Fred Hoyle - A come Andromeda

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A come Andromeda: краткое содержание, описание и аннотация

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Il ministro della Difesa si presentò, ordinato e sorridente, avvolto da un’aura di fiducia e di lozione dopobarba. «Nessuna nuova traccia?» chiese il primo ministro.

«Neppure una.»

«Niente in orbita?»

«No, niente ha sorvolato questo paese, Eccellenza, dopo l’intercettazione.»

«Bene.» Il primo ministro meditava. «Reinhart avrebbe comunque avuto il titolo di Sir.»

«E Geers?»

«Oh, già. Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico.»

Burdett si preparava ad affrontare gli affari seri. «E il calcolatore e il suo… ehm, agente, Eccellenza?»

«Potremmo dare alla ragazza il titolo di Donna,» disse il primo ministro, ammiccando.

«Voglio dire,» disse Burdett, «che cosa sarà di loro? Il ministro della Scienza vuole riaverli.»

Il primo ministro continuava ad avere un’aria divertita. «Non possiamo tenercelo, vero?»

«Abbiamo per esso un programma militare molto pesante.»

«Anche un programma economico molto pesante.»

«Che intende dire, Eccellenza?»

«Voglio dire,» disse seriamente il primo ministro, «che se questa particolare combinazione può darci dei risultati a questo livello, può ottenere anche un mucchio di altre cose. È naturale che debba ancora lavorare per la Difesa, ma al tempo stesso ha un potenziale industriale molto alto. Vogliamo diventare ricchi, lo sa, oltre che forti. Gli scienziati ci hanno dato, e io gliene sono molto grato, la macchina pensante più avanzata del mondo. Ci darà la possibilità, come nazione, di fare un balzo avanti in molti campi e sarebbe anche ora.»

«Vuole continuare a occuparsene, Eccellenza?» Burdett era un miscuglio di irritazione e deferenza.

«Sì. Farò una dichiarazione al paese nei prossimi giorni.»

«Non intende renderlo pubblico?»

«Non si agiti.» Il primo ministro lo guardava con indulgenza. «Dirò qualcosa circa gli effetti, ma i mezzi resteranno segretissimi. Questa sarà responsabilità sua.»

Burdett annuì. «Che posso dire a Vandenberg?»

«Gli dica di mettersi tranquillo. No, gli dica che ci prepariamo a ritornare di nuovo un grande piccolo paese, ma che continueremo a collaborare con gli alleati. Con tutti gli alleati che possiamo trovare, anzi.» Fece una pausa per un attimo; Burdett aspettava educatamente. «Andrò io stesso a Thorness non appena mi sarà possibile.»

La visita fu combinata in pochi giorni; ovviamente per il ministro era una faccenda degna di avere la precedenza. Judy e Quadring ebbero qualche difficoltà a nasconderlo alla stampa, perché la curiosità del pubblico era al vertice: ma alla fine tutto fu stabilito con la dovuta segretezza, e il campo e i suoi abitanti vennero tirati a lucido silenziosamente e discretamente. Geers era visibilmente cambiato: la sicurezza per lui era una sensazione nuova. Era come se avesse deposto le armi. Era pieno di vivacità, ma affabile, e non solo permetteva nuovamente alla Dawnay e a Fleming l’accesso al calcolatore, ma li aveva vivamente pregati di partecipare al corteo per la visita del primo ministro. Voleva che tutti, diceva, avessero quel che gli spettava.

Fleming personalmente aveva dei dubbi su tali esibizioni, ma se li teneva per sé: almeno avrebbe avuto una possibilità di parlare. Il giorno della visita si recò di buon’ora nell’edificio del calcolatore, dove trovò Andromeda che aspettava, sola. Anche lei sembrava trasformata. Aveva spazzolato all’indietro i lunghi capelli e invece dell’abito diritto di tutti i giorni indossava una specie di tunica greca, che le segnava busto e gambe, ondeggiandole attorno.

«Accidenti,» disse, «ti accadrà qualcosa di prettamente umano se te ne vai in giro così addobbata.»

«Ti riferisci a questo vestito?» chiese lei, con un vago interesse.

