Anche Cutsis Walk era bloccato. Dovevo attraversare il prato per arrivare ad Arlington House. Allora mi spinsi fino alle tombe. Gli operai avevano calpestato la neve, qua e là, e in quei punti si vedeva ormai l’erba. A fianco della fossa scavata di fresco la neve ammonticchiata era sporca e stava sciogliendosi rapidamente.
Gli operai se n’erano andati probabilmente a pranzo, o a fumare una sigaretta. Avevano lasciato una lastra di metallo, sotto un albero vicino, con un foglio di carta agganciato. Doveva esserci scritto il nome della persona per cui quella tomba veniva preparata, e provai l’impulso di arrivare fino all’albero per leggerlo. Ma il terreno era troppo molle, temevo cedesse sotto ai miei passi e io mi ritrovassi improvvisamente a calpestare tutti quei corpi martoriati.
— Ha qualcosa a che fare con Arlington e un soldato senza nome e un messaggio — Annie aveva detto, tentando di capire il sogno. — Penso che stia tentando di espiare — e io avrei dovuto chiederle — In che modo tenta di espiare? — invece di sgridarla. Perché era vero che quei sogni erano una espiazione.
Lui stava tentando di metterla in guardia. Sua figlia Annie era morta, e lui non aveva potuto fare nulla per salvarla. Non aveva potuto fare nulla per salvare nessuno di loro, Stonewall Jackson e i soldati scalzi che aveva dovuto rimandare in battaglia e la Confederazione. Ma poteva salvare Annie. Gli ricordava sua figlia, e aveva ventitré anni. Lui stava tentando di avvertirla.
I sogni erano terrificanti, pieni di immagini di morte e di moribondi. Volevano metterla in guardia, far sì che consultasse un medico prima che fosse troppo tardi, un avvertimento chiaro, facile da interpretare come il sogno di Lincoln di se stesso nella bara; ma nessuno lo capì. Tranne Annie, e lei non voleva ascoltare.
— È la guerra — aveva detto Broun. — La gente fa cose del genere in guerra, si sacrifica, si innamora. — Erano stati insieme notte dopo notte, battaglia dopo battaglia. Lei era destinata a innamorarsi di lui, non avrebbe potuto fare altrimenti. E dopo, anche quando capì che i sogni erano un avvertimento, anche quando gli avvertimenti divennero più chiari e terribili, quando Lee si sacrificò a sognare Appomattox di nuovo, a sognare persino la propria morte per salvare lei, per avvertire lei, lei non poté più lasciarlo.
Era rimasta con lui fino alla fine, come aveva promesso, e quando la neve si sarebbe sciolta un po’ di più sarei stato in grado di vedere il suo corpo, a faccia in giù, le braccia spalancate, il fucile Springfield ancora sotto di lei. Mi appoggiai al muretto, incapace di stare in piedi.
Vedevo le vetrate squadrate e bianche della metropolitana e oltre di loro, al di là del ponte, la tomba bianca e squadrata del Lincoln Memorial. Pensai alla statua che stava dentro, a Lincoln seduto con le sue lunghe gambe piegate davanti e le sue mani sui braccioli, con l’aspetto di un uomo che ha perso un figlio.
Lincoln era andato al cimitero di Georgetown e aveva fatto aprire la tomba due volte, tentando, io credo, di convincersi che Willie era davvero morto. Ma non era servito. Non era servito, e lui non poteva più dormire, e il suo dolore l’aveva quasi fatto impazzire. Finché alla fine, per usare le parole di Broun, il viso di Willie era venuto in sogno a confortarlo. Come il viso di Annie era venuto a confortare me, sebbene lei fosse morta.
Sebbene lei fosse morta.
Mi ci volle molto tempo per tornare sulla strada, saltellando come un gatto fra la neve alta e fra le tombe, e ancor più tempo per guidare fino a casa. Quando arrivai, Broun era nella veranda, a innaffiare le sue violette.
Rimasi sulla porta, il cappotto ancora indosso, guardandolo spargere acqua dai sottovasi già stracolmi. Non potrà mai assomigliare a Lincoln. Gli attacchi di cuore hanno invecchiato e in qualche modo rattristato la sua espressione e la sua barba, che alla fine, dopo quasi due anni, è diventata come voleva lui, è quasi completamente bianca. Assomiglia a Lee.
Mi stupii di come avessi fatto a non accorgermene prima, e del perché avessi conservato di lui l’immagine della sera del ricevimento, di una persona acuta e ambigua, di cui non fidarsi. Non è mai stato altro che gentile, con me. E in una serata di neve mi vendette ad Annie, che stava facendo i sogni di qualcun altro.
— Jeff si prenderà cura di lei — aveva detto Broun, come chi stia facendo uno scambio — non è vero, Jeff?
E io avevo risposto — Mi prenderò cura di lei, lo prometto.
Penso che una parte di me l’abbia biasimato per quello, durante tutto il tempo, nonostante non fosse mai stato altro che gentile con me e mi amasse tanto quanto Lincoln amava Willie e ora sia qui nella veranda non perché le violette abbiano bisogno d’acqua ma perché si chiedeva dove fossi, che cosa mi fosse successo.
L’ho biasimato per qualcosa che non era colpa sua. Era stato amore a prima vista. Non l’aveva forse chiamato, Lee, “il mio destriero” prima ancora di comprarlo?
Io le appartenni fin dall’attimo in cui la vidi, in piedi con il cappotto grigio, e lei mi portò, suo fedele compagno, da Fredericksburg a Chancellorsville a Gettysburg ad Appomattox, e infine mi lasciò indietro.
— Non avrei dovuto mandarti laggiù — sta dicendo Broun.
Non posso rispondere. Rimango sulla porta a capo chino, annichilito, vinto. Povero Traveller. Aveva capito che Lee era morto, oppure, povero muto animale, aveva aspettato tutti i giorni, per due anni, che tornasse?
— Che cosa è successo? — chiese Broun, allarmato. — Che cosa c’è che non va?
— Mi sono ferito con un chiodo.
FINE