Arkadi Strugatzki - È difficile essere un dio

Здесь есть возможность читать онлайн «Arkadi Strugatzki - È difficile essere un dio» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Год выпуска: 2005, Издательство: Marcos y Marcos, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

È difficile essere un dio: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «È difficile essere un dio»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

La repressione impazza ad Arkanar, nel paesaggio si stagliano le forche.
Il Re ha messo al bando tutti gli intellettuali.
Gli studiosi inviati dal pianeta terra, ormai pacifico ed evoluto,  cercano di confondersi tra gli abitanti di Arkanar, studiano, osservano, trasmettono informazioni.
Intervenire? Creare forzatamente nuovi equilibri, nuove alleanze?
Funzionerebbe? Sarebbe giustificabile eticamente?
Com'è difficile essere un dio!

È difficile essere un dio — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «È difficile essere un dio», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Mentre Don Rumata entrava, Don Reba disse sottovoce: «Bene, amici, ecco finalmente il nobile Don Rumata».

Padre Zupik sorrise con condiscendenza, e il grassone annuì cortesemente.

«Il nostro vecchio e acerrimo nemico» aggiunse Don Reba.

«Nemico? Impiccatelo!» esclamò Padre Zupik con voce rauca.

«E lei cosa ne pensa, Frate Aba?» chiese Don Reba al grassone, lanciandogli uno sguardo d’avvertimento.

«Dovete sapere… Per così dire…» Frate Aba aveva un sorriso perso e quasi infantile e gesticolava col suo braccio corto. «Per così dire, dovete sapere, a me in effetti non interessa. Ma forse dovremmo comunque impiccarlo. O forse mandarlo al rogo, che ne dice, Don Reba?»

«Perché no?» rispose il ministro, assorto.

«Vede» continuò Frate Aba, disperato, indirizzando a Rumata un sorriso stranamente amichevole «in genere impicchiamo i pesci piccoli, la plebaglia. Ma dobbiamo restare in buoni rapporti con l’aristocrazia. Per il bene del popolo.

Dopotutto discende da un’antica famiglia, è un’importante spia irukana. Irukana, vero?» Prese un documento sulla scrivania e lo guardò con gli occhi miopi. «Ah, e inoltre è una spia soaniana. Peggio ancora!»

«Al rogo, allora» disse Padre Zupik.

«Benissimo» aggiunse Don Reba. «Allora siamo tutti d’accordo. Al rogo!»

«Tuttavia, penso che Don Rumata potrebbe migliorare la sua posizione!» disse ancora Frate Aba. «Mi capisce, Don Reba?»

«Per essere sincero, direi di no».

«Il suo patrimonio! Signore, il suo patrimonio! I Rumata sono una famiglia incredibilmente ricca…»

«Ha ragione, come sempre» disse Don Reba.

Padre Zupik sbadigliò, coprendosi la bocca con la mano e guardando con la coda dell’occhio le tende lilla a destra della scrivania.

«Va bene. Allora cominciamo secondo il regolamento» sospirò Don Reba.

Padre Zupik continuava a guardare furtivamente verso le tende. Evidentemente stava aspettando qualcosa e l’interrogatorio non lo interessava affatto. «Che razza di scherzo è questo?» pensò Rumata, «Che significa?» «Bene, signore» cominciò Don Reba, voltandosi verso Rumata. «Sarebbe un vero piacere ascoltare cosa ha da dirci a proposito di certe cose che ci interessano».

«Slegatemi le mani» disse Rumata.

Padre Zupik sussultò, continuando a mordersi disperatamente le labbra. Frate Aba mosse la testa da una parte e dall’altra con fare eccitato.

«Dunque?» chiese Don Reba, guardando prima Frate Aba e poi Padre Zupik. «Vi capisco, amici. Considerando le circostanze e il fatto che saranno chiare anche a Don Rumata…» Con uno sguardo significativo fece scorrere gli occhi lungo le file di feritoie sotto il soffitto. «Slegatelo» ordinò con la solita voce calma e inespressiva.

Qualcuno si avvicinò da dietro, senza far rumore, e Rumata sentì delle dita stranamente morbide che gli toccavano abilmente le mani, e poi un coltello che tagliava le corde. Con una prontezza incredibile, data la mole, Frate Aba estrasse dalla scrivania una pesante balestra e la mise proprio di fronte a lui, in cima a un fascio di carte. A Rumata le braccia ricaddero inerti lungo i fianchi. Avevano perso quasi completamente la sensibilità.

«Bene. Allora cominciamo» disse allegramente Don Reba. «Nome, famiglia e rango».

«Rumata, discendente dei Rumata di Estor. Nobili cortigiani da ventidue generazioni».

Rumata si guardò intorno, vide un divano, si sedette e cominciò a massaggiarsi i polsi. Frate Aba, ansimando, gli puntò contro la balestra.

«E suo padre?»

«Il mio nobile padre… Consigliere imperiale, servitore leale e amico personale dell’imperatore».

«È vivo?»

«È morto».

«Quando?»

«Undici anni fa».

«Dichiari la sua età».

Rumata non ebbe il tempo di rispondere. Dietro le tende lilla si udirono improvvisamente dei rumori e Frate Aba si voltò sospettosamente. Padre Zupik si alzò lentamente dalla sedia, ridendo malignamente.

