«Ricorderà chiaramente di essere stato infilato dentro la tuta, trasportato al trasmettitore, ricorderà di aver sentito il campo magnetico della camera che teneva sospesa la tuta con lei dentro, di aver visto spegnersi le luci, di essere sceso sul pavimento della camera e di essersi reso conto d'essere nel ricevitore. No, Barker» finì Hawks, accennando con il capo al gruppo degli specialisti, che stavano arrivando con la sottotuta di cotone e quella elastica a pressione che Barker doveva indossare sotto l'armatura. — Quando la ucciderò, sarà in altri modi. E lei lo sentirà. — E si allontanò.
Si avvicinò a Sam Latourette che stava controllando il trasmettitore e alzò una mano per posargliela sulla spalla, ma si fermò. — Come va, Sam? — chiese.
Latourette si girò. — Bene. — Disse lentamente. — Trasmette in modo perfetto gli oggetti di prova. — Indicò un assistente che tendeva tra le braccia una scimmietta anestetizzata. — E Jocko è passato già cinque volte dal trasmettitore al ricevitore, qui. Il sondaggio corrisponde esattamente alla registrazione che abbiamo fatto oggi al primo lancio, ed entro i limiti di variazione previsti dalla statistica, alla registrazione di ieri. Ogni volta è sempre lo stesso, vecchio Jocko.
— Non possiamo pretendere di più, vero? — Chiese Hawks.
— No, non possiamo — disse implacabile Latourette. — Farò lo stesso anche per quello. — Accennò con il capo in direzione del tavolo della vestizione. — Non preoccuparti.
— Sta bene, Sam — sospirò Hawks. — Neppure io lo proporrei candidato per l'iscrizione a un country club. - Poi si guardò intorno. — Ted Gersten è con la squadra del ricevitore?
— È su, a lavorare su uno dei modulatori di segnale. È l'unico che non risponda perfettamente. Lo sta facendo smontare. Dice che entro stasera l'avrà risistemato, in tempo per domani.
Hawks corrugò la fronte, pensosamente. — Sarà meglio che vada su a parlargli. E credo che dovrebbe essere qui con noi, quando Barker entrerà per il sondaggio. — Fece per allontanarsi, poi si voltò indietro. — Vorrei che tu trasmettessi Jacko ancora una volta. Tanto per sicurezza.
Latourette strinse le labbra, e rivolse un brusco cenno con il braccio all'assistente che reggeva la scimmia.
Gersten era un uomo minuto dalla carnagione coriacea e occhiaie rotonde e sporgenti, che spiccavano sotto la pelle tesa. Le labbra sottili avevano quasi lo stesso colore della faccia. Quando parlava, scoprivano i denti, dando un'impressisone di grande intensità. Per contrasto la voce era sommessa e profonda. Si grattava delicatamente i capelli grigioferro, e osservava i due tecnici che estraevano uno chassis dall'apparecchio, dopo averlo tirato fuori dalla fila e deposto sul pavimento.
I cavi del generatore del segnale di prova penzolavano dalla struttura di servizio più in alto. Altri pezzi dell'apparecchio erano sparsi intorno ai tre uomini. Quando Hawks salì la scaletta a pioli in fondo alla galleria, Gersten si voltò a guardarlo. — Salve, Ed.
— Ted. — Hawks lo salutò con un cenno del capo e guardò l'andamento del lavoro. — Che problema c'è?
— Il divisore del voltaggio. È diventato leggermente intermittente. Per un po', i test vanno benissimo, poi s'imballa, e poi torna ad andar bene.
— Uh-uh. Sam mi ha detto che tutto il resto va a meraviglia.
— Sicuro.
— Okay. Ascolta. Ho bisogno di te al trasmettitore, con me e Sam, quando faremo analizzare il nuovo volontario. Vuoi venire subito con me?
Gersten diede un'occhiata ai tecnici. — Sicuro. I ragazzi se la cavano benissimo. — Si scostò dagli strumenti e si avviò lungo la galleria verso la scaletta, a fianco di Hawks.
