Fred Hoyle - La Nuvola nera

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La Nuvola nera: краткое содержание, описание и аннотация

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L’ombra mortale di una nuvola di gas avvolge la Terra. Mentre i politici si agitano vanamente, alcuni scienziati giungono a una straordinaria scoperta: la Nuvola non è solo un ammasso di gas… In questo classico della fantascienza (1958), suspence, credibilità scientifica (Hoyle è uno scienziato), e infiniti spunti di riflessione sui rapporti scienza-politica.

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Joe riprese la parola:

«Questa irrazionalità, che avevo sospettato, e che son lieto di sentirvi riconoscere, ha un aspetto più grave e più triste. Vi ho già avvisati che sul vostro pianeta le riserve di alimenti chimici sono assai limitate. È quindi probabile che tale atteggiamento irrazionale nei riguardi della riproduzione vi porti a dar vita a un numero di individui troppo alto per poterlo sostenere con quelle scarse risorse. In tale situazione c’è un grande pericolo. In verità è assai probabile che la scarsezza di vita intelligente sui pianeti derivi dalla grande diffusione di queste forme di irrazionalità, collegata alla carenza di alimenti. Non è improbabile, a mio avviso, che fra poco tempo la vostra specie sarà estinta. Tale opinione mi par confermata dal ritmo troppo rapido con cui cresce la popolazione umana.»

Leicester indicò un gruppo di luci lampeggianti.

«I politici stanno cercando di inserirsi: Mosca, Londra, Washington, Parigi, Timbuctu, tutti quanti. Li vogliamo lasciar sentire, Chris?»

A questo punto Alexandrov fece il primo discorso politico della sua vita.

«Bene bastardi di Kremlino sentire,» disse.

«Alexis, nella buona società non si dicono quelle parole,» ammoni Kingsley.

«Forse avremmo dovuto consigliargli qualche buona lettura. Ma è tempo di tornare al nostro gioco,» disse Marlowe.

«Harry, non collegarci con i politici. Tienili staccati. John, tu chiedi a Joe come si riproduce,» fece Kingsley.

«Anch’io glielo volevo chiedere,» fece McNeil.

«Allora avanti. Vediamo come se la caso.»

McNeil fece la domanda alla Nuvola.

«Ci interesserebbe sapere che differenza c’è fra il nostro sistema di riproduzione e il vostro.»

«La riproduzione, nel senso di dar vita a un nuovo individuo, nel nostro caso avviene con un criterio completamente diverso. A parte un incidente imprevisto, o un desiderio troppo forte di autodistruzione — che a volte si dà anche presso di noi — io posso vivere all’infinito. Perciò non ho la necessità, come voi, di generare un nuovo individuo che prenda il mio posto dopo la morte.»

«Quanti anni avete?»

«Più di cinquecento milioni.»

«E la vostra nascita, la vostra origine, cioè, è stata la conseguenza di un’azione chimica spontanea, come crediamo che sia accaduto qua sulla Terra?»

«No, non è stato così. Viaggiando per la Galassia, noi cerchiamo aggregati di materia, cioè nuvole adatte a impiantarvi la vita. Ciò avviene, tanto per darvene un’idea, come quando da un albero nasce un virgulto. Se per esempio noi troviamo una nuvola adatta, non ancora fornita di vita, vi piantiamo una struttura neurologica relativamente semplice. Una struttura simile potrei considerarla mia creature, parte di me.

«In questo modo è escluso che per mero caso possa la vita intelligente avere origine spontanea. Voglio farvi un esempio. I materiali radioattivi devono restare rigorosamente esclusi dal mio sistema nervoso, per un motivo che vi ho già spiegato in un’altra conversazione. Per esserne certo ho uno schermo elettromagnetico complesso, che serve ad impedire l’ingresso di gas radioattivi nelle mie parti neurologiche — nel mio cervello, per dirla col vostro linguaggio. Se questo schermo non funzionasse, proverei grande dolore e potrei anche morire. È questo uno dei possibili incidenti di cui vi ho parlato qualche minuto fa. Continuando nell’esempio, sappiate che noi possiamo dare ai nostri sia lo schermo protettivo, sia l’intelligenza necessaria per farlo funzionare; è assai improbabile che, nel caso di origine spontanea della vita, possa funzionare uno schermo del genere.»

«Ma tutto questo non può essere accaduto per il primo esemplare della vostra specie,» obbiettò McNeil.

