— Ho preso una moglie — disse lui.
— Lo so, figliolo. Io e tutte le tue zie siamo venute al tuo matrimonio. Hai preso Umiltà Gavin in moglie.
— Piange — disse lui. — Piange.
Riscelta pensò a tutto ciò con attenzione. C’erano cose che una donna poteva dire e altre che avrebbe fatto meglio a tacere. Domande che una donna non avrebbe dovuto porre. — Piange sempre o solo in certe occasioni?
— In certe occasioni — di nuovo l’uomo arrossì.
La madre decise di rischiare. — Magari quando compi il tuo dovere?
— Proprio così.
— Lei piange come… come se le facessi male?
— Così! Non ha motivo per farlo, l’ho anche punita per questo, ma lei non sembra poterne fare a meno e così mi impedisce di compiere il mio dovere.
Riscelta sospirò. Oh, pensò, vorrei che in cielo ci fosse qualche donna alla quale una di noi potesse rivolgersi. Vorrei che ci fosse una donna alla quale potremmo ispirarci. — Ti dirò una cosa, figlio. Dirai a Umiltà di cuocere un pollo grasso. Non lasciare che vi metta del sale, o nessun altro condimento, solo il pollo. Devi togliere il grasso e poi devi versarlo in un recipiente in un posto fresco. Quando fai il tuo dovere, devi spalmare quel grasso intorno alla parte del corpo che si utilizza per compiere il proprio dovere, sai… in modo che lei non senta male.
Lui ci pensò per un attimo. — Un poco come quando si ungono le ruote di un carro, vero?
Riscelta assentì, incapace di fidarsi della voce che dentro di lei stava urlando: “Sì, stupido, crudele montone di un uomo! Proprio come si fa con le ruote di un carro, solo che del carro ti preoccupi di più”. Invece, mantenendo calmo il tono della voce, disse: — Vedi, Umiltà ha solo quattordici anni. Non è ancora completamente adulta. Non è… in effetti non è ancora abbastanza grande.
— Be’, questo può essere — disse lui. — Ma è l’unica moglie che ho.
— E allora forse sarebbe meglio che tu la portassi a far visita a zia Susannah. Forse lei conosce qualche rimedio che potrà esserti utile.
— Non mi piacciono queste visite — disse lui con testardaggine. — Il fatto che le donne si vedano tra di loro alimenta il disprezzo. Lo hanno sempre detto anche gli Anziani. Voi donne state insieme per le vacanze, al Ringraziamento e durante le nascite. E voi sorelle-mogli state tutto il tempo a chiacchierare di qualcosa. — Anche se non se ne rendeva conto, le sue frasi erano identiche a quelle di suo padre, persino nell’intonazione con cui pronunciava le singole parole.
— Volevo solo dire che forse si sente sola — suggerì Riscelta. — Visto che non ha altre sorelle-mogli per farle compagnia.
— Questo è il destino delle donne — disse lui con indifferenza. — Perché le donne sprizzano peccati ed errori questo è il loro destino.
Calò un breve silenzio. — Prendi un altro po’ di pane e conserva — disse Riscelta. — Le api e le barbabietole quest’anno si sono comportate molto bene. Ho fatto più conserva di quello che credevo di aver bisogno. Te ne darò una giara da portare a casa per tua… per Umiltà.
Septemius Bird sedeva comodamente sul sedile del carro, lasciando a Chernon il compito di guidare i muli, cosa che, al quarto giorno del loro viaggio, era arrivato a fare piuttosto bene. Il vecchio Bowough era sdraiato sulla stuoia, nel carro dietro di loro con Kostia e Tonia al suo fianco, che si erano intestardite a venire malgrado le ripetute insistenze di Septemius che avrebbe voluto che rimanessero a Marthatown. Ricordava la sua precedente visita a sud e non voleva assolutamente far correre rischi alle gemelle anche se rammentava molto poco di quel posto. Da quanto ricordava le donne erano poche. Ora, se non erano avvenuti dei significativi cambiamenti, la situazione poteva essere disperata. Avrebbe voluto parlarne con Stavia ma non ne aveva avuta l’opportunità. Stava ancora cercando di decidere se doveva metterla in guardia tramite quel giovane imberbe che sedeva al suo fianco. Septemius provava una leggera vergogna ma non riusciva a trovare simpatico il giovane Chernon, sebbene questi si dimostrasse abbastanza educato nonostante i suoi limiti.
