Alleo Steele - Le Fasi del Caos

Здесь есть возможность читать онлайн «Alleo Steele - Le Fasi del Caos» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Год выпуска: 1993, Издательство: Mondadori, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Le Fasi del Caos: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Le Fasi del Caos»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Una delle ultime invenzioni di Asimov è l’universo immaginario (ma non troppo) in cui si svolgono le avventure narrate in Le fasi del caos. Dopo aver passato una vita a raccontare le vicende di una galassia popolata soltanto da uomini e robot, Asimov immagina qui un intrigo che vede coinvolte, oltre a quella umana, altre cinque razze che conoscono il volo interstellare: razze spesso ostili e sospettose l’una dell’altra, fra cui l’uomo non fa certo brutta figura. Stabilite questo premesse, che presto daranno luogo a una serie di rapide quanto pericolose avventure, Asimov passa la mano ad alcuni brillanti scrittori; suoi allievi ideali, che svolgono la vicenda all’insegna della suspense, ma senza dimenticare una punta di ironia in omaggio al loro ispiratore.

Le Fasi del Caos — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Le Fasi del Caos», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Se non altro non me ne fa una colpa. Ammette che è stato necessario. — Ci arrangeremo — rispose Laurice. — Sempre che ci sbrighiamo. Scatterà ai miei ordini?

Kristan abbozzò un saluto militare. Con quell’aspetto scarmigliato e un po’ sudicio il suo sorriso aveva un che di infantile.

Laurice tagliò col machete un sottile flexor e lo ripulì dalle frasche. Poi appoggiò un’estremità nella biforcazione di un knorrig, piegò i rami più grossi contro il palo e intrecciò quelli più piccoli in modo da formare una specie di intelaiatura. Kristan intanto aveva raccolto vimini e rami spezzati ancora frondosi: tutto quello che era riuscito a trovare. Poi, sotto la direzione di Laurice, posarono le frasche sopra il graticciato in modo da intrecciarle come meglio potevano. — Non sarà un gran che come tetto — spiegò Laurice — ma ci terrà riparati.

— Sicuro. E ho visto anche come il terreno è inclinato — rispose Kristan. — Non verremo invasi dall’acqua. Bel lavoro!

Stanco o no, il pilota aveva un’intelligenza pronta. — È un sistema antico, primordiale — disse la donna. Poi, non resistendo alla tentazione di sfoggiare le sue conoscenze, aggiunse: — Di solito costruisco anche un cerchio di sassi davanti all’entrata e accendo un fuoco, in modo che il calore venga riflesso verso l’interno, ma non ne abbiamo il tempo e poi la pioggia lo spegnerebbe comunque. Ma basteranno i nostri sacchi. Ehi, passi quel viticcio sopra il tetto o il vento se lo porterà via.

Le prime gocce d’acqua erano pesanti, fredde e pungenti. — Dopo di lei — disse Kristan con un inchino. Laurice si infilò nel ristretto spazio. Meglio evitare possibili equivoci e svestirsi al buio. La donna preparò al tatto le sue cose, si tolse gli abiti che ormai puzzavano parecchio e scivolò nel proprio sacco. Niente bagno, né spazzolino da denti, niente delle solite piacevolezze. — Tocca a lei adesso — gridò dall’interno.

Kristan mostrò di capire la situazione e lasciò anche lui la torcia elettrica nel sacco. Come era inevitabile, gli capitò più di una volta nei suoi contorcimenti di urtare contro di lei. Laurice ne rimase acutamente conscia e si ordinò di pensare da adulta. Ma non è che funzionasse.

La pioggia infuriava, il vento ululava, i rami scricchiolavano. Dove si era rintanato Copperhue? Nessuno gli aveva mai insegnato a costruire un riparo, ad accendere un fuoco, a preparare trappole per la piccola selvaggina o… niente di niente…

A un tratto Laurice sentì un leggero schiocco metallico. Per contatto, più che vedendolo, capì che Kristan si era sollevato appoggiato a un gomito. — Ho tirato fuori le razioni — le spiegò. — Lei non avrà fame, ma io sto morendo!

— Uh! Come posso essermene dimenticata? Mi passi qualcosa.

— Ecco un cucchiaio… oh, mi scusi, le stavo cercando la mano.

Laurice per poco non si mise a ridacchiare. — Di solito non è quello il punto. Dia qui. Grazie.

Divisero galletta e carne in scatola. — Meglio così che stare fuori all’aperto, non importa quanto ben coperti — mormorò Kristan. — Se solo il suo amico fosse qui con noi! Ma domani lo troveremo. Ne sono sicuro.

Speriamo vivo, pensarono, ma nessuno lo disse.

— Come ha acquisito tutta questa abilità nei boschi? — le chiese il pilota. — Avevo sentito parlare di lei, e chi non la conosce? ma l’avevo sempre associata alle esplorazioni spaziali.

— Le esplorazioni spaziali si concludono da qualche parte — rispose la donna. — Ogni tanto mi annoio di essere una figlia di Casa Windfell e parto in esplorazione. Le mie preferenze vanno per i mondi più o meno simili a Ather, ma non così atheriani da essere invasi da Erthumoi.

— Non credo che lei si possa mai annoiare, signora. Nessuna Casa come si deve alleva degli oziosi.

— No, neanche gli Arinberg hanno fatto di lei un playboy, no?

