— Credo di poter spiegare tutto. — Marjorie sapeva che Rigo e padre Sandoval avevano discusso del suo comportamento e di quello di padre James; capiva che i loro sentimenti erano in contrasto con la loro ragione; quindi voleva aiutarli. — O almeno, posso riferire quello che Lees Bergrem ha detto a me, e sta dicendo a tutti.
Padre Sandoval depose la tazza, la fece ruotare sulla tavola e la sollevò di nuovo, lasciando un cerchio umido che poi spezzò con un polpastrello: — Forse sarebbe utile — ammise.
Come aveva sempre fatto da bambina nel recitare le lezioni, Marjorie intrecciò le mani in grembo: — Ovunque, nell’universo, secondo le nostre conoscenze, le proteine hanno i medesimi tipi di strutture chimiche, anche se non sappiamo perché una proteina abbia un certo tipo di struttura, e un’altra proteina ne abbia un tipo diverso. Comunque, le proteine sono indispensabili alla vita: le cellule umane, anzi, tutte le cellule, non possono farne a meno. Esse sono costituite di aminoacidi, ossia sostanze organiche che possono esistere in due forme, dette forma L e forma D. Su tutti i mondi conosciuti, le proteine contengono soltanto aminoacidi di forma L.
«Tuttavia, su Grass si è sviluppato un virus che, nel corso del suo processo riproduttivo, produce un enzima, appartenente alla classe delle isomerasi, che trasforma L-alanina, un aminoacido di forma L, in un isomero, D-alanina, che è la sua immagine speculare e, a quanto ne sappiamo, non esiste su nessun altro pianeta. Lees mi ha ripetuto tutto ciò decine e decine di volte, quindi sono sicura di aver capito bene. — Interrompendosi un momento per bere, Marjorie guardò il marito.
Nell’osservarla, Rigo abbozzò un gesto per esortarla a continuare.
— In centinaia di migliaia di anni, il virus si diffuse ampiamente su Grass, nelle cellule di tutte le piante, le quali, morendo, liberavano nell’ambiente composti di forma D, la quale, col tempo, divenne tanto comune quanto la forma L. E questo è proprio quello che conta: qua, su Grass, D-alanina ed L-alanina sono diffuse ovunque, talché le assimiliamo entrambe, assieme al virus, bevendo questo caffè, ingerendo qualunque sostanza originaria del pianeta, o semplicemente respirando.
«Nel momento stesso in cui siamo sbarcati dall’astronave, siamo stati contagiati, poiché il virus è presente nell’aria, nella polvere, nell’acqua. In pochi minuti, probabilmente, esso si è diffuso in quasi tutte le nostre cellule. Per riprodursi, esso ha bisogno di un cofattore, ossia D-alanina. La proteina virale si lega al cofattore, poi, molto rapidamente, trasforma L in D. Tuttavia, essa si può legare anche con L-alanina, e trasformare D in L.
«Su Grass, dove D-alanina è così diffusa, il legame con essa si stabilisce con estrema rapidità, mentre richiede un periodo molto più lungo sugli altri pianeti, come la Terra, dove la forma D non esiste affatto, o è rarissima. Ecco perché la diffusione della peste è stata così lenta, e perché la peste stessa non esiste su Grass.
«Mentre la forma L è indispensabile alla vita, la forma D non può essere utilizzata dalle nostre cellule. Su Grass, però, le assimiliamo entrambe, semplicemente respirando, poiché il virus trasforma simultaneamente sia l’una che l’altra, e dunque le nostre cellule si trovano a disporre di sufficiente L-alanina per sopravvivere. Sugli altri pianeti, invece, dove D-alanina non esiste o è rarissima, quando il virus trasforma L, resta soltanto D, che le cellule non possono utilizzare. Così le cellule muoiono, forniscono il cofattore che consente di produrre altri virus, e il contagio si propaga immediatamente. Le piaghe compaiono sul corpo e si spargono, ma lavare, disinfettare e bendare serve soltanto ad aumentare ulteriormente l’infezione.
— Qui, però — commentò Rigo, severo — tutto ciò non accade.
