Ma cosa le ha preso, adesso che Sylvan è morto? pensò Rigo.
— Padre.
Allora Rigo e padre Sandoval, alzando lo sguardo, si accorsero che padre James si era avvicinato alla loro tavola. Con un breve cenno della testa, padre Sandoval salutò.
— Sono venuto a dirvi addio — dichiarò padre James, scosso soltanto da un lievissimo tremito.
— Rammenti quello che ti ho detto? — domandò padre Sandoval a denti stretti.
— Sì, padre. Mi rammarico profondamente che non riusciate a comprendere il mio punto di vista, tuttavia sento che avete torto. La mia coscienza non mi permette.
— L’obbedienza te lo impone!
Padre James scosse la testa: — La mia coscienza non mi consente di lasciarmi fuorviare — continuò. — Sono tornato in città per avere notizie sulla cura. Prima di morire, frate Mainoa mi ha detto di essere certo che l’avremmo trovata, e che le volpi ci avrebbero aiutato. Sapevate che Mainoa aveva quasi cento anni terrestri? Be’, so che non avevate stima di lui. Comunque, era una persona meravigliosa: avrebbe voluto essere qui, oggi.
— Intendi tornare nella foresta, nonostante quello che ti ho detto?
— Sì. Credo di dover rimanere su Grass, padre. Concordo con Marjorie nel ritenere che forse si tratta dell’opera più importante che dobbiamo compiere.
— Ah sì? E di quale opera si tratta? — Rigo dilatò rabbiosamente le narici. — Ancora filantropia? Assistere le vedove e gli orfani? Aiutare i villici a ricostruire i loro villaggi?
Padre James scosse la testa, scoccando un’occhiata penetrante a Rigo: — No, zio, non si tratta né di vedove né di orfani. Le volpi sono l’unica altra razza intelligente che l’umanità abbia mai conosciuto. Ho già inviato un messaggio alla Chiesa in Esilio, su Shafne: nonostante le convinzioni di padre Sandoval, confido che essa giudicherà importante stabilire relazioni di amicizia con le volpi: trovare il modo di fraternizzare. Marjorie dice che anche i microrganismi possono vivere in amicizia. — E rise, con una scrollata di spalle: — D’altronde, sai bene.
— Non so proprio niente! — ribatté Rigo. — Mia moglie parla molto poco con me!
— Be’, probabilmente ciò è del tutto naturale — commentò padre James. — Tu hai sempre parlato molto poco con lei, zio Rigo. Per quanto la riguarda, ha ammesso di essere stata affetta dalla stessa malattia degli Arbai.
— La malattia degli Arbai?
— Coscienziosità terminale — spiegò padre James, aggrondato. — Una scrupolosità tale da persuadere una persona che la povertà e la malattia sono inevitabili, nonché da indurla a congratularsi con se stessa per il fatto di nutrire i poveri e assistere i malati. Naturalmente, queste sono le mie parole, non le sue, quindi può anche darsi che non mi sia espresso bene. — Ciò detto, salutò con un cenno della testa e se ne andò, proprio come aveva fatto Marjorie. Sapeva che Rigo e padre Sandoval sarebbero rimasti a discutere, e che qualsiasie minaccia o rappresaglia avessero escogitato sarebbe stata così inutile come il modo in cui si erano comportati.
Né Marjorie né padre James avrebbero cambiato idea prima della partenza dell’astronave per la Terra, anche se entrambi avrebbero capito che l’opera intrapresa era molto più ardua del previsto.
Nella Città Arborica degli Arbai, la primavera fu seguita da una estate infinita, a cui succedette un autunno eterno, che trascorse tranquillamente giorno dopo giorno, mentre l’inverno si avvicinava poco a poco. Pur sapendo che presto avrebbero dovuto ritirarsi nei sotterranei, gli abitanti della città indugiavano. Due di essi, e forse alcuni altri, attendevano una certa occasione, mentre i restanti non aspettavano nulla. Il sole scintillava ancora tra le fronde e il vento era gelido soltanto di quando in quando. Le giornate erano ancora abbastanza calde per restare seduti accanto a una finestra aperta, a leggere un libro, o scrivere una lettera.
