— Donne guerriere — esclamò Patrolco — ti aspetti che ti crediamo?
— A voi scegliere. Quando fu trascorso un numero sufficiente di anni, non fu più necessario che le donne ricoprissero quel ruolo e la guarnigione fu affidata agli uomini, che divennero guerrieri, salvo quei pochi che sceglievano di tornare nella città e di vivere con le donne. Alcuni degli uomini hanno sempre preferito vivere così.
— Codardi — sbottò Stephon. — Lo sappiamo tutti.
— Non sapete. No. Non veramente. Nei primi cento anni la guarnigione provò due volte a prender possesso della città; ma le donne non avevano dimenticato gli anni in cui erano state guerriere, Stephon, Michael. Li combatterono, oltretutto erano in numero molto superiore agli uomini. Fa parte dei nostri compiti governativi fare in modo di essere sempre in numero superiore agli uomini.
Michael non disse nulla. Stava cominciando a provare un orribile sospetto, un’idea che lo terrorizzava. I suoi occhi scrutarono nelle tenebre alle spalle di Morgot. C’era qualcosa che si muoveva?
— Nei successivi duecento anni la guarnigione, o meglio le guarnigioni, hanno cercato più volte di prendere il controllo delle città. Nessuna delle ribellioni ha mai avuto successo, Michael. Che razza di stupide saremmo se non fossimo preparate a fronteggiare simili eventualità? Non saremmo certo in grado di governare il Paese delle Donne?
— Chi c’è con te, Morgot?
— Noi — disse una voce dall’oscurità del bosco. — Gli umili, i codardi, quelli che ti hanno lasciato.
— Mostratevi — urlò Stephon. — Solo i vigliacchi si nascondono nel buio.
— I codardi fanno molte cose — disse una voce — i codardi uccidono i loro comandanti e fingono che sia stato un attacco dei banditi. I codardi complottano in segreto, i codardi programmano le insurrezioni, i codardi pianificano di violentare le donne. — Una delle ombre sotto gli alberi si fece avanti. Era un uomo, o almeno aveva la struttura fisica e l’altezza di un uomo. Era vestito come Morgot, tutto in nero con un cappuccio che lasciava vedere solo gli occhi.
Dietro di lui nell’ombra c’erano altre ombre. Michael ne contò sei o otto. — Immagino che non sia da codardi attaccarci in forze superiori.
— Non vedo forze superiori — disse Morgot. — Voi siete tre, Lui è solo. E io sono sola.
— Mi viene chiesto di spiegarvi — disse l’ombra, ponendosi davanti a loro — quale sia il nostro codice di comportamento. Non attacchiamo mai semplicemente per ferire o neutralizzare. Se si è costretti a combattere non c’è ragione di lasciare in vita un avversario. Non uccidiamo mai se non per autodifesa.
— Autodifesa! — ribatté Patrocolo. — Voi tendete tranelli nel buio della notte.
— Autodifesa — ripeté l’ombra — la difesa di noi stessi e delle nostre città, la difesa di Marthatown, la difesa del Paese delle Donne.
Patroclo non perse altro tempo. Aveva aspettato un’opportunità, un attimo di disattenzione e credette che fosse giunto il momento. Si protese verso la figura che gli stava di fronte ma, improvvisamente, essa non c’era più. Si volse ritrovandoselo di fronte con qualcosa tra le mani, un bastone corto. Il bastone si mosse e divenne una ruota argentata. Patroclo abbassò gli occhi sul punto dove c’era stata la sua spada.
— Mai per ferire — disse l’ombra. La ruota argentata si diresse verso il collo di Patroclo squarciandolo.
Michael emise un gemito mentre veniva colpito da un calcio allo stomaco; l’uomo in nero scomparve nelle tenebre. Michael e Stephon trattenevano il fiato.
