Robert Heinlein - La Luna è una severa maestra
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- Название:La Luna è una severa maestra
- Автор:
- Издательство:Mondadori
- Жанр:
- Год:1966
- Город:Milano
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La Società Selene non era la sola società fasulla inventata da noi. La Compagnia LuNoHo era molto più grande, altrettanto fasulla, ma non del tutto inesistente. La sua sede centrale era a Hong Kong, le filiali a Novy Leningrad e Luna City, e a poco a poco i suoi impiegati salirono a svariate centinaia, la maggior parte dei quali non erano membri del Partito. La LuNoHo divenne una delle nostre imprese maggiori e più complesse.
Il piano rivoluzionario di Mike elencava un’infinita serie di problemi che dovevano essere risolti. Uno era quello dei quattrini. Un altro era come proteggere dagli attacchi spaziali la catapulta.
Prof propose di rapinare le banche per risolvere il primo e vi rinunciò a malincuore. Comunque finimmo per derubare ugualmente banche, industrie private e lo stesso Ente. L’idea venne a Mike e la realizzò con l’aiuto del Professore. Inizialmente Mike non capiva perché avessimo bisogno di soldi. Ignorava che gli esseri umani avevano bisogno di una spinta per fare qualsiasi cosa, come ignorava i problemi del sesso. Mike maneggiava milioni di dollari e non capiva questa sete di denaro. Per venirci incontro propose di stampare un assegno, tratto sull’Ente, dell’ammontare desiderato.
Prof rimase sconvolto. Spiegò a Mike il rischio che si correva a tentare d’incassare un assegno, tratto sull’Ente, per una somma, per esempio, di dieci milioni di dollari.
L’idea fu comunque accettata, solo che gli assegni emessi furono infiniti, di piccolo taglio, intestati a nomi diversi in tutte le città della Luna. Ogni banca, industria, negozio, ufficio pubblico, Ente compreso, per cui Mike teneva l’amministrazione, diventò una riserva di liquidi per il finanziamento del Partito. Era una truffa colossale basata sul fatto, sconosciuto a me ma noto al Professore e latente nelle immense cognizioni di Mike, che il denaro, per lo più, non è altro che amministrazione e libri contabili.
Ecco un esempio, da moltiplicare per almeno cento casi: mio figlio Sergei, diciotto anni e membro del Partito, riceve dalla sua cellula l’ordine di aprire un conto corrente presso la Banca del Commonwealth. Deposita soldi e ne ritira. Ogni volta vengono fatti piccoli errori; gli accreditano più di quanto deposita, gli addebitano meno di quanto ritira.
Dopo pochi mesi trova un lavoro fuori città e trasferisce il conto alle Mutue di Risparmio di Tycho-Under. I fondi trasferiti sono già triplicati rispetto al versamento iniziale. Ben presto Sergei ritira quasi tutto il deposito in contanti e consegna i soldi al suo capo cellula. Mike sa qual è l’ammontare che Sergei deve versare in cellula, ma dato che non sanno che Adam Selene e il calcolatore della banca sono la stessa cosa, sia Sergei sia il capo cellula hanno l’obbligo di comunicare ad Adam l’avvenuta consegna.
Per essere onesti, nonostante la disonestà del sistema.
Non sono in grado di descrivere i virtuosismi di Mike per far quadrare i suoi libri contabili nascondendo migliaia di piccoli furti. Ma va tenuto presente che un revisore dei conti normalmente presume che le macchine siano oneste. Si spingerà, se scrupoloso, fino a volersi accertare che la macchina funzioni perfettamente, ma non gli verrà fatto di pensare che i controlli non dimostrano niente perché la macchina è disonesta.
I furti di Mike non assumevano mai proporzioni tali da disturbare l’economia della Luna. Come quando si dona mezzo litro di sangue, i fondi sottratti erano troppo esigui perché il donatore ne risentisse. Io non riesco nemmeno a capire chi abbia veramente perso soldi: il denaro continuava a circolare. Lo schema in sé mi sconvolgeva: ero stato educato alle scuole dell’onestà nei confronti di tutti, tranne che dell’Ente. Prof sosteneva che l’unica conseguenza era una leggera inflazione bilanciata dall’immediata reimmissione del denaro nel giro.