Mio caro Rigo,
hai scritto ancora una volta per chiedere a Tony e a me di tornare sulla Terra. Tony deve rispondere per se stesso. Quanto a me, ti ho già scritto varie volte, dopo la tua partenza, tentando di spiegarti perché non posso tornare. Ora mi sembra sciocco ripetere di nuovo parole che non hanno avuto alcun effetto sinora. È autunno, qui su Grass, dunque sulla Terra sono trascorsi vari anni. Dopo tutto questo tempo, mi chiedo perché t’importi ancora tanto del nostro ritorno.
Marjorie smise di scrivere per guardar fuori dalla finestra della propria casa, mentre Rillibee Chime si lasciava cadere sulla veranda, di ritorno dopo un’arrampicata sulle cime degli alberi, dove indugiavano alcuni giovani Frati Verdi, di cui si udivano le voci. I monaci più anziani, incluso il priore Laeroa, si trovavano nel loro convento, lontano, nella foresta. I Frati Verdi non avevano lasciato Grass, né mai sarebbero partiti, altrimenti. Chi avrebbe creato i giardini d’erba?
— Tutte le foglie si arricciano o cadono — annunciò Rillibee. — Tutte le creature stanno scendendo dalle cime degli alberi. — E si accostò a Stella, che era seduta a leggere. — Gli anfibi si stanno seppellendo nel fango.
Allora Stella alzò lo sguardo. Il suo viso era sincero, fanciullesco, tuttavia ella era di nuovo una giovane donna, anche se diversa da quella che era stata un tempo. — Anche gli animaletti da pelliccia? — chiese.
— Certo.
I due giovani si scambiarono un bacio.
Allora due ragazze si affacciarono a una finestra all’altro capo di un ponte e, per burla, presero ad imitare schiocchi di baci, con una sorta di ferale abandono animale.
— Ehi, voi due! — gridò Rillibee. — Rimettetevi a studiare!
Le due ragazze rientrarono, obbedienti.
— Stanno migliorando — osservò Stella. — Janetta sa già leggere dieci parole, e Dimity ha quasi smesso di togliersi sempre i vestiti.
— Tuo fratello è un bravo maestro.
— Le volpi sono brave maestre: non impongono nulla. Anch’io vorrei saper parlare un poco la loro lingua, come Dimity e Janetta.
— Non vuoi poter parlare con tua madre?
Stella arricciò il naso.
Fissando il foglio quasi bianco sullo scrittoio portatile, Marjorie sospirò in silenzio. Nonostante i mutamenti che aveva subito, Stella non aveva particolare desiderio di parlare con lei, anche se era molto più gentile di un tempo. Comunque, presto non avrebbe più avuto una madre con cui parlare, quindi ogni rammarico era inutile.
— Che ne dici di parlare con me? — chiese Rillibee.
— Sì — rispose Stella con gioia. — Ho voglia di parlare con te.
— Cosa hai voglia di fare?
— Andare a salutare frate Mainoa. Presto rimarrà tutto solo, quindi conviene andarci adesso.
— Hai ragione — annuì Rillibee, prendendola per mano.
Insieme, i due ragazzi si incamminarono verso il ponte, fermandosi spesso ad osservare con meraviglia un animale, o una foglia, o un fiore.
Intanto, Marjorie riprese a scrivere:
Ti ringrazio per averci tenuti al corrente di quello che è accaduto alla Santità. Avevamo già saputo che il Prelato era stato destituito in contumacia e che la Santità stessa era stata invasa e in gran parte distrutta. Durante la sua ultima visita al Comune, Rillibee ha saputo che ormai essa è in rovina, e gli angeli sulle torri levano le trombe al cielo deserto, e tutti coloro che si trovavano a bordo della Israfel sono morti di peste su un pianeta disabitato dove si erano rifugiati. Senza dubbio erano rimasti contagiati su Grass. Mi dispiace per Favel Cobham, che era proprio un bravo ragazzo.
— Fermati! — disse Stella.
Marjorie guardò fuori.
Obbediente, Rillibee si fermò a breve distanza dal ponte: — Perché?
— Voglio vedere gli innamorati arbai: stanno arrivando adesso.
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