«Non ne sarei tanto sicuro» mormorò Harry vedendo Piton digrignare i denti.
«Uno… due… tre…»
Entrambi sollevarono la bacchetta in alto puntandola poi sulla spalla dell’altro. Piton gridò: « Expelliarmus !» Ci fu un accecante bagliore di luce scarlatta e Allock fu scaraventato a gambe all’aria: volò all’indietro giù dal palco e sbatté contro la parete, su cui si accasciò, finendo a terra.
Malfoy e qualche altro Serpeverde applaudirono. Hermione saltellava sulla punta dei piedi. «Si sarà fatto male?» strillava.
«Ma chi se ne importa?» dissero insieme Harry e Ron.
Allock si stava rialzando da terra con gambe malferme. Il cappello gli era caduto e i capelli ondulati gli s’erano drizzati in testa.
«Ecco fatto!» disse mentre tornava sul palco barcollando. «Questo era un Incantesimo di Disarmo… come potete vedere, ho perso la bacchetta magica… ah, grazie signorina Brown. Sì, ottima idea davvero, mostrargli questo, professor Piton, ma non se la prenda se le dico che le sue intenzioni erano molto evidenti. Avrei potuto fermarla in qualsiasi momento. Ma ho pensato che fosse più istruttivo che i ragazzi vedessero…»
Piton aveva uno sguardo omicida. Probabilmente Allock se ne rese conto, perché soggiunse: «Basta con le dimostrazioni! Ora io passo in mezzo a voi e formerò delle coppie. Professor Piton, se vuole aiutarmi…»
Così fecero. Allock abbinò Neville con Justin Finch-Fletchley, ma Piton si diresse immediatamente verso Harry e Ron.
«Credo sia ora di separare la squadra del cuore» disse con tono maligno. «Weasley, tu starai con Finnigan. Quanto a Potter…»
Harry si mosse automaticamente verso Hermione.
«No, non penso proprio!» disse Piton con un sorriso glaciale. «Venga qui, signor Malfoy. Vediamo cosa è capace di fare del famoso Potter. E lei, signorina Granger… lei può andare con la signorina Bulstrode».
Malfoy si fece largo tra i compagni, con un sorriso beffardo stampato sul viso, seguito da una ragazza Serpeverde, che ricordò a Harry un’illustrazione del libro In vacanza con le streghe. Era grossa e tarchiata, con l’aria aggressiva. Hermione le rivolse un debole sorriso, che lei non ricambiò.
«Tutti uno di fronte all’altro» gridò Allock che era risalito sul palco, «e inchinatevi!»
Harry e Malfoy chinarono a malapena la testa, senza staccarsi gli occhi di dosso.
«Bacchette in posizione!» gridò Allock. «Al mio ‘tre’, lanciate l’incantesimo di disarmo al vostro avversario… soltanto per disarmarlo, naturalmente… non vogliamo incidenti. Uno… due… tre…»
Harry sollevò la bacchetta sopra la spalla, ma Malfoy aveva cominciato al ‘due’: il suo incantesimo colpì Harry con inaudita violenza, come una formidabile padellata in testa. Il ragazzo barcollò, ma poiché non sembrava fosse accaduto niente, senza perdere altro tempo, puntò la sua bacchetta magica contro Malfoy, gridando: « Rictusempra! »
Un fascio di luce argentata colpì allo stomaco Malfoy, che si piegò in due con un gemito.
« Ho detto di disarmare soltanto! » gridò Allock allarmato sovrastando gli sfidanti, mentre Malfoy cadeva in ginocchio; Harry lo aveva colpito con un Incantesimo di Solletico e Malfoy, preso da un convulso di risa, poteva muoversi a stento. Harry si ritirò, con la vaga sensazione che sarebbe stato poco sportivo fare un sortilegio a Malfoy mentre era a terra, ma fu un errore. Riprendendo fiato, quello puntò la sua bacchetta sulle ginocchia di Harry e gridò: « Tarantallegra! » Un attimo dopo, le gambe di Harry avevano preso ad agitarsi senza controllo, in una specie di forsennata tarantella.
«Ferma! Ferma!» gridava Allock, ma Piton prese in mano la situazione.
« Finite Incantatem! » gridò; i piedi di Harry smisero di danzare, Malfoy smise di ridere, ed entrambi furono in grado di alzare lo sguardo.
