Riappese il ricevitore e voltò le spalle all'apparecchio, scuro in volto. Si guardò le mani e poi se le infilò nelle tasche.
Sam Latourette aveva aspettato che finisse la telefonata: si fece avanti preoccupato. — Guai, Ed?
Hawks fece una smorfia. — Sì. Il lancio di domani deve riuscire.
— Altrimenti? — chiese incredulo Latourette. — Davvero? Anni di lavoro e milioni di dollari buttati al vento? Ma sono impazziti?
— No. No, sono esseri umani, Sam. Cominciano a pensare che sia danaro sprecato. E si sono perduti troppi uomini. Cosa vuoi che facciano? Che continuino a tirare avanti, quando si sentono complici di omicidi insensati? E dopotutto… la fine dei lanci alla Luna non segnerà la fine del programma del trasmettitore, lo sai.
Latourette arrossì. — Andiamo, Ed! Basta che il programma del trasmettitore registri un insuccesso, e persino l'azienda lo lascerà perdere. Lo riprenderà, prima o poi, ma non subito… e non con te. Lo sai benissimo. Ti liquideranno con garbo, e chiuderanno la baracca fino a quando le acque non si saranno calmate. Loro…
— Lo so — disse Hawks. — Porto con me troppo fetore di morte. — Si guardò intorno. — Ma non lo faranno, se Barker ce la fa, domani. «Il successo accieca tutti.» Chaucer. Fuori dal contesto. — Un sorriso contorto gli alterò la faccia. — Il livello della cultura si sta innalzando, qui dentro. — Voltò le spalle di scatto, con il volto ancora contratto, come un bambino preso da una frustrazione insopportabile che cerca la porta della sua stanza. Poi aggiunse a voce bassa: — Sa, che cosa terribile e complicata è la mente umana! — Fece per avviarsi, a testa bassa.
Latourette agitò goffamente le mani nell'aria. — Non puoi servirti di Barker! Non puoi permetterti di avere a che fare con un tipo così scatenato e imprevedibile! Ed, non funzionerà… sarà troppo.
Hawks si fermò di colpo, con le mani in tasca e gli occhi chiusi. — Non credi che Barker ce la farà?
— Senti, se bisogna sopportarlo per un pezzo, continuerà ad andare sempre peggio!
— Quindi tu credi che ce la farà. — Hawks si voltò e guardò Latourette. — Tu hai paura che quello ce la faccia.
Latourette aveva l'aria spaventata. — Ed, quello non ha abbastanza buon senso per rinunciare a punzecchiarti in tutti i tuoi punti deboli. E tu non sei il tipo capace di far finta di niente. Andrà sempre peggio e tu…
— È un'idea tua, Sam — disse gentilmente Hawks. Dopo un momento, rimandò Latourette al trasmettitore, e si avviò di nuovo per tornare da Barker.
Hawks si fermò a guardare mentre rimettevano a posto la gamba di Barker. Nuovi pezzi d'alluminio erano stati imbullonati al materiale color carne.
— Barker — disse finalmente, alzando gli occhi verso la faccia dell'uomo.
— Sì, dottore?
— Abbiamo poco tempo. Le sarei grato se andasse su a farsi visitare subito dal nostro medico. Nel frattempo, quelli di noi che possono fermarsi un attimo andranno a pranzo.
— Dottore, lei sa benissimo che la settimana scorsa ho passato la visita medica dell'assicurazione.
— La settimana scorsa… — disse Hawks, abbassando lo sguardo sul pavimento — non è oggi. Dica al dottor Holiday di sbrigarsi più in fretta che può, ma di essere meticoloso. Cerchi di tornare qui appena avrà finito. — E gli voltò le spalle. — Io sarò qui fra mezz'ora.
Hawks attese, solo, nella sala d'aspetto di Benton Cobey per venti minuti, guardandosi pazientemente le scarpe. Alla fine la segretaria gli disse di entrare.
Lo scienziato si avviò sul tappeto a colori vivaci, bussò alla semplice porta di mogano, l'aprì ed entrò.
