Oggi, dalle 12,30 alle 14,30
GlLDEROY ALLOCK
firmerà copie della sua autobiografia
Magicamente io
«Potremo conoscerlo!» gridò Hermione. «Voglio dire, è lui che ha scritto quasi tutti i nostri libri di testo!»
La folla sembrava composta per lo più di streghe dell’età di mamma Weasley. Un mago, dall’aria sfinita, stava sulla porta raccomandando: «Piano, per favore, signore… Ehi, là, non spingete… Attenzione ai libri…»
Harry, Ron e Hermione sgattaiolarono dentro. Una lunga fila si snodava fino al retro del negozio, dove Gilderoy Allock stava autografando i suoi libri. Tutti e tre i ragazzi afferrarono una copia del manuale A merenda con la morte, e si intrufolarono tra la folla fino a raggiungere i Weasley, che facevano la fila insieme ai Granger.
«Oh, eccovi arrivati, bene!» disse mamma Weasley. Sembrava le mancasse il fiato e continuava ad aggiustarsi i capelli. «Tra un minuto lo vedremo…»
Gilderoy Allock apparve lentamente, seduto a un tavolo e circondato da gigantografie della sua faccia. Erano tutte ammiccanti e mostravano alla folla due file di denti di un candore abbagliante. Il vero Allock indossava un abito color non-ti-scordar-di-me, che si adattava perfettamente al colore dei suoi occhi; sui capelli ondulati portava, disinvoltamente poggiato di lato, il cappello a punta da mago.
Un ometto basso e irascibile gli danzava intorno scattando foto con una grossa macchina fotografica nera che a ogni guizzo accecante del flash emetteva nuvolette di fumo color porpora.
«Ehi tu, levati di torno» intimò a Ron arretrando per prendere un’inquadratura migliore. «Questa è per La Gazzetta del Profeta ».
«Ma chi ti credi di essere?» commentò Ron stropicciandosi il piede che il fotografo gli aveva pestato.
Gilderoy Allock lo udì. Alzò lo sguardo. Vide Ron e poi vide Harry. Sgranò gli occhi. Poi balzò in piedi e gridò: «È mai possibile? Ma quello è Harry Potter?»
La folla fece largo, bisbigliando tutta eccitata. Allock si tuffò letteralmente in avanti, prese Harry per un braccio e lo trascinò in prima fila. Il pubblico scoppiò in un applauso. Harry era paonazzo, mentre Allock gli stringeva la mano per essere ripreso dal fotografo, che scattava foto all’impazzata inondando di fumo denso tutti i Weasley.
«Fai un bel sorriso, Harry» disse Allock mettendo in mostra la sua fulgida dentatura. «Tu e io, insieme, siamo degni della prima pagina».
Quando finalmente lasciò la mano di Harry, il ragazzo non si sentiva più le dita. Cercò di sgattaiolare verso i Weasley, ma Allock gli mise di nuovo un braccio intorno alle spalle e lo strinse a sé.
«Signore e signori» disse a voce alta, chiedendo il silenzio con un gesto della mano. «Che momento straordinario è mai questo! È arrivata l’ora di fare un piccolo annuncio che rimando da troppo tempo! Quando, oggi, il giovane Harry è entrato al Ghirigoro, voleva semplicemente acquistare la mia autobiografia, che ora sono lieto di regalargli» (qui la folla applaudì un’altra volta) «e non aveva la minima idea » continuò Allock dando a Harry un colpetto che gli fece scivolare gli occhiali sulla punta del naso, «che di lì a poco avrebbe avuto ben più del mio libro Magicamente io. Infatti, lui e i suoi compagni avranno magicamente me in carne e ossa. Sì, signore e signori, ho il grande piacere e l’orgoglio di annunciare che a settembre assumerò l’incarico di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!»
Tutti si rallegrarono e batterono le mani e Harry si ritrovò tra le braccia l’intera pila delle opere complete di Gilderoy Allock. Barcollando leggermente sotto tutto quel peso riuscì a farsi largo fuori dai riflettori guadagnando il fondo della sala, dove si trovava Ginny, in piedi accanto al suo nuovo paiolo.
