— Forse — disse la Christophe, fungendo da portavoce per tutti.
— Bene. Senonché, e odio dire questo, l’esempio è complicato dal fatto che la curva della molla non segue le tre normali dimensioni dello spazio. Essa curva in n dimensioni, e io non so che numero rappresenti n. Così è la vicinanza a essere determinante… ecco il motivo per cui non riusciamo a raggiungere linee temporali dove la separazione dalla nostra è avvenuta più di circa novant’anni fa, salvo che per occhiate vaghe e occasionali. Inoltre la più vicina non è necessariamente la più facile da raggiungere. Vi ho perduto per strada?
— Più o meno — ammise Nicky, sorridendo per la prima volta. — Ma è divertente cercare di capire.
Speranzoso dissi: — Se volete correre il rischio, c’è un opuscolo di Asimov dal titolo: La guida dell’uomo intelligente alla fisica dei quanta.
— No, grazie — disse Nicky. — Ma vai avanti, per favore.
— Bene. Come teoria questo può bastare. Alcuni di voi la conoscevano già, naturalmente. — Gettai un’occhiata blanda al nostro rinnegato Larry Douglas, che si accigliò e aprì il suo cartone di succo d’arancia. — Così abbiamo realizzato l’apparato-spia, e poi il portale. Non voglio entrare nei particolari tecnologici. Un po’ perché non posso…
— Ma lei è quello che lo ha inventato — osservò la Christophe.
Scossi le spalle. — Se volete attribuirmi questo merito… be’, no. Non è il prodotto di una sola testa. Qui abbiamo Gribbin e Hawking, in Inghilterra; Sverdlich a Smolensk… e naturalmente tutti gli scienziati francesi emigrati dopo Bartholomew Two, perciò disponiamo di un forte gruppo di matematici e fisici nucleari. Ma se volete accusare me… be’, mi batterò il petto. — Feci un profondo respiro. — Perché ciò che non avevamo preso in considerazione era il rimbalzo balistico.
Non so che specie di reazione mi fossi atteso, ma ne ebbi tre diverse. Quattro se contavo il sorvegliante, che mi fissava preoccupato. Lawrence appariva depresso. L’altro Larry e i due dell’FBI erano imperscrutabili: la faccia da poker era tipica di Tau, come avevo già notato, probabilmente perché era una linea temporale dove la gente non ci teneva a lasciarsi leggere in viso ciò che pensava. E i due Dominic esibivano un ansioso interesse. Bevvi un sorso del mio caffè, sospirai sulla colazione che non avevo ancora toccato, e continuai a spiegare:
— Fra gli universi c’è una barriera in forte tensione. Chiamiamola un rivestimento protettivo. Una volta perforato in un punto, esso cede un po’ ovunque. Come la pellicola di plastica in cui è contenuta la carne o la frutta al supermarket, capite? — Non capirono. — È una superficie in stato di tensione: bucarla costa fatica, ma quando accade essa s’indebolisce dappertutto. È difficile prevedere dove, poiché curva in uno spazio n dimensionale e… be’, lasciamo perdere questo, è troppo complicato. Comunque vi si aprono dei varchi. Dapprima tutto ciò che li attraversa sono radiazioni, onde elettromagnetiche, poi gas. Poi… cose più concrete dei gas. — Gettai un’occhiataccia al nostro Larry. — Da quando tu sei, uh, emigrato, ne abbiamo scoperto alcuni pericolosi. Varchi aperti su vaste zone d’atmosfera, in cui si sono originate violente tempeste. E uno di essi ha causato la morte di molta gente. Nel Paratempo Eta avevano costruito delle case d’abitazione proprio sul percorso di quella che da loro era una strada abbandonata. Una dozzina di autotreni lanciati a ottanta l’ora le hanno ridotte a un ammasso di macerie e corpi umani, prima che il varco si richiudesse.
Nicky alzò una mano. — Dom? Ho sentito parlare di strani rumori intorno a un piccolo campo d’aviazione… poteva trattarsi di questo? Di una linea temporale dove avevano dei razzi, come quello su cui viaggiamo.