Decisi di mettere la coscienza a dormire. Era una quisquilia, in confronto alle colossali truffe finanziarie attuate da ogni governo della storia per finanziare le guerre. E la rivoluzione non era una guerra?
Questo denaro, dopo essere passato per molte mani e aumentato da Mike a ogni passaggio, confluiva nel finanziamento della Compagnia LuNoHo. Era una società mista, cooperativa e per azioni; i gentiluomini avventurieri che garantivano il capitale investivano il denaro rubato a proprio nome. Non voglio nemmeno discutere sulla contabilità della compagnia. Dato che Mike l’amministrava da solo, non poteva esserci il minimo sospetto di corruzione.
Le sue azioni venivano trattate alla Borsa di Luna City ed erano quotate a Zurigo, New York e Londra.
Il Wall Street Journal definiva la nostra impresa un investimento rischioso ma altamente fruttifero e attraente, con forti possibilità d’espansione.
La LuNoHo era una società meccanica e mineraria, con molte attività per lo più legittime. Ma il suo scopo principale era di costruire una seconda catapulta, segretamente.
In realtà, l’operazione non poteva essere segreta. Non si può comprare o costruire un impianto per la fusione dell’idrogeno senza farsi notare, e avevamo dovuto eliminare il progetto di utilizzare l’energia solare, per ovvie ragioni. Le strutture in acciaio furono ordinate a Pittsburgh, le apparecchiature elettroniche in California e pagammo volentieri i prezzi più alti per avere il materiale migliore. Ugualmente non si può costruire uno statore capace di creare un campo di induzione lungo parecchi chilometri, senza che nessuno se ne accorga. E ancora, non si possono assumere centinaia di operai senza farsi notare. Certamente una catapulta, più che aver bisogno di grandi costruzioni, richiede spazio vuoto. Però la catapulta dell’Ente era lunga quasi cento chilometri. Non solo era un punto di riferimento nelle carte astronautiche ma era talmente grande da poter essere fotografata o vista dalla Terra con l’ausilio di un telescopio di media grandezza ed era visibilissima sugli schermi radar terrestri.
Noi volevamo costruire una catapulta, una piccola cosa in confronto a quella dell’Ente, ma doveva pur sempre essere lunga trenta chilometri. Troppo grande per nasconderla.
Riuscimmo invece a nasconderla, e bene. La catapulta fu fabbricata sottoterra in modo da non poter essere individuata a vista o con il radar. Ma bisognava nasconderla ancora meglio: doveva rimanere segreta anche la sua posizione in superficie.
Come potevamo farcela, con un mostro di quella grandezza, alla cui costruzione lavoravano tante persone? Mettiamola così: supponiamo che viviate a Novylen, sapete dove si trova Luna City? Certamente! Presso il margine orientale del Mare delle Crisi: lo sanno tutti. Davvero? E quali sono le coordinate? Eh? Basta guardare nei testi di geografia! Ah! Se non lo sapete meglio di così, come avete fatto ad arrivare a Luna City la scorsa settimana? Nessun trucco, amico, ho preso la Metropolitana, ho cambiato alla stazione Torricelli e ho poi dormito per tutto il resto del viaggio. È la capsula che si deve preoccupare di seguire la direzione giusta.
Visto? Non sapete dove si trova Luna City! Vi limitate a scendere dalla capsula quando arriva alla Stazione Sud.
Più o meno allo stesso modo è nascosta la catapulta.
È nella zona del Mare delle Onde, lo sanno tutti. Ma dove si trova esattamente e dove diciamo che si trova differisce di almeno un centinaio di chilometri in direzione nord, sud, est o ovest o punti intermedi.
Oggi si può trovare la localizzazione della catapulta su qualsiasi mappa lunare, ma è sbagliata su tutte le mappe. La posizione di quella catapulta è ancora il segreto più gelosamente custodito della Luna. È invisibile dallo spazio, con occhi o radar. È sotterranea tranne che per lo sbocco finale che si presenta come un grosso foro informe uguale a diecimila altri, sul fianco di una montagna accidentata dove non si trova un solo spiazzo ampio a sufficienza da farci atterrare un razzo.
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