Il presidente della Continental sedeva a una tavola di teak lucidata a mano, scura, quasi nera come carbone bituminoso. Cobey era un ometto piccolo e aggressivo, con il mento sfuggente e la testa calva come un uovo. La sua abbronzatura era merito di una lampada al quarzo, e le labbra mostravano la colorazione azzurrognola del primo accenno di cianosi. Il suo volto aveva l'espressione acida dei malati d'ulcera.
— Bene, Ed — disse immediatamente. — Cosa c'è?
Hawks scostò un po' dal tavolo una delle poltrone troppo comode e sedette aggiustandosi la piega dei calzoni.
— È successo qualcosa d'altro al laboratorio? — chiese Cobey.
— È un problema di personale — disse Hawks, guardando oltre la spalla sinistra di Cobey. — E io devo tornare in laboratorio per l'una.
— Parlane con Connington.
— Non so se oggi c'è. Comunque, non è sua competenza. Voglio Ted Gersten come primo assistente. È qualificato; è il vice di Sam Latourette da un anno e mezzo. Può svolgere il lavoro di Sam. Ma ho bisogno della tua autorizzazione per farlo entro domani. Abbiamo preparato un nuovo lancio… le condizioni astronomiche ottimali sono già state superate: questo mese voglio effettuare il maggior numero di lanci possibile… e voglio che Sam non se ne occupi. — Inconsciamente, la sua mano destra si era portata all'estremità della cravatta: ne strinse la punta tra il medio e l'indice, e cominciò a tormentarne la stoffa con l'unghia del pollice. Cobey si appoggiò alla spalliera della poltroncina e intrecciò le mani. Le nocche si chiazzarono di rosso. — Sei mesi fa — disse a bassa voce — quando io volevo mandare a casa Latourette, sei venuto a raccontare che avevi assolutamente bisogno di lui per regolare il tuo amplificatore, o non so che altro.
Hawks trasse un profondo respiro. — La Hughes Aircraft ha bisogno di un ingegnere progettista per un programma di ricerca a breve termine per conto dell'Esercito. Frank Waxted vuole che se ne occupi Sam, se è possibile. Tu puoi ottenere un'approvazione provvisoria dal Servizio Personale della Hughes.
Cobey si sporse in avanti. — Waxted non ti chiamerebbe per chiederti Sam, se non sapesse di poterlo avere. Senti, Hawks — continuò. — Io ho ingozzato parecchio di te… ancora più di quanto mi costringa a farlo la Marina. Non illuderti: se non avessi un profondo rispetto per la tua intelligenza, ti avrei liquidato in qualunque momento, e avrei fatto saltare il tuo contratto. Io continuerò a restare qui, e la società continuerà a esistere anche dopo che questa storia della Luna sarà finita.
«Non combinare certe manovre furtive alle mie spalle! Non venirmi a raccontare che Waxted ti ha chiamato, quando sono pronto a scommettere qualunque cosa che lui non ne sa ancora niente! Sto parlando con te, Hawks!»
Hawks disse: — Sono qui. Ti sto dicendo quello che voglio. Ho combinato tutto, in modo che tu debba soltanto decidere per il sì o per il no.
— L'ho sempre detto, che tu lavori pulito. Cos'è questa storia, Hawks? Perché vuoi toglierti Latourette dai piedi? — Dobey socchiuse le palpebre. — Latourette è stato la tua ombra da quando ha messo piede qui. Se voglio una conferenza di dieci minuti sui progressi dell'elettronica moderna, mi basta chiedere a Latourette come ti senti tu. Cos'è successo, Hawks? Tu e Sam avete litigato?
Hawks non aveva ancora guardato Cobey negli occhi una sola volta, dal momento in cui era entrato nell'ufficio.
— Le relazioni interpersonali sono molto complicate. — Hawks parlava lentamente, staccando le parole, come se prevedesse di venire interrotto da un nodo alla gola. — Gli esseri umani perdono il controllo dei loro sentimenti. Più sono intelligenti, e più lo fanno con sottigliezza. Gli uomini intelligenti si vantano del loro autocontrollo. Fanno di tutto per celare i loro impulsi… non al mondo, perché non sono ipocriti, ma a se stessi. Trovano basi razionali per le azioni impulsive, e presentano giustificazioni logiche per le catastrofi. Un uomo può cominciare un'intera serie di errori, e continuare fin sull'orlo del precipizio, e anche giù nell'abisso, senza rendersene conto.
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