Fui sul punto di dirgli che un pulsojet non era un razzo, poi accennai di si. — È probabile — ammisi. — E sembra che ci manchi la capacità tecnica di prevenire questi fatti. All’inizio ci dicemmo che dovevano esser stati causati da perdite d’energia nel generatore del nostro portale, e che tenendole sotto controllo avremmo eliminato i rimbalzi balistici. Ma ora sappiamo che in questi rimbalzi è coinvolta la legge della conservazione dell’energia. Se una quantità x di massa o di energia passa dal mio Paratempo al vostro, subito esso ne fa rimbalzare fuori un’identica quantità x. E non necessariamente nel mio. Può essere proiettata in un terzo Paratempo. Oppure può frammentarsi verso innumerevoli altri, causando a sua volta la stessa reazione. — Li guardai l’uno dopo l’altro. — E noi non possiamo fermare il processo.
— Gesù Cristo! — esplose Nyla Christophe. — Voi state giocando con la dinamite. Siete degli irresponsabili!
Il senatore Dom intervenne, in tono meno accusatorio ma tutt’altro che amichevole: — Non sarebbe una buona idea smetterla, finché non avrete imparato come tener sotto controllo questa faccenda?
— Un’idea dannatamente buona — dissi con fervore. — Solo che la cosa ci è sfuggita di mano quando Larry è stato catturato in Gamma. Noi potremmo fermarci. Ma non possiamo contemporaneamente fermarci e tenere sotto sorveglianza Gamma… per non parlare di altre linee temporali prossime a realizzare la tecnica, come la vostra, o di quelle che se ne venissero in possesso diventerebbero assai pericolose, come quella di miss Christophe.
Il senatore annuì, accigliato. — Io non sono certo quello che può tirare la prima pietra, Dom. Se avessimo dato più impulso alle nostre ricerche saremmo stati noi a fare quel passo, e non ho ragione di credere che avremmo fatto di meglio. Ma… quel che hai detto mi preoccupa, Dom. Vorrei che fossimo capaci di pensare alle conseguenze, prima di buttarci in certe ricerche. Questi sono rischi troppo grossi, per il solo gusto di sviluppare una nuova arma.
Provai un impulso di rabbia. Non per lui. Contro me stesso, perché non stava dicendo nulla che non mi fossi detto mille volte in quegli anni. — Non puoi fermare la ricerca scientifica perché riempie il futuro d’incognite pericolose! — sbottai. — Comunque, chi ha parlato di armi?
Sembrò sorpreso. — Pensavo che fosse ovvio…
— Forse per dei selvaggi le implicazioni militari sono ovvie! Hai un’idea di quello che il Paratempo significa per la ricerca in generale? Specialmente per le scienze che non hanno possibilità di sperimentare?
— Non capisco di quali stai parlando, esattamente — borbottò lui.
— Rifletti un momento! La sociologia, per esempio. Tu non puoi isolare una società e sperimentare su di essa una teoria evolutiva. Ma qui abbiamo un numero infinito di società, vuoi quasi simili alla nostra, vuoi enormemente diverse: possiamo sviluppare studi scientifici di sociologia comparata! O economici, o politici, o in tutte le scienze che riguardano l’uomo come animale sociale. E non solo in questi campi! Ad esempio noi abbiamo un meteorologo che è quasi impazzito per l’eccitazione quando ha scoperto che nel tuo Paratempo, Nicky, non c’è mai stato un uragano sulla costa atlantica in tutto il secolo. Noi ne abbiamo un paio all’anno, e causano danni tremendi. Sembra che da voi la Corrente del Labrador, che scende a sud fra la costa e la Corrente del Golfo, abbia subito una minima deviazione con conseguenze enormi per i gradienti di pressione atmosferica nella zona. E… il commercio.
Il Larry Douglas di Tau rizzò gli orecchi. — Non capisco quel che stai dicendo, DeSota — osservò. — Che genere di commercio può esserci fra due popoli che producono gli stessi oggetti?
— Due popoli con storie leggermente diverse significano costumi leggermente diversi. Ad esempio… un anno fa con l’apparato-spia abbiamo scoperto l’esistenza dell’hula-hoop, ed è stato un affare da venti milioni di dollari.
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