Marco Buticchi - Profezia
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- Название:Profezia
- Автор:
- Издательство:Longanesi
- Жанр:
- Год:2000
- Город:Milano
- ISBN:978-88-304-1651-2
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
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Le operazioni di spoglio iniziarono immediatamente, e i due maxicomputer cominciarono a esaminare a una a una tutte le combinazioni giocate.
Fu verso metà dello spoglio che una delle due macchine si bloccò. Sul monitor comparve la scritta Bad Cluster. un dato era illeggibile.
«Autorizziamo l’intervento del tecnico», dichiarò subito il responsabile federale.
Impassibile, Pat si sedette alla tastiera, digitando con sicurezza alcuni comandi, ma scosse la testa.
«Devo collegare il computer centrale con il mio portatile», disse, «e sperare che i miei programmi di correzione riescano a superare il blocco.»
Quindi collegò con mosse esperte il cavo e inserì un CD-Rom nel lettore del suo portatile. Un’icona sul monitor lo informò che i due computer erano in comunicazione.
Nessuno poteva sospettare che stesse modificando su tutte le memorie fisse e mobili del sistema l’unica schedina vincente, inserendovi i numeri appena sorteggiati.
«Fatto», disse finalmente in tono neutro, alzandosi, mentre la macchina principale riprendeva il suo sordo ronzio.
Poco più tardi, con tutta la solennità richiesta dal momento, il responsabile federale si portò davanti alle telecamere.
«Lo spoglio ha evidenziato una sola vincita di prima categoria. Espletati i dovuti controlli, il vincitore riceverà otto milioni e duecentomila dollari.»
Pochi minuti dopo, la sede della US Gambling Lotteries era deserta. Pat era stato uno dei primi ad andarsene: per consentire l’espletamento dei «dovuti controlli», doveva precipitarsi a stampare con il suo terminale la schedina vincente.
Ventiquattro ore più tardi la sera colse di nuovo Derrick Grant nel suo ufficio, ancora al lavoro.
«C’è l’ingegner Silver in linea, avvocato. Glielo passo?» gli chiese la segretaria.
«Ehi, Pat, qual buon vento?»
«Vento di poppa, Derrick. Se rimani in ufficio ancora un po’, vengo lì. Ho da dirti una cosa molto importante.»
Esattamente diciotto minuti più tardi i due ex compagni di campus si stringevano la mano con calore.
Derrick notò che l’amico si era appena rasato. Anzi, da certe zone chiare della faccia si sarebbe detto che per qualche tempo avesse portato i baffi. Anche i capelli sembravano tagliati di fresco.
Pat Silver prese dal portafogli una schedina di lotteria e gliela porse.
«Che cos’è?» chiese Derrick, guardandola.
«Un assegno al portatore di otto milioni, duecentomila dollari e spiccioli. E ti chiedo d’incassarlo.»
«Vuoi dire che hai vinto alla lotteria?»
«Esatto, Derrick. Ho vinto il primo premio dell’estrazione di ieri sera. Era un sacco di tempo che giocavo una serie di sistemi elaborati da me stesso. E adesso mi occorre un legale che si occupi dell’incasso, garantendomi l’anonimato. Non voglio trovarmi addosso tutti i parenti fino al ventesimo grado.»
Derrick stava girando e rigirando il tagliando tra le dita. «Sei proprio sicuro che sia la schedina vincente? L’hai giocata di persona? Non vorrei che si trattasse di una contraffazione.»
« È la giocata vincente, Derrick, autentica al cento per cento. E in ogni caso non rischi niente: sei un legale che assiste un cliente.»
«Sarà.»
«Che cosa mi tocca sentire. Un avvocato esita a riscuotere una vincita alla lotteria, e poi magari non si pone nessun problema ad assistere un assassino.»
«Una cosa è il diritto alla difesa e un’altra il favoreggiamento di un reato. Comunque non voglio e non devo sapere altro: domattina farò presentare il tagliando vincente all’incasso.»
«Grazie, avvocato.»
«L’inattesa ricchezza non ti farà cambiare idea circa la crociera?»
«Neanche per idea. Al contrario. Ma, mi raccomando: acqua in bocca con tutti.»
«Segreto professionale», replicò Derrick, strizzandogli l’occhio.
Mediterraneo. Giugno 1313
La nave di Aniello aveva lasciato ormai da molte ore il porto e, dopo aver costeggiato la costa settentrionale dell’isola fino alla sua estrema punta occidentale, aveva virato a sinistra verso il Mediterraneo aperto, diretta a Malta per proseguire nel suo viaggio e nelle sue attività commerciali.
