Giuseppe Giacosa - Resa a discrezione

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FILIPPO

Il solo fatto di affrontare i rischi di un viaggio…

ANDREA

Non esageriamo. Ne sono già tornati dai mari polari.

FILIPPO

Finirò per aver più merito io, che me ne sto qui a far la corte a queste signore.

ANDREA

Dicono infatti che sia una navigazione assai più difficile.

ELENA ( levando la testa e guardandolo fiso )

È pericolosa?

ANDREA

Sono tentato di crederlo, Marchesa.

ELENA

Per esperienza?

ANDREA

Un'esperienza di cinque minuti.

ELENA

Oh! Come farà a smaltire di simili galanterie laggiù nella solitudine?

ANDREA

Farò economia.

GEMMA

È già tanto ricco!

FILIPPO

L'avevo detto? A sentir discorrere di un uomo che va ai mari polari, lo si immagina selvatico come un orso bianco.

ANDREA

Al contrario, adoro la società!

GEMMA

E perchè l'abbandona?

ELENA

Oh, Gemma! Non indaghiamo i segreti d'un uomo di quell'età.

ANDREA

No, no, non ho segreti da nascondere e non sono più romantico che selvatico. Non ho nè dolori da vincere, nè disinganni da consolare. Faccio la mia strada e cerco che non sia la strada maestra dove passano tutti. Come vede, mi confesso ambizioso; ma per emergere dalla folla bisogna essere più alto degli altri, mentre anche un uomo di media statura, se cammina solo, lo si vede da lontano.

ELENA ( carezzevole a Filippo )

Filippo, passatemi quello sgabello.

FILIPPO

Subito. ( le porta lo sgabello e glielo mette sotto i piedi ).

ELENA ( c. s. )

E abbassate un po' il paralume, la lampada mi fa male agli occhi.

FILIPPO

Ecco. ( eseguisce ).

ELENA ( gli porge la mano e con tonodi molto sentimento dice: )

Grazie, mio buon amico.

FILIPPO ( sorpreso )

Oh! ( bacia la mano ).

ELENA ( c. s. )

Voi, poveretto, solo non ci andreste, eh?

ANDREA

È così bene accompagnato!

ELENA ( piano a Filippo )

Fa una grande ostentazione di semplicità.

FILIPPO

Vi dispiace?

ELENA ( c. s. )

Siete meglio voi, cento mila volte.

FILIPPO ( sempre più stupito )

Oh!

ELENA ( c. s. )

Quasi quasi gli do la sua lettera. Eccola.

FILIPPO ( c. s. )

Che viltà!

ELENA ( c. s. )

Mi è antipatico. Basta, vedremo. Andate di là.

(Filippo torna dall'altra)
ANDREA ( seguitando un discorso con Gemma )

Sissignora, ci sono andato un'altra volta; ma dopo di essere stati sei giorni bloccati dai ghiacci dovemmo riparare in Norvegia.

(Elena mentre Andrea parla, tiene la lettera in mano col braccio penzoloni lungo il fianco esterno del seggiolone, più volte sorridendo a mezze labbra fa cenno di mostrare la lettera. Filippo la guarda e le fa dei segni col capo e colla bocca. Concerto. Tutti e due sorridono – Andrea ha notato il giuoco e ne è un po' sconcertato)
GEMMA

Chi sa quei sei giorni che apprensione!

ANDREA

Passarono in un attimo, nei preparativi dell'invernata e fummo liberi prima d'avvertire che… (a Filippo che fa cenni ad Elena) Dica.

FILIPPO

Io?

ELENA

Scusi un po', sig. Sarni, la colpa è mia. Interrogava a cenni il mio amico Filippo, per sapere se devo mandare al suo recapito una certa lettera ch'egli conosce. Giusto, lei farà l'oracolo.

ANDREA

Io?

ELENA

Sì. Lei ignora di che si tratta, quindi il suo verdetto avrà tutta la cecità che si richiede ad un verdetto della sorte. Vuole rispondere?

ANDREA

Ma si può conoscere almeno a chi è diretta la lettera?

ELENA

Ah no! ( guarda Filippo ridendo ) Il nome del destinatario le direbbe ogni cosa.

ANDREA ( fra sè )

È lui! Che parte mi fa fare? ( forte ) È una lettera importante?

ELENA ( ridendo )

Se andasse al suo recapito, sarebbe tenuta per tale.

ANDREA

Ebbene. ( fra sè ) Vediamo. ( forte ) Io non la manderei.

ELENA

Davvero?

ANDREA ( ridendo )

L'oracolo ha parlato.

ELENA

E sia. ( mette la lettera nel cassetto del tavolino ).

ANDREA

Però trovo strana questa irresolutezza in una Signora. Le donne pel solito deliberano prontamente.

ELENA

Ha in così buon concetto le donne?

ANDREA

Buono, non saprei. Gli uomini sono più irresoluti prima di deliberare, ma più fermi e perseveranti dopo.

ELENA

Sicchè lei quando ha deciso di fare una cosa…

ANDREA

La faccio.

ELENA

Per esempio, il suo viaggio non c'è nulla che potrebbe smoverla dal farlo?

ANDREA

Oh… certo.

ELENA

Proprio nulla?

ANDREA

Oh Dio, potrei ammalare…

ELENA

No… No.

ANDREA

Ebbene, fuori di questo non vedo quale altro impedimento mi potrebbe trattenere…

ELENA

Non vede? Mi rallegro con lei.

ANDREA ( fra sè )

Che strana donna!

ELENA

A proposito del suo viaggio, guardi che quasi me ne scordavo. Mio zio le doveva portare stassera una commendatizia.

ANDREA

Ecco, senza di quella, per esempio, temo che il mio viaggio sarebbe in grande pericolo.

ELENA

Ah! ma quella c'è. Mio zio non venne stassera perchè è un poco indisposto. Mi manderà la lettera domattina. Se vuole passare a prenderla in casa mia, o se mi lascia detto dove gliela posso mandare.

ANDREA

Oh! verrò io.

ELENA

Così avrò il piacere di rivederla.

ANDREA

A che ora?

ELENA

Verso le undici, le va?

ANDREA

Benissimo. Anche più tardi, se crede.

ELENA

No, io mi alzo per tempo. È inteso?

ANDREA ( levandosi )

La ringrazio.

ELENA

Non ho detto per congedarla. Non è tardi. – Siamo in pochi. – La Contessa è la mia migliore amica, Filippo è di casa; segga là, e si lasci andar a discorrere. Qui non si creano celebrità. Ci parli delle sue speranze, dei suoi propositi, ci descriva quegli spettacoli terribili ed immaginosi. Vuole?

ANDREA

Ma…

GEMMA

Sì, sì.

ELENA

Filippo, diteglielo anche voi.

FILIPPO

Che potrebbe mai la mia povera parola?

ANDREA

Oh, molto! La Marchesa mostra di fare un tale conto di lei!

ELENA

Una serata passata in questo modo fa fare dei gran passi all'amicizia. Sarà un pegno che ci lascia di non scordarci al ritorno. E noi lo rammenteremo molte volte. Quando lei sarà laggiù, nella gran notte polare, potrà pensare: in questo momento nel mio paese in un salotto intimo dove il caso m'ha fatto entrare, c'è della gente che dice: Dov'è? Che fa? Quando tornerà? Che commenta i miei discorsi e fa voti perchè si avverino le mie speranze. Perchè parleremo spesso di lei. ( a Filippo molto carezzevole ) Non è vero, Filippo?

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