«Farai un’impressione dell’accidente, ma d’altronde la fai lo stesso. Non ci sarà possibilità di averti, ora, vero?» le chiese amaramente. Andromeda gli lanciò un’occhiata senza rispondere. «Ti chiederà probabilmente di succedere al n. 10 e tu penserai che noi dormiremo tranquilli nel nostro letto ora che abbiamo visto quanto sei forte. Probabilmente pensi che siamo tutti degli sciocchi.»

«No, tu non sei uno sciocco,» ribatté lei.

«Se non fossi uno sciocco non saresti qui ora. Hai fatto piombare giù dal cielo con un colpo un pezzettino di metallo — sa Dio come — e di punto in bianco sei in una posizione di comando.»

«Era quanto si voleva.» Gli stava di fronte, senza espressione.

«E qual è il prossimo passo?»

«Dipende dal programma.»

Le si avvicinò. «Sei una schiava, vero?»

«Perché non te ne vai?» gli chiese.

«Andarmene?»

«Ora. Finché puoi.»

«Fammi andare via tu.» La fissava, duro e ostile, ma lei volse il capo.

«Può darsi che io lo debba fare,» rispose. Rimase fermo, sfidandola a continuare, ma lei non si voleva lasciar trascinare. Dopo qualche secondo Fleming guardò l’orologio e grugnì.

«Vorrei tanto che questi buffoni di diplomatici l’avessero già finita.»

Quando il primo ministro si decise ad arrivare era scortato da ufficiali, uomini politici e segugi di Scotland Yard. Geers li condusse al calcolatore. Erano seguiti da Burdett e da Hunter e da un codazzo di persone meno importanti, in una teoria che finiva con Judy, che veniva per ultima e chiudeva le porte dietro di loro. Con un ampio gesto Geers indicò la sala di controllo.

«Questo, Eccellenza, è il calcolatore.»

«Del tutto incomprensibile per me,» disse il primo ministro, come se questo fosse un vantaggio. Si accorse della presenza di Andromeda. «Buon giorno, madamigella. Congratulazioni.»

Si diresse verso di lei con la mano protesa, che lei prese e strinse un po’ rigida.

«Lei capisce tutto questo?» le chiese. Andromeda sorrise educatamente. «Sono certo che è così, e gliene siamo tutti molto grati. È davvero un grosso cambiamento per noi, in questo paese, essere capaci di fare una dimostrazione di forza. Ci prenderemo molta cura di lei. La trattano bene?»

«Sì, grazie.» La comitiva le stava attorno a semicerchio, osservandola e ammirandola, ma lei non disse altro. Fleming colse lo sguardo di Judy e accennò al primo ministro. Per un momento lei non capì che cosa lui desiderasse, poi comprese e si affiancò a Geers.

«Non credo che al primo ministro sia stato presentato il dottor Fleming,» mormorò. Geers si accigliò; il suo atteggiamento amichevole pareva un po’ fragile, in alcuni punti.

«Bene, bene.» Il primo ministro non pareva trovare altro da dire ad Andromeda. Si volse di nuovo a Geers.

«E dove tenete i razzi?»

«Glielo farò vedere, Eccellenza, e vorrei che visitasse il laboratorio.»

Si mossero, lasciando Judy dov’era. «Il dottor Fleming…» tentò, senza alcun successo. Ma essi non la sentirono. Fleming fece un passo avanti.

«Mi scusi un istante…»

Geers gli rivolse uno sguardo torvo.

«Non ora, Fleming.»

«Ma…»

«Cosa desidera quel giovanotto?» chiese con mitezza il primo ministro. Geers sfoderò un sorriso.

«Nulla, Eccellenza, non vuole nulla.»

Il primo ministro, pieno di tatto, continuò nella sua strada e quando Fleming fece un passo avanti Hunter gli mise una mano sul braccio.

«Per amor del cielo!» sibilò Hunter.

Sulla porta che dava nell’ala del laboratorio Geers si volse.

«Meglio che lei venga con noi.» Si rivolgeva ad Andromeda, ignorando gli altri.

«Venga, mia cara,» disse il primo ministro, tirandosi da lato per lasciarla passare. «Prima la bellezza e il cervello.»

Tutta la processione sfilò nel laboratorio, salvo Judy.

«Vieni?» chiese a Fleming, che si teneva alle loro spalle, fissandoli.

Lui scosse il capo. «Magnifico, vero?»

«Ho fatto del mio meglio.»

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