«Tu prendi questi» le bofonchiò Harry scaraventando i libri nel calderone. «Io me li comprerò…»
«Scommetto che ti è piaciuto, non è vero, Potter?» disse una voce che Harry non stentò a riconoscere. Si raddrizzò e si trovò faccia a faccia con Draco Malfoy, che portava stampato sul viso il suo solito ghigno.
«Il famoso Harry Potter» disse Malfoy. «Non può neanche entrare in una libreria senza fare notizia!»
«Lascialo in pace, non è stato lui a volere tutto questo!» disse Ginny. Era la prima volta che parlava di fronte a Harry. Stava guardando fisso fisso Malfoy.
«Potter, ti sei fatto una ragazza !» esclamò Malfoy strascicando le parole. Ginny arrossì violentemente. Intanto, facendosi largo, Ron e Hermione si avvicinarono, carichi di libri di Allock.
«Ah, sei tu!» disse Ron guardando Malfoy come se fosse qualcosa di sgradevole che gli si era attaccato alla suola di una scarpa. «Scommetto che sei sorpreso di vedere Harry qui, eh?»
«Non tanto sorpreso quanto di vedere te dentro un negozio, Weasley» replicò Malfoy. «Suppongo che i tuoi genitori faranno la fame per un mese per pagare tutta quella roba».
Ron diventò paonazzo come Ginny. Anche lui lasciò cadere i libri dentro al calderone e fece per lanciarsi contro Malfoy, ma Harry e Hermione lo afferrarono per la giacca.
«Ron!» disse il signor Weasley avanzando a fatica con Fred e George. «Cosa stai facendo? Qua dentro è pazzesco, andiamo fuori».
«Bene, bene, bene… Arthur Weasley».
Era il signor Malfoy. In piedi, con la mano sulla spalla di Draco, aveva lo stesso ghigno del figlio.
«Lucius» lo salutò Weasley con un freddo cenno del capo.
«Ho sentito che è un momento di superlavoro, al Ministero» disse Malfoy. «Tutte quelle ispezioni… Spero bene che le paghino gli straordinari!»
Si avvicinò al calderone di Ginny e dal mucchio dei libri nuovi fiammanti di Allock estrasse una copia vecchia e consunta di Guida pratica alla trasfigurazione per principianti.
«Ovviamente no» prosegui. «Santo cielo, a che serve essere un’onta al nome stesso di mago se non la pagano neanche a sufficienza?»
Weasley divenne ancor più paonazzo di Ron e di Ginny.
«Abbiamo un’idea molto diversa di quel che significa screditare il nome di mago, Malfoy» disse.
«Mi sembra chiaro» replicò Malfoy, e volse i suoi occhi sbiaditi sui Granger, che li guardavano con apprensione. «Le compagnie che lei frequenta, Weasley… eppure avrei detto che la sua famiglia avesse già toccato il fondo…»
Ci fu un tonfo metallico e il calderone di Ginny volò in aria; il signor Weasley si era avventato su Lucius Malfoy, scaraventandolo contro uno scaffale. Decine di pesanti libri di incantesimi caddero sulle loro teste con gran fracasso. Si udì il grido unanime di Fred e George: «Prendilo, papà!» Anche mamma Weasley gridava: «No, Arthur, no!» La folla si ritrasse, facendo cadere altri scaffali. «Signori, vi prego… vi prego!» gridava il mago-commesso, e poi una voce che superava quella di tutti gli altri intimò: «Basta un po’, gente!»
Hagrid avanzava verso di loro attraverso quel mare di libri. In un attimo separò Weasley e Malfoy. Il primo aveva un labbro spaccato, mentre l’altro era stato colpito a un occhio da un volume dell’ Enciclopedia dei funghi velenosi. Stringeva ancora in mano il vecchio libro di trasfigurazione di Ginny. Lo lanciò alla ragazzina, con un guizzo maligno negli occhi. «Tieni, ragazzina… prendi il tuo libro… è tutto quel che tuo padre riesce a darti!»
E liberandosi dalla presa di Hagrid, fece un cenno a Draco e uscì in tutta fretta dal negozio.
«Non ci dovevi dar retta, Arthur» disse Hagrid quasi sollevando il signor Weasley da terra, mentre lui si ricomponeva gli abiti. «Marcissimi sono, tutta la famiglia, lo sanno tutti. Non c’è un Malfoy che vale un fico secco. Sangue cattivo, ecco cos’è. Andiamo, su».
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