Sheri Tepper - Cronache del dopoguerra

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Cronache del dopoguerra: краткое содержание, описание и аннотация

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Sono passati duecento anni dall’ultimo olocausto ma il dopoguerra dura ancora. Una parte del genere umano (le donne di Marthatown e di altri centri abitati pacifisti) hanno imparato la lezione e giurato di non riprendere più le armi, ma altri la pensano diversamente. Per molti fare la guerra è sinonimo di onore, di uno stile di vita eroico e irrinunciabile. Così, in alcuni avamposti militari disseminati sul pianeta attecchisce una civiltà aggressiva che si identifica con uomini non disposti a fare ammenda del passato. Per Stavia, una giovane dottoressa, non è facile convincere il compagno Chernon a rinunciare alla via della violenza, tanto più che i due devono compiere insieme una missione che non si prospetta facile. Presto dovranno misurarsi entrambi con mille difficoltà e pericoli, e allora non sarà Chernon il solo a dover fare una scelta radicale: anche Stavia si renderà conto che l’utopia potrebbe avere i giorni contati.

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— Problemi coi banditi? — domandò.

— C’è qualcuno che ci spia — le disse la direttrice del campo grattandosi le rughe della fronte come se avesse potuto cancellarle, poi scosse vigorosamente la testa canuta dove delle ciocche ribelli sfuggivano dalla treccia. — A sud. Li vediamo di tanto in tanto, ombre che strisciano nel sottobosco, soprattutto al crepuscolo. Ogni tanto scompare qualche pecora, forse qualcuna di più di quanto ci rendiamo conto. Sicuramente di più di quanto ci rendiamo conto. Molti sono arieti.

— Potrebbe essere colpa di qualche coyote?

— Ogni tanto vediamo dei coyote. Non infastidiscono le greggi durante il giorno; preferiscono cacciare di notte ma, quando viene scuro, noi riportiamo le pecore agli ovili. No, le pecore che spariscono sono quelle che stanno ai margini del gregge, si allontanano un poco e un attimo dopo non ci sono più. — Non sembrava irritata da quel fatto.

— Ah — disse Stavia che non sentiva di poterle essere utile.

— Da quello che immagino quelle che vengono rubate sono quelle che escono dal gregge, che sono poi quelle di cui vorremmo comunque sbarazzarci.

— Ah — ripeté di nuovo Stavia come se avesse compreso solo in quel momento, ricordando qualcosa che aveva letto tempo prima. — Selezione. Fate una selezione in base all’istinto che le unisce al gregge.

— Sto selezionando delle pecore che si sentono molto a disagio se non si trovano con altri tre o quattro esemplari della loro razza — ammise la direttrice sempre grattandosi la fronte. — A proposito, ho qualcosa da mostrarti. — Aprì la porta che stava al suo fianco ed entrò in un cortile che Stavia non aveva ancora visto. Nel cortile c’era un recinto e dentro di esso si trovavano alcune pecore dalla forma strana.

— Cani — disse la direttrice, lanciandole uno sguardo di sottecchi.

— Come? — Stavia li guardava incredula. Avevano un colore bianco sporco, pelosi, con i nasi convessi e le orecchie pendule delle pecore che aveva visto per giorni.

— Cani. Non so da dove vengano, ma una delle pastorelle è venuta l’altro giorno portandone tre assieme alle pecore.

— Pensavo che fossero pecore! — Stavia si protese sul recinto e gli animali la guardarono agitando le code lentamente.

— Gli assomigliano abbastanza, vero? Lascia che ti dica una cosa. Mi sono veramente incuriosita, così ho tenuto una femmina e un maschio e ho lasciato l’altra femmina andare con il gregge. Ho detto alle sorveglianti di tenerla d’occhio. Quando è venuto buio le stavano riportando a casa. Un coyote è uscito dal sottobosco cercando di ghermire un agnello. Il cane si trovava proprio tra il coyote e l’agnello. Il coyote non è riuscito a superarlo. Ogni volta che si muoveva c’era il cane tra lui e l’agnello.

— Non sono cani pastore?

— Non mi sembra.

— A nord hanno dei cani pastore. Ne ho sentito parlare.

— Anch’io. Ho spesso desiderato che ne avessimo anche noi.

— Ma questi sono diversi? Protettori di pecore, una specie. Strano.

— Prima delle Convulsioni c’erano delle greggi da queste parti, lo sappiamo tutti. Altrimenti non avremmo delle pecore adesso. Così forse, prima delle Convulsioni c’erano diverse razze di cani pastori qui. Cani pastori e questi di questa specie. Sembrano buffi, un poco come dei cuccioli, dei pupazzi.

— Pensi che siano sopravvissuti tutto questo tempo sulle montagne?

— Il cervo lo ha fatto. L’orso lo ha fatto. E anche le volpi.

