Hal Clement - Strisciava sulla sabbia

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Strisciava sulla sabbia: краткое содержание, описание и аннотация

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«Meno male!» esclamò Bob. «Avevo temuto che nei cinque mesi di tregua fosse nata un’intera tribù alla quale dare la caccia!»

Il ragazzo rimise in moto e arrivò fino a casa senza più fermarsi.

La casa di Kinnaird sorgeva alquanto arretrata rispetto alla strada, alla fine di un viale tenuto completamente in ombra dai rami degli alberi che le facevano da tetto. Era un edificio a due piani, praticamente in mezzo alla giungla, che lasciava libero solo uno spiazzo di pochi metri sul davanti della costruzione. Un portico con fiori fronteggiava l’ingresso. Sull’isola la temperatura non raggiungeva valori altissimi, data la presenza del mare, ma a volte il sole aveva un calore insopportabile e un po’ d’ombra era il sogno di tutti.

La signora Kinnaird stava aspettando sotto il portico. L’incontro tra madre e figlio fu molto affettuoso, e l’aspetto di Bob rassicurò subito la signora Kinnaird sulla salute del ragazzo. Bob non restò in casa a lungo dopo aver scaricato la jeep, ma la vivacità con cui la mise al corrente del viaggio finì di convincerla che Bob stava benissimo, perciò non se la prese molto quando lui, cambiato vestito e caricata la sua bicicletta sulla macchina, ripartì veloce verso i dock.

Essendo una donna di molto buon senso, la signora Kinnaird non si aspettava certo che il figlio provasse molto entusiasmo a starsene seduto in cucina a chiacchierare con lei anziché andare con gli amici. Anzi, si sarebbe preoccupata moltissimo se Bob l’avesse fatto, perché sarebbe stato nettamente in contrasto con il suo carattere. Appena ripartito il ragazzo, la signora Kinnaird riprese le sue faccende con cuore più leggero. Non aveva proprio motivo di preoccuparsi per il figlio.

Bob arrivò ai dock senza incontrare nessuno. Parcheggiò la jeep nel solito posto e scaricò la bicicletta. A questo punto si verificò un lieve ritardo perché il ragazzo non aveva controllato le gomme e quindi dovette gonfiarle. Era eccitato e ansioso, non solo per il prossimo incontro con gli amici, ma perché stava per avere inizio un nuovo interessante gioco.

Lui era pronto per l’apertura della caccia. Conosceva alla perfezione il luogo in cui sarebbe avvenuta la battuta, perché era la sua isola.

E aveva come compagno di gioco il Cacciatore che non ignorava niente sulle abitudini e le capacità dell’assassino ricercato.

Restava da scovare, tra i possibili ospiti, quello giusto. Bob era un ragazzo sveglio e intelligente, e non gli ci era voluto molto per rendersi conto che fra tutti gli abitanti dell’isola i soli che potevano aver offerto rifugio al ricercato, cioè quelli che trascorrevano molto tempo sulla spiaggia, vicino all’acqua, erano i suoi migliori amici.

9

Bob aveva calcolato bene il tempo. Quando arrivò davanti all’edificio della scuola le lezioni erano finite sì e no da un minuto. Immediatamente fu circondato da una turba rumorosa di ragazzi. Un gran stringere di mani, scambi di saluti, domande e risposte, e infine il gruppo si sciolse e Bob restò con gli amici più intimi.

Il Cacciatore riuscì a riconoscerne solo uno di tutti quelli che quel giorno erano stati a nuotare con Bob. Allora lo straniero non aveva ancora fatto l’occhio alle facce umane, ma non era facile dimenticare i capelli rossi di Kenny Rice. Gli altri erano Norman Hay, Hugh Colby e Kenneth Malmstrom, un biondino di quindici anni, molto alto per la sua età. I quattro e Bob erano amici fin da quando avevano cominciato a rotolare da soli fuori casa. Erano tutti maniaci della spiaggia e del mare, così nessuno trovò strano che Bob portasse subito la conversazione su quell’argomento.

«Qualcuno di voi è stato alla scogliera, ultimamente?» chiese Bob.

«Noi no» rispose Rice. «Hugh è uscito dalla barca attraverso il fondo, circa sei settimane fa, e non siamo riusciti a trovare un’asse della misura giusta per riparare il guaio.»

«Erano mesi che quella tavola minacciava di rompersi!» spiegò Hugh Colby. Era il più giovane dei cinque. Nessuno fece polemiche sulla sua difesa.

«In dicembre abbiamo avuto una bella tempesta» riprese Rice, «e un pezzo di corallo grosso come la nostra barca è venuto ad arenarsi a riva. Mio padre ci aveva promesso di romperlo con una carica di dinamite, in modo che ce ne potessimo prendere un pezzetto per uno, ma non l’ha ancora fatto.»

