Marco Buticchi - Profezia
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- Название:Profezia
- Автор:
- Издательство:Longanesi
- Жанр:
- Год:2000
- Город:Milano
- ISBN:978-88-304-1651-2
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
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Luigi lo superò di slancio e balzò subito a terra, precipitandosi verso la scala che conduceva nel castello. Ibn ben Mostoufi lo raggiunse nel salone, trovandolo inginocchiato accanto a Shirinaze morente.
«Me ne vado, amore mio», gli disse la sventurata con l’ultimo filo di voce. «Promettimi che avrai cura di nostro figlio.»
«Rimani con noi, Shirinaze», gridò Luigi disperato, con gli occhi pieni di lacrime. «Guarda chi ti ho portato.»
Ibn ben Mostoufi si chinò sulla figlia che amava come la sua stessa vita e che la sorte malvagia gli stava per rapire una seconda volta, e questa volta per sempre. Le sfiorò il viso con intensa dolcezza.
Gli occhi di Shirinaze lo fissarono qualche istante, annebbiati. Ma improvvisamente s’illuminarono dell’ultima lucidità che precede la morte. I recessi più oscuri della sua memoria parvero colpiti da un raggio di luce.
«Padre! Padre!»
Ibn ben Mostoufi scoppiò in singhiozzi, portandosi la sua mano alla guancia in una stretta disperata.
«Come sta il conte Lorenzo?» riuscì ancora a chiedere la morente a Luigi.
«Ha una ferita grave, ma i suoi domestici lo stanno curando. Stai tranquilla, amore mio, non agitarti. Se è ancora vivo lo deve a te.»
«È stato molto buono con noi.» E improvvisamente gli occhi della poveretta si riempirono di nuovo terrore.
«E… de Ceillac?»
Inorridito, Luigi guardò per la prima volta il corpo steso sul pavimento. Non lo aveva riconosciuto. La testa era spaccata da una fenditura che la divideva in due parti quasi uguali. La faccia era lorda di sangue coagulato, che colava fino a terra.
«È morto», mormorò.
«Lo maledico», disse Shirinaze con un ultimo, straziante sforzo. «Lo maledico per tutto il male che ci ha fatto. Abbraccia per me Bertrand, marito mio: devo a lui questi anni di vita bellissima con te. Maledico invece ancora chi ha disonorato gli ideali dei Cavalieri del Tempio. Ti supplico, Luigi, sii vigile e coraggioso, impedisci che altri, usurpando il nome dei Templari, possano in futuro utilizzarlo per i loro turpi fini. Porta a nostro figlio l’ultimo bacio della sua mamma. E Dio mi perdoni», concluse con un filo di voce divenuto ormai quasi impercettibile.
E i suoi occhi si chiusero per sempre.
New York. 13 luglio 1999
Maggie Erriot pensava che la difficoltà ad addormentarsi fosse dovuta all’eccitazione per la partenza, l’indomani mattina. Ma poi capì che stava arrivando la sensazione.
Vide una donna morente. Aveva la pelle scura come la sua e un viso giovane e dolce, ma profondamente segnato dal dolore. Stava morendo tra le braccia di due uomini, in una sala dalle pareti di pietra, illuminata da torce e bracieri. Le sue ultime parole le s’impressero nella mente: « Impedisci che altri, usurpando il nome dei Templari, possano in futuro utilizzarlo per i loro turpi fini » .
Pat Silver, in splendida forma, spingeva con passo atletico il carrello portabagagli nella sala partenze internazionali dell’aeroporto Kennedy di New York. Tra i viaggiatori diretti a Roma vide il volto amico di Derrick Grant. I due vecchi amici si salutarono con calore.
Completato il check-in, si accomodarono nella zona riservata ai viaggiatori di prima classe, entrambi con lo sguardo fisso sull’entrata.
«Sono passati vent’anni», disse Pat con espressione quasi sognante. «Come vola il tempo. Ma eccoci di nuovo qui ad aspettare che ci raggiungano Annie e la nostra Venere Nera. Mancano soltanto un tavolino a tre gambe e un compressore elettrico, e si potrebbe organizzare un’altra seduta spiritica.»
«Ah, no. Ci mancherebbe altro. La prima è stata più che sufficiente.»
Dalle porte scorrevoli videro finalmente entrare Maggie, in pantaloni leggeri e comodi. La camicia bianca metteva ancor più in risalto il suo colore ambrato. Si era vestita in modo casual per il volo transcontinentale, ma le sue curve risaltavano ugualmente sotto gli indumenti larghi.