— Due femmine e un maschio non sono granché come allevamento.

— Ho detto a tutte le pastorelle di tenere gli occhi aperti. Se ne vedono degli altri devono informarmi.

Stavia scosse il capo, protendendo la mano con incertezza. Una lingua rosa venne a leccarle le dita. Un paio di occhi scuri completamente circondati dal pelo bianco ammiccarono verso di lei. — Addomesticato — disse — completamente addomesticato.

— Il che significa che nelle vicinanze ci sono delle persone, giusto? Ecco quello che pensiamo tutte. Non pensiamo che siano sopravvissuti allo stato selvaggio. Pensiamo che appartengano a un popolo. Non ai banditi. Non agli zingari. Gente stanziale, da qualche parte.

— C’era un mago che veniva durante i carnevali a Marthatown, Septemius Bird. Ha viaggiato parecchio verso sud, molti anni fa. Mi disse che c’erano delle popolazioni stanziali a sud di qui. Nelle valli, oltre le terre desolate. Ma molto lontano da qui, verso sud. Dovrebbero vivere a molti chilometri di distanza.

— Mi hanno detto di stare alla larga da quel posto e tenere le greggi a distanza, ma nessuno mi ha detto…

— Secondo Septemius, la gente che vive da quelle parti non è esattamente il tipo di persone con le quali… vorremmo… entrare in contatto.

— Ah. Da come lo dici, neanche il genere di persone dalle quali ci piacerebbe essere comandate.

Stavia assentì. — Da quel che ho capito il loro modo di vita non è qualcosa che potremmo cambiare o approvare. Sto cercando di ricordare ciò che ha detto Septemius. Qualcosa come “pochi e sterili”. Qualunque cosa intendesse dire con queste parole.

— E questo mi rivela da dove vengono quelle spie.

Stavia assentì, pensierosa. Se il popolo del sud si teneva a una distanza tale da poter spiare il campo sarebbe stato stupido da parte sua dirigersi da quella parte. Un immediato rapporto sulle spie sarebbe dovuto partire per Emmaburg per il Concilio delle Città e per Marthatown per il Concilio congiunto. Probabilmente avrebbe dovuto mandare anche i cani. Il Paese delle Donne non poteva perdere l’occasione di aggiungere altri animali al numero limitato delle specie disponibili. Septemius sarebbe arrivato nel giro di pochi giorni e probabilmente avrebbe potuto affidare a lui il rapporto e gli animali.

Chernon avrebbe lasciato il carro prima che questo fosse arrivato in vista del campo, sarebbe andato a est e avrebbe dovuto accendere un fuoco per guidarla con il fumo. Aveva detto al campo che avrebbe incontrato il suo compagno di esplorazione in un altro luogo. Anche se Chernon sarebbe stato travestito da servitore sarebbe stato meglio che nessuno lo vedesse realmente. Non voleva che il suo nome fosse riportato in qualche futura relazione o che qualcuno fosse così colpito dal suo modo di comportarsi da provocarle dei guai quando fosse tornata a Marthatown e lui alla guarnigione.

O, in seguito, quando fosse ritornato da loro attraverso la porta. Avrebbe potuto farlo. Era possibile. Dopo settimane e mesi di viaggio trascorsi insieme avrebbe potuto superare tutte le sue incertezze riguardo al fatto di tornare o meno alla guarnigione. E tornare da loro. Per quello che la riguardava era propensa a crederci. Stava facendo il lavoro per cui era stata inviata. Non aveva colpa, si rassicurò. Non ingannava nessuno. L’esplorazione sarebbe stata compiuta come aveva promesso. La sua mente correva per quella strada già ben praticata senza convincerla. Se avesse voluto essere onesta avrebbe dovuto ammettere che tutta la faccenda era rischiosa, e, probabilmente, aveva un pericoloso ramo di follia.

Nel frattempo, tuttavia, visto che probabilmente mancavano ancora diversi giorni all’arrivo di Septemius, poteva impiegare un paio di giorni a esplorare il territorio a sud, arrivando sino al limitare delle terre desolate cercando di farsi un’idea della situazione. Stava succedendo qualcosa laggiù. Qualcosa che il Concilio doveva sapere.

23

I tre figli adolescenti di Susannah, Capace, Operoso e Affidabile — che tra loro si chiamavano Cappy, Ope e Affi — stavano commettendo uno dei peccati più gravi conosciuti in Terrasanta, cioè andare nel paese del diavolo per esplorare e rubacchiare. Tuttavia, come erano quasi arrivati a convincersi, stavano anche realizzando l’opera di giustizia e misericordia del Padre di Tutti… tre cani erano spariti e probabilmente era la razza di donne-demonio che li aveva presi per delle ragioni altrettanto demoniache.

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