Stanislaw Lem - Cyberiade
Здесь есть возможность читать онлайн «Stanislaw Lem - Cyberiade» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 2003, Издательство: Marcos y Marcos, Жанр: Фантастика и фэнтези, Юмористическая фантастика, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:Cyberiade
- Автор:
- Издательство:Marcos y Marcos
- Жанр:
- Год:2003
- Город:Milano
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:3 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 60
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Cyberiade: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Cyberiade»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
Cyberiade — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Cyberiade», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
Ma quando arrivarono a cinque o sei milioni di isolatiluce dalla Coltre Nera, cominciarono a sentir parlare di un gigante-ladro che si faceva chiamare il Pirata P.H.T. Nessuno di coloro con cui parlarono i due costruttori lo aveva mai visto realmente, e nessuno sapeva dire il significato di P.H.T. Trur1 pensò che fosse un gioco di parole su ph, per indicare un pirata ionico caratterizzato da un’alta concentrazione e da un carattere molto acido, ma Klapaucius, più realista, preferì non inventarsi ipotesi. A quanto pareva, quel pirata era un bruto collerico, come stava a indicare il fatto che, anche dopo aver spogliato di tutto le sue vittime, non era ancora soddisfatto, poiché la sua crudeltà era grande e insaziabile, e le colpiva a lungo, ferocemente, prima di rimetterle in libertà.
Per qualche istante, i due costruttori si chiesero se non fosse il caso di armarsi di spade o di pistole a raggi, prima di avventurarsi nella Coltre, ma presto conclusero che l’arma migliore era la loro intelligenza, aguzzata dalla pratica della progettazione, sottile, agile e universale. Così, partirono disarmati.
Occorre osservare che Trurl, con il procedere del viaggio, era amaramente deluso: i campi di stelle, i fuochi astrali ruggenti, gli spazi vuoti come caverne, gli atolli di meteoriti e le secche traditrici non risultavano affatto incantevoli come li descriveva il vecchio libro. In giro si scorgeva solo qualche vecchia stella, ma tutt’altro che impressionante (e, a dire il vero, piuttosto male in arnese); alcune si limitavano a un luccichìo rossiccio, come braci in mezzo alla cenere, mentre altre erano completamente buie e dure in superficie, vi si vedeva ardere solo qualche vena rossa dove la crosta grinzosa e carbonizzata faceva una crepa.
Non c’era traccia di fiammeggianti giungle della combustione, né di vortici misteriosi, e nessuno ne aveva mai sentito parlare, perché il deserto era un luogo di noia estrema, essendo, appunto, deserto. Quanto poi alle meteore, ce n’erano dappertutto, ma nel loro sciame chiassoso e tintinnante c’erano assai più rifiuti volanti che oneste magnetiti, tettiti e aeroliti… per la semplice ragione che il Polo Galattico era a un tiro di pietra e le correnti nere, nella loro circolazione, scaricavano in quel punto, a sud del Polo, enormi quantità di detriti galleggianti provenienti dalle zone centrali della Galassia. Perciò, tutte le nazioni e le tribù dell’area circostante si riferivano a quella zona non come alla Coltre, ma semplicemente per quello che era: una grande distesa di spazzatura spaziale.
Trurl nascondeva come meglio poteva la sua delusione, per non suscitare i commenti sarcastici di Klapaucius, e si diresse verso la Coltre. Immediatamente sentirono la sabbia colpire la prua; ogni tipo di polveri spaziali sputate dalle esplosioni di supernove delle varie generazioni si raccoglieva e si incrostava sullo scafo della nave, formando una patina così spessa che i costruttori persero ogni speranza di riportare il vascello allo splendore iniziale.
Ormai le stelle erano svanite nella penombra generale, cosicché i Nostri erano costretti a procedere a tentoni, finché la loro nave non diede una forte sgroppata e tutto l’arredamento, le stoviglie e le padelle volarono per aria; poi la nave si precipitò in avanti, sempre più veloce, finché non si udì uno scricchiolio orribile e la nave finì progressivamente per fermarsi, come se si fosse impiantata in una massa di pasta cedevole.
I due costruttori corsero ai finestrini, ma non riuscirono a vedere nulla: fuori, l’oscurità era completa.
Poi, contro il portello d’entrata, sentirono alcuni colpi, che dovevano essere battuti da qualcuno di spaventevolmente forte, perché lo scafo tremava.
