Joanne Rowling - Harry Potter e la camera dei segreti

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Harry Potter e la camera dei segreti: краткое содержание, описание и аннотация

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Continuano le avventure dell’apprendista stregone più famoso del mondo. Lo avevamo lasciato alla bizzarra Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove aveva sconfitto il terribile Lord Voldemort. Lo ritroviamo ora alle prese con alcuni insegnanti come il severissimo professor Piton o come il vanesio professor Allock. Ma, soprattutto, alle prese con una serie di strani episodi che cominciano a capitare nella scuola. Molti studenti cadono vittime di un incantesimo che li trasforma in pietra: la causa sembra essere una terrificante creatura che si nasconde nella misteriosa Camera dei Segreti…

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Prima usciva di lì e meglio era. Con il naso ancora dolorante nel punto in cui aveva sbattuto contro la pietra del focolare Harry si affrettò a raggiungere silenziosamente la porta, ma era appena a mezza strada quando, dall’altra parte del vetro, apparvero due individui… uno dei quali era l’ultima persona che Harry spaesato, coperto di fuliggine e con un paio di occhiali rotti sul naso avrebbe voluto incontrare in quel momento: Draco Malfoy.

Harry si guardò velocemente intorno e vide un grosso armadio nero alla sua sinistra: ci si infilò dentro e chiuse gli sportelli, lasciando una piccola fessura per guardare fuori. Un attimo dopo un campanello suonò e Malfoy entrò nel negozio.

L’uomo che lo seguiva non poteva essere che suo padre. Aveva lo stesso viso pallido e appuntito, e gli stessi occhi freddi e grigi. Il signor Malfoy attraversò il negozio guardando distrattamente gli oggetti esposti, suonò il campanello sul bancone e raccomandò al ragazzo: «Non toccare niente, Draco».

Malfoy, che aveva allungato una mano per prendere l’occhio di vetro, disse: «Credevo che volessi farmi un regalo».

«Ho detto che ti avrei comprato una scopa da corsa» disse suo padre tamburellando con le dita sul bancone.

«E a cosa serve, se non sono nella squadra?» disse Malfoy tutto imbronciato e stizzito. «L’anno scorso Harry Potter aveva una Nimbus Duemila e un permesso speciale di Silente per farlo giocare con il Grifondoro. E non è nemmeno così bravo! Solo perché è famoso… famoso per quella stupida cicatrice sulla fronte…»

Malfoy si chinò per esaminare uno scaffale pieno zeppo di teschi.

«…E tutti lo considerano brillante ! Potter il Magnifico, con la sua cicatrice e la sua scopa… »

«Lo hai già detto mille volte» disse il signor Malfoy con un’occhiata raggelante, «e vorrei ricordarti che non è… prudente… mostrarsi poco entusiasti di Harry Potter, non quando la maggior parte di noi lo considera l’eroe che ha causato la scomparsa dell’Oscuro Signore… Ah, signor Sinister».

Un signore curvo era apparso dietro al bancone, scostandosi dal viso una ciocca di capelli unti.

«Signor Malfoy, che piacere rivederla» disse Sinister con una voce untuosa come la sua capigliatura. «Lietissimo… e anche il signorino Malfoy… Che gioia! In che cosa posso servirvi? Devo mostrarvi una cosa che mi è arrivata proprio oggi, a un prezzo assai ragionevole…»

«Oggi non sono venuto per comprare, Sinister, ma per vendere» disse Lucius Malfoy.

«Vendere?» il sorriso si congelò leggermente sul viso di Sinister.

«Avrà sentito dire, naturalmente, che il Ministero sta facendo molti controlli» disse Malfoy tirando fuori da una tasca interna un rotolo di pergamena e svolgendolo per dar modo a Sinister di leggerlo. «Io ho… qualche… oggetto, a casa, che potrebbe mettermi in difficoltà se il Ministero dovesse venire a farmi visita…»

Sinister si aggiustò gli occhialini sul naso.

«Il Ministero non oserà certo crearle dei fastidi, signore».

Le labbra di Malfoy si incurvarono.

«Ancora non ho ricevuto nessun avviso. Il nome dei Malfoy impone ancora un certo rispetto; e tuttavia il Ministero si sta facendo sempre più invadente. Girano voci su una nuova Legge per la Protezione dei Babbani: senza dubbio, dietro ci deve essere quel pidocchioso Babbanofilo di Arthur Weasley…»

Harry ebbe uno scatto di rabbia.