Una cortina di fumo verdastro aleggiava sulla scena. Neville e Justin giacevano a terra, ansimanti; Ron stava aiutando Seamus, pallido come un cencio, a rialzarsi, scusandosi per quel che la sua bacchetta rotta aveva provocato; ma Hermione e Millicent Bulstrode combattevano ancora; Millicent aveva afferrato per la testa Hermione che strillava, ma le loro bacchette giacevano a terra, dimenticate. Harry fece un balzo in avanti e allontanò Millicent, anche se con difficoltà, perché la ragazza era molto più corpulenta di lui.
«Oh santo cielo!» esclamò Allock svolazzando tra la folla e contemplando le conseguenze provocate dal duello. «Su, in piedi, Macmillan… attenta là, signorina Fawcett… stringi forte, Boot, e vedrai che in un attimo smetterà di sanguinare…
«Penso sarà meglio che vi insegni a bloccare gli incantesimi ostili» disse agitato, in mezzo alla sala. Gettò un’occhiata a Piton, che lo stava fulminando con gli occhi, e subito distolse lo sguardo. «Proviamo con una coppia di volontari… Paciock e Finch-Fletchley, vi va?»
«Pessima idea, professor Allock» disse Piton muovendosi silenzioso come un grosso e sinistro pipistrello. «Paciock fa guai anche con gli incantesimi più semplici. Vogliamo mandare dritti in infermeria i resti di Finch-Fletchley dentro una scatola di fiammiferi?» Il faccione di Neville diventò ancor più paonazzo. «Che ne dice di Malfoy e Potter?» suggerì Piton con un sorriso che era piuttosto un ghigno.
«Ottima idea!» esclamò Allock gesticolando in direzione di Harry e Malfoy, che si trovavano al centro della sala, mentre la folla indietreggiava per fare largo a entrambi.
«Allora, Harry» disse Allock, «quando Draco punta contro di te la bacchetta magica, tu fai questo ».
E così dicendo, sollevò la sua bacchetta, tentò una specie di complicata contorsione e se la lasciò sfuggire di mano. Piton sorrise malignamente, mentre Allock la raccoglieva lesto commentando: «Ohi, ohi!… la mia bacchetta magica è un po’ sovreccitata».
Piton si avvicinò a Malfoy, si piegò e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio. Anche Malfoy sorrise maligno. Harry guardò nervosamente Allock e disse: «Professore, potrebbe mostrarmi di nuovo quella mossa per bloccare…?»
«Paura, eh?» borbottò Malfoy in modo che Allock non potesse udirlo.
«Ti piacerebbe!» fece Harry di rimando a labbra strette.
Allock batté allegramente sulla spalla di Harry: «Fai esattamente quel che ho fatto io, Harry!»
«Cosa, far cadere la bacchetta?»
Ma Allock non lo ascoltava più.
«Tre… due… uno… via!» gridò.
Malfoy sollevò rapido la bacchetta magica e gridò: « Serpensortia! »
La punta della sua bacchetta esplose. Harry la fissava sbalordito mentre un lungo serpente nero ne veniva letteralmente sparato fuori, cadeva pesantemente a terra e si rizzava, pronto a colpire. La folla arretrò rapidamente gridando.
«Non ti muovere, Potter» disse Piton con tono indolente, palesemente divertito alla vista di Harry che, immobile, fissava negli occhi il serpente arrabbiato. «Ci penso io a mandarlo via…»
«Mi consenta!» esclamò Allock. Brandì la sua bacchetta contro il rettile. Ci fu un boato; anziché scomparire, il serpente volò a tre metri di altezza e poi ricadde a terra con un gran tonfo. Inferocito, sibilando furiosamente, strisciò verso Justin Finch-Fletchley, si eresse un’altra volta, a zanne scoperte, pronto a colpire.
In seguito Harry si chiese che cosa l’avesse indotto ad agire. Non si rese neanche conto di averlo fatto. Sapeva soltanto che le gambe lo avevano spinto in avanti, come se avesse avuto le rotelle, e che aveva gridato stupidamente al serpente: «Lascialo stare!» E come per miracolo — inspiegabilmente — quello si era accsciato a terra, innocuo come un tubo di gomma per annaffiare, e ora guardava Harry. Harry sentì dissolversi la paura dentro di sé. Sapeva che ora il rettile non avrebbe più attaccato nessuno, anche se non avrebbe saputo spiegare cosa gliene desse la certezza.
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