Fred Hoyle - A come Andromeda

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A come Andromeda: краткое содержание, описание и аннотация

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«E Osborne?»

«Non è lui a tenere le redini, ora.»

«Potrebbe ottenere dal suo ministro di andare dal primo ministro.»

«Il primo ministro?»

«È pagato anche lui, no?»

Reinhart scosse il capo. «Non potrai dimostrare nulla, John.»

«Ho alcuni argomenti.»

«Credo che nessuno di loro sia nello stato d’animo più adatto per ascoltarti.» Con un piccolo gesto della mano Reinhart indicò la carta sul muro. «Ecco quello che ci preoccupa, in questo momento.»

«A cosa serve, questa?»

Reinhart glielo spiegò. Fleming sedeva, ascoltando, teso e avvilito, frantumando la scatola di fiammiferi.

«Non possiamo essere sempre i più bravi.» Trascurò le spiegazioni del professore. «Almeno con esseri umani possiamo venire a patti.»

«Quali patti?» chiese Reinhart.

«Non importa quali… in confronto a quello a cui probabilmente ci troviamo davanti. Per una civiltà una bomba è una morte veloce. Ma la lenta conquista da parte di un altro pianeta…» La sua voce finì in un mormorio.

Il primo ministro si trovava nel suo ufficio dai pannelli di quercia ai Comuni. Era un anziano signore dall’aspetto sportivo con ammiccanti occhi blu. Sedeva al centro di un lato del lungo tavolo che riempiva a metà la stanza e ascoltava il ministro della Difesa. La luce filtrava dolcemente nella stanza attraverso le doppie finestre. Qualcuno bussò alla porta, e il ministro della Difesa aggrottò la fronte; era un giovanotto molto brillante cui non piaceva venire interrotto.

«Oh, ecco qui la scienza.» Il primo ministro sorrise cordialmente all’ingresso di Osborne e di Ratcliff. «Conosce Osborne, vero, Burdett?»

Il ministro della Difesa si alzò e strinse loro la mano, indifferente. Il primo ministro li invitò a sedersi.

«Non è una giornata meravigliosa, signori? Ricordo che quel giorno a Dunkerque era un tempo come questo. Sembra che sulle disgrazie della nazione risplenda sempre il sole.» Si rivolse a Burdett. «Vuole vuotare il sacco lei per noi?»

«Si tratta di Thorness,» spiegò Burdett a Ratcliff. «Vogliamo entrare in completo possesso del calcolatore e degli annessi e connessi. Eravamo già d’accordo, in linea di massima, no? e il primo ministro ed io pensiamo che sia giunto il momento.»

Ratcliff lo guardò senza grande affetto. «Avete già la possibilità di usarlo.»

«Ne abbiamo un bisogno maggiore, vero, Eccellenza?» Burdett si rivolse al primo ministro.

«Abbiamo bisogno di un nuovo apparecchio intercettatore, signori, e ne abbiamo bisogno alla svelta.» Dietro i suoi modi amabili, pigri, alquanto vecchio stile, c’era una grande decisione, un piglio d’affarista. «Nel millenovecentoquaranta avevamo gli Spitfire, ma in questo momento sia noi che i nostri alleati occidentali non abbiamo nulla in grado di affrontare quel che ci sta capitando addosso.»

«E non avremo nessuna prospettiva,» aggiunse Burdett, «per mezzo delle armi convenzionali.»

«Potremmo collaborare, no?» chiese Ratcliff a Osborne, «per produrre qualcosa di nuovo.»

Burdett non era tipo da perdere tempo. «Possiamo occuparcene noi se prendiamo possesso dell’apparecchio di Thorness e della ragazza.»

«La creatura?» Osborne alzò molto educatamente un sopracciglio, ma il primo ministro gli strizzò l’occhio in modo rassicurante.

«Il dottor Geers è dell’opinione che se noi usiamo questa signora dalla curiosa origine affinché si faccia interprete delle nostre richieste presso il calcolatore, e affinché ci ritraduca i suoi calcoli, potremmo risolvere molto in fretta un mucchio dei nostri problemi.»

«Se vi potete fidare delle sue intenzioni.»

Il primo ministro pareva interessato. «Non riesco a capire bene.»

«Una o due persone della squadra hanno dei dubbi circa le sue capacità,» mormorò Ratcliff, più con speranza che con convinzione. Nessun ministro ama perdere terreno anche se per difenderlo deve usare degli argomenti dubbi. Il primo ministro risolse la questione con un cenno della mano.

«Oh, sì, mi è stato detto.»

«Fino a oggi, Eccellenza, questa creatura è stata tenuta sotto osservazione dal nostro gruppo,» disse Osborne. «La professoressa Dawnay…»

«La Dawnay potrebbe restare.»