Ancora oppresso dal rifiuto ricevuto dai Cavalieri di San Giovanni, Luigi di Valnure era appoggiato alla murata di dritta, con lo sguardo perso nell’immensità del mare, da cui il sole faceva levare violenti barbagli.
Il mercante amalfitano gli si avvicinò e gli posò affettuosamente una mano sulla spalla destra, stringendogliela. Di più, per dargli conforto, non avrebbe potuto fare.
«Non crucciarti, Luigi», disse. «Hai fatto il tuo dovere. Avevo avvertito Bertrand che si trattava di un tentativo disperato, ma era giusto farlo. Il rifiuto dei Cavalieri di San Giovanni lo amareggerà, ma non poteva andare diversamente. Checché possa averti detto Folco de Villaret, gli Ospedalieri aspirano all’assegnazione dei beni rimasti del Tempio, come ha suggerito a Filippo il Bello il suo giurista Pierre Dubois. Dovrete cercare aiuto altrove.
«Adesso, però», continuò Aniello, «dovremo tenere gli occhi molto aperti. Come vedi, il forte vento che scende dal Peloponneso ci sta mettendo a dura prova. E non è raro che i mori arrivino fino a qui con le loro navi nei loro commerci con i correligionari turchi Mentesce, che dominano molte zone costiere dell’Anatolia sottratte a Costantinopoli. Siamo in una stagione in cui di solito evitano questa canicola, ma non si sa mai.»
Castello di Valnure. 4 luglio 1999
«Si parte il 15 da Venezia», annunciò allegramente la voce di Paola Lari nella cornetta. «E le Maritime Cruise Lines hanno mostrato una grande signorilità: ci è stato assegnato un appartamento extra lusso. Pensa, sono soltanto due su più di milletrecento cabine.»
«Magnifico, ma voglio contribuire per la mia quota. Che tu sia ospite della compagnia è logico, ma io…»
«Non pensarci nemmeno. L’ufficio pubbliche relazioni delle Maritime Cruise Lines mi ha spontaneamente offerto ospitalità per un accompagnatore.»
Non appena conclusa la telefonata, Gerardo tornò alle ricerche che stava facendo su Internet, finché dal computer sentì arrivare uno scampanellio. Lo stava chiamando Sara Terracini.
Chiusa la pagina che stava consultando in rete, aprì immediatamente il programma di linguaggio criptato. ‹TROVATO QUALCOSA DI NUOVO?› vide scorrere nella finestra in basso sul suo monitor.
‹NIENTE D’INTERESSANTE. E TU?›
‹RICORDI QUEL MIO AMICO IMPORTANTE?›
‹QUELLO CHE MI HA PROCURATO I DOCUMENTI PER ANDARMENE ALLA CHETICHELLA A ROSLIN?›
‹ESATTAMENTE. DOPODOMANI SARÀ A ROMA PER UNA VISITA UFFICIALE. È UN PERSONAGGIO ‘MOLTO’ IMPORTANTE. MI HA CHIESTO SE POSSIAMO VEDERCI TUTTI E TRE PER PARLARE DEL FAMOSO NODO MARINARO. PUOI?›
‹NON POTREI MAI MANCARE. A CHE ORA E DOVE?›
‹IL MIO AMICO VERRÀ DA ME NEL PRIMO POMERIGGIO.›
‹ARRIVO ALLE DUE E MEZZO.›
Quando si furono salutati, Gerardo tornò ai motori di ricerca di Internet, ma con suo profondo disappunto fu nuovamente interrotto dal telefono.
«Scusami se ti disturbo di nuovo», gli disse Paola. «Presa com’ero dalla notizia della crociera, mi sono scordata di chiederti ospitalità per dopodomani.»
«La mia casa è sempre aperta per te. Hai le chiavi. Io però rientrerò piuttosto tardi. Ho da fare a Roma nel primo pomeriggio.»
«Un incontro galante?»
«Magari. Macché, un incontro con una grossa organizzazione turistica, per il castello», rispose Gerardo, preferendo ancora una volta la prudenza. Ma era lusingato dalla velata nota di gelosia nascosta nelle parole di Paola.
Mediterraneo. Giugno 1313
I timori di Aniello trovarono purtroppo conferma al tramonto. La sua nave da carico era ormai da tempo in mare aperto, quando nella sua scia apparve un vascello dall’inconfondibile sagoma moresca. Era una nave da guerra. In lontananza si vedeva una lunga fila di vele più piccole, sicuramente una flotta di commercianti a cui la nave più grossa faceva da scorta.
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