Sam Quain scosse enfaticamente la testa. «No, Barbee, non si può negare l’evidenza. Mondrick la trovò in ogni ramo dello scibile. Gli ospiti di tutte le nostre prigioni e dei nostri manicomi sono le vittime di quella antica tara ereditaria, spinti dagli impulsi criminali della loro ascendenza di licantropi, o resi folli dal conflitto psicologico che li tormenta tra lo stregone e l’uomo, quella che cioè è una vera e propria schizofrenia!
Gruppi sanguigni e indici cefalici forniscono altre prove: quasi ogni uomo che si esamini rivela alcuni caratteri fisici ereditati dai licantropi. L’esplorazione freudiana dell’inconscio ha rivelato un’altra fonte di prove impressionanti: che Freud tuttavia non seppe identificare.
Ci sono poi tutti questi recenti esperimenti universitari nel campo della parapsicologia, sebbene la maggior parte degli sperimentatori non immagini ancora le cose sgradevoli che si avviano a scoprire; e naturalmente gli odierni licantropi cerchino di minimizzare o screditare le loro straordinarie scoperte.»
Barbee ritrovò finalmente la voce.
«Non capisco», disse. «Se l’ Homo Lycanthropus è stato veramente sterminato...»
«Non ricordi le leggi sull’ereditarietà di Mendel? Le unità della cellula germinale che controlla i caratteri ereditari sono dette geni, e si trovano nell’uomo in numero di molte migliaia; ognuna causa o contribuisce a causare la comparsa di certe caratteristiche in un individuo. Ogni nato eredita una duplice serie di geni dai genitori: il rapporto sessuale è in realtà uno stratagemma per rimescolare i geni, e le leggi della probabilità garantiscono l’unicità di ogni persona.»
Le probabilità e il circuito della mente, pensò Barbee...
«I geni, come ricorderai, possono essere soltanto o dominanti o recessivi. Noi riceviamo i nostri geni a coppie, uno da ognuno dei genitori, e il gene dominante può nascondere la presenza di un gene recessivo: un gene dominante per gli occhi neri può nascondere il gene recessivo che produce occhi azzurri. Questo è innocuo, ma ve ne sono di sinistri. Uno di questi geni recessivi è quello che produce i sordomuti. Normali sordomuti ibridi — cioè una persona con un gene recessivo per la sordità e uno dominante per l’udito — non può essere distinto dalle persone normali mediante un esame normale. Ma è portatore del sordomutismo. Se due portatori di questa tara si sposano, le probabilità derivanti della mescolanza dei geni daranno un figlio su quattro completamente normale, due ibridi normali e un quarto sordomuto.»
«Ma che cosa ha a che fare tutto questo con le streghe?», domando Barbee.
«Ha a che fare moltissimo. Il sangue umano, o germoplasma, per usare una parola più precisa, porta ancora le tracce dell’ Homo lycanthropus. La razza degli stregoni non è scomparsa realmente, perché i loro geni continuano a vivere, trasmessi insieme con quelli dell’ Homo sapiens. Il caso è un po’ più complicato di quello del sordomutismo e molto più sinistro. Perché comprende varie centinaia di geni recessivi, secondo i risultati di Mondrick, invece di uno solo. Lui trovò che ci vuole la combinazione di varie paia di geni licantropici per riprodurre completamente il dono della percezione ultrasensibile, e gran parte dei geni licantropici sono recessivi.»
Barbee scosse violentemente il capo, come per protestare, e poi si immobilizzò di nuovo, temendo che quella muta protesta lo avesse tradito.
