Myra arrossì, cominciò a ribattere qualcosa, poi vi rinunciò con uno sguardo che era al tempo stesso confuso e adirato. — Non è la stessa cosa. Jerby ha solo cinque anni.
— Oggi ha solo cinque anni. Vuoi dire che non saresti contenta di vederlo ritornare quando avrà quindici anni? Pensa ad Habby. Ne ha quasi quindici; vuoi dire che ti piacerebbe che fosse picchiato da quelli che fanno una scelta diversa dalla sua?
— Be’, non mi aspetto che si comporti come un bambino — disse lei senza voler sentire ragioni, con il volto rosso di rabbia.
Morgot scosse il capo, guardando fisso la figlia finché questa non si decise ad abbassare gli occhi. — Riferirò di questa offesa al Concilio, Joshua. Si riunisce domani notte, è una fortuita coincidenza temporale. Altra verdura, Stavia?
— Grazie.
— Myra, altra verdura?
— Sto ingrassando — borbottò questa.
— Chi ti ha messo in testa quest’idea?
— Oh, me ne accorgo da sola.
— Be’, difficile che un po’ di verdura ti faccia diventar grassa; renderà la tua pelle più soffice e i tuoi capelli più lucenti, sono cose che i giovani guerrieri trovano attraenti. Ne vuoi ancora?
— Il cibo che si mangia d’inverno è sempre la solita roba. I cavoli soprattutto, mi fanno schifo.
— Già. Ma sono praticamente le uniche verdure che possiamo coltivare durante tutto l’inverno. Quando saranno finiti i lavori ai nuovi pozzi questa estate potremo avere verdura fresca un poco più spesso. Allora ne vuoi o no?
— Solo un po’.
Joshua condivise “lo sguardo” con Morgot ancora una volta e la conversazione improvvisamente affrontò argomenti più generali e divertenti, cosa che accadeva quando Joshua o Morgot non volevano parlare di qualcosa in particolare.
Corrig trovò Stavia in cucina con un’aria sofferente tipica delle donne di mezz’età, con gli occhi gonfi per la mancanza di sonno, e il testo di Ifigenia a Troia aperto sul tavolo.
— Ti ho sentito muoverti per casa tutta la notte — disse, passandole una mano tra i capelli. — Hai un aspetto terribile, cara.
— Grazie — rispose lei laconicamente.
— Be’, diciamo che hai un aspetto meno grazioso del solito — riempì una pentola con acqua e cereali posandola sul fornello.
— Non riuscivo a dormire. Continuo a pensare a Dawid. Mi domando cosa ne sarà di lui.
— È normale. Ti occorrerà un po’ di tempo per accettare il fatto che se ne è andato. — Versò del tè caldo nella tazza vuota di fronte a lei; abbassò gli occhi sul testo. — Non è che sia la lettura più piacevole del mondo.
— Lo so — rispose lei — lo faccio soprattutto per distrarmi. Una volta la sapevo a memoria, tutte le parti; l’ho vista rappresentare tutte le estati ma non ci ho più pensato per molti anni. Morgot ha recitato Ifigenia sin da quando io ricordi; devo imparare tutto di nuovo se devo recitare la parte nella rappresentazione di quest’anno.
— Non sarà in scena sino all’estate; non siamo neppure in primavera — le sue sopracciglia scure si sollevarono formando due archi perfetti sopra gli occhi profondi e il naso diritto. Folti riccioli salivano dal mento sino alla bocca ampia e mobile; l’uomo si umettò le labbra, piegando il capo esaminandola mentre tagliava delle fette di mela secca da aggiungere ai cereali.
— Pensavo che sarebbe stato più facile se lo avessi riletto una dozzina di volte — disse lei con voce abulica. — Che mi sarebbe tornata in mente senza troppa fatica.
— Faresti meglio a concederti qualche ora in più di sonno.
— Non riuscivo a prendere sonno. Del resto, dovrebbe rallegrarmi. Dopotutto è una commedia.
— Una commedia!
— Lo è, Corrig. Il pubblico ride.
Lui le rivolse una smorfia cercando di sorridere. — Ci sono diverse cose del Paese delle Donne che trovo difficili da comprendere. Quanti anni avevi la prima volta che hai recitato in questa commedia?
