Marco Buticchi - Profezia
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- Название:Profezia
- Автор:
- Издательство:Longanesi
- Жанр:
- Год:2000
- Город:Milano
- ISBN:978-88-304-1651-2
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
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A questo punto il Gran Maestro de Molay si alzò e chiese di parlare. La parola gli venne negata più volte, e la folla riprese a tumultuare. Consultatosi con i messi papali, l’arcivescovo di Sens decise allora di concedergliela, anche se non era previsto. Era sicuro che de Molay avrebbe confermato le confessioni già rese: a un reo confesso non era permesso ritrattare, pena il rogo.
Sulla piazza calò di nuovo il silenzio, e il Gran Maestro prese a parlare, facendo fremere Bertrand, che ricordava la sua voce ferma e profonda e invece adesso la sentiva flebile e malata.
«Proverò onta e vergogna per l’eternità», disse de Molay, «perché ho commesso il più grave dei crimini.» E così detto fece una pausa.
«Il mio crimine», riprese, gettando tutti nello sconcerto, «è stato aver confessato quanto mi è stato estorto con la tortura. Ma l’ho fatto soltanto per porre fine a indicibili sofferenze e sevizie. Perfettamente conscio della pena a cui vado incontro ritrattando, posso ora gridare al mondo intero che l’Ordine è innocente.»
La voce di Geoffroy de Charney, che si associava alla denuncia del Gran Maestro, fu coperta dal trambusto esploso sulla tribuna, quindi le guardie ridussero al silenzio i due prigionieri. Il processo fu immediatamente sospeso, e i giudici si ritirarono in gran fretta tra il vociare sempre più alto della piazza.
Roma. 17 luglio 1999
Sebbene fosse sabato, Sara Terracini era andata al laboratorio molto presto. Aveva parecchie cose da fare, trascurate per dedicarsi alle vicende del Tempio. Comunque la perfetta climatizzazione del suo laboratorio era un modo per sfuggire al caldo soffocante che opprimeva Roma.
«Mi ci vorrebbe proprio una bella vacanza», pensò, scostando i capelli corvini dalle guance che avevano bisogno di un’abbronzatura. «Tipo quella che si sta godendo Gerardo di Valnure: su una nave da crociera sotto il bel sole del Mediterraneo.»
Il pensiero le fece illuminare la faccia da un bel sorriso, mentre controllava meccanicamente la sua casella di posta elettronica. Il messaggio che vi trovò veniva proprio da Gerardo. Poche parole, scritte da chi in quel momento aveva per la testa ben altro che le vicende dei Cavalieri del Tempio. Dalle quali, invece, Sara non riusciva proprio a distogliere la mente.
Dopo pochi minuti, infatti, nonostante tutti i buoni propositi di dedicarsi alle questioni del suo laboratorio, stava studiando per l’ennesima volta la copia del singolare sigillo.
Lasciata la scrivania, si avviò verso la fornitissima biblioteca del suo centro di ricerche. Scelse a colpo sicuro da uno scaffale un libro sui nodi e, tornata nel suo ufficio, vi cercò notizie sulla gassa d’amante. Oltre alle caratteristiche e alla modalità di esecuzione, trovò una breve descrizione in forma di fiaba: « Si costruisce la tana, si fa entrare il serpente. Il serpente esce e gira intorno alla radice dell’albero, ma, spaventato, rientra nella tana ».
Perplessa, prese un pezzo di corda e provò a seguire queste singolari istruzioni. Al terzo tentativo ci riuscì.
Mar Ionio. 17 luglio 1999
La donna estrasse il cordoncino rosso da una tasca dei pantaloni attillati. Composto il nodo quasi senza guardare la corda, lo lasciò penzolare davanti all’uomo. Questi infilò il suo cordoncino nell’anello, assicurando le due estremità con una gassa d’amante. Soltanto allora Hans Holoff disse qualcosa.
Intanto Gerardo di Valnure aveva deciso di fare un po’ di moto, anche per smaltire la magnifica cucina di bordo. Messosi in tuta e scarpe da ginnastica, era quindi sceso alla pista da jogging. Quando uscì sul ponte ebbe l’impressione che Paola avesse appena finito di parlare con un uomo dall’espressione stranamente dura. Ma fu soltanto una sensazione fugace, niente di più. Eppure la faccia del possibile interlocutore di Paola gli aveva dato un senso di disagio, come se lo avesse già incontrato in una situazione imbarazzante.
