Fred Hoyle - La Nuvola nera
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- Название:La Nuvola nera
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«Più precisamente: i vostri mal di testa derivano da un errato afflusso di sangue che interrompe, nei vostri cervelli, l’esatta sequenza delle scariche elettriche. Io provo qualcosa di simile al mal di testa se nel mio sistema nervoso entra del materiale radioattivo. Ciò provoca scariche elettriche, in maniera simile a quella che si dà nei vostri contatori Geiger. Queste scariche interferiscono con il mio senso del tempo e producono un’esperienza soggettiva estremamente spiacevole.
«Ora voglio farvi una domanda d’argomento diverso. Mi interessano quelle che voi chiamate . Capisco la letteratura, deve essere l’arte di disporre idee e sentimenti in parole. Le arti visive hanno un chiaro rapporto con la vostra percezione del mondo. Ma non capisco affatto la natura della musica. Non vi dovrebbe sorprendere la mia ignoranza al proposito, perchè non mi avete ancora, che io sappia, trasmesso della musica. Volete per cortesia colmare questa lacuna?»
«Ecco la tua occasione, Ann,» disse Kingsley. «E che occasione! Nessun musicista ha suonato mai di fronte a un pubblico simile.»
«Cosa devo suonare?»
«Che ne pensi di quel Beethoven che hai eseguito l’altra sera?»
«L’opera 106? È un po’ difficile per un principiante.»
«Avanti, Ann. Fatti sentire dal vecchio Joe,» intervenne Barnett.
«Non c’è bisogno che tu suoni se non vuoi, Ann. Ho fatto la registrazione,» disse Leicester.
«Come è venuta?»
«Ottimamente, da un punto di vista tecnico. Se tu sei soddisfatta dell’esecuzione, possiamo cominciare a trasmettere quasi subito.»
«Forse è meglio la registrazione. Vi parrà sciocco, ma temo che sarei nervosa se dovessi mettermi a suonare per quel coso.»
«Non far la sciocca. Il vecchio Joe non morde.»
«Forse no, ma preferisco la registrazione.»
La trasmisero. E dall’altra parte venne la risposta.
«Molto interessante. Vi prego di ripetere la prima parte a velocità maggiorata del trenta per cento.»
Fatto questo venne ancora un messaggio:
«Meglio. Benissimo. Intendo pensarci sopra. Addio.»
«Dio mio, lo hai distrutto, Ann!» esclamò Marlowe.
«Mi chiedo come possa la musica aver qualche effetto su Joe. Dopo tutto la musica è suono, e noi abbiamo convenuto che il suono non dovrebbe significar nulla per lui,» osservò Parkinson.
«Non sono d’accordo,» fece McNeil. «Non c’entra nulla il suono con la nostra capacità di apprezzare la musica, anche se a prima vista può sembrare altrimenti. Il nostro cervello apprezza non il suono, ma gli stimoli elettrici che riceve dall’orecchio. Noi usiamo il suono solo come espediente per produrre certi schemi di attività elettrica. Ci sono prove a sufficienza per dimostrare che i ritmi musicali riproducono sostanzialmente i ritmi elettrici che avvengono nel cervello.»
«È molto interessante, John,» esclamò Kingsley. «Perciò potremmo dire che la musica dà la più diretta espressione delle attività del cervello.»
«No, non arriverei a dire tanto. Direi piuttosto che la musica ci dà il migliore indice degli schemi generali del cervello, mentre le parole sono il miglior indice degli schemi particolari.»
E la discussione continuò fino a notte alta. Esaminarono sotto ogni aspetto i messaggi della Nuvola. L’osservazione più interessante fu forse quella di Ann Halsey.
«Il primo movimento della sonata in si bemolle maggiore reca una indicazione di metronomo che implicherebbe una velocità di esecuzione fantastica, superiore alle possibilità di qualsiasi pianista. Ricordate che la Nuvola ci ha chiesto di aumentare la velocità? Mi viene da tremare a pensarci, anche se forse è stato un semplice caso.»
A questo punto furon tutti d’accordo che bisognava passare alle autorità politiche tutte le notizie sulla vera natura della Nuvola. I vari governi cercavano di organizzare le comunicazioni radio. Scoprirono che, lanciando verticalmente le trasmissioni di tre centimetri, la jonizzazione dell’atmosfera poteva limitarsi abbastanza da rendere possibile le comunicazioni. Perciò Nortonstowe divenne ancora di più un centro importante per la trasmissione delle notizie.