— Oh, circa dieci o undici anni, immagino. La facevamo ogni anno a scuola, recitando parti diverse, costruendo le scenografie, e realizzando i costumi.
— Così, l’hai recitata per ventisette anni… Penso che dovresti dedicarti a qualcos’altro per un poco, ma Joshua dice che le donne del Concilio non si annoiano mai.
— Non è che non si annoino. È che la commedia fa parte della… parte delle cose da ricordare, lo sai! — Portò le dita ai capelli, passandole sulla ruvida cicatrice in cima al capo, che non se ne era mai andata via. — Quando tornerà Joshua?
— Presto, spero — rispose lui. — Ci sono più cose da fare di quante ne possa fare io. Facciamo una cosa. Se proprio sei decisa a ripassare la commedia io ti leggerò le battute e vediamo se riesci a ricordare la parte di Ifigenia.
— Non entra in scena prima di pagina sei…
— Allora leggerò le prime sei pagine e tu avrai il tempo di bere un’altra tazza di tè e di fare colazione. — Le prese il testo appoggiandosi allo schienale della sedia e cominciò a leggere con la sua voce profonda iniziando dalle “note”.
Stavia, troppo stanca per lamentarsi di tutti quegli inutili dettagli, si limitò ad ascoltare lasciando che la sua voce fluisse dentro di lei.
— Ifigenia a Troia — lesse Corrig. — Nota per gli studenti: la commedia è su una storia scritta millenni prima della Convulsione e riguarda un conflitto tra due eserciti, i greci e i troiani, scoppiata quando un guerriero troiano rapì una donna greca chiamata Elena. I greci inseguirono la coppia in una città chiamata Troia (conosciuta anche con il nome di Ilio) e cinsero d’assedio la rocca. Questo assedio si protrasse per dieci anni, soprattutto per i contrasti tra i capi dei greci che, tuttavia, alla fine riuscirono a vincere i troiani e a distruggere la città. L’azione della commedia si svolge dopo la distruzione, fuori dalle mura devastate di Troia. L’Appendice A alla fine della commedia elenca i nomi e le qualità di alcuni dei guerrieri greci e troiani come Agamennone, Menelao, Odisseo, Ettore e altri che sono menzionati nella rappresentazione. L’Appendice B contiene un riassunto dell’opera originale sulla quale questa commedia è basata. L’Appendice C riporta la storia della commedia insieme ad alcuni commenti sulla sua importanza per il Paese delle Donne. Hai mai letto le Appendici? — domandò Corrig sfogliando rapidamente il libro per arrivare alla fine.
— Mi sembra di averle lette una volta a scuola, non ricordo.
— Personaggi della commedia — lesse Corrig.
TROIANI
ECUBA: vedova di Re Priamo di Troia e madre di Ettore
ANDROMACA: vedova di Ettore
Lo spettro di POLISSENA: figlia di Ecuba
CASSANDRA: figlia di Ecuba.
GRECI
TALTIBIO: un messaggero.
Lo spettro di IFIGENIA: la figlia di Agamennone
Lo spettro di ACHILLE: un guerriero greco
ELENA, vista sopra le mura.
Diversi soldati e serve.
Scena: Ai piedi delle mura distrutte di Troia. Sulla destra le pietre di un muro che porta a una ripida scala che conduce in cima al bastione. Sulla sinistra ci sono pochi guerrieri ai quali è stato ordinato di montare la guardia alle donne che stanno giocando a dadi. Abbracciate l’una all’altra, Ecuba e Andromaca con le ancelle addormentate attorno a loro. Sul grembo di Andromaca c’è suo figlio neonato, Astianatte, che la donna sta cullando.
ANDROMACA: Su, piccolo, su. Prendi il capezzolo. Succhia. Oh, vedi, o madre Ecuba, è così stanco che neppure riesce a poppare, povero piccolo. Tutto quel fumo e quel rumore.
ECUBA: E i pianti. Noi siamo la causa di tutto ciò. Sono i nostri lamenti a tenerlo sveglio, figlia. Be’, non riesco più a piangere. Ho pianto per Ettore, mio figlio, ho pianto per re Priamo, il mio sposo, e ho pianto per la città di Troia e infine ho pianto per me stessa. Ne ho abbastanza.
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