A un altro piano della nave, Iosif Bykov era seduto nel salotto del suo appartamento. Guardava oltre l’ampia vetrata il mare, che sembrava stesse montando. Una nave come la Queen of Atlantis non poteva certo temere qualche onda, ma le attività di bordo avrebbero probabilmente risentito delle condizioni climatiche.
«Poco male», pensò. «Non sono qui per divertirmi, ma per farla finita con questa brutta storia.»
Un’espressione minacciosa brillò nei suoi occhi di ghiaccio. Conosceva soltanto lui il gran finale che aveva riservato a quell’avventura, una volta sfuggito al ricatto di Fosh e del suo ignoto cliente. Nessuno doveva permettersi di sbarrargli il passo.
Il telefono suonò proprio mentre riesaminava il piano della sua vendetta, elaborato fin da quando era stato messo con le spalle al muro da Fosh.
Si sentì salutare cortesemente in russo dal suo sconosciuto contatto a bordo.
«Ma adesso veniamo agli affari, Bykov. È ora che lei ci comunichi dov’è la merce», aggiunse subito la voce all’altro capo del filo.
«Corre un po’ troppo, amico. Anzitutto non tratterei mai una consegna così delicata per telefono, per cui ritengo sia più sicuro incontrarci. In secondo luogo c’è il problema del pagamento. Non ho notizia che l’accredito sia stato effettuato.»
«Può telefonare all’Institut Bancaire de Lausanne. Le daranno conferma dell’avvenuta rimessa sul suo conto corrente. La richiamo tra pochi minuti per fissare un incontro.»
Già, pensò Iosif, la banca di Fosh avrebbe potuto garantire qualsiasi cosa. Ma personalmente aveva parecchi sospetti sulla sorte a lui destinata quando avesse svelato il nascondiglio delle dieci testate nucleari. Era quasi sicuro che avrebbero cercato di eliminarlo.
Maggie rientrò nella sua cabina: il sole del Mediterraneo le aveva reso ancor più lucente la pelle. Dopo diverse ore trascorse sul bordo della piscina, aveva bisogno di rilassarsi un po’. S’infilò nella vasca idromassaggio e si abbandonò ai getti d’acqua. Da quando era arrivata a Venezia aveva un solo pensiero: Patrick Silver.
Dal bagno sentì la porta della cabina che si apriva. Nel locale fece capolino Timothy, che rimase lì a guardarla nuda nella vasca senza far niente per nascondere la sua eccitazione. Non facevano l’amore da prima del famoso litigio, ma lei non aveva nessuna intenzione di concedersi a un uomo che temeva di non amare più.
Timothy si sedette sul bordo della vasca, sfilandosi i pantaloncini da bagno ed esibendole il suo palese stato di eccitazione. Ma inutilmente: a lei non interessava.
Ignaro del suo stato d’animo, suo marito immerse le mani nell’acqua e prese ad accarezzarla.
«Non adesso, ti prego», provò lei, sperando di farlo desistere.
Le mani scesero invece insistenti fino al pube.
Maggie le afferrò e scostò bruscamente, stringendo di scatto le gambe.
«Mi respingi, Maggie? Mi ecciti ancora di più.»
La destra del marito la afferrò per la nuca, trascinandola a forza verso il pene eretto.
Lei cercò di opporre resistenza, ma, sdraiata com’era in una vasca da bagno, poteva fare poco contro le forti braccia del marito. Ma non accondiscese, costringendolo a masturbarsi lì dov’era, a poca distanza dal suo viso. Constatò con disgusto che la cosa sembrava averlo eccitato ancora di più.
«Non è mai successo che ti rifiutassi», le disse finalmente lui, tornato lucido ma ancora ansante. «E non ammetto questo comportamento da parte di mia moglie», concluse con una luce malvagia negli occhi, mai vista prima.
Patrick Silver nuotava con grande eleganza. L’acqua della piscina, prelevata dal mare, gli massaggiava piacevolmente i muscoli, ma non era soddisfatto.
No, quella vita non faceva per lui. Quei giorni d’inattività li considerava semplicemente un premio per il suo successo «professionale». A quel punto era ricco e avrebbe potuto ritirarsi più che onorevolmente, ma sapeva benissimo che la mancanza di rischio e avventura gli provocava una vera e propria crisi di astinenza. Uscì dall’acqua con un volteggio, sotto lo sguardo interessato di alcune donne sdraiate sul bordo della piscina. No, la vita sedentaria non faceva proprio per lui.
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