— Non è vero — disse Barker, con voce acuta. — Un guerriero uccide i suoi nemici.
Hawks lo guardò negli occhi. — Lei non è un guerriero, Al — disse, in tono di rammarico. — Non è il tipo di guerriero che crede di voler essere. È un uomo, ecco tutto. E vuole essere un uomo degno… un uomo all'altezza dei propri ideali. È tutto. Ed è abbastanza.
Le braccia di Barker cominciarono a tremare. Inclinò la testa e guardò Hawks di sottecchi, sbattendo le palpebre. — Lei è così abile! — ansimò. — Lei sa sempre tutto! Ne sa più di me sul mio conto. Come mai, Hawks… chi le ha toccato la fronte con una bacchetta magica d'oro?
— Anch'io sono un uomo, Al.
— Sì? — Barker lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi. — Sì? Bene, non è che mi sia più simpatico, per questo. Se ne vada di qui, uomo, finché lo può. — Si girò di scatto e attraversò il salone a passi brevi e rapidi, spalancò la porta. — Mi lasci ai miei vecchi, soliti sicari!
Hawks lo guardò senza dir nulla. Aveva un'espressione turbata. Poi si avviò. Si fermò sulla soglia, faccia a faccia con Barker.
— Ho bisogno di lei — disse. — Ho bisogno del suo rapporto, domattina, e ho bisogno di lei per rimandarla di nuovo lassù, dentro a quella cosa.
— Se ne vada, Hawks — rispose Barker.
— Io gliel'ho detto — fece Hawks, e uscì nell'oscurità.
Barker sbatté la porta. Si girò, verso il corridoio che portava nell'altra ala della casa, con il collo teso e la bocca che si apriva in un urlo. Il suono filtrò, attutito, attraverso il vetro che lo divideva da Hawks: — Claire? Claire!
Hawks uscì nel rettangolo di luce che cadeva sul prato, fino a quando raggiunse il ciglio accidentato del precipizio, sopra il mare. Si fermò a guardare le onde che non riusciva a scorgere, e la nebbia che saliva dall'acqua riempiva la notte davanti a lui.
— Buio — disse a voce alta. — Buio, e non c'erano stelle. Poi si avviò, a capo chino, con le mani in tasca, lungo il ciglio del precipizio.
Quando arrivò al patio fra la piscina e l'altra ala della casa, passò accanto al tavolo metallico e alle sedie, muovendosi nella luce indistinta.
— Bene, Ed — disse tristemente Claire, seduta dall'altra parte del tavolo — sei venuto a tenermi compagnia?
Hawks girò la testa, sorpreso, poi sedette. — Credo.
Claire s'era cambiata: indossava un abito, e beveva un caffé. — Ne vuoi un po'? — offrì con voce sommessa, incerta. — È una serata molto fresca.
— Grazie. — Hawks prese la tazza che lei gli porgeva, e bevve posando le labbra sull'orlo, dalla parte opposta a quella pesantemente macchiata di rossetto. — Non sapevo che fossi qui.
Claire ridacchiò, ironicamente. — Mi sono stancata di aprire le porte e di trovare sempre Connie dall'altra parte. Ho aspettato che Al si svegliasse.
— Si è alzato.
— Lo so.
Hawks le restituì la tazza. — Hai sentito tutto?
— Ero in cucina. È… è stata un'esperienza, sentir parlare di me stessa in quel modo. — Posò il caffé, con un tintinnio della tazza contro il piattino e si strinse le spalle con le mani, guardando per terra.
Hawks non disse nulla. Era quasi troppo buio per scorgere l'espressione di un viso dall'altra parte del tavolo: chiuse gli occhi strettamente per un momento, prima di riaprirli e girarsi sulla sedia, con una mano posata sulla tavola con le dita inarcate, mentre si tendeva verso Claire.
— Non so perché lo faccio, Hawks — disse lei. — Non lo so. Ma lo tratto come se l'odiassi. Lo faccio con tutti. Non posso conoscere qualcuno senza trasformarmi in una puttana.
— Anche con le donne?
Claire girò la faccia verso di lui. — Quale donna sarebbe disposta a restarmi intorno abbastanza a lungo perché io cominciassi davvero? E quale uomo può ignorare il mio aspetto femminile? Ma io sono anche un essere umano; non sono solo qualcosa di… di completamente fisico. Ma non sono simpatica a nessuno, Hawks… nessuno mostra mai il minimo interesse per l'essere umano che è in me!
