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Connie Willis: Il sogno di Lincoln

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Connie Willis Il sogno di Lincoln

Il sogno di Lincoln: краткое содержание, описание и аннотация

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Vincitore del John W. Campbell Memorial Award, ambito premio statunitense riservato agli autori più promettenti, (1987) è il primo romanzo importante di Conie Willis, un’autrice che si è poi segnalata con opere di tutto rispetto. Che accadrebbe se una donna dei nostri tempi scoprisse di poter viaggiare nel tempo grazie ai suoi poteri mentali, in particolare a una specie di ponte psichico stabilito con il generale Robert Lee, il grande sconfitto della guerra civile? Da questa premessa parte un romanzo appassionante, una cruda e realistica ricostruzione della guerra civile americana e del suo mondo, ma anche un’avventura ricca di imprevisti: per esempio; che ruolo ha nella vicenda il cavallo di Lee, Traveller? E perché un uomo dei nostri glomi sembra inspiegabilmente identificarsi con lui? Lo scoprirete con Connie Willis.

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— Richard dice che i sogni non sono come li ricordiamo da svegli. Che sono emozioni proiettate in forma di immagini o di simboli, ma che nell’attimo in cui le persone si svegliano tentano di nascondere il significato dei sogni appena fatti aggiungendovi dettagli e cancellandone altri, così che sembrano significare qualcos’altro. Forse è quello che anch’io sto facendo. Sto trasformandoli in soldati morti mentre sono in realtà qualcos’altro.

— Che cosa? — chiesi.

— Non lo so.

— Che tipo di fucile aveva il soldato? Quello che hai calpestato. Dicevi che stringeva ancora il suo fucile. Che tipo di fucile era?

— Penso che fosse un fucile giocattolo — disse lei. — Sembrava un fucile, ma aveva al posto del caricatore una striscia di carta con le cartucce, come una pistola giocattolo. — Alzò lo sguardo su di me. — Significa forse che ho sparato a qualcuno con una pistola giocattolo nel nostro frutteto, a casa, e poi mi sono obbligata a dimenticarlo?

La neve si era trasformata in una cortina che ci circondava. Non riuscivo a vedere oltre il limite del porticato. — Uno dei fucili usati nella Guerra Civile era lo Springfield. Era un fucile a percussione che utilizzava un caricatore simile a una striscia di carta, come quella delle pistole giocattolo.

— Ho fatto ancora il sogno, l’altra notte — disse lei.

— Non possiamo rimanere qui. Puoi raccontarmelo anche se andiamo in macchina — feci, alzandomi e tendendole la mano. Lei la afferrò con la propria, gelida, e io l’aiutai ad alzarsi, sentendo il desiderio di afferrare entrambe le sue mani e tenerle sul petto, accarezzandole per far tornare in loro un po’ di calore; ma lei la ritrasse non appena fu in piedi, infilando quindi i guanti fradici. Camminammo verso la macchina.

L’avviai mentre alzavo al massimo il riscaldamento. Non azionai i tergicristalli, e la cortina di neve ci nascose la vista della casa, del prato e delle tombe.

— Stavo sotto l’albero di mele, solo che adesso si trovava su una collina, ai cui piedi scorreva un ruscello; dove avrebbe dovuto esserci la mia casa c’era la chiesa presbiteriana a cui andavo quando ero piccola — disse. Tolse i guanti, cominciò a tormentarli fra le mani, poi si fermò e li infilò in tasca.

— Era pomeriggio e Richard era con me. Indossava le pantofole e guardava qualcosa giù per la collina, ma io non riuscivo a vedere cosa, e mi arrabbiavo perché non mi aiutava a cercare. — Si fermò, fissando il parabrezza coperto di neve.

— Aiutarti a cercare cosa?

— Il messaggio. Ce ne dovevano essere centonovantuno, però uno mancava, così dissi a Richard «Dobbiamo trovarlo», ma lui non metteva giù il cannocchiale, si limitava a indicare i piedi della collina dicendo «Chiedi a Hill. Lui lo sa dov’è» e dapprima pensavo che si riferisse alla collina su cui ci trovavamo, ma poi vidi un uomo su un cavallo grigio. Allora mi avvicinai e chiesi irritata «Dov’è?» ma nemmeno lui mi prestò attenzione. Stava tentando di scendere da cavallo, ma il cavallo era caduto in avanti, come inginocchiato. Le sue ginocchia erano piegate in sotto…

Tentò di farmi vedere, ma non riusciva a piegare i gomiti nel modo giusto, e io già sapevo com’era caduto quel cavallo. Chiusi gli occhi.

