Mikhail Bulgakov - Il Maestro e Margherita

Здесь есть возможность читать онлайн «Mikhail Bulgakov - Il Maestro e Margherita» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: Классическая проза, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Il Maestro e Margherita: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Il Maestro e Margherita»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Il Maestro e Margherita — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Il Maestro e Margherita», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Nel frattempo, l’ospite del procuratore si dava da fare.

Dopo aver lasciato la terrazza superiore del giardino di fronte alla loggia, scese per la scala verso la terrazza successiva, voltò a destra e si avvicinò alle caserme situate nel recinto del palazzo. Là erano dislocate le due centurie che erano giunte insieme al procuratore a Jerushalajim per le feste, nonché la guardia segreta del procuratore, comandata dall’ospite stesso. Questi trascorse nelle caserme poco meno di dieci minuti, ma dopo quel termine, dal cortile delle caserme uscirono tre carri carichi di attrezzi da zappatore e di un barile d’acqua. I carri erano scortati da quindici uomini a cavallo, con mantelli grigi. Accompagnati dai soldati, i carretti uscirono dal recinto del palazzo attraverso il portone posteriore, volsero a ovest, uscirono dalla porta della città e seguirono dapprima un sentiero verso la strada di Betlemme, poi questa strada verso nord giunsero fino all’incrocio presso la porta di Hebron e di lí presero la strada di Giaffa che in quel giorno era stata percorsa dalla processione con i condannati diretti verso il luogo del supplizio. A quell’ora faceva già buio e all’orizzonte spuntò la luna.

Poco dopo la partenza dei carri con il distaccamento che li scortava, si allontanò a cavallo dal palazzo anche l’ospite del procuratore, che adesso indossava un logoro chitone scuro. L’ospite si diresse non verso la campagna, bensí in città. Poco dopo lo si poteva vedere avvicinarsi alla fortezza Antonia, sita a nord, vicinissima al gran tempio. Anche nella fortezza, l’ospite si soffermò per un tempo brevissimo, poi ricomparve nella città bassa, nelle sue vie tortuose e intricate. Qui l’ospite giunse a dorso di mulo.

L’uomo, che conosceva bene la città, trovò facilmente la via che cercava. Portava il nome di Greca, perché vi si trovavano alcune botteghe greche, una delle quali vendeva tappeti. Proprio davanti a questa bottega l’ospite fermò il mulo, ne discese e lo legò a un anello infisso nel portone. La bottega era già chiusa. L’uomo entrò dal cancello vicino all’ingresso della bottega, e si ritrovò in un cortiletto quadrato circondato da magazzini. Voltato un angolo, giunse presso il terrazzo di pietra di una casa d’abitazione coperta di edera, e si guardò intorno. Sia nella casetta che nei magazzini faceva buio, non erano ancora stati accesi i lumi. L’ospite chiamò con voce sommessa:

— Nisa!

A questo appello, una porta scricchiolò, e nel crepuscolo serale apparve sul terrazzo una giovane donna senza velo.

Si chinò sulla balaustra, guardando inquieta, desiderosa di sapere chi fosse. Riconosciuto l’uomo, gli sorrise affabile, lo salutò con un cenno del capo e fece un gesto con la mano.

— Sei sola? — chiese sommessamente in greco Afranio.

— Sí, — sussurrò la donna sul terrazzo, — mio marito è partito stamane per Cesarea, — la donna si voltò a guardare la porta, e aggiunse in un sussurro: — ma la serva è in casa — . Fece un gesto che significava: «entra».

Afranio si guardò intorno e salí i gradini di pietra. Poi entrambi scomparvero nell’interno della casa. Dalla donna Afranio rimase brevissimo tempo, certo meno di cinque minuti. Poi lasciò casa e terrazzo, tirò ancora di piú il cappuccio sugli occhi e uscí in strada. In quel momento nelle case accendevano già i lumi, la calca del giorno di festa era ancora assai grande, e Afranio sul suo mulo si perse nel viavai di passanti e cavalieri. L’ulteriore suo cammino è ignoto a tutti.

La donna che Afranio aveva chiamato Nisa, rimasta sola, cominciò a cambiarsi in fretta e furia. Ma per quanto le riuscisse difficile trovare quanto le occorreva nella camera buia, non accese il lume, né chiamò la serva. Solo quando fu pronta e sulla testa ebbe posto un velo scuro si sentí la sua voce nella piccola casa:

— Se qualcuno chiede di me, di’ che sono da Enanta.