Quando furono arrivati in un punto dove i tecnici non potevano udirli, Hawks disse, quasi distrattamente: — È probabile che domani tu abbia molto da fare, Ted. È inutile perdere tempo a risistemare i cavi, stanotte, quando potresti dormire. Ordina un divisore nuovo alla fabbrica, consegna espressa, e manda indietro quello vecchio. Lascia che ci pensino loro a sbrigarsela. In ogni caso, dovrai rifare tutti i test dal primo all'ultimo.
Gersten sbatté le palpebre. — Anch'io avrei dovuto vederla così. — Lanciò un'occhiata ad Hawks. — Sì, avrei dovuto vederla così. — Si fermò e disse: — Ti seguo subito, Ed. — Tornò indietro verso i suoi tecnici.
Hawks scese la scaletta a pioli: le suole delle scarpe si posavano con tonfi leggeri, regolari. Attraversò il laboratorio, e si avvicinò a Latourette, che sorvegliava gli strumenti, sopra il banco di registrazione di un armadio grigio collegato a un computer , e di tanto in tanto chiedeva al tecnico di leggere forte i dati. La scimmietta era di nuovo tra le braccia dell'assistente, e si agitava assonnata contro il petto dell'uomo, mentre l'effetto dell'anestetico svaniva.
Hawks rimase a osservare in silenzio, mentre Latourette confrontava le registrazioni con i dati che gli venivano passati da un tecnico della squadra addetta al ricevitore, e che lavorava su un altro computer di servizio.
— Va bene, Bill — fece Latourette, girandosi. — Comunque, adesso facciamo scorrere insieme le due registrazioni per compararle. Fammi sapere se manca qualcosa.
Il tecnico annuì.
— Bene. — Latourette si rivolse a Hawks. — A quanto ho potuto capire dal controllo preliminare, il tuo amico Barker ha ancora a disposizione l'equipaggiamento, con un'efficienza del cento per cento. — Guardò la scimmia. — E Jocko ha certo l'aria di stare benone. — Poi si guardò intorno. — Dov'è Gersten?
— Scende subito. — Hawks lanciò un'occhiata verso le gallerie. — Vorrei conoscerlo meglio. È un tipo difficile da capire. Non si rivela mai più del necessario. È molto difficile adattarsi a un uomo così.
Latourette lo guardò in modo strano.
Barker era disteso sul tavolo, chiuso nella tuta corazzata, con il vetro della visiera aperto. Guardò con calma Hawks che si piegava su di lui.
— Tutto bene? — chiese lo scienziato.
— Benone. — La voce di Barker echeggiò nel casco, uscì distorta dalla stretta apertura. I tubi dell'aria erano avvolti in spire sul suo stomaco.
Il guardiamarina, che stava a fianco di Hawks, disse: — Sembra che si trovi a suo agio. Non credo che avrà difficoltà claustrofobiche. Naturalmente, non potremo saperlo fino a quando avremo chiuso la visiera e gli avremo fatto respirare aria compressa per un po'.
— Figliolo — disse Barker — ho fatto più metri in immersione io, nella mia vita, di quanti ne abbia percorsi lei a piedi.
— Ma questa roba non è l'attrezzatura per sommozzatori, signore.
Hawks si mise in mezzo, tra Barker e il guardiamarina. — Barker, avevo promesso che le avrei dato la possibilità di tirarsi indietro, se lo voleva.
— Mi piace il modo in cui lo dice, dottore.
— Dovrebbe essere evidente la ragione per cui abbiamo tutti questi complicati apparecchi di controllo — insistette lo scienziato. — La fedeltà del processo di risoluzione dipende dalla chiarezza del segnale che arriva al ricevitore. E anche il raggio più ristretto che possiamo dirigere verso la Luna, inevitabilmente capterà qualche interferenza. Perciò lo facciamo passare dal trasmettitore agli amplificatori, controllando il segnale sulle letture effettuate al primo sondaggio.
«Esiste sempre una variazione tra la registrazione archiviata e il segnale, naturalmente. A ogni trasmissione facciamo una registrazione nuova, è ovvio, ma c'è sempre il divario di tempo tra l'ultimo nastro e la trasmissione successiva dello stesso oggetto. Ma è per questo che abbiamo un uomo-standard, e una tavola statistica del grado di probabilità delle variazioni per dati periodi di tempo. Inserendo analogie grossolane negli amplificatori e, introducendo l'appropriato fattore statistico, possiamo ottenere un certo controllo.»
Читать дальше