Morgot riprese a parlare: — Vi state chiedendo cosa avete visto? Noi lo chiamiamo uno dei nostri misteri, Michael. Una cosa che le donne guerriere e i servitori imparano a praticare assieme. Martha Evasdaughter conosceva questi misteri e li insegnò alle sue figlie. Avete chiesto alle nostre figlie di questi misteri. Questo e altri misteri hanno il loro codice d’onore; mai usarli per qualcosa di futile; mai usarli per motivi dappoco. Solo per autodifesa e sempre per difendere il Paese delle Donne da coloro che non sono e non saranno mai parte di esso…
Si alzò mettendosi di fronte a lui. — Stephon, tu pensi che io sia pazza. Lo vedo. Raccogli lo scudo, Stephon. Prendi lo scudo e vieni a batterti con me. Vediamo se riesci a usare la tua daga su di me. Vediamo se riesci a prendermi e a penetrarmi con la tua piccola daga come avresti voluto fare con le donne indifese di Marthatown.
Stephon le rivolse uno sguardo diretto. Era magra, piccola, più bassa di lui, chiaramente non aveva la forza nelle braccia di cui lui disponeva. Non si curò di prendere lo scudo. Non era più sorpreso né spaventato. Avrebbe contrastato la sua arma catturandola con la lama della sua spada. Aveva il pieno controllo di sé. Si rannicchiò per offrire meno bersaglio e si protese verso di lei, ripetendo l’errore che già Patroclo aveva commesso.
Qualcosa lampeggiò tra di loro e affondò nel suo viso; l’uomo urlò lasciando cadere le sue armi, con le mani che salirono per respingere il sangue negli occhi. Attraverso lo scuro sipario di sangue poté vedere l’argento scintillare quando la ruota sciabolò. Cadde. Aveva perso una gamba.
— Mai per ferire — disse Morgot con tristezza — sempre per uccidere. Cerchiamo di essere misericordiose. — L’uomo non sentì neppure il colpo di grazia.
Michael aveva osservato la scena quasi senza credere ai suoi occhi. La cosa che aveva colpito Stephon al viso era una specie di pugnale lanciato dalla mano. La ruota argentata che aveva ucciso Patroclo era una lama ricurva alla sommità di una catena, manovrata da una manopola. Una lama pesante nel mezzo e affilata all’estremità. Una lama che volteggiava di piatto con la estremità tagliente verso l’esterno. Una lama che poteva essere contrastata solo da uno scudo…
— Ti chiedevi quale fosse la nostra arma — disse Morgot, facendosi avanti vicino al fuoco. — Te lo chiedevi, Michael. Hai mandato Barten per sedurre una delle mie figlie e Chernon dall’altra, per scoprirlo. Barten ha rovinato una delle mie figlie e Chernon ha quasi ucciso l’altra.
— Morgot…
— Sì, Morgot.
Nell’oscurità le altre ombre si muovevano. Michael lasciò cadere le sue armi. — Non combatterò contro una donna — si inumidì le labbra secche. — Non combatterò la madre dei miei figli.
— Michael, assassino di Sandom, cospiratore con ladri e assassini, avido, ambizioso, distruttore, sono stati uomini come te che hanno portato la rovina su di noi. Pensi che ti avrei voluto come padre dei miei figli? Non sei il padre di nessuno di loro.
Lui ebbe appena l’opportunità di capire ciò che gli aveva detto, non ebbe quasi tempo di provare rabbia per quelle parole che lo avevano riempito d’odio quando un’alta figura comparve al fianco di Morgot. Anche questa si tolse il cappuccio. Michael non riconobbe il viso, ma comprese che era un servitore, perché aveva i capelli raccolti in una treccia. — Non avremmo mai chiesto al potente Michael di combattere contro una donna — disse il servitore. — Ma forse vorresti batterti contro il padre dei suoi figli…
Furono le ultime parole che Michael poté udire. Si mosse come avevano pensato che avrebbe fatto. Per un momento o due pensò di poter vincere ma la figura scura non si trovava più dove lui pensava che fosse. La lama gli tagliò la gola da una direzione così imprevedibile che lui non la vide neppure.
Cadde il silenzio.
Da qualche parte tra gli alberi un uccello lanciò un suono sonnacchioso. Molto lontano, nella pianura, un coyote ululò e a quel grido fece eco la rispota di altri. Vicino al fuoco diverse figure incappucciate di nero stavano osservando il massacro dei tre.
— Ora — disse Morgot a bassa voce — lasciate Patroclo qui. I coyote e le iene si occuperanno di lui. Gli altri hanno ancora la testa. Due saranno sufficienti per la guarnigione.
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