Si udí il borbottio della vecchia serva nell’oscurità:

— Da Enanta? Oh, questa Enanta! Tuo marito ti ha pur proibito di andare da lei! Fa la mezzana, la tua Enanta! Guarda che lo dirò a tuo marito…

— Su, su, smettila, — replicò Nisa, e come un’ombra scivolò fuori dalla casa. I suoi sandali batterono sulle lastre di pietra del cortile. Brontolando, la serva chiuse la porta che dava sul terrazzo. Nisa lasciò la sua casa.

Nello stesso momento, da un altro vicolo nella città bassa, un vicolo tortuoso che scendeva a scalinata verso uno degli stagni della città, dal cancello di una casa poco appariscente la cui facciata cieca dava sul vicolo mentre le finestre si aprivano sul cortile, uscí un uomo giovane dalla barbetta accuratamente spuntata, con in testa un fazzoletto bianco che ricadeva sulle spalle, in un nuovo taleth festivo azzurro con le nappine in basso, e coi sandali nuovi scricchiolanti. Il bell’uomo dal naso aquilino, vestito a festa camminava svelto, superando i passanti che si affrettavano a rientrare per la cena solenne, e guardava le finestre illuminarsi l’una dopo l’altra. Il giovane si dirigeva per la strada che, lungo il mercato, conduceva verso il palazzo del gran sacerdote Caifa, situato ai piedi della collina del tempio.

Poco dopo lo si poteva vedere mentre entrava nel portone del cortile di Caifa. Poco piú tardi, mentre lasciava questo stesso cortile.

Dopo la visita al palazzo, in cui erano già stati accesi candelabri e torce e dove ferveva il trambusto festivo, il giovane camminò con passo ancora piú allegro e vivace, e ritornò verso la città bassa. Proprio all’angolo dove la strada sboccava nella piazza del mercato, nel ribollire della calca, lo oltrepassò, con andatura di danza, una donna snella dal velo abbassato fin sugli occhi. Superando il bel giovanotto, la donna sollevò per un istante il velo, lanciò un’occhiata al giovane, ma non solo non rallentò il passo, bensí l’affrettò come se volesse nascondersi da colui che aveva superato.

Il giovane non solo notò la donna, no: la riconobbe, e riconosciutala, trasalí, si fermò guardandole perplesso la schiena, e di colpo si gettò a inseguirla. Facendo quasi cadere un passante con una caraffa in mano, il giovane raggiunse la donna e, col respiro pesante per l’emozione, l’apostrofò:

— Nisa!

La donna si voltò, socchiuse gli occhi, sul suo volto si dipinse un gelido fastidio, quindi rispose in greco:

— Ah, sei tu, Giuda? Non ti ho riconosciuto subito. Del resto, meglio cosí. Da noi si dice che chi non viene riconosciuto diventerà ricco…

Emozionato al punto che il suo cuore cominciò a saltare come un uccello coperto da un velo nero, Giuda chiese in un rotto sussurro, temendo di farsi udire dai passanti:

— Ma dove vai, Nisa?

— Che te ne importa? — rispose Nisa rallentando il passo e guardando Giuda con alterigia.

Allora nella voce di Giuda si udí un’intonazione infantile, ed egli sussurrò smarrito:

— Ma come… Se eravamo d’accordo… Volevo passare a casa tua, avevi detto che saresti stata in casa tutta la sera…

— Oh, no, no, — rispose Nisa, e sporse il labbro inferiore con un’espressione capricciosa, e a Giuda sembrò che il suo volto, il volto piú bello che avesse mai visto in vita sua, diventasse ancora piú bello, — mi sono annoiata. Voi avete la festa, ma io che dovrei fare? Starmene lí ad ascoltarti sospirare sul terrazzo? E per di piú, temere che la serva glielo vada a riferire? No, no, ho deciso: vado fuori città ad ascoltare il canto degli usignoli.

— Come fuori città? — chiese smarrito Giuda. — Da sola?

— Naturalmente, da sola, — rispose Nisa.

— Permettimi di accompagnarti, — chiese Giuda ansando. I suoi pensieri si erano fatti confusi, aveva dimenticato ogni cosa al mondo, e guardava con occhi supplici gli occhi azzurri di Nisa, che ora sembravano neri.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Il Maestro e Margherita»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Il Maestro e Margherita» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Il Maestro e Margherita»

Обсуждение, отзывы о книге «Il Maestro e Margherita» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x