— Tutto ciò è incredibile!
— Niente affatto. Anzi, è del tutto credibile, giacché si tratta soltanto di una lieve variazione del comportamento naturale e del carattere degli Hippae. Le rane non hanno poteri mentali, i veltri ne sono quasi privi, ma gli Hippae sono dotati di poteri sufficienti ad influenzare e a dominare le menti delle altre creature. Pensate soltanto a quello che fanno ai migerer e ai cacciatori! Quando si trasformano in volpi, i loro poteri si centuplicano. Forse non sono realmente intelligenti, benché siano malvagi, astuti e capaci di apprendimento. Per caso hanno imparato a uccidere, e poi hanno continuato, limitandosi meramente a ripetere uno schema di comportamento acquisito.
Dopo aver riflettuto per un poco in assoluto silenzio, la dottoressa Bergrem osservò: — Se non sbaglio, mi avete detto di conoscere due cose importanti.
— Ho riconosciuto il secondo elemento importante tentando di leggere i vostri libri. Non avendo competenze scientifiche, ricordo soltanto che una delle vostre opere concerneva un aminoacido di una proteina: una sostanza necessaria alla vita, che qui su Grass, e soltanto qui, esiste in due forme. Ebbene, mi sono chiesta: perché qui esiste in due forme? Inoltre mi sono domandata: — Quali sarebbero le conseguenze se qui, su Grass, qualcosa trasformasse un aminoacido nella sua immagine speculare? Così, una sostanza di cui tutte le nostre cellule hanno necessità e si servono, diverrebbe una sostanza diversa, che non potremmo utilizzare.
Seguì un lungo silenzio.
Infine, Lees Bergrem disse: — Mi occorre un pipistrello morto.
— Ne ho portato uno — rispose Marjorie, infilando una mano in tasca. Depose sulla scrivania della dottoressa la creatura friabile che Primo era andato a prendere, quindi sedette, si posò la testa sulle ginocchia tremanti, e cercò di non pensare a nulla.
Per due giorni Lees e Marjorie rimasero in laboratorio, mentre in città si combatteva strada per strada e casa per casa. Molte persone morirono, tuttavia non tante quante si era temuto in un primo momento, e ciò grazie all’intervento di alleati invisibili: numerosi Hippae furono trovati morti senza che nessuno rammentasse di averli uccisi. Giacché il Prelato dormiva e non poteva revocare gli ordini del serafino, la navetta trasportò le truppe dalla cosmonave al pianeta, una pattuglia per volta. Così il Comune fu lentamente liberato e gli artificieri fecero saltare le gallerie, impedendo agli Hippae di passare sotto la foresta palustre. Sfruttando il loro mimetismo, i mostri che erano rimasti in città perpetrarono agguati nei vicoli e si introdussero nelle case e nelle botteghe, spargendo sangue, dolore e morte. Tuttavia furono sconfitti poco a poco.
Soccorso da una creatura indescrivibile, Roald Few scampò alla morte per un pelo, ma uno dei suoi figli perì, e molti suoi amici furono uccisi o rimasero dispersi. Nell’obitorio allestito nei sotterranei, Sylvan bon Damfels fu deposto per primo e, seguito da decine e decine di altre salme, si unì nella morte agli abitanti del Comune, come non era riuscito a fare in vita.
Uno ad uno, gli ultimi Hippae furono scovati e uccisi. Le truppe si schierarono lungo il perimetro della foresta e aprirono il fuoco automatico con le loro armi sensibili al calore, abbattendo i numerosi mostri che si nascondevano ai margini della palude, i quali furono assaliti anche da altre creature. Così, nessun mostro invase più il Comune.
Sul finire della battaglia, Favel Cobham scese la scala di emergenza di un pozzo discensionale, riaccese l’impianto energetico dell’Albergo dell’Astroporto, e andò ad unirsi ai suoi commilitoni. Non aveva avuto ordine di cessare la sorveglianza agli Yrarier, ma non aveva neppure avuto ordine di continuarla.
Più tardi, allorché vide gli ultimi soldati tornare all’astroporto, Rigo lasciò l’albergo e si diresse al cancello della Capitaneria, mentre i militari bruciavano i defunti e si preparavano alla partenza: — Ve ne andate già? — chiese a un cherubino dalla chioma brizzolata e dal viso cinico, rugoso.