— Esatto. Su Grass abbondano sia D-alanina che L-alanina, perciò le nostre cellule sono in grado di sopravvivere. Il ciclo vitale del virus si interrompe e le cellule muoiono naturalmente. Le persone che giungono qui restano contagiate senza avvedersene, poi ripartono.
— E il contagio sarebbe avvenuto tramite i pipistrelli morti? — chiese padre Sandoval.
— I pipistrelli, secondo quello che mi ha spiegato Lees, usano altri aminoacidi, ma non alanina, anche se la assimilano dal sangue di altri animali. Per questa ragione, nel loro sangue sono presenti sia il virus, sia i cofattori. Quando muoiono, i pipistrelli si seccano, diventano friabili, e la polvere che producono è ricca sia di virus che di cofattori. Difficilmente si potrebbe trovare un miglior veicolo di contagio.
— Tutto ciò è abbastanza chiaro — replicò padre Sandoval, scoccando un’occhiata a Rigo e accorgendosi che questi condivideva la sua collera e la sua frustrazione, le quali non erano dovute al fatto che la cura fosse stata trovata, bensì al modo in cui era avvenuta la scoperta. — Però non ci hai ancora spiegato in che cosa consiste la cura.
— La cura? — Marjorie lo guardò, perplessa. — Be’, pensavo che fosse evidente, padre. Non occorre fare altro che diffondere enormi quantità di D-alanina. Piccole quantità sarebbero inutili, anzi dannose, giacché nell’organismo la forma D si combinerebbe con l’enzima, consentendo la proliferazione del virus e distruggendo le cellule. Viceversa, enormi quantità, superiori a quelle necessarie alla replicazione del virus, permettono di trasformare sia L in D, che D in L, come ho già spiegato. Naturalmente, su Semling si è scoperto che produrre D-alanina è semplicissimo: basta sfruttare il virus per trasformare L-alanina.
Padre Sandoval scosse la testa: — A sentire te, sembra davvero molto semplice. Ma perché gli Arbai non riuscirono a capirlo, se avevano conoscenze così vaste e profonde? — Rifiutava di credere alla loro cultura, nonostante tutto quello che padre James gli aveva detto. Inoltre era convinto che la Chiesa sarebbe stata de! suo stesso parere, poiché la dottrina, per come la conosceva, non ammetteva che esistessero altri figli di Dio, oltre agli uomini.
— Forse furono sterminati troppo rapidamente. Ad ogni modo, il mio informatore lo ignora.
— Il tuo informatore? — chiese Rigo, con voce torva. — Una volpe! Non ti bastavano i cavalli, Marjorie?
Aggrondata, Marjorie scoccò un’occhiata minacciosa al marito, ma represse la propria collera: — Non parlare così, Rigo. Come ambasciatore, devi intrattenere relazioni con tutti i popoli di Grass, incluso il loro: le volpi non sono animali.
— Questo non spetta a te stabilirlo, Marjorie — intervenne padre Sandoval, furioso. — È un compito che spetta alla Chiesa. Non si può affatto escludere che siano animali soltanto perché sono dotate di una certa intelligenza. Ti avverto: può darsi che nell’avere avuto rapporti con esse tu abbia commesso un grave errore!
— Cosa? — ribatté Marjorie, sbalordita. — Voi… cosa?!
— Ti avverto! — ripeté padre Sandoval, col pugno chiuso sulla tavola. — Non insistere in questa insensata adulazione di quelle creature, Marjorie, se non vuoi rischiare la scomunica!
Impassibile, Marjorie scrutò il prete e Rigo: entrambi arrossirono e poi sbiancarono di furore. Senza dubbio avevano discusso ancora su di lei e su come dominarla. Per alcuni istanti, come aveva sempre fatto, ella cercò di escogitare una via d’uscita, un compromesso; infine rinunciò, come se avesse sbattuto contro un muro: aveva promesso. E rise: — Padre Sandoval parla anche a nome tuo? — chiese al marito.
Pur tacendo, Rigo divenne livido di rabbia, e questa fu una risposta sufficiente.
Con calma, Marjorie si alzò e si curvò innanzi: — Andate all’inferno tutti e due. — Poi se ne andò, seguita dagli sguardi fissi dei due uomini, sui cui pallidi volti l’ira fu sostituita poco a poco dallo stupore.
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