Nonostante avesse i muscoli terribilmente indolenziti, Laurice non aveva ancora sonno. E parlare serviva a tenere lontano il pensiero di Copperhue. — Tempo fa avevo osservato degli aborigeni e mi sono scoperta interessata. Una volta tornata a casa ho saccheggiato tutti i data base e ho scoperto che in epoche primitive facevano cose analoghe sulla Vecchia Terra. Ho deciso che quei trucchetti sarebbero potuti tornare utili oltre a essere istruttivi. In effetti non c’è modo migliore per imparare a conoscere la natura selvaggia; e si guadagna una flessibilità che non si avrà mai se si dipende sempre da materiali già pronti. Francamente mi sorprende che voi che studiate Venafer non abbiate sviluppato nulla del genere.

— Noi siamo sempre stati troppo pochi e troppo pieni di lavoro, e per di più non avevamo sotto mano dei nativi che ci facessero lezione. Non si può pensare a tutto. Dovrò fare delle proposte alla Stazione Forholt.

— Me ne dia ufficialmente il merito — disse Laurice ridendo. — A me e ai Naxiani. Sono esseri intelligenti che hanno già elaborato diverse varianti, adattate a questo pianeta.

La riluttanza di lui era abbastanza palpabile. — Devo riconoscere loro intelligenza, coraggio e determinazione. Se avessero scelto un qualsiasi altro pianeta, gli batterei le mani.

— Questa era la loro unica possibilità. Tutti gli altri pianeti per loro abitabili sono stati reclamati da qualche nazione delle Sei Razze o ci sono i nativi.

— Sì, sì. Be’, se si tengono confinati a quell’isola che gli avete concesso voi Windfell… in fondo può sostenere una popolazione di dimensioni ragionevoli. Ma no, non terranno sotto controllo le nascite. Hanno già cominciato a riprodursi come vermi.

L’amarezza presente nel suo tono indusse Laurice a perdonargli il linguaggio. Come poteva addolcirlo? — La crescita demografica è in fortissima espansione ovunque, tra tutte le Sei Razze. Sì riempe ogni habitat disponibile. È una legge di natura.

— Sciocchezze. Le specie naturali si mantengono entro certi confini. Oh, è vero che alcune presentano cicli demografici, ma quando il numero aumenta a dismisura provvede la natura a ridurlo drasticamente. Contro i senzienti high-tech invece la natura è impotente. E i Sei non sono né vegetali né ottusi bruti. E neppure primitivi ignoranti. Non hanno nessuna scusa se distruggono i loro mondi.

Laurice aggrottò la fronte. — Se ricordo bene, nella storia è capitato di tanto in tanto che una nazione sia riuscita a mantenersi in equilibrio per un po’. Ma oggi… mi chiedo se le speculazioni della scuola Odenko non siano giuste. Le conosce? Ritengono che ci sia all’opera un istinto di base. Con i robot che prolificano alla velocità che sappiamo, gli esseri organici sono spinti a cercare di eguagliarli. Noi razionalizziamo tutto in vari modi, ma la verità è che siamo prigionieri di una forza vitale in fase di eccitazione.

— Sì, conosco questo concetto. Una speculazione piuttosto tirata, ma concettualmente esatta. Tuttavia, avremmo potuto risparmiare Venafer. Una biosfera unica, miliardi di anni di evoluzione, innumerevoli rivelazioni che ci attendono… tutto sparito, distrutto, cancellato prima ancora che ci fosse dato di conoscere un millesimo delle domande che avremmo potuto fare.

— Via, guardiamo Ather. È vero, rimane ben poco di primordiale. Come lei, anche a me sarebbe piaciuto essere tra coloro che l’hanno scoperto ed esplorato nel suo stato originario. Ma gli elementi essenziali si sono conservati. Modificati sì, ma conservati. Gli Erthumoi e le loro specie importate non hanno preso il posto della vita atheriana; si sono integrati, ne sono diventati parte, e sotto molti aspetti quel pianeta è più bello oggi di quanto fosse prima.

— Questione di gusto — osservò Kristan, un po’ esitante. — Non mi fraintenda, per favore. Anche i senzienti hanno il diritto di esistere e anche la vita non senziente provoca mutamenti ambientali. Ma alcuni di questi cambiamenti sono dei veri disastri. — Il suo tono divenne aspro. — Sa benissimo che il tipo di nuova simbiosi che dipinge per Ather è impossibile per Venafer. La civiltà industriale in scala abbastanza vasta non può coesistere con la natura di quel pianeta. Neppure l’agricoltura. La sua Casata era bene intenzionata, ma quando non siete riusciti a fare una legge che imponga ai serpenti — i Naxiani — di rimanere confinati sulla loro unica isola avete condannato questo mondo a morte. E che male vi aveva fatto?

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Le Fasi del Caos»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Le Fasi del Caos» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Robert Jordan - Il signore del caos
Robert Jordan
Robert Jordan - El señor del caos
Robert Jordan
Francisco Collado Rodríguez - El orden del caos (2ª Ed.)
Francisco Collado Rodríguez
Pablo Cea Ochoa - Los hijos del caos
Pablo Cea Ochoa
Jorge Ayala Blanco - La eficacia del cine mexicano
Jorge Ayala Blanco
Jorge Ayala Blanco - La madurez del cine mexicano
Jorge Ayala Blanco
Jorge Ayala Blanco - La lucidez del cine mexicano
Jorge Ayala Blanco
Jorge Ayala Blanco - La justeza del cine mexicano
Jorge Ayala Blanco
Carlos Mario Correa Soto - Narradores del caos
Carlos Mario Correa Soto
Omraam Mikhaël Aïvanhov - Las revelaciones del fuego y del agua
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Отзывы о книге «Le Fasi del Caos»

Обсуждение, отзывы о книге «Le Fasi del Caos» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x