Marco Buticchi - La nave d'oro

Здесь есть возможность читать онлайн «Marco Buticchi - La nave d'oro» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 2003, ISBN: 2003, Издательство: Longanesi, Жанр: Триллер, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

La nave d'oro: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La nave d'oro»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Nel XIV secolo, in uno scenario che vede lo scontro fra Occidente cristiano e Oriente musulmano, Hito Humarawa, un ex samurai macchiato dal disonore e troppo amante della vita per darsi la morte, si ritrova al fianco di un mercante veneziano e gli viene affidato il compito di combattere un giovane eroe con un passato da nobile cristiano. Oggi l’anziano ammiraglio Grandi ha rinvenuto nel corso di un’immersione alcuni reperti che l’hanno indotto a pensare che proprio in quel punto fosse naufragata la nave d’oro di un imperatore romano. Forse quella scoperta è l’unica scintilla che può ridare un senso alla vita di Henry Vittard, un celebre navigatore transoceanico che da poco ha perduto la moglie.

La nave d'oro — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La nave d'oro», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Le labbra dei due amanti si sfiorarono dapprima, poi un bacio colmo di desiderio segnò l’inizio di una lunga notte di passione.

Mar Mediterraneo, 1334

Crespi e il suo curioso seguito si aggiravano nel porto di Costantinopoli alla ricerca di un battello in partenza. Il viaggio per raggiungere le coste mediterranee era stato lungo e faticoso. La giunca cinese, dopo aver percorso il mar Rosso, aveva concluso il suo viaggio ad Aqaba. Da lì, al seguito di una carovana di merci, i tre avevano raggiunto via terra le coste egiziane imbarcandosi nuovamente alla volta di Costantinopoli, ultima tappa del lungo tragitto verso Venezia. Erano ormai in viaggio da oltre duecento giorni e adesso la meta sembrava davvero vicina.

A chiunque gli chiedesse l’identità dei due orientali che lo accompagnavano, Crespi rispondeva che si trattava di un ricco mercante giapponese e del suo servo. In effetti, gli abiti ricercati di Hito Humarawa, un tempo daimyo di Matsue, lasciavano presagire l’appartenenza a un alto lignaggio. Al contrario, l’aspetto di Wu, il pirata che aveva chiesto di seguirli, era quantomeno inquietante. «Meglio così», aveva pensato Crespi. «Con quel minaccioso gigante a guardarci le spalle avremo poco da temere da briganti e tagliagole.»

Angelo Campagnola era una persona influente e temuta a Venezia. Era uno dei quarantuno elettori del doge e c’era chi avrebbe scommesso che, una volta restaurato il potente Tribunale dei Dieci, il Campagnola ne avrebbe fatto parte. Il motivo del suo viaggio a Costantinopoli non aveva però nulla a che fare con gli interessi della Repubblica marinara. Gli accordi raggiunti dal potente veneziano riguardavano il matrimonio della figlia maggiore con uno dei nobili che, nel nome della città lagunare, avevano preso possesso di buona parte delle isole dell’Egeo. Poco importava se il promesso sposo aveva la sua stessa età, oltre sessant’anni, mentre la figlia di Angelo, Diletta, ne aveva solamente diciannove. Con quel matrimonio i Campagnola sarebbero diventati una delle famiglie più ricche e potenti di Venezia.

Angelo aveva un’espressione soddisfatta sul volto, mentre si imbarcava per ritornare in patria: doveva mettere in piedi i preparativi per quello che desiderava fosse il più sfarzoso tra i matrimoni. A questo stava pensando quando tre uomini giunsero, camminando lungo il molo, fino al bordo della nave.

Il veneziano rimase a guardarli incuriosito. Uno era di sicuro europeo, mentre gli altri due potevano essere asiatici. Di lì a poco, il bianco gli si rivolse: «Il vostro comandante mi ha detto che voi siete l’armatore di questo veliero, signore. Il mio nome è Alessandro Crespi, sono un vostro concittadino che per anni ha intrattenuto commerci con il lontano Oriente. Chiedo a voi la cortesia di ospitarci a bordo della vostra nave sino a Venezia, pagando un pedaggio, si intende».

«Chi sono i due orientali al vostro seguito?» chiese Campagnola sporgendosi dalla murata della nave.

«Con me conduco un nobile mercante giapponese interessato ai commerci con la nostra città e il suo servo Wu.»

Poco più tardi il terzetto saliva a bordo dell’imbarcazione in partenza per Venezia.

Nel medesimo istante, nelle lussuose sale della sua residenza, il doge Francesco Dandolo stava conferendo con alcuni dei suoi più stretti collaboratori.