«… e, come lei può vedere, alcuni di questi veleni potrebbero far sembrare… »

«Capisco, signore, naturalmente» disse Sinister. «Mi faccia vedere…»

«Mi compri quella ?» interruppe Draco indicando la mano avvizzita sul cuscino.

«Ah, la Mano della Gloria!» esclamò Sinister abbandonando l’elenco di Malfoy e precipitandosi verso Draco. «Se vi inserite una candela, fa luce, ma solo a colui che la regge! È l’amica fidata di ladri e scassinatori. Suo figlio ha molto gusto, signore!»

«Spero bene che mio figlio riuscirà a fare qualcosa di meglio che non il ladro o lo scassinatore, Sinister» disse freddamente Malfoy e Sinister si affrettò a rispondere: «Non volevo certo offenderla signore, no certo…»

«Però, se i suoi voti a scuola non migliorano» disse Malfoy con voce ancor più gelida, «quella potrebbe essere l’unica attività adatta a lui».

«Non è colpa mia» lo rimbeccò Draco. «Tutti gli insegnanti hanno i loro prediletti, quella Hermione Granger…»

«Avrei creduto che ti saresti vergognato a farti superare in tutti gli esami da una ragazza di una famiglia di Babbani!» sbottò Malfoy.

‘Ah! Ah!’ esultò Harry tra sé, felice di vedere Draco confuso e arrabbiato.

«Tutto cambia» disse Sinister con la sua voce untuosa. «Il sangue di mago conta sempre meno ovunque…»

«Non per me» disse Malfoy con le narici frementi.

«No, signore, neanche per me, signore» rispose Sinister inchinandosi profondamente.

«In questo caso, forse possiamo tornare al mio elenco» disse Malfoy tagliando corto. «Ho una certa fretta, Sinister, ho affari importanti che mi aspettano altrove, oggi».

Cominciarono a contrattare. Con un certo nervosismo Harry vide Draco avvicinarsi sempre più al suo nascondiglio, esaminando gli oggetti in vendita. Il ragazzo si fermò a guardare un lungo rotolo di corda per impiccagioni e si soffermò a leggere, con un ghignetto, il cartellino appeso su una stupenda collana di opali: Attenzione: non toccare. Letale. Fino a oggi è costata la vita a diciannove Babbane che l’hanno posseduta.

Draco si girò e vide l’armadio proprio di fronte a sé. Si avvicinò… allungò la mano sulla maniglia…

«Fatto» disse Malfoy dal bancone. «Vieni, Draco!»

Harry si asciugò la fronte con la manica mentre Draco si allontanava.

«Buona giornata a lei, Sinister. La aspetto domani al castello per consegnarle la merce».

Non appena la porta si fu richiusa, Sinister abbandonò i suoi modi melliflui.

«Buona giornata a te, Signor Malfoy, e se è vero quel che si dice non mi hai venduto neanche la metà di quel che tieni nascosto nel tuo castello… »

Poi, bofonchiando parole oscure, Sinister scomparve nel retrobottega. Harry attese qualche minuto, nel caso fosse tornato indietro, poi, più furtivamente possibile, sgusciò fuori dell’armadietto, oltrepassò le teche di vetro e uscì dal negozio.

Tenendosi alla meglio gli occhiali rotti sul naso, si guardò intorno. Era emerso in un sordido vicolo dove sembravano esserci esclusivamente negozi dedicati alle Arti Oscure. Quello da cui era appena uscito. Magie Sinister, sembrava il più grande, ma di fronte c’era un’orribile mostra di teste avvizzite e due porte più giù un’immensa gabbia brulicava di giganteschi ragni neri. Due maghi in malarnese lo osservavano da dietro un portale bisbigliando tra loro. Con un certo nervosismo Harry si avviò, sempre tenendosi gli occhiali e augurandosi, contro ogni speranza, di trovare la strada per uscire da quel posto.

Da una vecchia insegna stradale di legno, appesa sopra a un negozio di candele velenose, capì di trovarsi a Notturn Alley. Questo non lo aiutò affatto, dato che non aveva mai sentito parlare di un posto del genere. Pensò di non aver detto abbastanza chiaramente la sua destinazione, con tutta quella cenere che gli era entrata in bocca nel camino dei Weasley. Cercando di non perdere la calma, si interrogò sul da farsi.

«Non è che per caso ti sei perso, mio caro?» gli bisbigliò una voce all’orecchio, facendolo sobbalzare.

Davanti a lui c’era una vecchia strega con in mano un vassoio di quelle che assomigliavano orribilmente a unghie umane. Lo guardò con occhi avidi, mostrando una fila di denti verdastri. Harry fece un passo indietro.

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