In verità a nessuno piaceva dover dare tante informazioni sulla Nuvola, e tutti ritenevano che le comunicazioni dirette con essa sarebbero uscite dal controllo di Nortonstowe. E c’erano molte cose che gli scienziati volevano ancora sapere. Per questo Kingsley si oppose decisamente all’idea di informare le autorità politiche, ma fu sopraffatto dal parere degli altri, i quali ritenevano che, pur a malincuore, bisognava rivelare il segreto.
Leicester aveva registrato le discussioni con la Nuvola e le trasmise sui canali di tre centimetri. In quanto ai governi di tutto il mondo, non si fecero alcuno scrupolo a tener segreta la notizia. L’uomo qualunque non seppe mai che dentro la Nuvola c’era la vita, perchè col passare del tempo le cose si misero in maniera tale che fu inevitabile il segreto assoluto.
A quell’epoca nessun governo possedeva un trasmettitore da un centimetro e un ricevitore appositamente costruito. Almeno per qualche tempo ancora solo Nortonstowe poteva comunicare con la Nuvola. I tecnici degli Stati Uniti, tuttavia, fecero notare che grazie alle trasmissioni di Nortonstowe il governo statunitense e anche gli altri, potevano mettersi in contatto con la Nuvola.
Pertanto fu deciso di servirsi di Nortonstowe non solo pel il passaggio delle comunicazioni terrestri, ma anche per i contatti con la Nuvola.
Quelli di Nortonstowe si divisero in due gruppi quasi pari. Da una parte Kingsley e Leicester che volevano opporsi decisamente al progetto dei politici e dire a muso duro che i vari governi andassero all’inferno. Altri, i con Marlowe e Parkinson, sostenevano che con quell’atteggiamento non c’era da guadagnare nulla, perchè i politici avrebbero fatto con la forza quel che desideravano. Mancavamo poche ore alla prossima comunicazione dalla Nuvola e il dibattito fra i due gruppi era giunto a una fase assai acuta. Trovarono una soluzione di compromesso. Mediante un accorgimento tecnico fecero in modo che i ricevitori del governo potessero udire la Nuvola, ma non parlarle.
E così accadde. Quel giorno i più alti e venerabili rappresentanti della specie umana ascoltarono la Nuvola senza tuttavia poterle rispondere. Su quell’augusto uditorio i discorsi della Nuvola ebbero un pessimo effetto, perchè Joe si mise, con tutta franchezza, a parlare del sesso.
«Vorrei che mi risolveste questo paradosso. Noto che larga parte della vostra letteratura si occupa di ciò che voi chiamate , e soprattutto di . Dagli esempi che mi sono disponibili credo di poter dedurre che quasi il quaranta per cento della vostra letteratura si occupa di questo argomento. Eppure non sono riuscito a trovare in che cosa consista realmente l’: questo punto viene sempre evitato con cura. Ciò mi induce a credere che l’ sia un avvenimento assai interessante e complicato. Vi lascio quindi immaginare la mia sorpresa quando, dai testi di medicina, ho appreso che è soltanto un processo ordinario molto semplice, comune alla grande varietà degli animali.»
Gli augusti rappresentanti della specie umana protestarono di fronte a questa affermazione, ma Leicester li costrinse al silenzio staccando i collegamenti.
«Basta,» disse. Quindi porse il microfono a McNeil. «Credo che sia la volta tua, John. Cerca di dare a Joe la risposta.»
McNeil fece del suo meglio.
«Se lo guardiamo da un punto di vista interamente logico, la nascita e la crescita dei bambini è un fatto privo di ogni attrattiva speciale. Per la donna significa dolore e preoccupazione infinita. Per l’uomo significa lavoro in più per molti anni, per sostenere la famiglia. Perciò se il nostro atteggiamento riguardo al sesso fosse solamente logico, forse non ci prenderemmo la cura di riprodurci. Se ne assume l’incarico la natura, facendo dell’amore una cosa assolutamente irrazionale. Può sembrare contraddittorio, ma se non fossimo irrazionali non potremmo sopravvivere. La stessa cosa probabilmente vale anche per gli altri animali.»
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