Marco Buticchi - Profezia
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- Название:Profezia
- Автор:
- Издательство:Longanesi
- Жанр:
- Год:2000
- Город:Milano
- ISBN:978-88-304-1651-2
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
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Nella dicitura stampigliata sulle cinque casse, oltre alle usuali raccomandazioni per il maneggio si vedeva il marchio di una nota azienda di elettrodomestici industriali: ufficialmente contenevano frigoriferi. L’addetto allo stivaggio ordinò di verificarne il contenuto schiodando un lato: la parete in acciaio del frigorifero industriale rifletté il sole dell’estate italiana. Tracciato un segno sul manifesto di bordo, l’ufficiale passò a ispezionare altre merci.
La coppia sembrava studiare il bric-à-brac esposto in una delle tante bancarelle di souvenir a Rialto. La donna era sui venticinque anni, l’uomo sulla trentina. Apparentemente, una coppia qualsiasi nella fiumana di turisti che affolla perennemente il ponte più suggestivo del mondo. Nessuno avrebbe potuto riconoscere in loro due agenti del più temuto servizio segreto del mondo. Nessuno tranne una vecchia volpe come Hans Holoff.
La donna stava fingendo di guardare una gondola in vetro soffiato, quando perse di vista il vero oggetto della sua attenzione. Il suo sguardo corse immediatamente tra la folla nella direzione in cui, fino a pochi attimi prima, aveva tenuto sotto controllo Holoff. Non lo vide più.
Bastò un impercettibile cenno d’intesa perché i due agenti israeliani si facessero largo tra la calca che affollava il ponte, infilandosi nel dedalo di calli strette e buie.
Stavano ormai correndo, quando Holoff sbucò davanti a loro da un angusto sottopasso. I due agenti non fecero nemmeno in tempo a impugnare le armi: la Smith Wesson «Body Guard» con silenziatore di Holoff esplose due tonfi sordi. I due corpi si accasciarono nella calle deserta. Holoff ripose la pistola nella fondina e tornò con assoluta calma verso il ponte di Rialto.
Gerardo di Valnure era abituato a vivere in un castello, ma il lusso dell’appartamento sulla Queen of Atlantis lo metteva quasi a disagio. Era stata messa a loro disposizione una vastissima camera matrimoniale all’estremità di poppa della nave, con un balcone che si affacciava sul mare. Alla camera si accedeva attraverso un breve corridoio dove, sulla sinistra, si apriva la porta del bagno, dotato di vasca idromassaggio per due persone e angolo doccia-sauna. Sulla destra, invece, c’era una seconda stanza con due letti gemelli, destinata a rimanere inutilizzata per tutta la crociera. Il corridoio portava in un salotto arredato con ottimo gusto. Dava anch’esso sulla balconata lunga quasi otto metri, a strapiombo sul mare.
Paola era andata subito dal responsabile delle manifestazioni a bordo per concordare i suoi spettacoli, e Gerardo, dopo aver curiosato in ogni angolo dell’appartamento, decise di guardare dal ponte esterno lo spettacolo dell’uscita da Venezia.
Lasciato l’appartamento, contraddistinto dal nome Olympus , si scontrò quasi con l’occupante del contiguo appartamento gemello. Lo osservò, scusandosi urbanamente. Era un uomo tarchiato e massiccio, dallo sguardo freddo e distaccato. Vestiva in maniera elegante e portava al polso un vistoso orologio d’oro. Non sembrava americano né europeo. Uno dei nuovi ricchi dell’Est, probabilmente.
Rinnovate le sue scuse, Gerardo si allontanò per il corridoio.
Seguitolo qualche istante con lo sguardo, Iosif Bykov aprì la porta del suo appartamento. No, concluse, il suo vicino non aveva l’aria dell’emissario di un governo determinato a entrare in possesso di una potenza distruttiva tale da creare gravi preoccupazioni persino al Pentagono.
Eppure il fatto che a quell’uomo fosse stato assegnato uno dei due unici appartamenti di lusso della nave era sospetto. Quale modo migliore per fargli tenere sotto controllo proprio lui? Non c’era niente da fare: quella storia continuava a non piacergli.
