Giuseppe Giacosa
La zampa del gatto / Teatro in prosa vol. II
Marcello
Fabrizio
Livia
Anselmo, vecchio domestico di Marcello
Clemente, domestico di Fabrizio
Marcello poi Anselmo
Appena levato il sipario si ode di fuori una scampanellata
MARCELLO ( che stava scrivendo si alza )
Ah! finalmente! ( lunga pausa ) Che tempo ci mette! ( suona due volte il campanello. Anselmo entra ).
È la posta?
ANSELMO
No, signore. È venuto Clemente.
MARCELLO
A che ora arriva la posta?
ANSELMO
Verso le tre.
MARCELLO ( guarda l'orologio )
È appena il tocco e mezzo. Va pure.
ANSELMO
C'è Clemente che dice…
MARCELLO
Chi è Clemente?
ANSELMO
Il domestico del barone Fabrizio.
MARCELLO
E che vuole?
ANSELMO
Ha detto di avvertirla che è venuto.
MARCELLO
Che è venuto chi?
ANSELMO
Che è venuto lui Clemente.
MARCELLO
A far che?
ANSELMO
Non lo so.
MARCELLO
Domandaglielo.
ANSELMO
Sissignore. ( via )
MARCELLO
La mia lettera l'ha avuta ieri. Vediamo ( guarda un orario delle strade ferrate )… ieri alle tre. Ha risposto subito di certo: impostando ieri sera, la risposta doveva arrivare stamane; mettiamo un corriere in ritardo… arriva oggi. ( Anselmo torna ) Che c'è?
ANSELMO
Ho domandato a Clemente.
MARCELLO
Ebbene?
ANSELMO
Non ha altro da dire. Il barone lo manda e deve consegnarsi arrivando.
MARCELLO
Fallo entrare.
Marcello, Anselmo, Clemente
ANSELMO ( dall'uscio )
Clemente. ( Clemente entra ).
MARCELLO ( a Clemente )
Che ordini vi ha dato il vostro padrone?
CLEMENTE
Mi ha ordinato di venir qui e di non muovermi fino a nuovo avviso.
MARCELLO
Qui?
CLEMENTE
Dal signor cavaliere di Lerici.
MARCELLO
Vi ha dato il mio recapito?
CLEMENTE
No, signore, non occorreva. Noi altri in diplomazia conosciamo sempre il recapito dei signori che hanno relazione coi nostri padroni.
MARCELLO
E non vi ha detto altro?
CLEMENTE
Altro. Il mio padrone però sembra persuaso che il Signor Cavaliere conosca la ragione della mia venuta.
MARCELLO
Ne so quanto voi, cioè niente affatto.
CLEMENTE
Con licenza del Signor Cavaliere io credo di saperne qualche cosa.
MARCELLO
Ebbene parlate.
CLEMENTE
In presenza di un domestico…
ANSELMO
Guarda!
MARCELLO
Siete molto circospetto!
CLEMENTE
Noi altri…
MARCELLO
… in diplomazia, ho capito, avete imparato a diffidare delle persone di servizio; e a quanto posso giudicare non avete torto. ( ad Anselmo ) Va di là.
ANSELMO
Sissignore. ( via ).
MARCELLO
Dunque?
CLEMENTE
Prometto che parlo per induzioni mie.
MARCELLO
Avanti.
CLEMENTE ( sottovoce )
Si tratta di una donna.
MARCELLO
Di una donna! E come?
CLEMENTE
Le mie informazioni non vanno oltre.
MARCELLO
Sono poche. E da che argomentate che si tratti di una donna?
CLEMENTE
Da che il mio padrone mi ha dato del tu invece che del voi.
MARCELLO
Mio caro, l'abitudine diplomatica vi ha reso incomprensibile.
CLEMENTE
Il mio padrone mi chiama col voi per ordinarmi tutto ciò che riguarda le relazioni internazionali o l'esercizio delle mie funzioni, ma quando mi fa l'onore di iniziarmi ai suoi intimi piaceri, allora adopera il tu, come per fare appello al mio cuore, anzichè al sentimento del dovere.
MARCELLO
È sperabile che il vostro padrone verrà a chiarirmi la cosa; per ora andate di là in anticamera e intavolate il meno che potete di relazioni internazionali col mio domestico. ( campanello all'interno ) Ah!
CLEMENTE
Il Signor Cavaliere non può dubitare della mia discrezione.
Detti, Anselmo e Fabrizio
ANSELMO
Il barone di Turbia.
FABRIZIO
Addio, Marcello. ( a Clemente ) Ah sei qui? Bene prega questo bravo ragazzo ( indicando Anselmo ) che ti impratichisca un po' della casa.
ANSELMO
Impratichirlo…?
FABRIZIO
Andate, andate. È una cosa intesa…
ANSELMO ( verso Marcello )
Ma…
MARCELLO
Dacchè te lo dice! ( via Anselmo e Clemente ).
Marcello, Fabrizio
FABRIZIO
La presenza del mio domestico ti ha messo al fatto di tutto.
MARCELLO
Il tuo domestico parla in un modo tanto…
FABRIZIO
Solenne, non è vero? Ti dirò, è un bravissimo ragazzo, ma va così orgoglioso di servire un diplomatico che si tiene per poco meno di un ministro.
MARCELLO
Ciò non mi spiega…
FABRIZIO
Ti spiego subito. È inteso per oggi.
MARCELLO ( non capisce )
Per oggi?
FABRIZIO
Sì, dalle tre alle sei, sei e mezza, mettiamo alle sette; anzi, tu hai un pendolo qui?
MARCELLO
Eccolo.
FABRIZIO
Ebbene se non te ne fa nulla lo metto in ritardo ( eseguisce ), è un'idea che mi è venuta per strada; caso mai essa gettasse gli occhi sul quadrante, che non affrettasse la partenza col pretesto che è tardi. Tu vai al Club?
MARCELLO
Io no.
FABRIZIO
Passeggi, fai delle visite?
MARCELLO
No.
FABRIZIO
Bene, farai quel che ti piace, questo non mi riguarda. Ora do un'occhiata in giro per orientarmi. Dove hai messo i fiori?
MARCELLO
Che fiori?
FABRIZIO
Non li hanno portati?
MARCELLO
Senti. È uno scherzo o una scommessa che hai fatto di venir qui a prenderti gioco di me?
FABRIZIO
Io no.
MARCELLO
Allora impazzisci.
FABRIZIO
Non credo.
MARCELLO
O impazzisco io, perchè non intendo nulla nè di quello che dici, nè della venuta del tuo domestico, nè della tua, nè de' tuoi modi, ed è un'ora che mi tieni sulla gruccia.
FABRIZIO
Se ti ho detto che è fissato per oggi!
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