Sheri Tepper - Cronache del dopoguerra

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Cronache del dopoguerra: краткое содержание, описание и аннотация

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Sono passati duecento anni dall’ultimo olocausto ma il dopoguerra dura ancora. Una parte del genere umano (le donne di Marthatown e di altri centri abitati pacifisti) hanno imparato la lezione e giurato di non riprendere più le armi, ma altri la pensano diversamente. Per molti fare la guerra è sinonimo di onore, di uno stile di vita eroico e irrinunciabile. Così, in alcuni avamposti militari disseminati sul pianeta attecchisce una civiltà aggressiva che si identifica con uomini non disposti a fare ammenda del passato. Per Stavia, una giovane dottoressa, non è facile convincere il compagno Chernon a rinunciare alla via della violenza, tanto più che i due devono compiere insieme una missione che non si prospetta facile. Presto dovranno misurarsi entrambi con mille difficoltà e pericoli, e allora non sarà Chernon il solo a dover fare una scelta radicale: anche Stavia si renderà conto che l’utopia potrebbe avere i giorni contati.

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— Sì.

— Noi eravamo sette, così Chellar, un tipo di Melissaville che aveva il comando, Chellar decise che potevamo divertirci un poco con la donna e la bambina, poi prendere gli animali e venderli al mercato dei muli di Mollyburg. Li abbiamo seguiti sino alla sera poi abbiamo aspettato per un poco che si accampassero. — L’uomo chiamato Besset bevve a lungo dal suo boccale lasciando che la spuma formasse un anello bianco intorno alle labbra sporche.

— Non hai visto di chi si trattava?

— No, solo che una di loro era una donna. L’abbiamo sentita parlare ma era troppo scuro per distinguere qualcosa. Poi ci siamo avventati sul campo o forse dovrei dire che gli altri lo fecero perché io mi tenni indietro; pensavo che, se era davvero gente di qui poteva riconoscermi, sai?

— Quale differenza avrebbe fatto? — chiese Stephon con un tono interessato. — Non avevate intenzione di lasciarli in vita, vero?

Chernon divenne rosso senza che gli altri se ne accorgessero; parlavano di omicidio. E Michael non stava mostrando nessuno stupore.

— Immagino di non averci pensato, per dire la verità. Be’, allora gli altri si avventano sul campo e improvvisamente tutto il posto va a fuoco e quella maledetta lama comincia a sciabolare tutt’attorno. Ho udito Chellar urlare poi la sua testa è rotolata giù per la collina fin dove mi trovavo io e così sono scappato.

— Una lama argentata? — chiese Stephon in tono irritato — l’unica cosa che ci puoi dire è di aver visto un carrettiere armato di una lama argentata?

— Non ho potuto vedere niente di più. Solo quella cosa d’argento, come una ruota e gli uomini che urlavano, nessun altro suono. — Besset bevve un altro sorso di birra, le mani gli tremavano.

— Maledizione — borbottò Stephon con disgusto.

— Aspetta, non ho ancora terminato. Me ne andai allontanandomi per circa un chilometro, nascondendomi in una specie di crepaccio che era laggiù e aspettai sino a mattina. Dopo le prime luci passò un carro con tre persone a bordo, nessun altro. Non si trattava di carrettieri. O almeno non erano vestiti come carrettieri; c’era un servitore, una donna e una bambina del Paese delle Donne. Non li ho riconosciuti, ma sono certo che venissero dal Paese delle Donne. Ho notato qualcos’altro. Giurerei che non ci fosse altro sul carro oltre a loro. Nessun corpo, niente. Ma quando tornai al punto dove si erano accampati, tutto quello che trovai furono i resti di un bivacco. La testa di Chellar era sparita. E così tutti gli altri. Svaniti.

Ci fu un lungo silenzio, durante il quale Chernon si fece piccolo e invisibile, sperando che non lo notassero. Non sapeva cosa pensare di ciò che aveva sentito. Gli venne in mente che Michael avrebbe preferito che lui non avesse udito nulla. I Comandanti non lo guardavano neppure e pensò che si fossero dimenticati che era lì. Probabilmente Besset non stava dicendo la verità, ed ecco perché Michael non sembrava sorpreso; Besset stava mentendo, o era ubriaco, o forse aveva mangiato quei funghi che gli zingari usano per avere delle visioni. Forse. Tuttavia se stava dicendo la verità o qualcosa che vi si avvicinava poteva significare che le donne disponevano di qualche tipo di arma della quale nessuno era informato. O forse si trattava di qualche potere del quale nessuno era a conoscenza.