«Non puoi convincerlo a lasciar fare a noi?» chiese Bob. «Un candelotto sarebbe più che sufficiente, e sappiamo tutti come si usa quella roba.»

«Ci ho già provato. Mi ha risposto: Quando sarete più grandi. »

«Pazienza. Cosa ne dite di andare alla spiaggia?» C’erano molte spiagge sull’isola, ma per i cinque ragazzi quella parola indicava un solo posto: la loro spiaggia. «Mi pare un secolo che non nuoto nell’acqua salata!»

Tutti approvarono e s’affrettarono a prendere le biciclette appoggiate al muro della scuola. Durante la corsa fino alla spiaggia il Cacciatore fece buon uso degli occhi e delle orecchie di Bob. La conversazione non gli disse granché, ma lui riuscì a stamparsi in mente diversi particolari sulla configurazione dell’isola. Il ragazzo, ad esempio, si era dimenticato di parlargli del canale che arrivava sino a duecento metri dalla scuola, e lui non l’aveva notato quando gli erano passati accanto in jeep. Adesso invece l’osservò attentamente mentre superavano il ponte di legno. Poco dopo si ritrovarono nel punto in cui Bob aveva fermato la macchina per la seconda volta. Dopo un chilometro si fermarono tutti, e gli altri quattro aspettarono che Bob salisse in casa a prendere il costume da bagno. Più avanti, altra sosta davanti alla casa di Rice. Lì c’era un altro canale, che passava però sotto la strada. Da alcune frasi dei ragazzi il Cacciatore capì che la barca della quale avevano parlato prima era ancorata alla foce di quel corso d’acqua.

Dopo Rice, furono Malmstrom e Colby a fermarsi per depositare i libri e prendere il costume, e infine il gruppetto raggiunse la casa di Norman Hay, dove vennero lasciate tutte le biciclette. Da lì i ragazzi proseguirono a piedi in direzione ovest aggirando l’altura che formava la spina dorsale dell’isola.

Camminarono per ottocento metri, parte nella giungla e parte su terreno scoperto dove crescevano solo gruppi di palme, e si trovarono sulla spiaggia. Il Cacciatore riconobbe subito il posto. La pozza dov’era finito il suo squalo non c’era più, probabilmente livellata dalle maree e da qualche tempesta, ma la spiaggia e le palme erano indubbiamente quelle che lui aveva visto. Quello era il posto dal quale dovevano cominciare le ricerche del fuggitivo.

Poliziotti e criminali erano comunque lontanissimi dalle menti dei ragazzi che, infilati rapidamente i costumi da bagno, corsero verso l’acqua senza perdere tempo. Bob correva avanti a tutti, e nella fretta non badò a dove metteva i piedi, così si tagliò su uno dei tanti frammenti di corallo sparsi nella sabbia finissima. Il Cacciatore fu pronto a fare il suo dovere, e quando Bob si ispezionò la pianta del piede e non vide alcun segno di ferita pensò che cinque mesi di scarpe di cuoio avessero reso insensibile la sua pelle. La cosa seccò parecchio al Cacciatore che cominciò a temere di dover passare il tempo a rappezzare il suo ospite. Va bene che Bob era giovane, ma poteva anche controllarsi un po’ di più, e non fidare esclusivamente su di lui per mantenersi in buona salute! Rassegnato, lo straniero si lasciò portare in larghe bracciate sull’acqua, impegnandosi a tenere chiuso il taglio.

Fu una nuotata breve. In quel punto non protetto dalla scogliera la risacca alquanto forte richiedeva maggior fatica ai nuotatori, e dopo alcuni minuti i ragazzi tornarono a riva. Qui, raccolti i vestiti, si avviarono lungo la spiaggia verso sud. Il Cacciatore, approfittando di un attimo in cui Bob guardava il mare, gli consigliò di mettersi le scarpe, e il ragazzo ascoltando più il buon senso che la vanità obbedì. A un certo punto trovarono un’asse di consistenza e dimensioni considerevoli, probabilmente portata lì dalle onde e, pensando alla loro barca, s’affrettarono a rimorchiarla completamente in secca, per niente preoccupati all’idea che forse era stata strappata dal mare a un cantiere, e la lasciarono lì proponendosi di tornare a prenderla in seguito. Per prudenza, Malmstrom scrisse il suo nome sulla sabbia, accanto alla tavola. All’estremità sud della spiaggia Bob vide una razza, e ricordandosi di come era arrivato a riva il Cacciatore, si fermò a esaminarla ma non ne ricavò niente: il pesce doveva essere lì da parecchio e l’esame non fu gradevole.

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