FILIPPO
No, giovane, più giovane di me, e un bel giovane anche.
GEMMA
Dev'esser bello, se siete andato apposta per vederlo.
FILIPPO
Mi rincresce di non potervelo presentare.
ELENA
Oh guardate, sarà qui a momenti. Mio zio Teodoro gli ha dato appuntamento in casa mia, perchè gli deve consegnare una certa lettera di raccomandazione, e non osa farlo salire sino al Macao. Come vedete, a volerlo conoscere non ci occorre la vostra protezione.
FILIPPO
Sapete, Marchesa, perchè mi punzecchiate tanto? Perchè quei signori, fra cui c'è il mio amico Paolo, stanno di là a fumare invece di venir qui a farvi la corte.
ELENA
Giusto! tanto giusto che… guardate, ( va alla porta a destra e chiama ) Paolo!
GEMMA ( a Filippo )
È lei che lo chiama.
FILIPPO
La Marchesa? lo può fare senza pericolo; è invulnerabile.
ELVIRA
Si capisce, la vedovanza le ha tolto la maggiore causa di debolezza che abbia una donna.
MASINA
Che è?
FILIPPO
Il marito.
ELENA ( dopo aver chiamato Paolo è andata a scaldarsii piedi al caminetto a sinistra )
Badate che sento.
FILIPPO
Ci ho gusto. Ho detto che siete invulnerabile.
ELENA
È vero, e mi annoio.
Paolo e detti
PAOLO
Mi avete chiamato, Marchesa?
ELENA
Sì, mi pare mezz'ora fa.
PAOLO
D'Almèna raccontava una storia così lepida!
ELENA
È finita?
PAOLO
Sì.
ELENA
Allora rimanete qui.
PAOLO
Oh! ancora una sigaretta! Una sola. Ci avete dato un pranzo tanto delizioso!
ELENA
Grazie per il mio cuoco. Anzi guardate là, in quello stipetto, c'è una scatola di sigari che m'ha portato lo zio dall'Avana.
PAOLO
Questa?
ELENA
Sì, sono lunghi un palmo, durano tre quarti d'ora.
PAOLO
Ah troppo! ( depone la scatola ).
ELENA
D'Almèna avrà bene un'altra storia da raccontare.
PAOLO
Vi domando perdono, lasciatemi qui.
ELENA
Mi fate la grazia di prendere quella scatola e d'offrirne di là.
PAOLO
Obbedisco. ( via colla scatola a destra ).
Detti meno Paolo
ELENA
Filippo, riconosco che siete il fiore della cavalleria. Quello è un uomo che mi fa la corte.
GEMMA
Almeno si dice.
ELENA
È vero; a segno che mi hanno già fidanzata con lui più volte.
GEMMA
La voce è messa in giro da lui.
ELENA
Non lo credo.
ELVIRA
Il suo stesso contegno di or ora lo prova. Ha mostrato una scortesia affatto…
FILIPPO
Maritale.
Detti, Paolo, Lorenzo, Enrico, D'Almèna, Del Sannio, Rulfi e Rubaconti
D'ALMÈNA ( ad Elena )
Siete proprio in collera?
ELENA
Perchè in collera?
D'ALMÈNA
Perchè siamo stati di là tanto tempo.
ELENA
Oh!
PAOLO ( mostrandole la scatola )
Ma la scatola è intatta, non se n'è preso uno.
ELENA
Questo è un tratto da cavaliere antico. Che discorso devo fare io per ringraziarvi d'aver risparmiati i miei sigari, e d'aver avuto pietà di noi? Se sapeste come languiva la conversazione! Un' altra volta ve ne preghiamo colle mani giunte, non private più la nostra società del suo più bell'ornamento.
D'ALMÈNA
Il più bell'ornamento siete voi.
ELENA
Ah! che madrigale! Pubblichiamolo subito. Signori e signore: D'Almèna mi ha detto una cosa gentile.
D'ALMÈNA
È così facile, Marchesa!
ELENA
E due. Fatemi la corte, D'Almèna, vi do perfino licenza di spargere la voce che sono disposta a sposarvi, come sembra abbia fatto il vostro amico Paolo.
PAOLO
Io?
ELENA
Non è vero?
PAOLO
Affatto! e non so chi abbia potuto dire…
ELENA
Queste signore… or ora.
ELVIRA
Ah! è un tradimento!
PAOLO
Come?
ELENA
Vedete? Non occorre far nomi. Sbrigatevela con lei.
PAOLO ( va a sedere vicino ad Elvira )
Contessa, mi spiegherete! ( discorrono ).
ELENA ( a D'Almèna )
Dunque?
D'ALMÈNA
Dunque?
ELENA
Mi fate la corte?
D'ALMÈNA
È bella e fatta.
ELENA
Sareste disposto a commettere delle pazzie per me?
D'ALMÈNA
Qualunque cosa facessi sarebbe un atto ragionevole. Una sola forse meriterebbe il nome di pazzia.
ELENA
Ed è?
D'ALMÈNA
L'innamorarmi seriamente di voi.
ELENA
Non sarebbe una pazzia, sarebbe un'assurdità.
D'ALMÈNA
Se m'accompagnate in capo al mondo ci vado.
ELENA
La pazzia la commetterei io. Bel merito!
D'ALMÈNA
Che colpa ci ho, se per guadagnarmi le vostre grazie non conosco nulla che mi costi fatica!
ELENA
Che miseria! Ecco un uomo di spirito che non sa immaginare un solo atto di sacrifizio per conquistare l'amore d'una donna.
D'ALMÈNA
Le donne non sanno più inspirare eroismi.
ELENA
Oh! datemi un uomo meno infiacchito di tutti voi e vedrete.
FILIPPO
È giusto! le sole pazzie meritorie sono quelle dei savi.
D'ALMÈNA
E dato quell'uomo forte, vi proporreste di fargli andare la testa in giro?
ELENA
Come una trottola; non fosse che per vendicarmi.
D'ALMÈNA
Di che?
ELENA
Della vostra presunzione che vi rende perfino scortesi.
Anselmo e detti
ANSELMO
La carrozza della Contessa di Francofonte, la carrozza della Baronessa Roveri. ( via ).
ELVIRA
Addio, Elena. ( si alza ).
ELENA
Che fretta!
ELVIRA
Alle nove vengono da me gli amici di mio marito, se tardo se ne vanno. Gli uomini non sanno più aspettare. Mi accompagnate, Rulfi?
ELENA
Oh vedrai che non potrà. Gli uomini si fanno pregare ora.
RULFI
Infatti devo andare all'Apollo. Stassera fanno il ballo prima dell'Opera.
ELENA
Allora si capisce.
ELVIRA
Voi D'Aspri?
PAOLO
Ho appuntamento all'Apollo anch'io: anzi, Contessa, dovreste metterci voi sino alla porta del teatro. L'allungate di così poco.
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