«Non è possibile che non si riesca a catturare quel maledetto pirata…»

«Ha navi ben più veloci delle nostre, signoria. E sembra sparisca nel nulla dopo ogni arrembaggio», aveva risposto l’ammiraglio in capo della flotta veneziana.

«È ormai un anno, ammiraglio, che il Muqatil è ricomparso sui nostri mari infliggendoci perdite inferiori soltanto a quelle delle battaglie contro i genovesi. Dovete porre un rimedio e portarmi la testa di quel maledetto pirata su di un piatto d’argento», disse il doge, congedando con freddezza il comandante della flotta.

L’ammiraglio si sentiva impotente dinanzi a quella minaccia: sapeva come affrontare una flotta nemica, sapeva come assediare dal mare una città fortificata, ma le sue indubbie capacità militari sembravano venir meno dinanzi a un corsaro che colpiva con estrema rapidità, dileguandosi poi come un fantasma. Il Muqatil era diventato il terrore di ogni marinaio che affrontasse le rotte del Mediterraneo.

La nave scivolava lenta nelle acque del Bosforo. La basilica di Haya Sofia dominava lo stretto. Angelo Campagnola si segnò con devozione, immediatamente imitato da Crespi che si trovava al suo fianco.

«I mari diventano sempre più pericolosi, amico mio. E i mori paiono occupati a dar sfogo alla loro unica indole: quella di briganti e di pirati», aveva detto Campagnola ad Alessandro Crespi, mentre la nave si accodava a un convoglio nel mar di Marmara. «Sembra che ogni infedele capace di andar per mare abbia abbandonato le usuali attività come la pesca o i trasporti per scegliere un’occupazione ben più remunerativa: queste acque sono infestate da pirati di ogni tipo, dal ‘generoso’ Muqatil, che fa salva la vita ai prigionieri, ai peggiori assassini che fanno scempio dell’equipaggio. Per questo viaggeremo al seguito di altre dieci navi: in questa maniera ridurremo il rischio di venire attaccati.»

La tempesta che investì la nave dopo due giorni dalla partenza non fu di particolare intensità e durò l’arco di una notte. Al mattino seguente, però, il veliero di Angelo Campagnola aveva perso ogni contatto con il resto del convoglio.

Novembre 2001

Henry Vittard e Grandi raggiunsero il laboratorio di ricerca nella zona settentrionale di Roma in perfetto orario. Una solerte segretaria li fece accomodare nella stanza d’attesa, offrendosi di servire loro un caffè mentre la dottoressa Terracini si liberava per riceverli. I due uomini rimasero stupiti nell’osservare l’ordine asettico che regnava all’interno delle stanze, dove persone in camice rigorosamente bianco si aggiravano affaccendate. Per accedere a quella zona, che peraltro si trovava al di fuori dei locali occupati dal laboratorio di ricerca, avevano dovuto oltrepassare almeno tre porte dotate di vetri blindati mentre alcune telecamere a circuito chiuso avevano ripreso ogni loro mossa.

Sara Terracini, all’interno del suo ufficio, si accingeva ad accogliere i due visitatori, quando il suo telefono prese a trillare.

«Sono Grégoire Funet, non so se si ricorda di me», disse la voce all’altro capo della linea. «Lavoro alla Direction Regionale des Affaires Culturelles du Centre. Ci siamo conosciuti nel corso di alcuni congressi e abbiamo intrattenuto uno… ehm… scambio epistolare…»

E come avrebbe potuto dimenticarlo Sara? Quel viscido funzionario francese avrebbe voluto far pagare danni miliardari per inesistenti lesioni che, a suo dire, alcune opere avevano subito nel corso di una mostra in Italia.

«Mi ricordo benissimo di lei, dottor Funet…» rispose Sara, lasciando intendere dal tono che era il caso che il suo interlocutore venisse subito al dunque.

«La chiamavo per un motivo… ehm, banale… Mi sono permesso di indirizzare a lei un quasi collega impegnato in ricerche subacquee nel Mediterraneo. Si tratta di Henry Vittard, forse ne ha già sentito parlare… Il navigatore transoceanico.»

Le raccomandazioni di mantenere il riserbo, fattele alcuni giorni prima dallo stesso Vittard, non sarebbero comunque state necessarie: Sara Terracini era solita non divulgare alcuna notizia che riguardasse il suo lavoro. Forse si trattava di un insegnamento impartitole da Oswald Breil, fatto sta che soltanto un numero ristretto di collaboratori poteva essere al corrente delle questioni interne del laboratorio, e nessun altro.

«In effetti ho ricevuto una chiamata da questo signor Vittard, ma purtroppo sono talmente impegnata che non posso assumere altro lavoro…»

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «La nave d'oro»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La nave d'oro» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «La nave d'oro»

Обсуждение, отзывы о книге «La nave d'oro» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x