«In un ruolo di consulente,» aggiunse in fretta Burdett.

«E il dottor Fleming?» chiese Ratcliff.

Il primo ministro si rivolse di nuovo a Burdett. «Fleming sarebbe utile, vero?»

Burdett si accigliò. «Sarà necessario un controllo completo e un servizio di sicurezza molto stretto.»

Ratcliff giocò la sua ultima carta. «Siete sicuri che sia disposta, la ragazza?»

«Propongo di chiederglielo,» disse il primo ministro. Premette il pulsante di un campanello sul tavolo, e quasi immediatamente un giovanotto apparve sulla soglia. «Preghi il dottor Geers di far entrare la sua amica.»

«L’avete fatta venire qui?» Ratcliff fissava Osborne con aria accusatrice, come se fosse colpa sua.

«Sì, mio caro.» Anche il primo ministro fissava Osborne con aria interrogativa. «La ragazza è… ehm…?»

«Sembra proprio normale.»

Il primo ministro emise un piccolo sospiro di sollievo e si alzò quando la porta si aprì per lasciare passare Geers e Andromeda.

«Entri, dottor Geers. Entri, mia cara.»

Andromeda fu fatta sedere sulla sedia di fronte a lui. Stava in silenzio, il capo leggermente abbassato, le mani intrecciate in grembo: come una dattilografa in un colloquio d’assunzione.

«Tutto questo le deve apparire molto strano,» disse dolcemente il primo ministro. La ragazza rispondeva lentamente, con frasi correttissime.

«Il dottor Geers mi ha spiegato.»

«Le ha spiegato perché l’ha portata qui?»

«No.»

«Burdett?» Il primo ministro gli passò l’incarico di procedere nell’interrogatorio. Ratcliff guardava davanti a sé, di cattivo umore: Burdett si spostò più avanti, sull’orlo della sedia, appoggiò i gomiti al tavolo, incrociò le dita e fissò intensamente Andromeda.

«Questo paese… Lei conosce questo paese?»

«Sì.»

«Questo paese è minacciato dai missili.»

«Lo sappiamo.»

«Lo sappiamo?» Burdett la fissò con intensità ancora maggiore. Andromeda non si scompose; il suo viso era privo di qualsiasi espressione.

«Io e il calcolatore.»

«Come fa a saperlo il calcolatore?»

«Ci scambiamo le informazioni.»

«È proprio quel che speravamo,» disse il primo ministro.

Burdett proseguì: «Abbiamo missili da intercettazione, razzi di vario tipo, ma nulla che sia una combinazione di velocità, raggio d’azione e precisione per… ehm…» Cercò il termine di gergo adatto.

«Per colpirli?» chiese la ragazza con semplicità.

«Esattamente; le forniremo tutti i particolari sulla velocità, la quota e la rotta; in pratica, cioè, le possiamo dare una grande quantità di dati, ma abbiamo bisogno che vengano tradotti in termini pratici di meccanica.»

«È difficile?»

«Per noi, sì. Quello che stiamo cercando è un’arma di intercettazione molto perfezionata, che possa prendere decisioni da sola, all’istante.»

«Capisco.»

«Le dovrebbe piacere lavorare a questa ricerca con noi,» disse gentilmente il primo ministro, come se chiedesse un piacere a un bambino. «Il dottor Geers le dirà quel che bisogna fare e le darà tutte le facilitazioni perché lei progetti davvero queste armi.»

«E il dottor Fleming la potrà aiutare per quel che riguarda il calcolatore,» aggiunse Ratcliff.

Per la prima volta Andromeda alzò lo sguardo.

«Non avremo bisogno del dottor Fleming,» disse, e qualcosa passò nella sua voce calma e misurata, come un’ombra fredda nella luce del sole.

Tornata da Londra, Andromeda passava la maggior parte del suo tempo nell’ufficio progetti, a uno o due isolati dall’edificio del calcolatore: preparava i dati per la macchina, e li consegnava perché venissero calcolati. Qualche volta andava direttamente a comunicare con il calcolatore con il risultato che in seguito dalla stampatrice uscivano calcoli lunghi e complessi, che lei portava via per tradurli in termini di progettazione. I risultati si rivelavano superiori a quello che Geers aveva auspicato. Un nuovo sistema di comandi e nuove formule balistiche uscivano già pronti dalla tavola da disegno, e quando venivano sperimentati si dimostravano all’altezza di quanto si richiedeva. La ragazza e la macchina, in collaborazione, potevano compiere il lavoro teorico di sviluppo di un anno in una sola giornata. I risultati non solo erano interessanti ma, ovviamente, efficienti. Era chiaro che sarebbe stato possibile costruire nel giro di breve tempo un missile da intercettazione completamente nuovo.

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