Marco Buticchi - Profezia
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- Название:Profezia
- Автор:
- Издательство:Longanesi
- Жанр:
- Год:2000
- Город:Milano
- ISBN:978-88-304-1651-2
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
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Fosh arrivò puntuale. Sedutosi sotto il grande ombrellone bianco, accettò un flûte di champagne, asciugandosi il sudore dalla fronte.
«La consegna del materiale dovrà essere effettuata a bordo della Queen of Atlantis tra il 15 e il 25 luglio. Le dieci testate verranno ritirate da alcuni incaricati del mio cliente. Stabilisca lei il prezzo. Come le ho detto, non ci sono problemi.»
«Invece qualche problema c’è», ribatté con durezza Iosif. «Devo procurarmi un missile nucleare transcontinentale, rimuovere le dieci testate e imbarcarle su una nave da crociera in meno di un mese. Pensa che sia un giochetto? Cercherò di fare il possibile. Quanto al prezzo, faccia accreditare cento milioni di dollari sul conto della mia società.»
«Via, via, Drostin , la conosco bene e so che i problemi che continua a fingere di avere in realtà non esistono. Sono convinto che dopo il nostro incontro lei non è rimasto inattivo. Ricordi comunque che il mio cliente non ammette ritardi. Il pagamento, ovviamente, avverrà alla consegna, Drostin. » E Fosh ripeté il vero cognome di Iosif sottolineandolo con uno sguardo minaccioso.
Iosif rimase impassibile, ma dentro di sé ribolliva.
«Chi si occuperà della consegna?» continuò Fosh.
«Io personalmente, con alcuni uomini fidati. È un’operazione troppo importante per delegarla ad altri.»
«Molto giusto. Infatti il mio cliente si è già premurato di prenotarle uno dei due appartamenti di lusso della Queen of Atlantis. »
Acque territoriali portoghesi. Giugno 1999
La Queen of Atlantis aveva appena lasciato il porto di Lisbona, riempiendo l’aria con tre alti squilli della sirena in segno di saluto.
Lionel Goose stava effettuando come sempre la sua passeggiata serale sul ponte numero quattro, dove c’era una pista da jogging in materiale sintetico.
Stava osservando, oltre la barriera di protezione, alcuni croceristi che si esercitavano nel tiro al piattello, dicendosi che prima della fine della crociera avrebbe provato anche lui quello sport, quando fu costretto ad appoggiarsi alla balaustra, piegandosi in avanti. Il dolore era cominciato nella parte bassa della schiena, salendo fino al centro delle scapole. Un dolore non molto forte, ma acuto, costante. Come se una mano gli premesse sui polmoni. Gli fece paura.
Lionel si chiese a quale sforzo avesse sottoposto la colonna vertebrale in quegli ultimi giorni. Forse si era esposto inavvertitamente a uno spiffero maligno di aria condizionata.
Ma finalmente, con una calma che lo meravigliò, capì la verità: era il suo Male.
Arthur Di Bono radunò in plancia gli ufficiali e gli otto addetti alla sicurezza della nave.
«Tra poco entreremo nel Mediterraneo, e in seguito ci dirigeremo verso le coste mediorientali. È dunque indispensabile la massima sorveglianza: una nave come la nostra potrebbe costituire un ottimo obiettivo per un gruppo terroristico in cerca di un’azione spettacolare. Vi ricordo quindi le procedure per il reimbarco dei passeggeri dopo le escursioni: scrupolosa verifica dei documenti, obbligo di controllo personale con il metal detector e dei bagagli a mano con i raggi X. Per gli imbarchi delle prossime tappe, inoltre, non bisognerà mai fidarsi dei controlli a terra, ma sarà obbligatoria una seconda ispezione a bordo. Speriamo che sia una precauzione eccessiva, ma ciascuno di voi dispone di una copia delle chiavi dell’armeria.»
New York. Giugno 1999
Timothy era ripartito per Washington, e Maggie si trovò finalmente sola con i suoi pensieri, con le sue amarezze e con lo spettro di avere sbagliato una buona parte della vita.