— Il Signore e Padrone si è svegliato, scoprendo cosa è successo ai suoi cervelloni e ai cittadini — rispose il cherubino. — Suppongo che non voglia restare perché ha paura di fare una brutta fine.
Al Comune, Rigo chiese a tutti coloro che incontrò se avevano visto Marjorie e si sentì rispondere di recarsi dove tutti cercavano i congiunti dispersi, vale a dire all’obitorio. Così fece, trovando Marjorie accanto alla salma di Sylvan.
— Rowena mi ha chiesto di occuparmi del funerale — spiegò Marjorie. — Vuole che Sylvan sia sepolto nella prateria, dove sorgeva Klive.
— Non saresti forse venuta comunque? — ribatté Rigo. — Non eri forse innamorata di lui? — Questo non era quello che aveva progettato di dirle, perché aveva concordato con padre Sandoval sull’inadeguatezza delle recriminazioni. Tuttavia si era aspettato di dover piangere sulla salma della moglie, perciò, frustrato nel dolore e nei buoni proponimenti, si era lasciato prendere dall’ira.
Anziché rispondere, Mrjorie dichiarò: — Anche Sebastian è morto, e Kinny ha perduto un figlio. Persun Pollut si è salvato a stento, ma è ferito così gravemente al braccio, che forse non potrà più fare l’intagliatore.
La vergogna mise a tacere Rigo, accentuando la sua collera.
Marjorie si avviò all’uscita dell’obitorio, seguita dal marito: — Ho aiutato Lees Bergrem — raccontò, guardando attorno per accertarsi che nessuno udisse. — Era già a buon punto con le ricerche e crede che abbiamo trovato una cura, ma non può sperimentarla qua su Grass, perciò ha contattato Semling, dove potranno produrla e sperimentarla su alcuni malati.
— Produrla? — chiese Rigo, incredulo. — Si tratta forse di una specie di vaccino?
Annuendo, Marjorie abbracciò goffamente il marito, con un sol braccio, il viso rigato di lacrime: — Non è affatto un vaccino. Oh, Rigo! Credo davvero che abbiamo trovato la risposta! — E si allontanò, prima che lui potesse riabbracciarla. Rifiutò di dare spiegazioni finché Lees ebbe spedito su Semling tutto il materiale di cui disponeva: — Aspettate — raccomandò a Rigo, Roald e Kinny. — Non dite nulla a nessuno fino a quando avremo ottenuto risposta. Non dobbiamo illudere la gente senza avere la certezza che la cura funzioni.
Insieme, Marjorie e Lees passeggiarono avanti e indietro nel laboratorio echeggiante, durante tutto il terzo giorno successivo alla loro scoperta, in attesa di sapere come avrebbero reagito alla cura i malati di Semling. A mezzodì del quarto giorno ebbero risposta: entro poche ore dalla somministrazione, tutti i malati avevano cominciato a guarire.
Piangendo, con le lacrime che le scorrevano sulle guance fino agli angoli della bocca sorridente di gioia, Marjorie annunciò: — Adesso possiamo dirlo a tutti! — Andò subito al dimmi per informare frate Mainoa, e soltanto allora seppe che il vecchio monaco era deceduto in grembo a una volpe, alcuni giorni prima. Nello stesso momento comprese anche, parzialmente, quello che Primo aveva tentato di comunicarle.
— Il nostro lavoro è finito — dichiarò Marjorie. — Abbiamo portato a termine la nostra missione.
Nel ristorante del sindaco, Marjorie, Rigo e padre Sandoval sedevano intorno a una tavola a bere autentico caffè terrestre, mentre in città si restauravano le case e si seppellivano i defunti. Proprio in quel momento, un corteo funebre passò in fondo alla strada, e Marjorie distolse lo sguardo, giacché non voleva più pensare alla morte.
— Così dici tu — rispose padre Sandoval, col tono gelido e austero che aveva preso ad usare con lei di recente. — Eppure, non ho ancora avuto la prova che sia davvero così. — Negli ultimi giorni non le aveva quasi parlato perché non se la sentiva di rimproverarla, dato che sembrava che una cura fosse stata trovata. Comunque non le perdonava il modo in cui aveva agito. Per la stessa ragione, non perdonava neppure padre James.
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