Al suo fianco, Timothy avanzava con piglio quasi militaresco, da bravo agente federale. Visti Derrick e Pat, li salutò con la mano e si diresse verso di loro.
Pat sfiorò le guance di Maggie con un bacio, gustandone il profumo fresco.
Annie Ferguson li raggiunse poco dopo. Pur non essendo mai stata una gran bellezza, ai tempi dell’università aveva un certo successo. Ma dei quattro era quella che aveva sofferto di più il trascorrere degli anni. Portava occhiali da vista con la montatura in tartaruga e non era molto elegante. Tuttavia i suoi occhi azzurri, ancora molto belli, sprizzavano felicità. Aveva manifestato tutto il suo entusiasmo fin da quando Derrick le aveva proposto la vacanza. Ed era felice di poter riabbracciare i suoi amici più cari, lontana finalmente dalla routine del laboratorio.
Il volo partì in perfetto orario. Maggie, stanca per la notte insonne, trovò subito la posizione giusta nella comodissima poltrona di prima classe e sprofondò in un sonno pesante.
Castello di Valnure. Settembre 1313
Lorenzo di Valnure morì quindici giorni dopo Shirinaze. Per diritto ereditario il castello sarebbe passato ad Alessandro, il primogenito, per cui Luigi decise di lasciare quel luogo che per lui significava soltanto ricordi di morte.
Nei giorni difficili in cui, già oppresso dal dolore per la morte di Shirinaze, aveva assistito il padre morente, era arrivato a benedire la presenza di Ibn ben Mostoufi. L’anziano emiro lo aveva riempito di affettuose attenzioni e aveva addirittura conquistato il piccolo Lorenzo.
Una settimana prima della data fissata per la partenza, Ibn ben Mostoufi disse a Luigi che voleva parlargli.
«Vorrei pregarti di affidarmi Lorenzo», disse a Luigi, il quale lo guardò sulle prime stupefatto, ma poi, ascoltando le sue sagge parole, andò via via convincendosi che aveva ragione.
«Vuoi che tuo figlio cresca tra continue peregrinazioni, fughe, rischi? Ricordati che sei un fedele di Bertrand de Rochebrune, il ricercato numero uno del re di Francia. E prima o poi gli inglesi potrebbero conquistare la Scozia. Vuoi che quel piccolo innocente senza madre soffra ogni tua vicissitudine?» concluse Ibn ben Mostoufi con voce rotta dall’emozione.
«Vorrei che mio figlio crescesse nella Cristianità», mormorò Luigi.
«E per un Dio diverso soltanto nel nome dal mio, sacrificheresti la vita di tuo figlio? Ebrei, cristiani, musulmani, siamo tutti figli del Libro che voi chiamate Bibbia, discendenti di Abramo-Ibrahim. Dio è Grande e Uno. No, Luigi sono l’unico che possa prendersi cura di Lorenzo e garantirgli l’esistenza serena a cui la sua innocenza gli dà diritto.
«È tutta la vita che viaggio, e sono stanco. E tu hai addirittura percorso rotte sconosciute. Potremmo trovarci di quando in quando qui in questo stesso castello, e riusciresti probabilmente a vedere tuo figlio più spesso che se lo portassi con te in Scozia. Ovviamente le porte della mia casa ti saranno sempre aperte.»
Luigi rimase zitto, ma sapeva che il saggio emiro aveva ragione.
Italia. 14 luglio 1999
«Le dieci testate ci verranno consegnate alla data stabilita», confermò Hans Holoff al Consiglio riunito nella villa sulla Via Appia.
«Benissimo. Il piano può scattare», disse il Gran Maestro. «Tu ti imbarcherai domani pomeriggio sulla Queen of Atlantis come un qualsiasi crocerista. Con i fratelli che ti raggiungeranno sulla nave controllerai la consegna e provvederai a eliminare il pericoloso testimone che sai.» Quindi, rivolto al Consiglio, concluse: «Ognuno di voi ha un compito preciso e molti adepti da guidare e controllare. È arrivato il momento».
L’Hotel Danieli è a pochi passi da piazza San Marco, e l’edificio originale in cui si trova viene fatto risalire alla fine del XIV secolo, costruito da una potente famiglia veneziana. Divenuto poi sede dei Dogi Dandolo, è da tempo stato trasformato in uno degli alberghi più famosi e suggestivi del mondo. Nelle sue nove suite e oltre duecento stanze si sono consumati amori celebri: George Sand e Alfred de Musset, Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse…
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