«Non si può dire che vi sia stato un primo esemplare,» disse la Nuvola. McNeil non comprese l’osservazione, ma Kingsley e Marlowe si scambiarono un’occhiata di intesa, come per dire: «Oh, lo dovrebbero sentire quelli che sostengono la teoria dell’universo in espansione!»

«A parte i mezzi protettivi,» continuò la Nuvola, «i nostri sono liberi di crescere come meglio credono. A questo punto devo spiegarvi una differenza importante fra noi e voi. Il numero delle cellule che compongono il vostro cervello è, più o meno, fissato fin dal momento della nascita. Il vostro sviluppo perciò consiste nell’imparare a usare nel miglior modo possibile il cervello di capacità prestabilita. Per noi le cose stanno in tutt’altro modo. Noi siamo liberi di accrescere a piacere la capacità dei nostri cervelli. Naturalmente possiamo togliere e sostituire le parti logore e difettose. Così lo sviluppo per noi consiste nell’espansione del cervello, oltre che nell’apprendimento a usarlo nel modo migliore: voglio dire nel modo migliore per risolvere i problemi che ci si presentano. Capirete quindi che come noi cominciamo con un cervello relativamente semplice e che, crescendo, il nostro cervello diventa molto più grande e complesso.»

«Potete descriverci, in maniera a noi comprensibile, come fate a creare una parte nuova del vostro cervello?» chiese McNeil.

«Credo di sì. In primo luogo trasformo gli alimenti chimici in molecole complesse dei tipi richiesti. Ne tengo sempre a disposizione una certa riserva. Poi dispongo con cura le molecole in una struttura neurologica, alla superficie di un corpo solido. La materia di questo corpo dev’esser tale che non abbia un punto di fusione troppo basso — il ghiaccio per esempio avrebbe un punto di fusione troppo basso e pericoloso — e che funzioni bene come isolatore elettrico. La parte esterna del corpo deve essere accuratamente preparata, per potervi ancorare la materia neurologica al posto giusto.

«La parte più difficile di tutto questo è lo schema della struttura neurologica. Essa è disposta in modo che il nuovo cervello agisca come strumento per un fine specifico. È disposta in modo, altresì, che il nuovo cervello non entri spontaneamente in azione, ma solo quando riceve segnali da quella parte del mio cervello che già esisteva. Tali segnali entrano nella nuova struttura da varie porte. E similmente la parte vecchia del mio cervello si apre a ricevere stimoli dalla parte nuova. In tal modo la sua attività può essere controllata e integrata nel complesso della mia attività neurologica.»

«Ci sono due altri punti,» disse McNeil. «In che modo rifornite di energia la vostra materia neurologica? Nel caso dell’uomo ciò avviene per mezzo del sangue. Possedete qualcosa che corrisponda alla nostra circolazione sanguigna? In secondo luogo qual è la grandezza approssimativa delle nuove parti che riuscite a creare?»

Ecco la risposta:

«La grandezza varia a seconda del fine particolare a cui ciascuna parte è destinata. Il corpo solido che la sostiene può variare da uno a qualche centinaio di metri.

«Sì, possiedo qualcosa che somiglia alla vostra circolazione sanguigna. Le sostanze necessarie vengono fornite da un flusso di gas continuo fra le varie parti di cui sono composto. Tale flusso, anzichè da un è regolato da una pompa elettromagnetica. Cioè la pompa è di natura inorganica. Anche a questo provvediamo quando si tratta di creare una nuova vita. Il gas scorre dalla pompa a una sorgente di alimenti chimici, poi traversa la mia struttura neurologica, la quale assorbe le materie che servono per far funzionare il cervello. Il flusso del gas provvede anche a portar con sè la materia scartata. Quindi il gas ritorna alla pompa, ma prima passa per il filtro che sottrae i prodotti scartati: questo filtro somiglia un po’ ai vostri reni.

«Il fatto ch’io abbia un cuore, un rene e un sangue essenzialmente inorganico, costituisce un grosso vantaggio. È facile infatti ovviare a una disfunzione. Se il mio per caso non faccio altro che sostituirlo con uno di riserva. Se mi si ammala il io non muoio, alla maniera del vostro Mozart, il musicista. Lo sostituisco con uno di ricambio. Allo stesso modo posso crearmi nuovo in grande quantità.»

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