— Aveva un piede nella staffa e stava tentando di far passare l’altra gamba sulla sella, ma non ci riusciva. Dopo un po’ tornai verso l’alto da Richard e dissi «Dobbiamo trovarlo». Nemmeno lui mi rispose, perché stava guardando con il cannocchiale oltre la chiesa, verso sud. Stavo per prendergli di mano il cannocchiale quando improvvisamente vidi ciò che stava guardando. Era un’intera colonna di soldati dell’Unione, che avanzava da sud. Dissi «Di chi sono quelle truppe?» Richard mi tese il cannocchiale, ma io avevo le mani fasciate e non riuscivo ad afferrarlo, così feci guardare di nuovo a lui, e lui disse «Sono Federali» e io dissi «No, è Hill», e in quel momento l’uomo che era stato sul cavallo caduto arrivò al galoppo su un altro cavallo. Ora però indossava una camicia rossa di lana e io ero felice di vederlo, perché tutto ciò significava che nonostante noi non lo potessimo trovare lui aveva avuto il messaggio.

Non dissi nulla. Facevo scorrere le dita attorno al cerchio del volante e pensavo al modo di riportarla a casa prima che la bufera ci intrappolasse entrambi laggiù.

— Forse Richard ha ragione — fece lei — e qualunque cosa sia scritta in quel messaggio perduto è ciò che io non riesco a ricordare.

— E allora le bende sulle mani? E i Confederali con le uniformi azzurre? E il numero centonovantuno? Che cosa significherebbero?

— Non lo so — fece lei lievemente, e si infilò di nuovo i guanti. — Me lo dirà Richard. È lui lo psichiatra.

— L’ultimo libro di Broun è sull’Antietam — dissi. — Ho passato gli ultimi sei mesi a cercare qualsiasi cosa sia stata scritta su quella battaglia.

— E sai perché le mie mani erano bendate?

— Lee si ruppe la mano destra e distorse la sinistra appena prima della marcia nel Maryland. Portava ancora le stecche e le bende all’Antietam. Lee aveva mandato un messaggio urgente a A.P. Hill all’Harper’s Ferry, dicendogli di portare i suoi uomini il più presto possibile, così quando vide soldati arrivare da sud sperò che si trattasse delle truppe di Hill, ma gli uomini indossavano uniformi azzurre.

“Chiese a uno dei suoi aiutanti «Che truppe sono quelle?» L’aiutante disse che si trattava di truppe dell’Unione e si offrì di aiutare Lee a tenere il cannocchiale, ma lui alzò le mani fasciate e disse «Non posso usarlo. Che truppe sono?» L’aiutante guardò di nuovo, e questa volta vide sventolare la bandiera dei Confederati.

“Erano gli uomini di Hill, che stavano arrivando da Harper’s Ferry dopo una marcia forzata di diciassette miglia. Hill cavalcava davanti a loro. Indossava una camicia rossa. — Strinsi le mani attorno al volante. — Avevano le uniformi dell’Unione perché avevano conquistato anche un magazzino, ad Harper’s Ferry.”

Annie si voltò e guardò verso le tombe che non poteva vedere. — Voglio andare a casa — disse.

3

Lee non comperò Traveller “fra le montagne della Virginia nell’autunno del 1861”, come scrisse alla cugina Markie Williams dopo la guerra, ma considerò il cavallo come suo proprio da quel primo incontro, chiamandolo “la mia bestia” quando lo vide di nuovo nel North Carolina, nelle grandi stalle. Il proprietario rimarcò come egli stesse “sempre a girare attorno ai cavalli, come se volesse rubarne uno”.

Broun aveva chiamato di nuovo, da New York, lasciando un messaggio sulla segreteria. Al nord il tempo era peggiorato. Non era ancora stato da Mc Laws e Herndon, ma aveva visto la sua agente, che aveva fatto una scenata al solo sentir nominare l’aggiunta. Gli aveva detto che le bozze erano già andate in stampa e che non era possibile fermare la stampa per una scena che l’editore non aveva nemmeno visto né approvato, ma Broun voleva comunque tentare. Sarebbe tornato a casa quella sera, se il tempo glielo avesse permesso. In caso contrario l’avrei rivisto il mattino seguente.

— Voglio che tu chiami il tuo amico Richard per chiedergli se sa qualcosa dei sogni prodromici. — Ripeté la parola lettera per lettera e poi, come se sapesse che stava chiedendo qualcosa di impossibile, aggiunse: — O meglio ancora, chiama Kate alla biblioteca e vedi se esiste una bibliografia sull’argomento. E vedi anche se riesci a scoprire dove fu sepolto Willie Lincoln. Lincoln lo sognò spesso, dopo la sua morte. Ho intenzione di andare fino in fondo in questa storia dei sogni.

Guardai i libri accatastati sugli scaffali sotto ai vasi di violette. Broun aveva di nuovo rovistato, dopo averli sistemati. In cima a una pila c’era una biografia di Lincoln aperta. Rintracciai un Freeman in quella confusione, ma poi lo misi giù.

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