
«Ti rendi conto di quante cose dovremo rubare, Hermione? Pelle tritata di Girilacco! Questa roba non si trova certamente nella dispensa degli studenti. Cosa faremo? Scassineremo il deposito privato di Piton? Non mi pare tanto una buona idea…»
Hermione chiuse il libro con uno schiocco.
«Sentite, se voi avete paura ad andare avanti, per me va bene» disse. Aveva due macchie rosso vivo sulle guance e gli occhi erano più accesi del solito. « A me non piace infrangere le regole, lo sapete bene. Ma penso che minacciare i figli dei Babbani sia molto peggio che preparare una pozione complicata. Ma se non vi interessa scoprire se è Malfoy, io vado dritta dritta da Madama Pince e le restituisco il libro…»
«Non avrei mai creduto che sarebbe venuto il giorno in cui tu avresti cercato di convincere noi a violare le regole» disse Ron. «Va bene, facciamolo. Ma niente unghie dei piedi, d’accordo?»
«Quanto ci vorrà per prepararla?» chiese Harry mentre Hermione, molto più contenta, riapriva il libro.
«Bene, visto che l’erba fondente va raccolta con la luna piena e le mosche Crisopa vanno fatte cuocere a fuoco lento per ventuno giorni… direi che ci vorrà circa un mese, se riusciamo a procurarci tutti gli ingredienti».
«Un mese?» esclamò Ron. «Per allora Malfoy potrebbe aver fatto fuori metà dei figli di Babbani!» Ma poiché Hermione stringeva di nuovo pericolosamente gli occhi, si affrettò a soggiungere: «Ma siccome è il piano migliore che abbiamo, io dico: avanti tutta!»
Poi, mentre Hermione controllava se avevano via libera per uscire dal bagno, Ron bisbigliò a Harry: «Avremo meno problemi se domani riesci semplicemente a buttare giù Malfoy dalla sua scopa!»
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