Ma Iosif aveva preso ogni precauzione, e il Blue Sapphire avrebbe seguito con discrezione la nave per tutto il suo tragitto. A bordo, oltre ai dieci fidati membri dell’equipaggio, c’erano i suoi cinque uomini più esperti.
«Conte di Valnure!» sentì esclamare in americano alle sue spalle da una voce femminile.
Gerardo si girò, e il viso di Maggie Hassler si aprì in un largo sorriso.
«Maggie, che piacere. Che magnifica sorpresa mi ha riservato il destino», disse con galanteria, prendendole la mano e baciandola.
«Oh, il destino. Non lascia mai niente al caso. Permette che le presenti mio marito Timothy e i miei amici?» replicò Maggie, indicando il tavolo da dove si era alzata per salutarlo.
A pochi metri da loro, Lionel Goose la indicò alla moglie.
«Non è Maggie Erriot? Quella di Labyrinth ?»
Erano entrambi fedeli ascoltatori della trasmissione, ed ecco che avevano la possibilità di fare conoscenza con la loro conduttrice televisiva preferita.
Roslin. Scozia. Castello dei conti St Clair. Gennaio 1314
Il tempo è l’unica medicina che possa curare certe ferite. Ma ne era trascorso troppo poco da quando Shirinaze e suo padre erano morti. Bertrand de Rochebrune aveva offerto a Luigi tutto il suo affetto, ma non poteva bastare.
Il giovane aveva prestato giuramento qualche giorno prima, entrando nel Gran Consiglio del Nuovo Ordine, e adesso era un Cavaliere del Tempio a tutti gli effetti. Con gli altri componenti del Consiglio si era assunto il non facile compito di restituire all’antico Ordine l’onore distrutto.
Bertrand lo convocò una sera. Luigi sapeva che de Rochebrune sarebbe presto andato in Francia a cercare aiuti e adesioni da parte dei Cavalieri sopravvissuti, e aveva sempre covato in cuore la speranza che lo portasse con sé in quella missione rischiosa.
«Vorrei che venissi con me in Francia», si sentì dire, provando un tuffo al cuore. «Capisco che il tuo dolore è ancora grande, ma credo che questo viaggio possa essere un modo per pensare ad altro.»
«Non osavo chiederlo, Bertrand. Verrò con entusiasmo. Sono stanco di questa vita sedentaria e delle brume scozzesi, che sanno soltanto riempirmi di malinconia.»
Tel Aviv. 16 luglio 1999
L’ Ha’aretz è il quotidiano di riferimento per politici e intellettuali di Israele e vanta antiche tradizioni, essendo stato il primo giornale pubblicato in ebraico ancora sotto il mandato britannico.
«Morte a Venezia per una giovane coppia d’israeliani», diceva il titolo a caratteri cubitali.
«Abbiamo provveduto che non comparissero riferimenti all’’Istituto’ o al vero lavoro dei due ragazzi», disse Erma, posando il giornale sul tavolo e guardando Oswald.
«Comunque due nostri ottimi agenti sono stati assassinati mentre tenevano d’occhio Hans Holoff. Un lavoro da professionista, e sono convinto che sia stato lo stesso Holoff», replicò Breil.
«Sì, soltanto un professionista come lui poteva volatilizzarsi in quel modo. È scomparso senza lasciare traccia. Stiamo esaminando tutti i filmati delle telecamere a circuito chiuso dell’aeroporto, della stazione e dei caselli autostradali, ma finora niente. Mi sembra però inverosimile che Holoff sia rimasto a Venezia dopo aver capito che lo avevamo scoperto.»
Oswald studiò le fotografie scattate dalla coppia di agenti prima di essere uccisi. Splendide immagini di Venezia, ma sempre, magari in un angolo e fuori fuoco, con la figura di Holoff.
Una di esse lo colpì in particolare. I fumaioli di una nave svettavano sopra i tetti delle case. Le iniziali della compagnia di crociera erano in blu con bordi d’oro.
«MCL», mormorò. «Sappiamo che nave è, Erma?»
«Maritime Cruise Lines, una compagnia statunitense, e quello è il loro ultimo gioiello, la Queen of Atlantis , la nave passeggeri più grande del mondo. È salpata da Venezia nelle prime ore del pomeriggio di ieri con circa tremila croceristi a bordo.»
«Gli italiani ci hanno inviato qualche filmato dell’imbarco?»
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