No, decise, meglio parlarne direttamente a Stavia quando l’avesse vista. — Dove incontrerai Stavia? — chiese, una domanda che giudicò tardiva. — Non me lo hai detto.
Chernon si destò dai suoi pensieri. — Oh, ci siamo accordati su un segnale. Me ne andrò dopo che avrete stabilito il campo. Quando arriverete le dirai dove mi avete lasciato e lei riuscirà a trovarmi. — Stavia si era messa in viaggio due giorni prima che il vecchio Bowough Bird si fosse sufficientemente rimesso da poter viaggiare e, quando Chernon fosse giunto, sarebbe già arrivata da qualche tempo al campo fortificato verso la quale erano diretti. Aveva assicurato a Chernon che si sarebbe liberata del servitore che avrebbe dovuto viaggiare con lei e che sarebbe stata sola. Quale vantaggio avrebbe potuto portarle un servitore, Chernon non riusciva a immaginarlo. Nella guarnigione era opinione comune che coloro che tornavano al Paese delle Donne venissero castrati dalle dottoresse e Chernon ne era quasi convinto. Quantomeno i servitori non avevano figli, visto che ogni bambino nato nel Paese delle Donne doveva essere inviato al suo padre guerriero. Alcuni dicevano che i servitori erano usati per mettere al mondo le figlie, ma Chernon ne dubitava. Le sue letture proibite gli avevano insegnato delle nozioni elementari di biologia che mettevano in dubbio quella supposizione.
Be’, qualunque fosse l’utilità di avere con sé un servitore, Stavia non ne avrebbe avuto uno con sé.
Come se gli avesse letto nella mente il vecchio gli disse: — Non è arrivata da sola sin laggiù, vero?
— Mi ha detto che sarebbe stata perfettamente al sicuro.
— E tu hai creduto alle sue assicurazioni?
— Nel Paese delle Donne si usa così — disse Chernon, solo leggermente sarcastico.
— Ma sarà al campo fortificato al quale siamo diretti?
— È quello che avevamo stabilito.
Septemius era irritato. Non gli piaceva quell’affare, neanche un po’. Se solo le due gemelle avessero acconsentito a rimanere in città avrebbero potuto vivere per un poco nel quartiere degli itineranti fuori dalle mura occidentali frequentando le scuole del Paese delle Donne. I Concilii delle varie città incoraggiavano un tale atteggiamento tra le donne degli itineranti, e neppure si preoccupavano che potessero passare il loro sapere ai loro uomini, sebbene non permettessero loro di copiare i libri. Nondimeno, le ragazze avevano insistito a mettersi in viaggio, e lui non voleva far correre loro dei rischi portandole nelle vicinanze delle terre devastate.
— Potrebbe non essere sicuro come ha detto Stavia — disse infine. — Quando vi metterete in viaggio, fate molta attenzione. — Non riusciva a impedire che la sua voce assumesse un tono preoccupato che irritò il giovane. Proseguirono la marcia praticamente in silenzio per qualche tempo con un reciproco e crescente disagio.
— Vuoi che ti prediciamo il destino, Chernon? — disse Kostia. — Possiamo farti le carte?
— Che carte sono? — chiese lui, distolto da un sogno a occhi aperti in cui lui e Stavia erano le figure centrali, felice di ogni pretesto che impedisse all’ansia di Septemius di infettarlo con simili preoccupazioni. Si era sentito a disagio sin dal momento in cui aveva lasciato la guarnigione ma non voleva veramente esaminare le cause di quella tormentosa agitazione; pensarci lo portava su strade che non voleva percorrere. Gli era passato, molto brevemente, per la testa che manipolare Stavia in quel modo era un atteggiamento che avrebbe potuto assumere Barten, ma aveva scacciato nervosamente quel pensiero come una colpa della quale nessuno avrebbe potuto ritenerlo colpevole. Non stava attirando Stavia fuori dalla città solo per i suoi fini personali, lei sarebbe partita comunque. Non stava rischiando la sua vita e la sua salute per il proprio piacere, non aveva malattie, e non aveva intenzione di beccarsene in futuro. Michael gli aveva promesso che, quando fosse venuto il momento in cui i guerrieri avrebbero preso il controllo di Marthatown, Stavia gli sarebbe appartenuta, se ancora l’avesse desiderata. Chernon immaginava che l’avrebbe voluta ancora, e questa constatazione gli chiarì le idee. Non stava facendo nulla, non stava pianificando nulla che non avrebbe avuto una continuità in futuro. Alla fine anche lei ne sarebbe stata contenta. Michael glielo aveva assicurato.
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