«Bene, signori, ci siamo…» fu tutto quello che riuscì a dire. Poi tre uomini sbucarono dalle tende, con grande sorpresa di Rumata: erano le ultime persone al mondo che si sarebbe aspettato di vedere. Sembrava che Padre Zupik stesse pensando la stessa cosa. I tre erano massicci, portavano un saio nero da monaci e avevano il cappuccio abbassato sugli occhi. Veloci e silenziosi, si gettarono su Padre Zupik e lo afferrarono per i gomiti.

«Che il diavolo vi porti!» farfugliò. Sul suo viso si dipinse un pallore mortale. Era indubbio che si aspettava tutt’altro.

«Che ne dice, Frate Aba?» chiese calmo Don Reba, chinandosi leggermente verso il grassone.

«Magnifico!» rispose lui risolutamente. «Sì, magnifico!»

Don Reba fece un cenno con la mano. I monaci sollevarono Padre Zupik di peso e lo portarono via, scomparendo silenziosi dietro la tenda. Rumata fece una smorfia di disgusto. Frate Aba si fregò le mani e disse con foga: «È andata magnificamente. Vero, Don Reba?»

«Sì, non male» annuì lui. «Ma adesso continuiamo. Allora. Quanti anni ha, Don Rumata?»

«Trentacinque».

«Da quanto tempo vive ad Arkanar?»

«Da cinque anni».

«Da dove proviene?»

«Sono sempre vissuto a Estor, nella sede avita della mia famiglia».

«Perché ha cambiato residenza?»

«Sgradevoli circostanze mi hanno obbligato a lasciare Estor. Cercavo una città che potesse rivaleggiare con lo splendore della nostra capitale». Finalmente cominciò a sentire un formicolio insopportabile al braccio. Con molta pazienza, continuò a massaggiarsi.

«Che genere di circostanze?» chiese Don Reba.

«Ho ucciso in duello un membro della casa imperiale».

«Oh? Chi?»

«Il giovane Duca Ekin».

«E il motivo di questo duello?»

«Una donna» rispose seccamente Rumata.

Lentamente cominciava a sospettare che tutte quelle domande in realtà non significassero nulla. Che facessero parte del gioco proprio come la consultazione a proposito del tipo di esecuzione.

«Tutti e tre stiamo aspettando qualcosa. Io sto aspettando di ritrovare l’uso delle mani. Quell’imbecille di Frate Aba sta aspettando che gli rovesci in grembo tutto l’oro del tesoro dei Rumata. Anche Don Reba sta aspettando. Ma i monaci, i monaci?

Come sono riusciti ad arrivare a corte? Soprattutto degli elementi così abili e svelti…» «Come si chiamava la donna?»

«Oh, queste domande» pensò Rumata. «Sarebbe difficile mettere insieme qualcosa di più insensato. Cercherò di sviarli un po’«.

«Donna Rita» rispose.

«Non pensavo che mi avrebbe risposto. Grazie».

«Sempre al vostro servizio».

Don Reba chinò leggermente la testa. «È mai stato a Irukan?»

«No».

«Ne è sicuro?»

«E lei?»

«Vogliamo la verità!» disse Don Reba, in tono didattico, Frate Aba annuì incerto.

«Soltanto la verità».

«Aha!» esclamò Rumata. «Io invece avevo l’impressione che…» Tacque. Poi: «…che voi foste interessati soprattutto a mettere le mani sul mio patrimonio. Ma non riesco proprio a immaginare come possiate riuscirci, Don Reba!»

«Che ne dite di una donazione? Sì, una donazione!» gridò Frate Aba.

Rumata rise con disprezzo.

«Lei è un idiota, Frate Aba, o qualunque sia il suo nome. Si vede lontano un miglio che lei è solo un piccolo, miserabile bottegaio. Forse non è al corrente del fatto che il diritto di primogenitura non è trasferibile ad altri?»

Era chiaro che il grassone stava per esplodere. Ma riuscì a controllarsi.

«Non ha il diritto di parlare con questo tono» disse Don Reba con gentilezza.

«Volete la verità?» continuò Rumata. «Eccola, la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità: Frate Aba è un idiota e un meschino bottegaio».

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «È difficile essere un dio»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «È difficile essere un dio» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Arkadi Strougatski - L'auberge de l'alpiniste mort
Arkadi Strougatski
Arcadi Strougatski - Le lundi commence le samedi
Arcadi Strougatski
Arcadi Strougatski - L’Arc-en-ciel lointain
Arcadi Strougatski
Arkadi Strugatski - İktidar Mahkumları
Arkadi Strugatski
Arcadi Strougatski - Le Petit
Arcadi Strougatski
Arkadi Strougatski - Stalker
Arkadi Strougatski
Arkadi Strougatski - L'Escargot sur la pente
Arkadi Strougatski
Arkadi Strugatski - Țara norilor purpurii
Arkadi Strugatski
Arkadi Strugatski - Decidamente tal vez
Arkadi Strugatski
libcat.ru: книга без обложки
Arkadi Strugatski
Отзывы о книге «È difficile essere un dio»

Обсуждение, отзывы о книге «È difficile essere un dio» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x