Chernon voleva credere che si trattasse di una sorta di potere che lui avrebbe potuto apprendere e utilizzare. Più tardi, quando aveva origliato alla finestra davanti ai quartieri degli ufficiali, scoprì che Stephon e Michael pensavano fosse un’arma.

— Ecco di cosa si tratta — borbottò Michael. — Probabilmente è un’arma che stanno nascondendo. La cosa che sanno le donne e della quale non vogliono parlare. Qualcosa rimasto dai tempi delle Convulsioni, probabilmente. È tipico delle donne. Dirci che non dobbiamo toccare nulla che risalga a prima delle Convulsioni, mentre loro stesse se ne servono. Ipocrite! Dobbiamo scoprire di cosa si tratta. Abbandoniamo l’idea di questa guerra con Susantown e concentriamoci per scoprire di cosa si tratta. Forse dovremmo incaricare i giovani. Potremmo infiltrarli tra gli itineranti…

— Come?

— Oh, potremmo insegnare loro qualcosa. Acrobatica o qualcosa del genere. A fare i giochi di prestigio, magari. Ci sono diversi dei nostri giovani che sono piuttosto abili.

Chernon non era rimasto alla finestra a sufficienza per sentire altro. Se avessero mandato qualcuno, lui voleva essere tra i prescelti.

L’autunno arrivò accompagnato da venti freddi e le foglie erano già dorate quando la notizia giunse al Paese delle Donne come una raffica di vento. Le malvagie intenzioni della guarnigione di Susantown furono confermate. La guerra era stata dichiarata.

Tutte le donne e i bambini della città si trovavano sulle mura quando la guarnigione marciò con gli occhi fissi sul campo delle parate. I guerrieri si erano radunati, bandiere al vento, con le armature splendenti come diecimila specchi colpiti dal sole, la gloria sfavillante nei loro sguardi. Barten non indossava la camicia che Myra aveva cucito per lui ma indicò il suo zaino per farle capire che la portava con sé. A Stavia sembrò molto pallido.

— Pensava di avere ancora un anno per decidere — si sorprese a dire a Morgot — e adesso, improvvisamente non ha più tempo.

— Barten? — chiese sua madre. — È vero, Stavia. Ho parlato a Michael durante il carnevale estivo e mi ha confermato che Barten è rimasto piuttosto sorpreso quando gli hanno detto che aveva un anno di più di quello che pensava.

I tamburini e le fanfare intonarono le loro marce, le fila si disposero in una linea senza fine e cominciarono a marciare accompagnate dal frastuono degli strumenti; prima che fosse possibile pensare che se ne erano andati rimase solo uno sventolare di gagliardetti sulla strada e una nuvola di polvere verso oriente a indicare la direzione che avevano preso. Poi partirono i carri carichi di cibo, coperte e stivali, guidati da guerrieri con un occhio solo, monchi e storpi; uomini che probabilmente non erano morti quando ancora erano nel pieno delle forze come forse avrebbero desiderato.

La banda delle donne intonò “Oh,Va’. Va’, guerriero” e Stavia si scoprì a cantare:

Dov’è andato il mio amato guerriero?
Quello che mi fa sospirare?
È andato a combattere e a
difendere le giovani,
per sua madre e per le sue torte.
Va’ guerriero, va’ guerriero,
non ti rivedrò mai più,
troverai un’altra amante
su una spiaggia lontana.

Susantown tuttavia non si trovava su una spiaggia lontana, ma ad appena cinquanta chilometri a oriente, e i guerrieri non avrebbero compiuto che metà della distanza, probabilmente perché avrebbero incontrato gli uomini dell’altra città provenienti da occidente. Forse avrebbero stipulato un nuovo trattato e nessuno sarebbe stato ucciso.

Una delle componenti del Concilio venne da Morgot a porle una domanda.

— Banditi? — chiese Morgot. — Ne ho parlato al Comandante della guarnigione, Consigliera.

La Consigliera, una donna anziana che Stavia aveva incontrato una decina di volte ma che non conosceva realmente, borbottò qualcosa che Stavia non comprese.

Morgot rispose a voce bassa ma con chiarezza. — Oh, noi tutte sappiamo che è così, madre, ma non ci sono prove. — Poi si volse lasciando che Stavia sorprendesse sui loro volti uno sguardo particolare, come se volessero tacitare ogni domanda, uno sguardo che imponeva il silenzio a proposito di qualcosa di segreto che aveva visto altre volte sul volto della madre, sebbene di rado. Non per la prima volta, sentì che i meccanismi del Paese delle Donne si muovevano sotto la città, silenziosamente, senza che lei potesse farci nulla.

Come quella notte sulla strada per Susantown.

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