— Ma Claire…
— Non è piacevole, Hawks, sentir parlare in quel modo di se stessa: «So che cos'è… per Dio, so che cos'è». Lui come lo sa? Quando mai ha cercato di conoscermi ? Cos'ha mai fatto per scoprire che cosa penso, che cosa provo? e Connington… cerca di manovrarmi, cerca di aggirarmi perché gli ceda. Vuole coinvolgere Al in qualcosa di orribile, in modo che io non voglia più saperne di lui. Cosa gli fa pensare che sceglierò proprio Connington, se lascerò Al? Solo perché mi sta sempre intorno… dato che non ha il buon senso di andarsene, dopo essere stato sconfitto? È colpa mia se resta qui? Non ne ricava niente. Riesce solo a far infuriare Al, di tanto in tanto.
— E questo non te lo rende utile? — chiese Hawks.
— E tu… — proruppe Claire. — Così maledettamente sicuro che niente possa toccarti senza chiederti prima il permesso! Così furbo! Dunque secondo te io «trascinerei» Al alle imprese suicide? Bene, ascolta, credi che potrei far volare un mattone? potrei trasformare uno struzzo in un cigno? Se Al non fosse quello che è, cosa potrei fargli? Non sono io a dirgli di avventurarsi in quelle imprese. E ho cercato di tenerlo lontano da te… dopo che te ne sei andato, il primo giorno, ho cercato di convincerlo a rinunciare! Ma lui non ha fatto altro che ingelosirsi. E non era questo che io volevo! Non ti ho mai provocato davvero, prima di oggi… volevo solo… non so, mi comportavo come al solito, si potrebbe dire… e tu lo sai!
Con un rapido gesto, gli prese una mano, attraverso il tavolo. — Hai un'idea di quanto mi senta sola? Quanto vorrei non essere me stessa? — gli tirò la mano, ciecamente. — Ma cosa posso farci? come posso cambiare qualcosa, ormai?
— Non so, Claire — disse Hawks. — È molto difficile cambiare, per una persona.
— Ma io non voglio odiare me stessa, Hawks! Non tutta la mia vita, così! Cosa credete che io sia, tutti voi… cieca, sorda, stupida? So come si comporta la gente per bene… so cosa vuol dire essere carogna, e cosa vuol dire non esserlo. Sono stata bambina anch'io… sono andata a scuola. E m'insegnavano la morale e la comprensione. Non sono un mostro venuto da Marte… . pensate tutti che io sia così perché ignoro che si può essere migliori?
Hawks disse, esitando: — Tutti noi sappiamo che si può essere migliori, credo. Eppure ognuno di noi lo dimentica, di tanto in tanto. Qualcuno di noi talvolta ritiene che sia necessario, per amore di qualcosa che pensiamo che abbia bisogno. — Il suo viso esprimeva sentimenti contrastanti. — Se ti sembra che non abbia senso, mi dispiace. Non saprei che altro dirti, Claire.
Lei balzò in piedi, senza lasciargli la mano, girò intorno al tavolo e gli si fermò davanti, poi si piegò, stringendogli le dita tra tutte e due le mani. — Potresti dirmi che ti sono simpatica, Ed — bisbigliò. — Tu sei l'unico che possa vedere oltre la mia apparenza esteriore e trovarmi simpatica!
Hawks si alzò, quando lei gli tirò la mano. — Claire… — cominciò.
— No, no, no, Ed! — esclamò Claire, cingendolo con le braccia. — Non voglio parlare. Voglio soltanto essere. Voglio qualcuno che mi tenga stretta e pensi che io sono una donna. Voglio sentire un po' di tepore, una volta tanto nella mia vita… avere un altro essere umano accanto a me! — Gli passò le mani dietro la schiena, poi intorno al collo e alla nuca. — Ti prego, Ed — mormorò, avvicinando il volto, con gli occhi traboccanti e lucenti nella luce lontana e un attimo dopo gli sfiorò la guancia con la guancia bagnata. — Dammi questo, se puoi.
— Non so, Claire… — disse Hawks, incerto. — Non sono sicuro che tu…
Читать дальше