A quel punto, a Trurl e Klapaucius cominciò a sorgere qualche dubbio sulla forza della loro pura intelligenza, ma ormai era troppo tardi, e così si decisero ad aprire il portello d’uscita, perché temevano che il loro assalitore finisse per sfondarlo.
Mentre guardavano fuori, questo qualcuno accostò la faccia all’apertura: una faccia così enorme da escludere chiaramente la possibilità che il resto del corpo potesse entrare nella nave. Oltre che smisurata, era anche orribile al di là di qualsiasi immaginazione, piena in ogni lato di centinaia di occhi sporgenti, con la lama di una sega al posto del naso e un gancio d’acciaio al posto della mascella.
La faccia premuta contro l’apertura del portello non si muoveva: solo gli occhi dardeggiavano avanti e indietro, esaminando con avidità ogni particolare, come per valutare se la preda meritasse la sua attenzione. Anche una persona assai meno intelligente dei nostri costruttori avrebbe capito il significato di quell’esame, perché era inequivocabile. «Allora?» chiese infine Trurl, esasperato da una curiosità tanto sfacciata e dal fatto che il gigante non proferisse parola. «Che cosa vuoi, sudicio bifolco? Io sono Trurl, costruttore e onnipotenza generale, e con me c’è il mio amico Klapaucius, anch’egli rinomatissimo; e stavamo volando con la nostra nave, a scopo di semplice turismo.
«Perciò, sei invitato a togliere dal nostro portello il tuo brutto faccione, a lasciarci partire immediatamente da questo luogo sgradevole — che senza dubbio sarà pieno di pattume e di immondizia — e a indicarci qualche regione pulita e rispettabile, o faremo una petizione a chi di dovere, e tu verrai ridotto in tanti pezzettini. Mi hai sentito, sciacallo, stracciarolo, collezionista di rifiuti?»
Ma il faccione non disse niente; si limitò a guardare, come se continuasse a calcolare, a fare una stima di quello che aveva davanti a sé.
«Senti, fenomeno da baraccone» gridò allora Trurl, gettando al vento ogni cautela, anche se Klapaucius continuava a dargli di gomito perché non si sbilanciasse troppo «noi non abbiamo né argento né oro, né pietre preziose, perciò, lasciaci immediatamente liberi, e soprattutto, copri quella tua faccia formato gigante, perché è troppo oscena. E tu… — proseguì, rivolto a Klapaucius — …piantala con le gomitate! Con certa gente, bisogna parlar chiaro!»
«Non mi interessano» disse all’improvviso il faccione, puntando su Trurl le sue migliaia di occhi scintillanti «l’oro e l’argento, e a me dovete rivolgervi con educazione, e portare rispetto, perché sono un pirata con il dottorato di ricerca, il PH.D., assai istruito e di natura facilmente irritabile. Ho già avuto altri ospiti, ed è stato necessario addolcirli un poco… Quando avrò dato un po’ di bastonate anche a voi due, vedrete che sarete un intero galateo di buone maniere.
«Mi chiamo Pugg, misuro trenta cubiti in ogni direzione ed è vero che rubo, ma con un sistema moderno, e scientifico, perché raccolgo solo informazioni preziose, genuine verità, conoscenze inestimabili e in genere qualsiasi dato che possa avere valore. E adesso, cominciate a passarmeli, altrimenti fischio! Bene, conto fino a cinque: uno, due, tre…»
Al cinque, dato che non gli veniva passato niente, si portò due dita alla bocca e ne trasse un tale fischio che i due costruttori ebbero l’impressione di avere perso le orecchie. Klapaucius comprese che il P.H.T. di cui parlavano con terrore gli abitanti dei pianeti vicini era in realtà il PH.D. a cui aveva accennato il pirata, che doveva avere davvero studiato presso qualche istituto superiore, come l’Accademia per Criminali. Trurl si portò le mani alle orecchie e gemette — il fischio di Pugg corrispondeva pienamente alla sua taglia.
«Non ti daremo niente!» esclamò, mentre Klapaucius correva a cercare i tappi per le orecchie. «E togli di lì il tuo faccione!»
«Se non ti piace la mia faccia, forse ti potrà piacere la mia mano» rispose il pirata. «E’ una vera cannonata di mano, e pesa come il diavolo! Eccola che arriva!»
Proprio così: i tappi che Klapaucius era andato a prelevare erano ormai inutili, perché la faccia era scomparsa, e al suo posto c’era una mano. E che mano: la madre di tutte le mani, con noduli e bitorzoli e unghie grosse come zappe.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «Cyberiade»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Cyberiade» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «Cyberiade» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.