«Ci sono stati ritorni di caratteri ereditari. Non molto spesso, fino a quando si lascia in pace la natura. È tutta una faccenda di probabilità, e tu puoi prevederne l’esito. Ma ogni uomo vivente è portatore dei geni, e molti dei nati con caratteri ereditari recessivi, lo sono solo in parte. Letteralmente milioni di mutazioni sono possibili tra l’ Homo sapiens puro e il puro licantropo. Le recessioni parziali, coloro cioè che ereditano un sedicesimo, forse, del gene della stregoneria, posseggono quei poteri che alla Duke University sono stati definiti ESP, o extrasensorial perceptions. Sono veggenti, dotati di poteri telepatici. Malinconici, ipertesi, infelici, il più delle volte, a causa dell’inconscio contrasto dei loro caratteri ereditari. Li si trova tra i fanatici religiosi, tra i medium, tra gli schizofrenici e i criminali patologici. Unica fortunata eccezione, un genio: tu sai quale possa essere il vigore degli ibridi. Quelli che nascono con caratteri ereditari più pronunciati sono di solito abbastanza consapevoli dei loro insoliti doni e molto solleciti nel nasconderli. Nel medioevo, finché l’Inquisizione tenne vivo l’antico vigore nel dar la caccia a negromanti e streghe, questi tipi venivano di solito scovati e bruciati. Oggi la loro vita è più facile. Sono in grado di sfruttare fino in fondo le loro qualità metapsichiche e tramano per riconquistare la loro antica supremazia. Passano molto tempo a coltivare il moderno scetticismo scientifico nei riguardi di ogni fenomeno soprannaturale: parola questa, diceva Mondrick, che è stata coniata dalla loro astuta propaganda e che sta in realtà per quella, molto più corrispondente, di superumano.»
Barbee pensava ad April Bell, si diceva che evidentemente lei rappresentava un ritorno di caratteri ereditari, che era veramente una strega e lui era caduto vittima delle sue malie.
«Alcuni individui, in numero molto scarso, devono ereditare ogni generazione circa un quarto di geni dei licantropi. Ci sono streghe e stregoni che hanno sangue di licantropo per un quarto, ma non sempre sanno ciò che sono. Hanno percezioni notevolmente superiori, sanno usare in modo quasi inconsapevole alcuni dei loro strani poteri ancestrali e posseggono buona parte del sorprendente vigore degli ibridi. La chiave della loro vita è il conflitto di due razze. Il male si mescola al bene, in loro, combatte il bene, si nasconde sotto una maschera di bene... le loro vite contorte prendono strane direzioni.»
La verità — finalmente! — si faceva strada in Barbee, e lo stringeva in una morsa più gelida ancora del vento spruzzato di pioggia che irrompeva ogni tanto nella semi-oscurità della caverna.
«Mondrick passò molto tempo a cercare una prova definitiva del gene licantropico», riprese Quain, «ma senza molto successo. Non è difficile identificare tratti fisici come la forma di un cranio o i gruppi sanguigni, ma sfortunatamente queste particolarità non sono collegate molto intimamente con le caratteristiche mentali più pericolose. Nessuna delle sue prove fu conclusiva, anche se molte si rivelarono indicative.»
Barbee fissò Quain e trattenne per un attimo il respiro:
«È stato per questo...», cominciò e non poté finire.
«Non devi prendertela, Will», rispose Sam, e nella penombra il suo volto rivelò per la prima volta un’espressione d’affetto. «Le prove rivelarono che tu porti una pronunciata tara licantropica, e Mondrick fu costretto a rinunciare a te... non poteva, capisci, correre rischi, data la natura delle sue ricerche. Ma come ti dicevo i risultati non sono conclusivi. E anche se lo fossero, molti parziali licantropi sono ottimi cittadini, utili spesso alla società: Mondrick mi confessò una volta che le sue prove avevano rivelato una forte tara licantropica nella sua stessa moglie.»
Ecco perché... si disse Barbee. Doveva essere stato il suo sangue e le sue qualità chiaroveggenti che avevano reso la cieca così pericolosa per le altre streghe. Era stata la sua nera ereditarietà che l’aveva mandata prima a Glennhaven e poi alla morte. Ma Barbee non voleva parlare di Rowena.
«E streghe e stregoni di sangue puro?», domandò, sempre in preda al suo malessere. «Chi sono?»
«Non dovrebbero esisterne più. Anche di chi ha sangue puro per tre quarti non ne dovrebbe nascere più d’uno per generazione, in base alle leggi di probabilità dei geni, e del resto se ve ne sono devono essere troppo scaltri per farsi scoprire, soprattutto in un paese come l’America. No, non devono esserci più licantropi puri ormai, sebbene io dubiti che uno debba esserci. Mondrick scoprì gravi indizi relativi all’esistenza di un capo segreto della razza di streghe, nato con una vastissima eredità dei loro poteri. Un satana occulto, che si muove insospettato fra gli uomini, tramando per il ritorno del loro immondo dominio sulla nostra specie.»
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