Per scacciare pensieri tanto spiacevoli, cominciò senza precisamente volerlo gli esercizi di respirazione e rilassamento che preludevano alle sue sensazioni. Non lo faceva da molto tempo, e si stupì della prontezza con cui il suo corpo e la sua mente risposero. Cominciò subito a sentirsi più leggera, sebbene con le palpebre più pesanti. Ancora una volta le parve che il corpo si sollevasse dal letto. Cadde in trance vigile.
Il volto del bambino le apparve con i contorni sfumati di un sogno. Le parole che pronunciò le si scolpirono invece nella mente come incise da uno scalpello sulla pietra.
« L’Anticristo è qui, il suo demoniaco volere mira al Trono di Pietro. La Signora Lucente lo aveva predetto: nella sua brama di sangue il Maligno cercherà di distruggere il mondo, affinché l’umanità disorientata e impaurita lo adori come il nuovo Dio. Satana regna sui potenti e mira a impossessarsi dei vertici della Chiesa. I suoi adepti dispongono di armi capaci di distruggere gran parte dell’ umanità. Se gli uomini non reagiranno alla minaccia, verrà il tempo di tutti i tempi e la fine di tutte le fini. Onde alte come montagne sconvolgeranno gli Oceani e invaderanno le città. Milioni di uomini moriranno, e chi rimarrà in vita invidierà chi è morto. Il Maligno s’impossesserà del potere del Sole e lo utilizzerà ai suoi sordidi fini. Voi potete impedire che questo avvenga. Siete i prescelti dalla Signora Lucente. Voi potete salvare la Terra. »
Porto Cervo. Giugno 1999
Il Blue Sapphire era pigramente all’ancora nella baia dell’isolotto di Mortorio. Costruito cinque anni prima dai cantieri De Vries di Aalsmeer, in Olanda, era interamente in acciaio per una lunghezza fuori tutto di 49,99 metri. I tre motori Caterpillar da 2400 cavalli ciascuno potevano spingerlo alla velocità di ventiquattro nodi. Non un’imbarcazione velocissima, dunque, ma a chi l’aveva ordinata e progettata interessava soprattutto il comfort. Le sue quattro cabine, infatti, ricordavano più un lussuoso appartamento che lo spartano alloggio di una barca.
Iosif Bykov lo aveva comperato da un magnate arabo, dandogli subito un nuovo nome: quello della pietra, lo zaffiro blu, che lo zar Nikolaj Romanov era solito regalare alle figlie a ogni compleanno. Assieme alle altre, quella pietra era alla base della sua fortuna.
Come il banchiere Fosh non aveva faticato a capire, Iosif era abituato a trattare questioni che era un eufemismo definire «riservate». Ogni apparecchio telefonico che utilizzava era dunque protetto da uno strumento che ne impediva l’intercettazione. E gli apparecchi del Blue Sapphire , collegati al sistema satellitare, non facevano eccezione.
«Ho trovato quello che cerchi», gli disse il suo braccio destro dall’altro capo della linea.
«Fissami un appuntamento con il venditore. Arrivo a Mosca.»
12
Stretto di Gibilterra. Luglio 1999
La rocca si stagliava sulla sinistra, alta e minacciosa. Il comandante Di Bono la osservò per qualche istante, senza però perdere mai di vista l’intenso traffico marittimo tra la costa africana sulla dritta e quella europea a sinistra. Tra quelle scogliere e nel Mediterraneo si sentiva quasi a casa.
La Queen of Atlantis navigava sicura verso Malaga, e nessun incidente aveva turbato la vita di bordo. Le mani forti del comandante accarezzarono i piani in legno della plancia, quasi in un ringraziamento per la nave, che si comportava da vera regina degli Oceani.
Poco lontano da lui Lionel Goose si alzò dal letto e rimase a lungo a osservare Gibilterra scorrere oltre l’ampia vetrata della sua cabina. Sembrava quasi che un costruttore celeste si fosse divertito a versare migliaia di tonnellate di cemento dall’alto, tanto la parete era levigata.
Un colpo di tosse gli provocò un nuovo leggero dolore. Senza dire niente a Lisa, ancora a letto, andò in bagno.
Rientrò nella stanza poco dopo e si rimise a letto. A Lisa fu sufficiente uno sguardo per capire che qualcosa non andava.
«Che cosa c’è, Lionel?»
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